lunedì 28 febbraio 2022

Guerra in Ucraina: i corpi paramilitari neonazisti di Kiev

La foto ANSA scelta dal sito Europa Today
"Una banda di neonazisti": così Vladimir Putin, presidente della Russia, ha chiamato il governo ucraino di Volodymyr Zelensky.
Una definizione forse un po' dozzinale, che però non si discosta poi così tanto dalla realtà, a dispetto della pesante coltre di disinformazione che ha obnubilato i media occidentali, gli stessi che hanno 'costruito' la storia dell'ultimo secolo, appoggiando tutte le guerre americane, parlato e straparlato di pandemie, affibbiando patenti di colpa ora a questo ora a quel personaggio o nazione, badando bene nel servire il padrone di turno che, praticamente sempre, ha coinciso con i burattinai della globalizzazione e ogni tentativo di soffocamento dei singolarismi nazionalisti.
Vale così la pena citare uno stralcio di un articolo del 2015, quindi scritto in tempi non sospetti, della Ce.S.I. (Centro Studi Internazionali), non proprio un istituto estremista o filorusso o comunque anti-occidentale.
L'articolo, a firma di Veronica Castellano, si intitola "Il mosaico dei battaglioni volontari ucraini".
Il riferimento, fin troppo ovvio, è al periodo già allora vivo, definito Guerra del Donbass, conflitto cominciato nel 2014, completamente rimossa dai telegiornali di questi giorni, durante la quale le truppe ucraine attaccarono alcuni palazzi governativi dell'Ucraina orientale, ossia nelle regioni di Donetsk, Lugansk e Kharkov che, assieme alla Crimea avevano annunciato l'indipendenza dall'Ucraina dopo un referendum popolare e avevano formalizzato l'adesione alla Federazione Russa. 
Eccone, di seguito, alcuni stralci.
"Dei circa 44 battaglioni al momento attivi in Ucraina, quelli che più di altri si sono distinti negli ultimi mesi sono il Donbass, il Pravyi Sektor e l’Azov.
Il Donbass è uno dei battaglioni più popolari in Ucraina, tra i primi ad essersi formato e dal 29 maggio scorso integrato nella Guardia Nazionale. Alla sua guida è Semen Semenchenko, leader di origini russe con un oscuro passato in società di sicurezza private. Il battaglione è costituito da circa 900 uomini, volontari sia ucraini che stranieri, contraddistinti da divise nere (da cui il soprannome ‘Men in Black’). Appena formato il gruppo si sosteneva attraverso l’autofinanziamento e le donazioni online, ma dall’inclusione nella GN sono arrivati anche fondi dal Governo ucraino. Si sospetta, poi, che parte delle risorse a disposizione del gruppo provenga dall’oligarca israelo-ucraino Ihor Kolomoisky, uno degli uomini più ricchi in Ucraina, governatore dell’oblast di Dnipropetrovsk, noto per le sue simpatie neo-fasciste... Nel Donbass sarebbero anche confluite alcune forze di estrema destra dalle milizie del Pravy Sektor, con cui l’oligarca ha dei forti legami.
Il battaglione del Pravy Sektor, di orientamento apertamente neo-nazista, è tra i più temuti dalla popolazione dell’est dell’Ucraina. Alla sua guida è Dmytro Yarosh, leader dell’omonimo partito, che nelle ultime elezioni ha conquistato un seggio in Parlamento...
Al contrario, un altro battaglione che come il Donbass è stato integrato nella GN (dunque dipende dal Ministero degli Interni) è l’Azov, che prende il nome dal Mar di Azov, nel sud-est del Paese. Anche l’Azov è stato uno dei primi a essere formati, ed è costituito da circa 500 volontari provenienti non solo dal sud-est ucraino ma anche da Svezia, Italia e Russia, e da ex-detenuti e criminali. Componenti provenienti da ambienti sociali molto diversi ma uniti da aspirazioni nazionaliste, anti-semite e anti-comuniste. Si tratta di un battaglione caratterizzato una posizione politica radicale (tra i simboli identificativi del gruppo compare il Sole Nero usato dalle SS naziste) che ha suscitato l'entusiasmo di molte reclute dagli ambienti più estremisti europei... Il leader dal gruppo è Andriy Biletsky, capo dell’organizzazione dei Patrioti dell’Ucraina, il braccio armato del partito neo-nazista dell’Assemblea Nazional Sociale.
Alcuni leader dei battaglioni sono già confluiti nelle file del Parlamento. I partiti politici e i comandanti miliziani nutrono un reciproco interesse a che ciò avvenga; se da un lato l’ampia fiducia che i leader riscuotono tra la popolazione serve ai partiti come catalizzatore di voti, dall’altro i leader aspirano alla legittimazione e all’ingresso nei circoli che gestiscono il potere.
Uno dei primi a togliere il passamontagna per entrare in politica è stato Semen Semchenko, guida del Donbass, confluito nelle liste del partito Samopomosh che già include diverse personalità dei battaglioni attivi sul territorio. Anche il comandante dell’Azov, Andriy Biletsky, è entrato a far parte del comando militare del Fronte Popolare, il nuovo partito politico creato dal premier Yatseniuk di ideologia filo-europea. Altri nomi influenti di battaglioni confluiti in politica sono ad esempio Oleg Lyashko, capo dell’omonimo partito radicale e leader del battaglione Shaktar; Sergey Melnichuk, comandante dell’Aydar, scelto dallo stesso Lyashko; Andrij Teteruk, neo senatore e guida delle milizie del Myotvorets; Yuri Bereza, neo senatore, capo del Dniepr.
Pertanto, le stesse forze neo-naziste che parteciparono alle rivolte che portarono alla destituzione del presidente Viktor Yanukovich stanno adesso venendo inglobate nella struttura governativa. Tale processo di integrazione trova ulteriore realizzazione nell’inserimento di alcuni battaglioni nelle strutture regolari delle Forze Armate.
L’Azov e il Donbass sono già formalmente confluiti nella GN, alle dipendenze del Ministero degli Interni, nonostante abbiano mantenuto la propria identità e un ampio grado di autogestione. Autonomia che gli stessi potrebbero sentire inibita se, a guerra finita, le linee di azione governativa divergessero dal loro credo ideologico...
La scelta di portare nei partiti alcuni influenti comandanti di battaglioni e di incorporare battaglioni stessi nelle file della GN risponde dunque a una logica di breve periodo. Infatti, se in un primo momento la legittimazione delle milizie volontarie possa aver potenziato le forze ucraine e contenuto le sommosse separatiste, nel lungo termine i battaglioni potrebbero rivoltarsi e rivendicare la propria autonomia.
Dunque, per il futuro, sussiste il pericolo concreto della crescita del sostegno popolare ai battaglioni e ai movimenti politici di estrema destra che ne costituiscono la base partitica ed ideologica. Infatti, in caso di peggioramento della situazione economico-sociale ucraina, di diffusione di una crescente disaffezione e disillusione verso gli ideali euro-atlantisti e di delusione nei confronti dell’attuale leadership di governo, i movimenti radicali potrebbero cooptare il malcontento popolare con agende populiste e anti-sistemiche. Tale possibilità potrebbe assumere tratti particolarmente drammatici, poiché, rispetto al passato, i gruppi estremisti e ultra-nazionalisti usufruirebbero dell’esperienza acquisita sul fronte, ponendo una sfida politica e di sicurezza dagli esiti imprevedibili per il governo di Kiev".
Leggi anche: Chi sono i 'nazisti ucraini' che Putin dice di voler eliminare

