sabato 14 dicembre 2019

Cartoline da Londra: saluti alla globalizzazione

Il trionfo di Johnson sulle pagine del Corriere della Sera
Boris Johnson ha vinto, e nettamente, ma guarda un po'. Da dove salta fuori questa Gran Bretagna improvvisamente retrograda e guascona, sprezzante dell'unità europea, unica salvifica medicina alla cattiveria dei popoli, sbandierata dalla Greta di turno, perché solo uniti si vince la cattiveria del 'capitale' cattivo e della mentalità razzista, fascista e antiecologica, perché chi odia gli ebrei di solito odia anche gli abeti e le rose.
I media del 'mainstream' ci avevano dipinto una Gran Bretagna in piazza a favore dell'Europa, da John O'Groats a Dover, unita sotto la bandiera europea, in centinaia di migliaia per le vie di Londra per dire di no alla Brexit, perché alla fine il 'sì' all'uscita dall'Europa era il frutto di un fraintendimento, di una colossale svista collettiva, del malessere di qualche 'redneck' di passaggio, di un pecoraio dell'interno abituato a mangiare zecche (che poi peraltro gli scozzesi delle Highlands sarebbero pure favorevoli a Bruxelles). Insomma, un po' come per Donald Trump negli Stati Uniti e in Italia per Matteo Salvini, a votare conservatore erano solo gli stupidi, gli ignoranti e gli inferiori, coloro che non prendono ossitocina al mattino per guardare con occhio più benevolo gli immigrati.
Insomma, a queste elezioni britanniche ci si sarebbe aspettato una valanga di voti contro Johnson e, di conseguenza contro la Brexit tanto cattiva. Proprio in dirittura d'arrivo però, le oceaniche manifestazioni e gli accondiscendenti servizi televisivi sono cominciati a venire un po' meno, aumentando la titubanza sul futuro della libertà in terra inglese. E, ciliegina sulla torta, i risultati, quelli veri, quelli espressi dal voto, quella cosa che nell'Italia democratica comincia un po' a latitare, visto che i bene informati ci insegnano che la nostra è una democrazia parlamentare e che quindi dobbiamo imparare a stare zitti. E allora il voto 'libero', senza stampa mainstream, senza casse di risonanza teleguidate dalla stampa schiava della globalizzazione, hanno stabilito che al Partito Conservatore è andato il 43,6% dei voti, contro il 32,2% del Partito Laburista, non proprio una vittoria sul filo di lana. Insomma, la folla oceanica ha cambiato idea, o forse la solita montatura del 'buonismo occidentale' si è rivelata l'ennesima farsa alla mercé dell'Europa di Bruxelles. Salutiamo quindi la Brexit di Boris Johnson, trionfo della volontà di un'Isola, di uno o più popoli, nell'attesa delle prossime, auspicate, indipendenze, nel segno della libertà.

