mercoledì 28 giugno 2017

Tatuaggi? Ma forse anche no grazie!

Cos'è quel tatuaggio? "Un tribunale", mi risponde lui, generalmente con una voce accompagnata da un'eco che sa molto di vuoto pneumatico fra i non molti neuroni presenti nel suo cervello. Ah però, interessante. E tribale in che senso? "Eh, cioè, tribale, era uno dei tatuaggi degli antichi maori". Ah capisco, certo. Ma come mai ti sei ispirato agli antichi maori? "Eh, perché è tribale". Sì, tutto chiaro, ma dico, c'è un motivo per cui... guardo l'immagine lattiginosa dei suoi occhi persi nel vuoto e capisco che non c'è un motivo, non esiste un motivo per cui lui, e la gente come lui, decida di farsi un tatuaggio. Non sei un portuale dei camalli, non sei un sicario della Mara Salvatrucha, non sei un punk di Brixton. O forse invece lo sei e mi hanno raccontato male di quando ti hanno visto fare le vacanze alla pensione "Quiete" a Rivabella di Rimini, mentre ti scofanavi un cocomero in canottiera? Forse per coprire una parte di sé, quella che potrebbe più facilmente rivelare il nulla residente al proprio interno. Per questo dico un fiero NO ai tatuaggi, che in massima parte sono senza senso, e anzi, coprono il dolce candore e la sensualità che una pelle liscia e candida sanno regalare. Tristesse...