La bandiera del battaglione Azov con la svastica stilizzata 

White febbraio 2022: successo, visitatori e contenuti sostenibili

Una foto dell'edizione di White 2016 (foto Bordignon)
A Milano si è chiusa l’edizione 2022 di febbraio del salone della moda White, che ha segnato un importante cambiamento nella propria strategia e comunicazione. A una ricerca sempre più attenta e selezionata di brand rappresentativi delle tendenze future, si sono aggiunte format, location e contenuti innovativi, sempre più multimediali, grazie al coinvolgimento dei maggiori 'player' del settore, opinion leader e trend-setter internazionali.
Per questa edizione di White sono stati 18.850 i visitatori, con un +24% di 'buyer' rispetto al mese di settembre 2021, con 330 brand sparsi su 18.000 metri quadrati di esposizione.
L’evento, per la prima volta, ha ospitato WSM – White Sustainable Milano, il progetto Fashion Tech interamente dedicato alla filiera produttiva sostenibile e alle nuove tecnologie a supporto della transizione ecologica e tecnologica delle PMI.
La manifestazione, con la direzione artistica di Massimiliano Bizzi, è stata realizzata grazie anche al supporto di MAECI e ICE Agenzia, in partnership con Confartigianato Imprese, con il contributo della Regione Lombardia e il patrocinio del Comune.
E' stata un’operazione potenziata dai networking con il mercato estero, che ha visto la presenza di buyer provenienti anche da Paesi extra europei con nomi come Lane Craw, Harvey Nichols Dubai, Bergdorf Goodman NY Nieman Marcus Dallas, Buying office di Lane Crawford Hong Kong-Mainland China, The Webster Miami-NY, Murkudis Berlino, Voo Store Berlino, Ounass.com Dubai, Saks Fifth Avenue Dubai, Matches Fashion Londra, Illum Copenhagen, Tom Greyhound Parigi e Corea, Pompeu Malaga, Antonia Lage Portogallo, Jacques Loup Cannes, tanto per citarne solo alcuni.
Bizzi, 'founder' di White, commenta soddisfatto: "Questo risultato è importante. Dimostra ancora una volta che progettualità e sistema sono le chiavi di un lavoro di successo, anche in un momento storico così particolare. Stiamo procedendo con coerenza rispetto ai nostri piani di sviluppo e di evoluzione della visione della settimana della moda che da tempo concepiamo come un Fashion Expo unico nel sistema internazionale. Siamo in costante dialogo con le istituzioni e i maggiori attori della città e delle imprese di moda affinché l’intuizione di Sign of the Times si trasformi in una realtà pragmatica e innovativa". Bizzi conclude: "Mi auguro che oggi Milano realizzi la rilevanza della partita che sta giocando, ne colga l’opportunità strategica nel confronto con le altre capitali del fashion, in primis Parigi, e continui su questa strada".

Qui sotto, una breve galleria fotografica di una delle edizioni di White 2016
(foto Bordignon)








Unyli, Simona Mastropasqua nuova district manager per il Mezzogiorno

Simona Mastropasqua (foto ufficio stampa)
Simona Mastropasqua
è stata nominata nuova District Manager per il Sud Italia di Unyli, 'ecommerce' B2C e piattaforma multicanale per il settore dell’intimo.
Sarà lei a gestire e supervisionare la rete dei punti vendita Unyli in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, con l’obiettivo di incrementare l’espansione capillare dell’azienda, in particolare nel Mezzogiorno.
La Mastropasqua, laureata in mediazione linguistica inglese e spagnola all’Università Europea di Perugia, è dal 2010 responsabile dei punti vendita Calzedonia di Foggia e Manfredonia ed è titolare del negozio Unyli di San Severo.
“Sono entusiasta di far parte del progetto Unyli in qualità di District Manager - sottolinea la Mastropasqua - e ringrazio Retail Capital per l’opportunità: metterò tutta la mia esperienza a servizio dell’azienda al fine di ampliare e consolidare la catena di negozi affiliati nel Sud Italia e garantire sempre la qualità del prodotto, la soddisfazione del cliente e l’assistenza ai negozianti del territorio”, conclude.
Anche Francesco de Paolo, fondatore di Retail Capital nel novembre 2020 e general manager di Unyli, sottolinea l'importanza del Sud per la propria attività: "Il Mezzogiorno offre importanti opportunità di sviluppo nel settore del Retail; con la nomina di Simona miriamo a incrementare ulteriormente l’espansione del canale offline in Italia e rafforzare la struttura commerciale dell’area geografica del Sud Italia per supportare negozianti e consumatori con soluzioni sempre più personalizzate e innovative".

Infortuni sul lavoro, in Lombardia incredibile aumento nel 2021

Infortuni sul lavoro in Lombardia: +74,8% rispetto al 2021
Sono aumentati in maniera clamorosa gli incidenti sul lavoro in Lombardia nell'ultimo anno. E’ quanto emerge dalle elaborazioni condotte dal dipartimento Salute sicurezza della CISL Lombardia, sulla base degli ultimi dati INAIL.
Il dato impressionante è quello del 74,8% in più di incidenti sul lavoro in regione, a gennaio 2022, rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Rispetto al gennaio 2019 pre-pandemia, l’aumento è pari al 40%.
“Come abbiamo già sottolineato, con la ripresa produttiva e dei servizi gli infortuni aumentano anche oltre le possibili stime del tempo di lavoro – sottolinea Pierluigi Rancati, segretario regionale CISL Lombardia -. A gennaio 2022 gli incidenti sono stati 12.794 contro i 7.318 del 2021 e i 9.131 del 2019, quando ancora la pandemia non condizionava i ritmi delle attività produttive. Numeri che evidenziano una costante carenza di prevenzione, con un'insufficiente gestione dei rischi, per mancata formazione e modalità lavorative sempre poco attente alla salute e sicurezza”.
Per la prima volta tutti i macro-settori registrano un aumento delle denunce di infortunio rispetto al gennaio 2021. Quanto alle province, l’unico calo si registra a Como e Sondrio. Inoltre, aumentano le denunce di infortunio per le lavoratrici: da 3.374 del gennaio 2021 salgono a 6.909 nel 2022.

Carlton Myers lancia quattro camp estivi per ragazzi fino a 16 anni

Carlton Myers (foto dal suo sito ufficiale)
Saranno quattro i camp estivi legati al mondo dello sport ideati da Carlton Myers, uno dei giocatori italiani di basket più forti e amati di sempre, due a Roma e uno a Cagliari e Torino, dove i ragazzi di età compresa tra i 6 e i 16 anni avranno così la possibilità di sperimentare ben 13 discipline differenti.
“Sono orgoglioso di presentare questo nuovo progetto che ha come protagonisti lo sport e le nuove generazioni di ragazze e ragazzi di tutta Italia, con l’intento di offrire ai giovani la possibilità di scoprire e coltivare la passione per una o più discipline sportive. Per questo nasce CRAI CAMP Italia, per raggiungere quante più famiglie del territorio italiano, e far divertire, città dopo città, i giovani attraverso lo sport, con la speranza che non si lascino più” dichiara Carlton Myers.
A sponsorizzare la serie di 'camp' è infatti il marchio CRAI, presente con i suoi supermercati e negozi alimentari in tutta Italia.
Istruttori federali e uno staff di professionisti al servizio dei ragazzi, la possibilità per tutti di ottenere una borsa di studio e il costo accessibile i principali punti di forza dell’iniziativa. Nei camp i partecipanti potranno praticare, insieme alle discipline più note, anche quelle meno diffuse quali – ad esempio – la scherma, il badminton o il tiro con l’arco.
I campi di Myers diventano così un’alternativa ai tradizionali centri estivi e, al tempo stesso, costituisce un’opportunità per promuovere lo sport tra le fasce più giovani grazie al prezzo contenuto che rende accessibile a tutti l’iniziativa.

domenica 27 febbraio 2022

Le minacce del sindaco Sala a Gergiev, la replica di Sgarbi: "Sono assurde"

Valerij Gergiev non potrà lavorare per le sue idee (foto "Il Fatto")
La vergognosa serie di minacce proferite dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala (e non solo), al grande direttore d'orchestra russo, Valerij Gergiev, con l'obbligo di prendere posizione e 'abiurare' il proprio presidente Vladimir Putin, pena la perdita del lavoro al Piermarini (in pratica il Teatro alla Scala), ha sortito la protesta di numerosi intellettuali, anche se in pochi hanno avuto il coraggio di alzare la voce, in questi tempi di 'pensiero unico'.
Fra questi, Vittorio Sgarbi, da sempre abituato a essere una 'voce fuori dal coro': "L'intimidazione nei confronti del direttore d’orchestra Gergiev da parte della Carnegie Hall di New York e della Filarmonica di Monaco, e ora anche della Scala di Milano ha il sapore di una odiosa vendetta. E' una cosa sconcertante, inverosimile, grottesca, ed è esattamente lo stesso che rimproverano a Putin".
Sgarbi ha così parlato durante un'intervista rilasciata all'ADNKronos, proseguendo: "La cultura non può essere usata come un'arma di ricatto, perché di questo si tratta, di un ricatto. E' come far pagare a Pirandello le colpe di Mussolini. Colpire la cultura è odioso". Peraltro, sottolinea il critico d'arte, "Gergiev non ha fatto l'elogio di nulla, non ha fatto dichiarazioni, è amico di Putin, non è che per suonare deve pronunciarsi contro Putin, è letteralmente assurdo".
Sgarbi cita poi altri esempi nella storia: "Nessuno ha mai chiesto a Feltrinelli di non essere dalla parte di Fidel Castro", spiega. E ancora, "ben diverso era stato l'atteggiamento adottato con un altro grande direttore d’orchestra, Wilhelm Furtwängler, che aveva diretto vari concerti a vantaggio del regime nazista. Nel febbraio 1938 - ricorda il deputato - diresse la Filarmonica di Berlino per la Gioventù Hitleriana, e, nello stesso anno, l'opera "I maestri cantori di Norimberga" di Richard Wagner per il compleanno di Adolf Hitler. I suoi concerti erano anche trasmessi alla radio per sollevare il morale delle truppe". Dopo la guerra, "si giustificò dicendo che aveva cercato di proteggere la cultura tedesca - conclude Sgarbi -, eppure Furtwängler fu chiamato a dirigere nuovamente in pubblico, in Italia, appena terminata la seconda guerra mondiale: e proprio il Teatro alla Scala di Milano mise in scena L'Anello del Nibelungo sotto la sua direzione". (fonte ADNKronos)

sabato 26 febbraio 2022

La 'democrazia' del sindaco di Milano: o il maestro Gergiev ripudia la propria patria o perderà il lavoro