martedì 5 novembre 2019

Mad Mood, quando la moda diventa fotografia

Una delle mie foto esposte a Lecce
Emozione, bellezza, estetica. Sensazioni, immagini, fotografie. Orgoglio. Mad Mood, la splendida 'creatura' inventata da Marianna Miceli, nome dantesco dai contorni rinascimentali. A Monteroni, provincia di Lecce, la moda sfilata sul carpet di Palazzo Giureconsulti a Milano si è evoluta nelle fotografie degli artisti presenti durante la due giorni andata in scena durante la Fashion Week.
L'Istituto Cordella, un pizzico di follia e profonda conoscenza della materia, si è messo in mostra ispirandosi niente meno che a Salvador Dalì e a Leonardo Da Vinci, ovvero quando il confronto con il genio non mette paura o soggezione.
E, fra gli 11 'artisti' presenti, figura anche il nome del sottoscritto. Per la prima volta sono stato onorato di questa definizione, sebbene chiaramente non la meriti. Ma le foto che sono state esposte a Palazzo Pino piacciono anche a me, che le ho scattate. In particolare quella alla dolcissima Martina Biondino, indossatrice e modella schiva ma dotata di quello charme che ha costretto il mio dito a ripetuti sforzi nello schiacciare la mia basica Nikon. Direttamente dal comunicato, ecco che la giornata del 3 novembre è stata definita "un evento davvero unico: “Collettiva Fotografica”, esposizione delle opere di 11 artisti della fotografia professionale, che si abbina ai giovani talenti dell'Istituto Cordella di Lecce... gli spazi espositivi di Palazzo Pino si riempiranno di opere d'arte da conoscere e ammirare. Undici artisti della fotografia metteranno in evidenza i loro scatti migliori, realizzati nel corso delle sfilate milanesi organizzate dal format Mad Mood per la Milano Fashion Week: Luciano De Marianis, Biagio Duca, Frida Rajabova, Beatris Brasoveanu, Massimiliano Bordignon, Leonardo Losito, Mattia Costantini, Maira Dragone, Piergiorgio Conte, Giovanni Perfetti, Emiliano Peluso".
Proseguendo lungo il comunicato è giusto tributare il doveroso omaggio a Mad Mood: " Giunte ormai alla sesta edizione, le sfilate Mad Mood sono ormai un appuntamento fisso all'interno della kermesse della moda meneghina, un punto di riferimento per stilisti emergenti e affermati provenienti da tutto il mondo: internazionalizzazione, lancio di giovani designer e innovazione sono le parole d'ordine di questo evento di successo. A questo proposito, proprio i giovani designer dell'Istituto Cordella, uno dei main partner di Mad Mood, saranno protagonisti con i loro abiti anche a Palazzo Pino, permettendo al pubblico di toccare con mano la loro abilità. La Scuola di Moda Istituto Cordella nasce da una lunga esperienza familiare, di oltre 350 anni, nel campo della sartoria e della confezione. Dal 1783, anno in cui è nata la sartoria Cordella, l’obiettivo primario è stato di tramandare i propri metodi di taglio e confezione a chiunque volesse intraprendere la professione di sarto e stilista".

Il cartellone dell'evento di Lecce: ci sono anch'io!

sabato 2 novembre 2019

Chiara Galiazzo sostiene la campagna "Magnifico Donare"

Chiara Galiazzo nel video "Magnifico Donare"
E' stata presentata a Milano, presso il Museo Bagatti Valsecchi, la campagna "Magnifico Donare", tema la sensibilizzazione sul valore della donazione di sangue. In Italia attualmente i donatori di sangue sono un milione e 750mila e l’autosufficienza nazionale è in bilico in quanto, anche a causa del calo demografico, si delinea una diminuzione dei donatori 'stabili' fra le giovani generazioni. Nel medio periodo, la carenza strutturale di sangue potrebbe compromettere la salute delle persone che, a causa dell’anemia, sono costrette a sottoporsi a frequenti trasfusioni di sangue, come i pazienti affetti da Sindromi Mielodisplastiche e Beta-Talassemia. Di fronte allo scenario che si profila, è perciò fondamentale ribadire come donare il sangue sia, appunto, magnifico, un gesto salvavita e un atto di responsabilità verso i pazienti e i loro caregiver, le strutture ospedaliere e il Servizio Sanitario.
Testimonial dell'iniziativa la cantante veneta Chiara Galiazzo, che ha interpretato il brano che riprende il titolo della campagna stessa, "Magnifico donare" mentre, in piazza San Babila, sono già andate in scena cinque videoanimazioni open air legate al tema del dono. "Sono davvero felice di essere stata coinvolta in questa iniziativa", ha detto la Galiazzo, "che vuole ricordare a tutti come donare il sangue significhi donare speranza, un’azione semplice per chi la compie ma che può cambiare la vita di persone che devono ricorrere a frequenti trasfusioni di sangue". E sulla canzone ha aggiunto: "Ci siamo ispirati al valore della donazione per scrivere un brano originale dedicato alla campagna, in grado di emozionare il pubblico e avvicinarlo al tema attraverso testo e melodia".

