venerdì 28 febbraio 2020

Coronavirus, i voti: Sala furbo, Fontana troppo onesto, alla faccia dell'ischitana

Una recente pagina del Corriere Milano
Con il Coronavirus ancora protagonista della nostra (e mia) vita quotidiana, e costretto a una 'quarantena' autoimpostami per motivi di sicurezza, oberato da servizi e monologhi televisivi, ecco una mia personalissima pagella dedicata ai protagonisti di questo angoscioso momento virale.

Fontana, 5/6. Troppo onesto. Gestisce la situazione con la diligenza del buon padre di famiglia (si potrà ancora dire senza offendere qualche suffragetta femminista?), ma contribuisce anche, con la sua estrema onestà, a gettare la zappa sui piedi della già traballante situazione economica lombarda. La scenetta della mascherina poteva sinceramente risparmiarsela. Pochi lo copieranno, perché più furbi e ipocriti. Lombardia sicuramente prima nel non avere paura di sporcarsi le mani.

Sala, sv. Invisibile. Vago al momento dello scoppio dell'epidemia. Silente durante. La scelta migliore dell'italiano medio: astenersi dalla lotta, le decisioni, anche quelle più difficili, le ha lasciate volentieri agli altri. E forse gli è pure convenuto.

Conte, 4. Distante. Per la serie "Non c'è, ma quando c'è fa danni". Avoca a sé presunti diritti che il Governo non avrebbe, nel momento in cui le Regioni avrebbero più bisogno di essere autonome. L'Avvocato del Popolo rimane rigorosamente a Roma, guardandosi bene dal fare una visita alle popolazioni colpite, forse perché non esiste un ministero per il Nord, visto che di solito il Nord è abituato a fare da solo. Il massimo che combina è creare pericolose fratture con i governatori delle aree colpite. Mascherine comprese.

Mattarella, sv. Chi? Il Presidente della Repubblica è come il Molise, non esiste.

I lavoratori dell'Esselunga (e degli altri supermercati), 10. Esempio. Protagonisti di giornate come mai gli erano capitate in vita, costretti a un superlavoro, sono stati fra i pochi a mantenere la calma, privi di mascherine e, inizialmente, pure di guanti, in una giornata di crisi globale. Da ringraziare. Dategli un aumento.

Gli scienziati, 6,5. Opinabili. Da una parte eccezionali per l'impegno, la qualità e l'abnegazione mostrate nella ricerca, dall'altra corresponsabili nel creare una situazione di confusione e contrasti che la gente comune non ha capito.

Le popolazioni in quarantena, 8. Eroiche. Diligenti nel patire restrizioni di stampo antico, gettate improvvisamente in una realtà lontana mille anni da quella dell'attuale mondo 'fluido' e globalizzato, hanno saputo organizzarsi, con qualche inevitabile sbandamento iniziale, in maniera ordinata e orgogliosamente lombarda.

Gli scappati dalla quarantena, 1. Scappati di casa. Le chiamavano così, una volta, le persone di poco conto. Forse perché abituati a sbattersene delle regole, tre insegnanti di Avellino e un cameriere di Taurano (stessa provincia) fanno tranquillamente ritorno a casa, perché stare nell'inospitale 'quarantenato' Nord forse gli sta stretto. Riempiti di minacce al loro arrivo. Nemo propheta in patria.

Milano, 8. Indomabile. Come in un incontro di boxe, comincia subendo qualche colpo alla cintura e traballa sulle gambe poi, come Rocky, si rialza e s'impone ancora una volta come Capitale Morale d'Italia. I milanesi, pur consapevoli di quanto le restrizioni imposte stiano danneggiando la loro economia, osservano strettamente le regole adeguandosi alla situazione nel miglior modo possibile, ma già pensando a come reagire quando questo scenario apocalittico sarà finito.

La 'signora' di Ischia, 0. Miserabile. Una impagabile scenetta di squallidume dal sapore e dalle strilla in stile napoletano. Fosse successo a un pullman di meridionali a Bergamo sarebbe scoppiato il finimondo. La signora ischitana che ha estratto bile, vomito e rimasugli di saliva nei confronti dei settentrionali da lei ritenuti 'infetti' giunti sulla sua isola, ha tirato un colpo basso al turismo della propria splendida terra, che peraltro ha dato i natali, fra gli altri, a quella Camorra che, senza bisogno di bus o treni, ha invaso il Nord. Vista l'accoglienza, in pochi decideranno di inserire l'isola nei propri carnet turistici. Milano sta già ripartendo, Ischia penso comincerà invece a perdere qualche colpo. "Alla faccia dell'ischitana" diventerà presto un nuovo modo di dire per evidenziare un successo ottenuto alla faccia dell'invidioso di turno.