Un brutto titolo per "Il Giornale": "Il Maestro di Putin"
Da italiano, e milanese, mi vergogno profondamente per le frasi proferite dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e l'aut aut intimidatorio e illiberale che ha proferito verso Valerij Abisalovič Gergiev, direttore d'orchestra russo, uno dei più grandi al mondo, l'obbligo di condannare il proprio presidente, Vladimir Putin, divenuto, nel giro di un paio di giorni, 'criminale di guerra', 'mostro' e 'dittatore', altrimenti non potrà più esercitare la propria arte a Milano.
Se Sala, noto abitudinario di pose fotografiche accanto a 'trapper' afromaghrebini, spacciatori e feccia varia che ammorba le nostre periferie, voleva fare uno spot nei confronti della democrazia, evidentemente non ci è riuscito. Ribadendo quei legami con quel mondo della Sinistra che, pare chiaro, il senso del 'tappare la bocca' al dissenso lo culla dentro nell'anima.
Del resto la vicenda della guerra in Ucraina ci è stata raccontata secondo un unico punto di vista, quello artefatto di un mondo occidentale sempre più malato, quello stesso regime che ha deciso di etichettare Donald Trump come presunto 'guerrafondaio' e di elevare a 'santo' un personaggio come Joe Biden, che ha gettato nel panico la politica estera mondiale.
A questo punto sorgono legittimi dubbi su come ci siano state 'vendute' molte altre guerre e molti altri presunti 'criminali di guerra' (per non parlare del trattamento mediatico di questi due anni di pandemia), contemporaneamente coprendo di gloria altri macellai che hanno avuto il solo merito di finire dalla parte dei vincitori.
Il maestro russo Gergiev, in sostanza, deve abiurare la propria patria e prendere le distanze dall’invasione russa dell’Ucraina (peraltro motivata chiaramente da Putin, con spiegazioni anche accettabili) o dovrà rinunciare a dirigere "La dama di picche", che ha debuttato al Teatro Piermarini mercoledì sera.
Dopo la perdita del lavoro per coloro che hanno deciso di non vaccinarsi si arriverà così, ed era facile prevederlo, alla perdita del lavoro per chi decide di pensarla diversamente da quello che è il clima dominante, il pensiero unito del potere di turno.
Per chi altri varrà questa linea di condotta? Solo per i cittadini russi? Un cittadino italiano potrà liberamente sostenere che Putin altro non abbia fatto se non sostenere le decine di migliaia di cittadini di etnia russa minacciati prima e bombardati poi dalle milizie ucraine, molte delle quali di ispirazione nazista (vedi il Battaglione Azov), o rischierà di essere messo ai margini della società civile?
Se un artista deve subire la gogna, questo varrà a maggior ragione per un lavoratore pubblico, un libero professionista, un professore universitario o di scuola?
Quanto deve preoccuparci l'atteggiamento folle del 'democratico' primo ministro canadese, Justin Trudeau, che ha deciso di bloccare i conti correnti dei camionisti in rivolta contro l'obbligo di indossare le mascherine all'interno dei propri automezzi?
Si tratta di ampie chiari segnali di dove le 'presunte' democrazie occidentali stiano dirigendo la propria prua, ovvero verso una illiberalità e demagogia orwelliana che, di certo, nulla ha da invidiare al presunto regime dell'improvvisato 'criminale' Putin.

Le notizie del 25 febbraio: Ucraina e Russia, negoziati in vista

Un'immagine dei negoziati fra ucraini e russi
Di seguito, le principali notizie di venerdì 25 febbraio:
- GUERRA IN UCRAINA: PREVISTO IN QUESTE ORE L'ARRIVO DEI TANK RUSSI A KIEV, DOPO CHE GRUPPI DI PARACADUTISTI SONO ATTERRATI A TRENTA CHILOMETRI DALLA CITTÀ.

- MA LA CITTÀ NON SI ARRENDE. IL SINDACO VITALI KLITSCHKO, LEGGENDARIO EX PUGILE, DICHIARA CHE KIEV È IN ASSETTO DIFENSIVO: 18MILA FUCILI SONO STATI CONSEGNATI AI VOLONTARI.

- IL PRESIDENTE RUSSO PUTIN PROPONE DI NEGOZIARE CON L'UCRAINA IN CAMPO NEUTRO, A MINSK, IN BIELORUSSIA.

- INTANTO È DRAMMATICO IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE UCRAINO ZELENSKY: QUESTA POTREBBE ESSERE L'ULTIMA VOLTA CHE MI VEDETE VIVO.

- MA KIEV AVREBBE RIFIUTATO I NEGOZIATI DI TREGUA PROPOSTI, PROBABILMENTE DOPO AVERE AVUTO GARANZIE DI ULTERIORI AIUTI MILITARI DALLA NATO.

- IL PRESIDENTE UCRAINO ZELENSKY LANCIA L'ALLARME: I RUSSI TENTERANNO LA CONQUISTA DI KIEV IN NOTTATA. CARRI ARMATI PRONTI A ENTRARE, ESPLOSIONI ALLA CENTRALE ELETTRICA.

- I SOLDATI DI MOSCA AVANZANO VERSO KIEV DA NORD, È STATA CONQUISTATA MELITOPOL, ATTACCO ANFIBIO A MARIUPOL.

- DURE PAROLE DEL PRESIDENTE RUSSO PUTIN, CHE HA CHIESTO AI MILITARI UCRAINI DI PRENDERE IL POTERE E RIMUOVERE IL GOVERNO DI ZELENSKY, CHE HA DEFINITO UNA BANDA DI DROGATI E NEONAZISTI.

- INTANTO, IL PRESIDENTE CINESE XI JINPING HA AVUTO UN LUNGO COLLOQUIO TELEFONICO CON PUTIN, APPOGGIANDO L'IPOTESI DI TREGUA E CONDANNANDO LE SANZIONI ALLA RUSSIA.

- FRA LE TANTE SANZIONI, IL CONSIGLIO D'EUROPA, DI CUI L'ITALIA HA LA PRESIDENZA, HA ESTROMESSO DALL'ORGANISMO LA FEDERAZIONE RUSSA.

- E DALL'UCRAINA PRENDE CORPO LA LUNGA FILA DEI PROFUGHI: PER ORA SAREBBERO GIÀ 50MILA MA I NUMERI RISCHIANO DI DIVENTARE MOLTO SUPERIORI. SIAMO PRONTI, GARANTISCE MACRON.

- MA SONO OLTRE CENTO MILA I PROFUGHI DI ETNIA RUSSA SCAPPATI VERSO ROSTOV DOPO GLI ATTACCHI UCRAINI DEI GIORNI SCORSI.

- IERI LE ULTIME DUE PAZIENTI DEL GINECOLOGO GIOVANNI MINIELLO, AMMESSE ALL'INCIDENTE PROBATORIO RICHIESTO DALLA PROCURA, HANNO RIPETUTO IL RACCONTO DELLE PRESUNTE VIOLENZE SUBITE.

- ARRESTATO UNO DEI CAPI DELLA MAFIA NIGERIANA IN ITALIA: AVEVA COSTRETTO UNA CONNAZIONALE A PROSTITUIRSI, L'AVEVA STUPRATA E MESSA INCINTA, PER POI CACCIARLA DI CASA.

- PROSEGUE LA PROTESTA DEGLI AUTOTRASPORTATORI CONTRO IL CARO GASOLIO. SCARSEGGIANO CARBURANTE E ALIMENTI FRESCHI.

- CALCIO. SERIE A: FRENANO ANCORA MILAN E INTER. I ROSSONERI PAREGGIANO 1-1 IN CASA CON L'UDINESE, I NERAZZURRI FANNO 0-0 A MARASSI CON IL GENOA. OGGI SCENDE IN CAMPO LA JUVENTUS A EMPOLI ALLE 18.05. DOMENICA SERA LAZIO-NAPOLI.