Papillomavirus, conoscerlo per prevenirlo

Una campagna per contrastare e prevenire il Papillomavirus è stata lanciata in una conferenza stampa a Milano. Una declinazione social, attraverso Instagram, Facebook e YouTube, più il portale www.ioscelgo.it, renderanno possibile approfondire tutte le informazioni sulle patologie e le opportunità di prevenzione. “Il Papillomavirus non sceglie, tu sì” è il titolo pensato, per rendere maggiormente consapevoli i genitori di figli adolescenti e le madri più giovani. I numeri sono chiari: in Italia ogni anno si registrano infatti quasi 5mila casi di tumori attribuiti ad infezioni croniche collegate a ceppi oncogeni del Papillomavirus.
Ogni anno in Italia si registrano quasi 5.000 casi di tumori HPV-correlati attribuiti ad infezioni croniche collegate a ceppi oncogeni del Papillomavirus umano (HPV)1. Numeri che aumentano il livello di attenzione attorno alle patologie HPV-correlate, spesso percepite come un pericolo esclusivamente al femminile associato al cancro della cervice uterina e sottovalutando, quindi, l’importante incidenza che il virus può avere anche tra i maschi, vittime anch'essi di malattie causate dall'HPV come il cancro anale o i condilomi genitali.
Secondo l’ultimo rapporto Censis, che ha analizzato il livello di consapevolezza dell’HPV tra i genitori di figli adolescenti, si è passati da un livello di conoscenza del virus del 85.1% nel 2017 all’88.3% di oggi3 con una ricerca delle informazioni che passa sempre di più attraverso i professionisti della salute (53.2% nel 2019 vs 39.1 % nel 2017) piuttosto che tramite Dottor Google (26.7% nel 2019 vs 30.7% nel 2017). Tuttavia, emerge un bisogno informativo solo in parte soddisfatto, in particolare sui rischi di contrarre il virus, i meccanismi con cui agiscono tutti gli strumenti di prevenzione e la loro efficacia.

venerdì 1 novembre 2019

Commissione Segre, un altro passo verso lo Psicoreato

La solita pagina 'sdraiata' de La Repubblica
Francamente non so quasi chi sia la signora Liliana Segre e non mi interesserebbe saperlo se non fosse che, nel suo nome, l'Italia dei Benpensanti sta arrivando a chinarsi all'ennesima decisione illiberale di un governo inginocchiato di fronte al presunto ideale dell'integralismo globalizzante del politicamente corretto. Pare che molte persone abbiano insultato la suddetta signora Segre, di origine ebraica, e internata in giovane età in un campo di concentramento nazista. Ignoro i motivi degli insulti, peraltro aspetto comune legato a qualsiasi personaggio pubblico navighi con il proprio faccino o avatar in rete.
Adesso però, per merito o colpa sua, una commissione deciderà fino a che punto un insulto sarà passibile di essere considerato 'reato', se e come potremo esprimere la nostra opinione, in maniera forte, a volte perfino volgare, attraverso un sistema, quello della rete, da sempre patrimonio esclusivo di una libertà di espressione totale, quella libertà che riflette l'intrinseca vaporosità e lucida follia dell'animo umano.
Non ho mai augurato morti o stupri a chicchessia, sicuramente ho invece insultato in rete. Ho espresso tutto il mio disprezzo per Laura Boldrini, giusto per fare l'esempio di una delle tante presunte 'vittime' degli attacchi (più che giustificati) del web.
Rivendico il diritto di odiare, non tanto la signora Segre, di cui non mi frega assolutamente nulla, ma chi mi pare. Da oggi invece, potremo arrivare al punto in cui perfino il classico 'governo ladro' verrà visto come un pericoloso atto incendiario.
Mi chiedo: chi stabilirà il gradiente di odio da considerarsi accettabile? Ovviamente i prodi presenti in questa commissione, immagino legati al Centrosinistra, mandria di cattocomunisti, almeno a giudicare dal voto in aula. Rischieremo che il classico "Piove governo ladro" arrivi a diventare una frase inaccettabile? "Zingaro di merda" potrà essere pronunciato impunemente come oggi, magari dopo avere patito l'ennesimo furto o tentativo di violenza da parte di una etnia storicamente dedicata alla delinquenza?
Odi et amo, due facce della stessa medaglia, ma non c'è bisogno di scomodare Catullo per ribadire quanto l'odio sia una parte fondamentale e necessaria della nostra anima, barometro e indicatore del disagio provato nel condividere il nostro spazio vitale, o anche solo mentale, con persone, animali o cose che, se possibile, saremmo lieti di allontanare, disintegrare, rendere distanti da noi.
L'istituzione della Commissione Segre è l'ennesima scelta discutibile legata alla follia del 'politically correct', mentre dall'altra parte la parola 'fascista' viene utilizzata come una pistola fumante per tacere qualsiasi legittima opposizione.
Siano benvenuti gli 'haters' quindi, se questi ultimi ci mantengano liberi di fare, dire e pensare ciò che vogliamo. Del resto, prima ancora che qualcuno si accorgesse dell'esistenza della signora Segre, nessuno fiatò di fronte alle campagne di demonizzazione e vero e proprio odio messe in campo nei confronti di Silvio Berlusconi, sfociate nel lancio di una statuetta che lo ferì al capo (molti addirittura esultarono per l'accaduto), per non parlare dell'odio profuso a piene mani nei confronti di Matteo Salvini e della Lega (di cui Chef Rubio e il vignettista Vauro sono due campioni quotidiani, con la connivenza del mainstream mediatico), nei confronti del quale atti di violenza reale e non sono stati messi in atto più volte e mai condannati pubblicamente.
Per concludere, anche io sono scandalizzato dal voto sulla Commissione Segre. Sono scandalizzato che nessuno abbia votato contro...

