E' del 10% la probabilità che, nei
prossimi 10 anni, la caduta incontrollata di detriti spaziali
sulla Terra possa fare una o più vittime.
Lo indica uno studio pubblicato sulla rivista Nature
Astronomy e guidato dall'Università canadese della British
Columbia di Vancouver, basato sui dati satellitari degli ultimi
30 anni.
Gli autori dello studio evidenziano quindi l'importanza
di rendere obbligatori i rientri controllati dei veicoli
spaziali, per evitare di far crescere ulteriormente il rischio.
I ricercatori
guidati da Michael Byers, analizzando i dati dei satelliti degli
ultimi 30 anni, hanno proiettato il rischio per gli esseri umani
nel prossimo decennio, concentrandosi soprattutto su pezzi di
veicoli che rimangono parzialmente intatti e che rappresentano
quindi una minaccia se dovessero cadere sulle terre emerse, sul
mare, ma anche sugli aeroplani.
I risultati mostrano che, se non
cambieranno le pratiche attuali, c'è un 10% di probabilità di
causare vittime se la caduta di ogni rottame diffonde detriti
letali su un'area di 10 metri quadrati.
Inoltre, il rischio è concentrato nel Sud del mondo, con i resti
dei veicoli che hanno una probabilità circa tre volte maggiore
di atterrare alle latitudini di Giacarta (Indonesia), Dhaka
(Bangladesh) e Lagos (Nigeria), rispetto a quelle di New York,
Pechino o Mosca.
Gli autori dello studio sottolineano come manchi
una volontà collettiva di utilizzare la tecnologia per i sistemi
di rientro guidato, a causa dei costi associati, e che siano
quindi necessari accordi multilaterali che ne rendano
obbligatorio l'impiego. (fonte: ANSA)