- SERIE B: SI GIOCA LA 26.A GIORNATA. OGGI IN CARTELLONE SEI PARTITE, LECCE IN CAMPO DOMANI ALLE 15.30 NEL BIG-MATCH DI MONZA.

giovedì 24 febbraio 2022

Crisi Ucraina: il discorso integrale di Vladimir Putin

Vladimir Putin all'inizio del suo discorso alla nazione
Dal sito NicolaPorro.it ripubblico
, per renderla disponibile a tutti, la traduzione del video messaggio notturno di Vladimir Putin che ha dato il via alle operazioni russe in Ucraina.
Il presidente russo si è rivolto sia ai cittadini russi che a quelli ucraini.
Il video e il testo del discorso sono stati pubblicati sul sito del Cremlino.

Cari cittadini russi! Cari amici!
Oggi, ritengo ancora una volta necessario tornare sui tragici eventi accaduti nel Donbass e sulle questioni chiave per garantire la sicurezza della stessa Russia.
Vorrei iniziare con quanto ho detto nel mio discorso del 21 febbraio di quest’anno. Stiamo parlando di ciò che ci provoca particolare preoccupazione e ansia, di quelle minacce fondamentali che anno dopo anno, passo dopo passo, vengono create in modo rude e senza tante cerimonie da politici irresponsabili in Occidente nei confronti del nostro Paese. Intendo l’espansione del blocco NATO ad est, avvicinando le sue infrastrutture militari ai confini russi.
È noto che per 30 anni abbiamo cercato con insistenza e pazienza di raggiungere un accordo con i principali paesi della NATO sui principi di una sicurezza uguale e indivisibile in Europa. In risposta alle nostre proposte, ci siamo trovati costantemente di fronte a cinici inganni e menzogne, ora tentativi di pressioni e ricatti, mentre l’Alleanza del Nord Atlantico, nel frattempo, nonostante tutte le nostre proteste e preoccupazioni, è in costante espansione. La macchina militare si muove e, ripeto, si avvicina ai nostri confini.
Perché sta succedendo tutto questo? Da dove viene questo modo sfacciato di parlare dalla posizione della propria esclusività, infallibilità e permissività? Da dove viene l’atteggiamento sprezzante e sprezzante nei confronti dei nostri interessi e delle nostre esigenze assolutamente legittime?
La risposta è chiara, tutto è chiaro ed ovvio. L’Unione Sovietica alla fine degli anni ’80 del secolo scorso si è indebolita e poi è completamente crollata. L’intero corso degli eventi che hanno avuto luogo allora è una buona lezione anche per noi oggi: ha mostrato in modo convincente che la paralisi del potere e della volontà è il primo passo verso il completo degrado e l’oblio. Non appena abbiamo perso la fiducia in noi stessi per qualche tempo, e basta, l’equilibrio di potere nel mondo si è rivelato disturbato.
Ciò ha portato al fatto che i precedenti trattati e accordi non sono più in vigore. La persuasione e le richieste non aiutano. Tutto ciò che non si addice all’egemone, al potere, viene dichiarato arcaico, obsoleto, non necessario. E viceversa: tutto ciò che sembra loro vantaggioso è presentato come la verità ultima, spinta a tutti i costi, rozzamente, con tutti i mezzi. I dissidenti sono sfondati al ginocchio.
Ciò di cui parlo ora non riguarda solo la Russia e non solo noi. Questo vale per l’intero sistema delle relazioni internazionali, e talvolta anche per gli stessi alleati degli Stati Uniti. Dopo il crollo dell’URSS, iniziò effettivamente la spartizione del mondo e le norme di diritto internazionale che si erano sviluppate a quel tempo – e quelle chiave, di base, furono adottate alla fine della seconda guerra mondiale e ne consolidarono ampiamente i risultati – cominciò a interferire con coloro che si dichiararono vincitori della Guerra Fredda.
Certo, nella vita pratica, nelle relazioni internazionali, nelle regole per la loro regolamentazione, bisognava tener conto dei mutamenti della situazione mondiale e degli stessi equilibri di potere. Tuttavia, ciò avrebbe dovuto essere fatto in modo professionale, fluido, paziente, tenendo conto e rispettando gli interessi di tutti i paesi e comprendendo la nostra responsabilità. Ma no – uno stato di euforia da assoluta superiorità, una sorta di moderna forma di assolutismo, e anche sullo sfondo di un basso livello di cultura generale e arroganza di coloro che hanno preparato, adottato e spinto attraverso decisioni vantaggiose solo per se stessi. La situazione iniziò a svilupparsi secondo uno scenario diverso.
Non devi cercare lontano per gli esempi. In primo luogo, senza alcuna sanzione da parte del Consiglio di sicurezza dell’ONU, hanno condotto una sanguinosa operazione militare contro Belgrado, utilizzando aerei e missili proprio nel centro dell’Europa. Diverse settimane di continui bombardamenti di città civili, su infrastrutture di supporto vitale. Dobbiamo ricordare questi fatti, altrimenti ad alcuni colleghi occidentali non piace ricordare quegli eventi, e quando ne parliamo preferiscono indicare non le norme del diritto internazionale, ma le circostanze che interpretano come meglio credono.
Poi è stata la volta dell’Iraq, della Libia, della Siria. L’uso illegittimo della forza militare contro la Libia, la perversione di tutte le decisioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sulla questione libica hanno portato alla completa distruzione dello Stato, all’emergere di un enorme focolaio di terrorismo internazionale, al fatto che il Paese è precipitato in una catastrofe umanitaria che non si ferma da molti anni la guerra civile. La tragedia, che ha condannato centinaia di migliaia, milioni di persone non solo in Libia, ma in tutta questa regione, ha dato luogo a un massiccio esodo migratorio dal Nord Africa e dal Medio Oriente verso l’Europa.
Un destino simile era stato preparato per la Siria. I combattimenti della coalizione occidentale sul territorio di questo Paese senza il consenso del governo siriano e la sanzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu non sono altro che aggressione, intervento.
Tuttavia, un posto speciale in questa serie è occupato, ovviamente, dall’invasione dell’Iraq, anche senza alcun fondamento giuridico. Come pretesto, hanno scelto informazioni affidabili presumibilmente disponibili per gli Stati Uniti sulla presenza di armi di distruzione di massa in Iraq. A riprova di ciò, pubblicamente, davanti al mondo intero, il Segretario di Stato americano stava agitando una specie di provetta con polvere bianca, assicurando a tutti che questa è l’arma chimica sviluppata in Iraq. E poi si è scoperto che tutto questo era una bufala, un bluff: non ci sono armi chimiche in Iraq. Incredibile, sorprendente, ma il fatto resta. C’erano bugie al più alto livello statale e dall’alto podio delle Nazioni Unite. E di conseguenza: enormi perdite, distruzione, un’incredibile ondata di terrorismo.
In generale si ha l’impressione che praticamente ovunque, in molte regioni del mondo, dove l’Occidente viene a stabilire il proprio ordine, il risultato siano ferite sanguinanti e non rimarginate, ulcere del terrorismo internazionale e dell’estremismo. Tutto ciò che ho detto è il più eclatante, ma non l’unico esempio di disprezzo del diritto internazionale.
In questa serie, e promette al nostro paese di non espandere la NATO di un pollice a est. Ripeto: mi hanno ingannato, ma in termini popolari l’hanno semplicemente buttato via. Sì, si sente spesso dire che la politica è un affare sporco. Forse, ma non nella stessa misura, non nella stessa misura. Dopotutto, tale comportamento imbroglione contraddice non solo i principi delle relazioni internazionali, ma soprattutto le norme morali e morali generalmente riconosciute. Dov’è la giustizia e la verità qui? Solo un mucchio di bugie e ipocrisie.
A proposito, politici, scienziati politici e giornalisti americani stessi scrivono e parlano del fatto che negli ultimi anni negli Stati Uniti si è creato un vero e proprio “impero delle bugie”. È difficile non essere d’accordo, è vero. Ma non essere modesto: gli Stati Uniti sono ancora un grande Paese, una potenza che fa sistema. Tutti i suoi satelliti non solo danno rassegnato e doveroso assenso, cantano insieme a lei per qualsiasi motivo, ma copiano anche il suo comportamento, accettano con entusiasmo le regole che propone. Pertanto, a ragione, possiamo affermare con sicurezza che l’intero cosiddetto blocco occidentale, formato dagli Stati Uniti a propria immagine e somiglianza, è tutto il vero “impero della menzogna”.
Quanto al nostro Paese, dopo il crollo dell’URSS, con tutta l’apertura senza precedenti della nuova Russia moderna, la disponibilità a lavorare onestamente con gli Stati Uniti e gli altri partner occidentali, e nelle condizioni di un disarmo praticamente unilaterale, hanno subito cercato di metti la stretta, finisci e distruggici completamente. Questo è esattamente ciò che è successo negli anni ’90, all’inizio degli anni 2000, quando il cosiddetto Occidente collettivo ha sostenuto più attivamente il separatismo e le bande mercenarie nella Russia meridionale. Quali sacrifici, quali perdite ci costò tutto questo allora, quali prove abbiamo dovuto affrontare prima di spezzare finalmente la schiena al terrorismo internazionale nel Caucaso. Lo ricordiamo e non lo dimenticheremo mai.
Sì, infatti, fino a poco tempo fa, i tentativi non hanno smesso di usarci nel proprio interesse, di distruggere i nostri valori tradizionali e di imporci i loro pseudo-valori che corroderebbero noi, la nostra gente dall’interno, quegli atteggiamenti che stanno già piantando in modo aggressivo nei loro paesi e che portano direttamente al degrado e alla degenerazione, perché contraddicono la natura stessa dell’uomo. Non succederà, nessuno l’ha mai fatto. Non funzionerà neanche adesso.
Nonostante tutto, nel dicembre 2021, abbiamo comunque tentato ancora una volta di concordare con gli Stati Uniti e i suoi alleati sui principi di garantire la sicurezza in Europa e sulla non espansione della NATO. Tutto è vano. La posizione degli Stati Uniti non cambia. Non ritengono necessario negoziare con la Russia su questa questione fondamentale per noi, perseguendo i propri obiettivi, trascurano i nostri interessi.
E ovviamente, in questa situazione, abbiamo una domanda: cosa fare dopo, cosa aspettarsi? Sappiamo bene dalla storia come negli anni Quaranta e all’inizio degli anni Quaranta l’Unione Sovietica abbia cercato in tutti i modi di prevenire o almeno ritardare lo scoppio della guerra. A tal fine, tra l’altro, ha cercato letteralmente fino all’ultimo di non provocare un potenziale aggressore, non ha compiuto o rimandato le azioni più necessarie e ovvie per prepararsi a respingere un inevitabile attacco. E quei passi che furono fatti alla fine furono catastroficamente tardi.
Di conseguenza, il paese non era pronto ad affrontare pienamente l’invasione della Germania nazista, che attaccò la nostra Patria il 22 giugno 1941 senza dichiarare guerra. Il nemico fu fermato e poi schiacciato, ma a un costo colossale. Un tentativo di placare l’aggressore alla vigilia della Grande Guerra Patriottica si è rivelato un errore che è costato caro al nostro popolo. Nei primissimi mesi di ostilità abbiamo perso territori enormi e strategicamente importanti e milioni di persone. La seconda volta che non permetteremo un errore del genere, non abbiamo alcun diritto.
Coloro che rivendicano il dominio del mondo, pubblicamente, impunemente e, sottolineo, senza alcun motivo, dichiarano noi, la Russia, il loro nemico. Infatti, oggi hanno grandi capacità finanziarie, scientifiche, tecnologiche e militari. Ne siamo consapevoli e valutiamo oggettivamente le minacce che ci vengono costantemente rivolte in ambito economico, nonché la nostra capacità di resistere a questo ricatto sfacciato e permanente. Ripeto, li valutiamo senza illusioni, in modo estremamente realistico.
Per quanto riguarda la sfera militare, la Russia moderna, anche dopo il crollo dell’URSS e la perdita di una parte significativa del suo potenziale, è oggi una delle più potenti potenze nucleari del mondo e, inoltre, presenta alcuni vantaggi in una serie di gli ultimi tipi di armi. A questo proposito, nessuno dovrebbe avere dubbi sul fatto che un attacco diretto al nostro Paese porterà alla sconfitta e alle terribili conseguenze per qualsiasi potenziale aggressore.