mercoledì 30 ottobre 2019

Il Pensiero del Nulla contro Fausto Biloslavo

La pagina online de Il Giornale con la denuncia dell'agguato
I servi del globalismo egualitario hanno tentato di colpire ancora. Il nauseabondo lezzo delle loro parole alitate al vento si perde però nel nulla di cui è costituita la loro ideologia, scopiazzata da un passato sepolto che inutilmente tentano di rianimare. Gli studenti (ma cosa studiano?) dell'Università di Trento che hanno tentato di tappare la bocca all'ottimo e coraggioso giornalista Fausto Biloslavo sono solo il rigurgito maleodorante di un'ideologia consunta e inutile, sconfitta dal tempo e dall'umanità. Non so di cosa volesse parlare Biloslavo, che leggo con gusto sui giornali, e che ho avuto il piacere di conoscere personalmente. Conosco bene invece la feccia universitaria che, colorata di rosso, pretende di avere spazi a disposizione dove poter ciarlare le proprie inutili idee. Anzi, questi spazi pretende di gestirli, dominarli e impedirne l'uso a chi non la pensi come lei. I propugnatori del (non) pensiero unico cercano in questo modo di sobillare la rinascita di un'altra ideologia ancora più morta, quella fascista, in modo da dare un senso alle proprie inutili esistenze. Eppure restano ciò che sono: un nulla vestito di sembianze bipedi. In realtà essi non pensano. Non esistono. Non sono.

Gianni De Benedittis assegna il Premio FuturoRemoto

Un riconoscimento per esaltare le qualità dell'innovazione e dell'arte della nuova oreficeria: è il senso del Premio FuturoRemoto che Gianni De Benedittis, famoso orafo pugliese, ha deciso di istituire nell'ambito della settimana del gioiello milanese, culminata nella manifestazione Artistar Jewels, andata in scena a Palazzo Bovara. Una giuria di qualità, che ha visto protagonisti, fra gli altri, il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Carlo Capasa, il musicista Saturnino e la modella Simonetta Gianfelici, ha assegnato tre premi, uno all'affermata designer Chiara Passoni, e due ad altrettanti giovani studenti sulla rampa di lancio, Allegra Desiree Cezza di Galdus e Atefe Rezaei dello Ied di Torino, con una menzione speciale per quest'ultima.

lunedì 28 ottobre 2019

L'Umbria conferma, è Salvini la nuova rivoluzione

Ora troveranno un sistema per vaporizzare il 58% dei votanti umbri. Forse si inventeranno che chi vota a Destra non ha più diritto di voto. Ci stanno provando con i vecchi, ritenuti, chissà perché, un elettorato filosovranista (ma non dovrebbero essere gli ex sessantottini?). L'Umbria, come il resto d'Italia, conferma che il Belpaese vive una rivoluzione democratica come non si vedeva da anni, forse dal mezzo secolo del '68, appunto. La grande marcia di Matteo Salvini, vero movimento di popolo, riporta la gente nell'agone politico, scardina i punti fermi della Sinistra, alla faccia della nomenklatura di potere e dei media servi e raccomandati. L'applauso va al coraggio di chi non ci sta, a chi per l'ennesima volta ha saputo dire un chiaro e forte "No" alla dittatura della globalizzazione che ci vuole umani mischiati, senza colore, senza storia, senza famiglia.

martedì 30 luglio 2019

Modric, like galeotto sul profilo Instagram del Milan

Luka Modrić al Milan? Ogni segnale potrebbe essere quello del consenso, come quello di pochi minuti fa, ovvero legato al primo pomeriggio di martedì 30 luglio, che ha visto il centrocampista del Real Madrid apporre un 'like' galeotto sulla pagina Instagram della società milanese, in relazione all'esordio in campionato dei rossoneri, fuori casa contro l'Udinese.
Un piccolo gesto che però ha scosso e messo in fibrillazione i tifosi milanisti, piuttosto delusi fino ad ora, sia dai risultati del precampionato che dalla cessione dell'amato giovane della rosa, Patrick Cutrone.

