giovedì 13 luglio 2017

La treccia femminile torna a infiammare la moda

Lagertha e Aslaug, fiere e bellissime nemiche in "Vikings"
La treccia torna di moda fra le capigliature femminili, e io sono felice. L'ho notato già da un paio di anni, forse meno. Al bar, all'Esselunga, per strada, sui tram. Un modo di agghindare i propri capelli fra i più sensuali e parte della millenaria storia dell'uomo. Tanto più importante perché la treccia (o le trecce, senza la 'i', nel caso ce ne siano almeno due) fa scivolare la mente al passato medievale (o ancora più antico) in cui i popoli europei, in particolare quelli germanici, la utilizzavano, almeno secondo quanto possiamo vedere in alcuni film e telefilm, fra cui il favoloso "Vikings" e le due meravigliose Lagertha e Aslaug. Un passato di popoli fieri, capaci di conservare la propria identità.
Ecco, la treccia (da non confondersi con le riprovevoli treccine rasta che, ovviamente, nulla hanno a che vedere con la nostra cultura), di cui pure l'origine non è per niente europea (come leggerete più sotto) riporta alla mente il nostro comune retaggio.
Secondo Wikipedia "La treccia come capigliatura risale al periodo egizio fino al 4.000 a.C. Prima ancora fu sviluppata nell'Africa occidentale come status sociale nelle tribù. Dato il tempo per creare tali acconciature, si creava socialità tra le donne locali. L'arte la si apprendeva in giovinezza guardando le donne più anziane. L'etimologia della parola treccia non è chiara, potrebbe derivare dal greco tricha (in tre) o dal latino tricae (viluppo), trinus (di tre) o trix (capello)".
La cosa che però balza all'occhio più di tutto è il senso di ricerca e di stile, che prevale e ammalia in un mondo triste e sempre più uguale dove tutte le donne, così come gli uomini, tendono alla scelta più facile e accettata al pensiero dominante: svegliarsi al mattino e pettinarsi come capita. Ora però l'invito è: non fatevela tutte!