Allo stesso tempo, le tecnologie, comprese le tecnologie di difesa, stanno cambiando rapidamente. La leadership in quest’area sta passando e continuerà a passare di mano, ma lo sviluppo militare dei territori adiacenti ai nostri confini, se lo consentiamo, durerà per decenni a venire, e forse per sempre, e creerà un quadro sempre crescente, assolutamente minaccia inaccettabile per la Russia.
Anche ora, mentre la NATO si espande ad est, la situazione per il nostro Paese sta peggiorando e diventando ogni anno più pericolosa. Inoltre, in questi giorni, la leadership della NATO ha parlato apertamente della necessità di accelerare, accelerare l’avanzamento delle infrastrutture dell’Alleanza fino ai confini della Russia. In altre parole, stanno rafforzando la loro posizione. Non possiamo più semplicemente continuare a osservare ciò che sta accadendo. Sarebbe assolutamente irresponsabile da parte nostra.
L’ulteriore espansione delle infrastrutture dell’Alleanza del Nord Atlantico, lo sviluppo militare dei territori dell’Ucraina che è iniziato è per noi inaccettabile. Il punto, ovviamente, non è l’organizzazione NATO in sé, è solo uno strumento della politica estera statunitense. Il problema è che nei territori a noi adiacenti, noterò, nei nostri stessi territori storici, si sta creando un sistema “anti-Russia” a noi ostile, che è stato posto sotto il completo controllo esterno, è intensamente colonizzato dalle forze armate dei paesi della NATO ed è dotato delle armi più moderne.
Per gli Stati Uniti e i suoi alleati, questa è la cosiddetta politica di contenimento della Russia, evidenti dividendi geopolitici. E per il nostro paese, questa è in definitiva una questione di vita o di morte, una questione del nostro futuro storico come popolo. E questa non è un’esagerazione, è vero. Questa è una vera minaccia non solo per i nostri interessi, ma anche per l’esistenza stessa del nostro Stato, la sua sovranità. Questa è la linea molto rossa di cui si è parlato molte volte. L’hanno superata.
A questo proposito, e sulla situazione nel Donbass. Vediamo che le forze che hanno compiuto un colpo di stato in Ucraina nel 2014, hanno preso il potere e lo stanno detenendo con l’aiuto, di fatto, di procedure elettorali decorative, hanno finalmente abbandonato la soluzione pacifica del conflitto. Per otto anni, otto anni infiniti, abbiamo fatto tutto il possibile per risolvere la situazione con mezzi pacifici e politici. Tutto invano.
Come ho detto nel mio discorso precedente, non si può guardare ciò che sta accadendo lì senza compassione. Era semplicemente impossibile sopportare tutto questo. Era necessario fermare immediatamente questo incubo: il genocidio contro i milioni di persone che vivono lì, che fanno affidamento solo sulla Russia, sperano solo in noi. Sono state queste aspirazioni, sentimenti, dolore delle persone che sono state per noi il motivo principale per prendere la decisione di riconoscere le repubbliche popolari del Donbass.
Quello che penso sia importante sottolineare ulteriormente. I principali paesi della NATO, al fine di raggiungere i propri obiettivi, sostengono in tutto i nazionalisti estremisti e neonazisti in Ucraina, che, a loro volta, non perdoneranno mai i residenti di Crimea e Sebastopoli per la loro libera scelta: la riunificazione con la Russia.
Ovviamente saliranno in Crimea, e proprio come nel Donbass, con una guerra, per uccidere, come punitori delle bande dei nazionalisti ucraini, i complici di Hitler, uccisero persone indifese durante la Grande Guerra Patriottica. Dichiarano apertamente di rivendicare un certo numero di altri territori russi.
L’intero corso degli eventi e l’analisi delle informazioni in arrivo mostra che lo scontro della Russia con queste forze è inevitabile. È solo questione di tempo: si stanno preparando, aspettano il momento giusto. Ora affermano anche di possedere armi nucleari. Non permetteremo che ciò avvenga.
Come ho detto prima, dopo il crollo dell’URSS, la Russia ha accettato nuove realtà geopolitiche. Rispettiamo e continueremo a trattare con rispetto tutti i paesi di nuova formazione nello spazio post-sovietico. Rispettiamo e continueremo a rispettare la loro sovranità, e un esempio di ciò è l’assistenza che abbiamo fornito al Kazakistan, che ha dovuto affrontare eventi tragici, con una sfida alla sua statualità e integrità. Ma la Russia non può sentirsi al sicuro, svilupparsi, esistere con una minaccia costante proveniente dal territorio dell’Ucraina moderna.
Permettetemi di ricordarvi che nel 2000-2005 abbiamo respinto i terroristi nel Caucaso, abbiamo difeso l’integrità del nostro Stato, salvato la Russia. Nel 2014 abbiamo sostenuto i residenti della Crimea e di Sebastopoli. Nel 2015, le forze armate erano solite porre una barriera affidabile alla penetrazione dei terroristi dalla Siria in Russia. Non avevamo altro modo per proteggerci.
La stessa cosa sta accadendo ora. Semplicemente a te e a me non è stata lasciata alcuna altra opportunità per proteggere la Russia, il nostro popolo, ad eccezione di quella che saremo costretti a sfruttare oggi. Le circostanze richiedono un’azione decisa e immediata. Le repubbliche popolari del Donbass si sono rivolte alla Russia con una richiesta di aiuto.
A questo proposito, ai sensi dell’articolo 51 della parte 7 della Carta delle Nazioni Unite, con l’approvazione del Consiglio della Federazione russa e in applicazione dei trattati di amicizia e assistenza reciproca ratificati dall’Assemblea federale il 22 febbraio di quest’anno con il Donetsk Repubblica popolare e Repubblica popolare di Luhansk, ho deciso di condurre un’operazione militare speciale.
Il suo obiettivo è proteggere le persone che sono state oggetto di bullismo e genocidio da parte del regime di Kiev per otto anni. E per questo ci adopereremo per la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina, nonché per assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso numerosi crimini sanguinosi contro i civili, compresi i cittadini della Federazione Russa.
Allo stesso tempo, i nostri piani non includono l’occupazione dei territori ucraini. Non imporremo nulla a nessuno con la forza. Allo stesso tempo, sentiamo che negli ultimi tempi in Occidente ci sono sempre più parole che i documenti firmati dal regime totalitario sovietico, che consolidano i risultati della seconda guerra mondiale, non dovrebbero più essere eseguiti. Ebbene, qual è la risposta a questo?
I risultati della seconda guerra mondiale, così come i sacrifici fatti dal nostro popolo sull’altare della vittoria sul nazismo, sono sacri. Ma questo non contraddice gli alti valori dei diritti umani e delle libertà, basati sulle realtà che si sono sviluppate oggi in tutti i decenni del dopoguerra. Inoltre, non annulla il diritto delle nazioni all’autodeterminazione, sancito dall’articolo 1 della Carta delle Nazioni Unite.
Lascia che ti ricordi che né durante la creazione dell’URSS, né dopo la seconda guerra mondiale, le persone che vivono in determinati territori che fanno parte dell’Ucraina moderna, nessuno si è mai chiesto come vogliono organizzare la propria vita. La nostra politica si basa sulla libertà, la libertà di scelta per ciascuno di determinare autonomamente il proprio futuro e il futuro dei propri figli. E riteniamo importante che questo diritto – il diritto di scelta – possa essere utilizzato da tutti i popoli che vivono sul territorio dell’odierna Ucraina, da chiunque lo desideri.
A questo proposito, mi rivolgo ai cittadini ucraini. Nel 2014, la Russia è stata obbligata a proteggere gli abitanti della Crimea e di Sebastopoli da coloro che tu stesso chiami “nazisti”. I residenti della Crimea e di Sebastopoli hanno scelto di stare con la loro patria storica, con la Russia, e noi lo abbiamo sostenuto. Ripeto, semplicemente non potremmo fare altrimenti.
Gli eventi di oggi non sono collegati al desiderio di violare gli interessi dell’Ucraina e del popolo ucraino. Sono legati alla protezione della stessa Russia da coloro che hanno preso in ostaggio l’Ucraina e stanno cercando di usarla contro il nostro paese e il suo popolo.
Ripeto, le nostre azioni sono autodifesa contro le minacce che si stanno creando per noi e da un disastro ancora più grande di quello che sta accadendo oggi. Per quanto difficile possa essere, vi chiedo di capirlo e di chiedere collaborazione per voltare al più presto questa tragica pagina e andare avanti insieme, per non permettere a nessuno di interferire nei nostri affari, nelle nostre relazioni, ma per costruirli da soli, in modo che crei le condizioni necessarie per superare tutti i problemi e, nonostante la presenza di confini statali, ci rafforzi dall’interno nel suo insieme. Io credo in questo – in questo è il nostro futuro.
Vorrei anche rivolgermi al personale militare delle forze armate ucraine.
Cari compagni! I vostri padri, nonni, bisnonni non hanno combattuto i nazisti, difendendo la nostra Patria comune, così che i neonazisti di oggi hanno preso il potere in Ucraina. Hai giurato fedeltà al popolo ucraino e non alla giunta antipopolare che saccheggia l’Ucraina e deride queste stesse persone.
Non seguire i suoi ordini criminali. Vi esorto a deporre immediatamente le armi e ad andare a casa. Mi spiego meglio: tutti i militari dell’esercito ucraino che soddisfano questo requisito potranno lasciare liberamente la zona di combattimento e tornare dalle loro famiglie.
Ancora una volta, sottolineo con forza: ogni responsabilità per un possibile spargimento di sangue sarà interamente sulla coscienza del regime che regna sul territorio dell’Ucraina.
Ora alcune parole importanti, molto importanti per coloro che potrebbero essere tentati di intervenire negli eventi in corso. Chiunque tenti di ostacolarci, e ancor di più di creare minacce per il nostro Paese, per il nostro popolo, dovrebbe sapere che la risposta della Russia sarà immediata e ti porterà a conseguenze che non hai mai sperimentato nella tua storia. Siamo pronti per qualsiasi sviluppo di eventi. Tutte le decisioni necessarie al riguardo sono state prese. Spero di essere ascoltato.
Cari cittadini russi!
Il benessere, l’esistenza stessa di interi stati e popoli, il loro successo e la loro vitalità hanno sempre origine nel potente apparato radicale della loro cultura e valori, esperienze e tradizioni dei loro antenati e, ovviamente, dipendono direttamente dalla capacità di adattarsi rapidamente a una vita in continuo cambiamento, sulla coesione della società, sulla sua disponibilità a consolidarsi, a raccogliere tutte le forze per andare avanti.
Le forze sono necessarie sempre – sempre, ma la forza può essere di qualità diversa. Al centro della politica dell ‘”impero della menzogna“, di cui ha parlato all’inizio del suo discorso, c’è principalmente la forza bruta e schietta. In questi casi, diciamo: “C’è potere, la mente non è necessaria”.
E tu ed io sappiamo che la vera forza è nella giustizia e nella verità, che è dalla nostra parte. E se è così, allora è difficile non essere d’accordo con il fatto che sono la forza e la prontezza a combattere che stanno alla base dell’indipendenza e della sovranità, sono le basi necessarie su cui puoi solo costruire in modo affidabile il tuo futuro, costruire la tua casa, la tua famiglia , la tua patria. .
Cari connazionali!
Sono fiducioso che i soldati e gli ufficiali delle forze armate russe devoti al loro paese adempiranno al loro dovere con professionalità e coraggio. Non ho dubbi che tutti i livelli di governo, gli specialisti responsabili della stabilità della nostra economia, del sistema finanziario, della sfera sociale, i capi delle nostre aziende e tutte le imprese russe agiranno in modo coordinato ed efficiente. Conto su una posizione consolidata e patriottica di tutti i partiti parlamentari e delle forze pubbliche.
In definitiva, come è sempre stato nella storia, il destino della Russia è nelle mani affidabili del nostro popolo multinazionale. E questo significa che le decisioni prese saranno attuate, gli obiettivi fissati saranno raggiunti, la sicurezza della nostra Patria sarà garantita in modo affidabile.
Credo nel vostro sostegno, in quella forza invincibile che ci dà il nostro amore per la Patria.
Vladimir Putin, 24 febbraio 2022


