mercoledì 5 luglio 2017

Islam no grazie, nasce il Partito Anti Islamizzazione

Il Partito Anti Islamizzazione è stato presentato a Milano, PAI come acronimo, il suo primo segretario è Stefano Cassinelli e può contare fra i suoi sostenitori e iscritti lo psichiatra Alessandro Meluzzi.
Un inizio che ha dovuto superare l'ostacolo della chiusura del locale che avrebbe dovuto ospitare l'evento (lo Spazio Cobianchi di Piazza Duomo), che all'ultimo momento ha addotto delle problematiche di carattere burocratico. Divertente la mia discesa nel locale, con la hostess che mi guarda tra l'infastidito e l'interrogativo, come se si trovasse di fronte a un alieno. "Ma scusi, l'evento di oggi?". "Nessun evento", la risposta gelida. Va bene, ci crediamo.
La conferenza si è così risolta in un dialogo aperto ai giornalisti in una via alle spalle del Duomo, in cui è stato dapprima Meluzzi a esporre i nove punti che il partito barra movimento si pone come obiettivi da realizzare.
Primo fra tutti "contrastare ogni forma di radicalizzazione dell'Islam" e "ogni tentativo di sottomettere la libertà sociale e culturale dell'occidente", citando come esempio la presenza, accettata in alcuni Paesi europei come la Gran Bretagna, di corti islamiche il cui verdetto possa essere concorrenziale o addirittura superiore a quello dello Stato. così come un rischio da valutare sono le provenienze dei denari raccolti da investire in nuove moschee o ancora nella fantomatica università islamica che sarebbe dovuto essere realizzata nel Salento.
Il continuo sbarco e la continua nascita di figli fanno della popolazione islamica italiana l’unica a trend positivo, con la possibilità di avere decine di milioni di praticanti nei prossimi decenni. Una realtà che, in chiave fantasiosa ma drammaticamente pericolosa, è stata esposta dal noto scrittore francese Michel Houellebecq nel suo libro "Sottomissione".
(foto Massimiliano Bordignon)