giovedì 14 luglio 2022

Soldati inglesi come killer, massacrarono civili afghani

La 'copertina' del programma sul sito della BBC
Unità delle forze speciali britanniche (SAS) attive in Afghanistan avrebbero ripetutamente ucciso detenuti e uomini disarmati in circostanze sospette: è quanto emerge da un'inchiesta della BBC.
Il tutto, trasmesso dal programma della televisione britannica "Panorama", in cui verrà dato spazio a testimonianze oculari di persone che sostengono di aver visto afghani disarmati uccisi a sangue freddo durante la guerra dai soldati britannici. Le Forze speciali, avrebbero già spiegato che si sarebbe trattato di pericolosi guerriglieri, comunque una minaccia; ma la BBC si chiede se in alcuni casi non ci si trovi di fronte a omicidi sommari. In particolare vengono esaminati episodi in cui le persone sarebbe state uccise dopo la resa.
In particolare, rapporti militari ottenuti di recente indicherebbero che una unità militare potrebbe aver ucciso illegalmente 54 persone nel corso di una spedizione di sei mesi fra il 2010 e il 2011.
Secondo la BBC, l'ex capo delle forze speciali, il generale Mark Carleton-Smith, sarebbe stato informato degli omicidi, ma non ha avrebbe trasmesso le prove alla Royal Military Police (RMP), anche dopo che la stessa aveva avviato un'indagine per omicidio.
La BBC ha analizzato una serie di resoconti operativi sull'attività delle SAS, fra cui i rapporti relativi a più di una decina di operazioni cosiddette 'uccidi o cattura' condotte da una unità nella provincia di Helmand.
In risposta, il ministero della Difesa ha dichiarato che le truppe britanniche "hanno servito con coraggio e professionalità in Afghanistan".
Il governo parla di atteggiamento "irresponsabile" e "scorretto" da parte della televisione, che sarebbe giunta a "conclusioni ingiustificate".

L'ucraina Mahuchikh sugli atleti russi: "Assassini"

L'ucraina Yaroslava Mahuchick
Ennesimo attacco nei confronti degli sportivi e atleti russi. Sebbene la giustificazione, in questo caso, derivi dall'origine dell'accusa, che arriva dall'atleta ucraina Yaroslava Mahuchikh, autrice della migliore prestazione mondiale dell'anno nel salto in alto che, a Eugene (Stati Uniti) ha apostrofato gli atleti russi con il termine "assassini", aggiungendo come non possano avere alcuno spazio in alcuna competizione internazionale (da venerdì prenderanno il via i Mondiali di atletica leggera nella città dell'Oregon).
La 20enne medaglia d'oro ai Mondiali Indoor di Belgrado, a marzo, ha ricordato in particolare il caso della rivale ed ex amica russa, la campionessa del mondo in carica e olimpionica Mariya Lasitskene, che non potrà gareggiare a Eugene: la Federazione internazionale di atletica leggera ha infatti seguito la raccomandazione del Cio di bandire gli atleti russi e bielorussi dalle proprie gare dopo l'invasione dell'Ucraina.
"Prima del 24 febbraio (data dell'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, ndr), avevamo buoni rapporti, ci siamo parlate", ha detto la Mahuchikh ai giornalisti, parlando della Lasitskene. "Ma quel giorno è cambiato tutto, perché lei non ha mai scritto ai nostri atleti. E invece ha scritto a Thomas Bach (presidente del CIO) per poter gareggiare". "Non voglio vedere assassini sulla pista. Perché questa guerra ha ucciso molti dei nostri atleti", ha aggiunto la Mahuchikh, che si è recata ai Mondiali Indoor di Belgrado a marzo, fuggendo dalla città natale di Dnepr, nell'Ucraina orientale, con la propria auto. Un'esperienza di cui ha parlato definendola di "panico totale". "Tre giorni trascorsi in macchina, sono stati i tre giorni più lunghi della mia vita".
La Mahuchikh è stata medaglia di bronzo alle ultime Olimpiadi di Tokyo e argento ai Mondiali 2019 di Doha, nelle due competizioni vinte dalla russa Lasitskene. (fonte: ANSA-AFP)

Mariya Lastiskene, a destra, quando venne premiata come atleta europea del 2019

mercoledì 13 luglio 2022

Giornata Mondiale del Rock: ma quali Måneskin, meglio i Gang of Four!