Crisi Ucraina: Toni Capuozzo "Poco saggio aprire 'filiali' NATO come caffetterie"

Il profilo Facebook di Toni Capuozzo
La crisi in Ucraina, sfociata questa notte con il passaggio dei confini da parte di militari russi nel territorio del Donbass, è stata raccontata unilateralmente e in maniera demagogica come quella di un attacco 'folle' da parte di un 'dittatore' (Vladimir Putin).
A rimettere le cose a posto ci pensa, al solito, la saggezza e la competenza di un giornalista che ha sempre vissuto 'sul campo' come Toni Capuozzo.
Riporto dal suo profilo Facebook il commento scritto stamane, a poche ore dallo scoppio del conflitto 'caldo' per quanto ancora circoscritto.
"E' difficile provare a essere razionali quando sai che c'è chi muore, adesso, e quando tutto sembra una follia. L'invasione di Putin è basata su due convinzioni: 1) Gli Stati Uniti non interverranno se non a parole, e la Nato idem 2) Le sanzioni faranno male alla Russia ma non sono fatali . L'invasione ha due obbiettivi, annunciati nelle parole di Putin 1) demilitarizzare 2) denazificare il paese. Cosa vuol dire ? Distruggere l'apparato militare e destituire la dirigenza politica ucraina, magari sostituendola con uomini ucraini di fiducia. Quanto ci vorrà per raggiungere questi obbiettivi ? E' questa la domanda che decide l'agenda dei prossimi giorni, e la natura del conflitto. La terza guerra mondiale ? Se qualcuno si azzardasse a intromettersi, Putin promette conseguenze mai viste, ma nessuno lo farà. Resterà un conflitto locale, che cambia il mondo, e spoglia i sogni di quieta globalizzazione, di allegro e indolore contagio della democrazia. Allora tutta causa di Putin ? Chiediamoci se è stato saggio aprire filiali Nato come caffetterie, e se l'Ucraina ha giocato la carta giusta, scegliendo di non essere neutra e rassicurante parte terza. Un giorno nero per l' Europa, umiliante per gli Stati Uniti. E per Putin ? Come per ogni giocatore, dipende da come finisce l'azzardo. Noi ? Il barile di petrolio ha superato i 100 dollari, oggi. Fa male al cuore vedere quel che succede, ma anche il portafoglio duole un po'".

Crisi Ucraina: Putin annuncia operazioni militari per difendere il Donbass

L'apertura di FoxNews con il discorso di Putin
Le truppe militari russe entreranno in quello che viene considerato 'territorio ucraino' per rispondere alla richiesta d'aiuto delle neonate repubbliche di Lugansk e Donetsk, e per aiutare le decine di migliaia di profughi di etnia russa costretti alla fuga dai recenti attacchi delle milizie ucraine.
E' questo il senso delle parole del presidente russo, Vladimir Putin che, in un discorso alla nazione, ha annunciato quella che ha definito "operazione militare in Ucraina", aggiungendo che ci sarà 'reazione' nei confronti di chi "interferirà con l'attacco".
L'ingresso oltre confine, ha poi detto Putin, non include l'occupazione del territorio.
E ancora Putin ha chiesto ai soldati ucraini di consegnare le armi e "andare a casa", spiegando come l'operazione militare sia per proteggere i territori del Donbass, etnicamente e storicamente russi.
Putin ha poi parlato di una evoluzione "irresponsabile" degli eventi, colpa di "policy makers occidentali. Mi riferisco all'allargamento della NATO verso est, nei pressi dei confini russi".

Nancy Pelosi confonde l'Ucraina con l'Ungheria, ma va bene lo stesso

Nancy Pelosi durante la 'gaffe' pubblica
Clamorosa 'gaffe' per Nancy Pelosi, speaker della Camera dei rappresentanti americana, storica esponente del Partito Democratico. Durante la sua ultima apparizione televisiva per commentare gli eventi collegati alla crisi ucrina, confondendo l'Ungheria con l'Ucraina.
La Pelosi, che recentemente ha anche paragonato Putin ad Adolf Hitler, già alle prese con diversi guai personali, legati alle vicende finanziarie del marito e definita dall'ex presidente americano, Donald Trump, una "persona orribile", ha detto, in conferenza stampa: "Se si guarda alla cartina geografica, e si vede come l'Ungheria sia circondata da Russia, Bielorussia e Crimea...".
Il video riprodotto qui sotto riprende tutta la scenetta.

Crisi Ucraina: siti del governo di Kiev giù, cyberattacchi in atto

Il sito del Consiglio dei ministri ucraino alle ore 3 italiane
Per ora, malgrado le continue vaticinazioni del presidente americano Joe Biden, la presunta invasione della Russia in Ucraina non si è ancora verificata.
Certamente, e ormai è inevitabile, la tensione fra i due Paesi dell'ex Unione Sovietica è altissima e, prima che la parola venga data alle armi (evento ancora assai incerto)(, si sono messi in moto gli 'hacker': i principali siti governativi del governo ucraino sono stati colpiti da cyberattacchi e sono così irraggiungibili.
Secondo alcuni media i siti del Consiglio dei ministri ucraino e quelli dei ministeri degli affari esteri, delle infrastrutture, dell'istruzione e altri hanno subito interruzioni.

mercoledì 23 febbraio 2022

Le notizie del 22 febbraio: l'Europa minaccia la Russia di sanzioni, l'inflazione corre

L'inflazione corre mai come in questo periodo
Di seguito, le principali notizie di martedì 22 febbraio:
- VICENDA UCRAINA. PRONTE LE SANZIONI EUROPEE CONTRO LA RUSSIA, COLPIRANNO PERSONALITÀ POLITICHE E MILITARI. DRAGHI E DI MAIO IN CORO: AGIREMO COMPATTI.

- IL PRESIDENTE RUSSO PUTIN DEFINISCE SPECULAZIONI OCCIDENTALI L'IDEA CHE VOGLIA RESTAURARE L'IMPERO RUSSO. MOSCA RICONOSCE IL DONBASS NEI SUOI CONFINI ATTUALI, DICE.

- INTANTO L'INFLAZIONE È AL TOP DAL 1996. CORRE IL CARRELLO DELLA SPESA, IL PANIERE DEI BENI ALIMENTARI A GENNAIO CRESCE DEL 3,2%.

- LA CRISI SPINGE LA GERMANIA A SOSPENDERE IL GASDOTTO NORD STREAM 2. REPLICA IRONICO L'EX PRESIDENTE RUSSO MEDVEDEV: BENVENUTA EUROPA NEL MONDO IN CUI PAGHERAI CARO IL GAS.

- ALLEVATORI E AGRICOLTORI IN ALLARME: ALLE STELLE IL PREZZO DEL MAIS, DI CUI LE AZIENDE ITALIANE SONO FORTEMENTE DIPENDENTI. L'UCRAINA È IL SECONDO PAESE FORNITORE CON 700 MILA TONNELLATE.

- MENTRE I NUMERI DEL VIRUS SCENDONO OVUNQUE, IL GOVERNO HA PREANNUNCIATO ALLA CAMERA CHE PORRÀ LA QUESTIONE DI FIDUCIA SUL DECRETO RELATIVO ALL'OBBLIGO VACCINALE.

- INTANTO L'UNIONE EUROPEA SAREBBE PRONTA A REVOCARE TUTTE LE RESTRIZIONI AI VIAGGI PER TUTTI I VACCINATI E PER TUTTI COLORO CHE ABBIANO INTENZIONE DI RECARSI IN EUROPA.

- TORNA L'INVERNO AL SUD. RISVEGLIO BIANCO IN NUMEROSI COMUNI DELLA BASILICATA. VENTI DI BURRASCA SULLA PUGLIA. SCUOLE CHIUSE A MONTE SANT'ANGELO.

- LAVARE I PIATTI E FARE GIARDINAGGIO FA BENE AL CUORE. SECONDO UNO STUDIO DELL'UNIVERSITÀ DI SAN DIEGO LE ATTIVITÀ DI ROUTINE SVOLTE IN PIEDI AGEVOLANO LA CIRCOLAZIONE.

- CALCIO. CHAMPIONS LEAGUE: LA JUVENTUS NON VA OLTRE L'1-1 NELL'ANDATA DEGLI OTTAVI SUL CAMPO DEL VILLARREAL. VANTAGGIO LAMPO DI VLAHOVIC, PARI NELLA RIPRESA DI PAREJO.

sabato 19 febbraio 2022

Canada, Trudeau scatena la polizia contro la protesta dei camionisti

L'apertura del sito di Fox News
Sfocia nella repressione della polizia contro i dimostranti la protesta dei camionisti canadesi
che, ormai da giorni, hanno invaso, nella stragrande maggioranza in maniera pacifica, le strade di Ottawa per protestare contro l'obbligo assurdo di indossare le mascherine all'interno dei propri 'truckers'.
Il premier canadese, Justin Trudeau, è da tempo nell'occhio del ciclone per una lunga serie di prese di posizione illiberali nei confronti dei camionisti, come il blocco dei conti correnti dei contestatori (decisioni peraltro molto simili a quelle prese in Italia, come nel caso del blocco degli stipendi per i cosiddetti 'no vax'). Attacchi che colpiscono anche i tanti che hanno scelto di sostenere e aiutare le migliaia di manifestanti accorse da tutto il Canada nella Capitale a bordo dei propri 'convogli'. Come nel caso del rendere illegale la donazione della benzina ai camionisti o, addirittura, impedire il libero versamento di denaro alla piattaforma di 'crowdfunding' Gofundme, che aveva raccolto 10 milioni di dollari per la causa.
Trudeau ha invocato i poteri speciali, una scelta 'di guerra'. Un'idea parecchio balzana per chi si è permesso di criticare duramente altri leader politici come Vladimir Putin ("Un uomoche fa cose orribili").
Così, l'idolo della Sinistra 'rosè' ha deciso, con un colpo di spugna, di cancellare secoli di democrazia anglosassone avocando l'Emergencies Act, richiesta che mancava dal 1970, quando il padre di Justin, Pierre Trudeau,aveva a che fare con l'emergenza terrorismo.
I media 'servi',che sono la maggiioranza, hanno ovviamente relegato inun angolo la notizia, dando risalto alla presunta 'violenza' dei camionisti: "Demonstrations in Ottawa turned violent Friday evening as protesters, according to authorities, assaulted officers and tried to remove their weapons", parola di CNN. Insomma, possiamo stare tutti tranquilli. E' invece "Tyrannical Treatment" il titolo di apertura di Fox News, che rimanda anche al monito della Chiesa canadese, che ha chiesto al Primo Ministro di recedere dalle proprie azioni, considerate 'divisive' del popolo canadese.
La polizia canadese è arrivata al punto di minacciare di rapire i cani (ma anche gli altri animali di compagnia) che, in gran numero, seguono i camionisti durante i loro lunghi viaggi lungo le autostrade.
"A fascist state" e "Justin Trudeau is an embarassment to the northern emisphere" sono invece alcuni dei commenti andati in onda sui 'talk' dell'emittente Fox. Durante la trasmissione "Hannity", Mehmet Öz, noto anche con lo pseudonimo di Dr. Oz (chirurgo, conduttore e autore televisivo di origine turca) ha affermato di sentire una "tremendous empathy with the truckers in Ottawa".
La repressione contro la protesta è cominciata nella giornata di venerdì, ed è durata oltre dieci ore per sgomberare i manifestanti. Centinaia i poliziotti schierati in assetto da combattimento, oltre cento le persone arrestate.
Significativo il titolo d'apertura di Rebel News, una delle poche voci dissonanti, diretta dal giornalista Ezra Levant, che in Canada cercando di portare avanti un'informazione alternativa su quella che sia la vera condizione della democrazia 'a nord del confine': "The police cancel Parliament, and enforce Trudeau’s violent end to a peaceful protest". (fonte: ANSA-AFP / Fox News).