I Gang of Four in una foto della metà degli anni '80
Il 13 luglio è stata definita Giornata Mondiale del Rock, davvero una 'festa' inutile visto che, proprio il rock dovrebbe rappresentare una condizione dello spirito e dell'anima sempiternamente in conflitto e in lotta costante, fra se stessi, il proprio essere e ciò che ci circonda (nel vero della parola).
Tant'è, visto che una giornata di gloria non la si nega a nessuno, ecco che anche il rock, magari affiancato a qualche potente azienda interplanetaria, vuole dire la sua. Proprio come alcuni gruppi di 'parvenu' musicali, a caccia di impossibile rispetto. Un nome su tutti, l'avrete già capito, quello dei Måneskin, 'pupazzi' costruiti a tavolino, che di eversivo non hanno assolutamente nulla se non le pretese di accollarsi il becerume dell'appiattimento musicale dominante, saltellando sul palco strillando la lezioncina imparata a memoria, quella che più faccia comodo al potente di turno (ultima in ordine di apparizione un bel "Fuck Putin" nell'attesa di incontrare il Papa).
Chi, al contrario, il rispetto non l'ha mai preteso ma ottenuto 'sul campo' sono i Gang of Four, sottovalutatissima band di Leeds che operò a cavallo fra gli anni '70 e '80. uno dei prodotti più tipici della 'new-wave', quel movimento che, in quel periodo, divenne un luminoso esempio di intellettualismo musicale e contenuti letterari, mischiando con sapienza influenze di vario genere musicale.
Nel caso di GoF, gruppo dotato anche di un forte impegno politico, una spiazzante vena funky-disco-pop, che li rese ancora più inattesi, accompagnandoli con video iconici di un movimento che non voleva apparire estetico ma che estetico era già nelle sue corde, nei suoi contenuti in cui il 'look' diventava spiegazione di un male necessario, un 'Mal du siècle', in cui si mischiano le epigrafi sonore dell'edonismo degli ABC e della musica graffiante di Martha & the Muffins. E allora sì, gridiamo insieme evviva il rock, evviva la Gang of Four!

martedì 12 luglio 2022

Detriti spaziali, la loro caduta ha il 10% di probabilità di fare vittime

E' del 10% la probabilità che, nei prossimi 10 anni, la caduta incontrollata di detriti spaziali sulla Terra possa fare una o più vittime.
Lo indica uno studio pubblicato sulla rivista Nature Astronomy e guidato dall'Università canadese della British Columbia di Vancouver, basato sui dati satellitari degli ultimi 30 anni.
Gli autori dello studio evidenziano quindi l'importanza di rendere obbligatori i rientri controllati dei veicoli spaziali, per evitare di far crescere ulteriormente il rischio.
I ricercatori guidati da Michael Byers, analizzando i dati dei satelliti degli ultimi 30 anni, hanno proiettato il rischio per gli esseri umani nel prossimo decennio, concentrandosi soprattutto su pezzi di veicoli che rimangono parzialmente intatti e che rappresentano quindi una minaccia se dovessero cadere sulle terre emerse, sul mare, ma anche sugli aeroplani.
I risultati mostrano che, se non cambieranno le pratiche attuali, c'è un 10% di probabilità di causare vittime se la caduta di ogni rottame diffonde detriti letali su un'area di 10 metri quadrati.
Inoltre, il rischio è concentrato nel Sud del mondo, con i resti dei veicoli che hanno una probabilità circa tre volte maggiore di atterrare alle latitudini di Giacarta (Indonesia), Dhaka (Bangladesh) e Lagos (Nigeria), rispetto a quelle di New York, Pechino o Mosca.
Gli autori dello studio sottolineano come manchi una volontà collettiva di utilizzare la tecnologia per i sistemi di rientro guidato, a causa dei costi associati, e che siano quindi necessari accordi multilaterali che ne rendano obbligatorio l'impiego. (fonte: ANSA)