L'apertura del sito "Rebel News" di Ezra Levant

Le notizie del 18 febbraio: traghetto in fiamme a Corfù, venti di guerra sui mercati

Il traghetto in fiamme (immagine Rai News)
Di seguito, le principali notizie di venerdì 18 febbraio:
- CRISI UCRAINA: IL PRESIDENTE RUSSO PUTIN HA DENUNCIATO UN DETERIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEL DONBASS, LA REGIONE FILORUSSA NELL'EST DELL'UCRAINA.

- E PROPRIO I LEADER DEI SEPARATISTI FILORUSSI HANNO CONSIGLIATO L'EVACUAZIONE DEI CIVILI VERSO LA RUSSIA, PARLANDO DI MOLTI BOMBARDAMENTI DA PARTE DELL'ESERCITO DI KIEV.

- VENTI DI GUERRA SUI MERCATI: LE BORSE EUROPEE CHIUDONO IN NEGATIVO. ANCHE WALL STREET VA IN ROSSO. L'INDICE FTSE MIB CHIUDE A -0,61%.

- TRAGHETTO IN FIAMME DAVANTI A CORFÙ, MANCANO ALL'APPELLO 14 PERSONE, MA NESSUN ITALIANO. LA TESTIMONIANZA DEI PASSEGGERI: FUOCO E FUMO OVUNQUE.

- A BORDO 127 CITTADINI BULGARI, 24 TURCHI E 21 GRECI, MA POSSIBILE ANCHE LA PRESENZA DI ALCUNI CLANDESTINI.

- IL PREMIER DRAGHI DOPO IL CONSIGLIO DEI MINISTRI SI MOSTRA FIDUCIOSO, HA ILLUSTRATO LE MISURE ANTI-CRISI: METTEREMO IN CAMPO QUASI 8 MILIARDI, AIUTI A FAMIGLIE E IMPRESE.

- E IL MINISTRO CINGOLANI ANNUNCIA: IL GOVERNO INTERVERRÀ SULLA PRODUZIONE NAZIONALE DI GAS, SI PASSERÀ DA 3,2 A 5 MILIARDI DI METRI CUBI.

- COVID: IN ITALIA LE TERAPIE INTENSIVE SCENDONO SOTTO QUOTA MILLE DOPO DUE MESI. NELL'ULTIMA GIORNATA 53000 NUOVI CASI E 314 VITTIME, TASSO DI POSITIVITÀ AL 10,5%.

- UN FERMO NO AL SUICIDIO ASSISTITO ARRIVA DAL PAPA E DAL VATICANO: È NECESSARIO DARE PIÙ IMPORTANZA ALLE CURE PALLIATIVE.

- È ALLARME PER LA SOPRAVVIVENZA DEI CINEMA ITALIANI. SEGNALATA LA CHIUSURA DI 500 SALE SU 3600, SI RICHIEDE L'INTERVENTO DEL GOVERNO.

- NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2021 SONO STATI OLTRE UN MILIONE E IN AUMENTO I LAVORATORI INTERESSATI DA ALMENO UNA CESSAZIONE VOLONTARIA DEL RAPPORTO DI LAVORO, PER CAUSE DIVERSE DAL PENSIONAMENTO.

- ARRIVA IL CREDITO D'IMPOSTA PER LE IMPRESE CHE EFFETTUANO INVESTIMENTI PER L'EFFICIENZA ENERGETICA DA FONTI RINNOVABILI NELLE REGIONI DEL SUD.

- TORNA OGGI IN EDICOLA LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, CHE AVEVA INTERROTTO LE PUBBLICAZIONI LA SCORSA ESTATE. UNA NUOVA TESTATA CON UNA NUOVA PROPRIETÀ.

- VENTI INCREDIBILI QUELLI FATTI REGISTRARE DALLA TEMPESTA EUNICE IN GRAN BRETAGNA. IN SCOZIA SI SONO SUPERATI I 200 CHILOMETRI ALL'ORA, UN MORTO IN IRLANDA.

- INCHIESTA DELLA PROCURA DI BARI SULLA MORTE DI UN 55ENNE AL POLICLINICO. LA MOGLIE DENUNCIA: LO HANNO LASCIATO SOLO, AL PRONTO SOCCORSO, PER SEI ORE.

- CALCIO. SERIE A: NELL'ANTICIPO DELLA 26.A GIORNATA FINISCE 1-1 IL DERBY JUVENTUS-TORINO. VANTAGGIO BIANCONERO DI DE LIGT AL 13', PARI GRANATA CON BELOTTI AL 62'.

Bolivia, i manifestanti di Sinistra impediscono il ricovero dell'ex presidente Áñez

Jeanine Áñez, ex presidente boliviana
Incidenti in Bolivia, a La Paz, dove manifestanti filo-governativi hanno impedito il ricovero in ospedale, ordinato da un giudice, dell'ex presidente Jeanine Áñez, 54 anni, incarcerata nel marzo 2021 e in sciopero della fame dal 9 febbraio.
Centinaia di sostenitori del partito presidenziale Movimento per il Socialismo (MAS, di Sinistra) hanno circondato la prigione dove si trova l'ex capo di Stato, gridando "non uscirà", "assassina" e "30 anni di prigione".
L'ex presidente, già avvocata e conduttrice televisiva, autoproclamatisi "prigioniera politica", doveva essere "assistita urgentemente" in un ospedale della capitale a causa del "peggioramento del suo stato di salute", secondo un'ordinanza del tribunale ma, di fronte alle proteste, il direttore del carcere ha informato il tribunale dell'"impossibilità materiale" di trasferire la Áñez, e il giudice ha ordinato ai medici di entrare in carcere per curarla "anche contro la sua volontà".
Gli oppositori della Áñez si sono scontrati con la polizia quando hanno cercato di smantellare una tenda eretta dai sostenitori che ne sollecitavano il rilascio. Alla fine sono riusciti a dare fuoco al gazebo e i sostenitori dell'ex leader, compreso il suo legale, sono stati costretti a ritirarsi sotto il lancio di uova degli altri manifestanti.
L'ex presidente boliviana accusata di aver guidato un "colpo di Stato" nel novembre 2019 contro l'ex presidente di Sinistra, Evo Morales. Durante il suo mandato 'ad interim', durato fino al novembre 2020, quando è salito allo scranno presidenziale Luis Arce, è stata anche accusata della violenta repressione dei manifestanti anti-governativi in cui persero la vita complessivamente almeno 36 persone e di essere fra i responsabili dei massacri di Senkata e Sacaba. (fonte della notizia: ANSA-AFP; fonte delle accuse: Wikipedia)


venerdì 18 febbraio 2022

Juventus-Torino: Diletta Leotta in cappotto lilla, ma che brutti pantaloni!

Diletta Leotta all'inizio del collegamento pre-derby
Diletta Leotta donna del derby per DAZN. La showgirl catanese, protagonista del calcio per l'emittente online, dopo i due derby di Milano, è stata la protagonista anche del prepartita del Derby della Mole fra Juventus e Torino, andato in scena questo venerdì, anticipo della 26.a giornata di Serie A.
La Leotta ha vestito per l'occasione un cappotto lilla con pantaloni larghi (a dire la verità piuttosto goffi), giacca e maglione a collo alto bianchi.
Ospiti, assieme alla Leotta, in apertura della stracittadina, sono stati Ciro Ferrara e Simone Tiribocchi.
A realizzare la telecronaca della partita è invece stato Pierluigi Pardo, coadiuvato dal commento tecnico di Massimo Ambrosini.
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