domenica 28 luglio 2019

Quella benda che indigna gli animi della Sinistra

I nodi vengono al pettine, si potrebbe dire o, più volgarmente, quando le fogne si intasano, gli escrementi sono i primi ad affiorare. Tutto il marcio della Sinistra 'buonista', 'accogliente', antidemocratica e filocomunista trova nuovo respiro in questi giorni nei quali diventa necessario prendere posizione. Assumere un ruolo chiaro diventa sempre più necessario nell'Italia di oggi, distinguersi da chi continua a fingere 'che tanto non fa niente', prendendosi le proprie responsabilità, cercando di evitare che le istituzioni cadano nelle mani sbagliate, e il suono di una marcia funebre cominciata nel Dopoguerra divenga una estenuante nenia del Titanic a margine di un'Europa sempre più Eurabia e patria di un crimine più o meno organizzato, intoccabile e difeso a ogni livello, dai giudici schierati, dai professionisti della violenza di piazza, dai politici che rimestano nel fango.
Ecco Zingaretti (l'uomo nuovo, o presunto tale, di una fazione politica sempre più arcaica) accusare i poliziotti che avrebbero avuto il torto di bendare un criminale assassino, ecco i parenti di Cucchi e Aldrovandi alzare la voce sulla questione, ecco una professoressa (quanta cultura...) vergare con un "uno di meno" la morte del carabiniere Cerciello Rega, ucciso da due americani in combutta con il solito gruppo di nordafricani, probabilmente sbarcati fra i peana dei 'democratici' e accolti da un 'pueblo unido' festante con ONG al seguito. C'è chi parla di 'foto schock', riferendosi all'assassino bendato, fallendo totalmente la prospettiva, perché lo schock dovrebbe essere quello del sangue di Cerciello Rega sparso in strada, appartenente a un uomo che difendeva le istituzioni e gli italiani.
La specie umana, giusto per accendere gli animi dei benpensanti, perché di specie (o perfino razza) si tratta, vede un sottogruppo canceroso, quello degli stronzi, accompagnati da quelli che sono disposti a camminare sui cadaveri per un pugno di voti in più, da quelli che 'va bene tutto' nel nome di una finta democrazia da difendere a ogni costo, soprattutto quando ci consente di fare la figura dei difensori delle eguaglianze, anche tra uomini che uguali non sono. Perché non si può accostare alla figura di una persona 'perbene', magari colpevole di qualche peccatuccio (chi non ne abbia commessi scagli la famosa prima pietra) accanto a quella di chi viola la legge impunito e difeso da quegli stessi personaggi che prima attaccarono il legittimo governo di Berlusconi e ora ci provano allo stesso modo con quello di Salvini, con esiti, ahiloro, ben differenti, visto l'incredibile consenso popolare del buon Matteo, tutore dell'ovvio perché era da oltre mezzo secolo che la Democrazia italiana aspettava una persona che detta democrazia sapesse distribuire con la 'logica del buon senso', come lui stesso afferma. Il resto è filosofia, e della peggior specie. Quella disseminata con bizantina malafede da quei gruppi che nella confusione e nel caos trovano alimento, cancro delle istituzioni e del tempo, presente e futuro, che stiamo cercando di rendere migliore. Nessuno si tiri indietro. Prendere posizione oggi è un dovere. Morale e sociale.

mercoledì 17 luglio 2019

Summerwine, le Donne del Vino ancora protagoniste

La quinta edizione di Summerwine, appuntamento estivo ideato e organizzato dalle Donne del Vino Puglia, sarà dedicata ai vitigni autoctoni e si svolgerà domenica 4 agosto al Wonder Beach Club di Mola di Bari, con il titolo "Summerwine 2019, altro che minori!".
L'obiettivo della manifestazione di quest'anno è quello di dare sempre più centralità a quei vitigni nati nelle varie zone storiche di origine, soprattutto quelli cosiddetti 'minori', che negli ultimi anni sono stati riscoperti e rivalutati. Non solo gli storici Negroamaro, Primitivo e Nero di Troia quindi, ma anche Susumaniello, Verdeca, Ottavianello, Bombino Nero, Malvasia, Minutolo e Greco. Tutte uve che hanno caratteristiche ampelografiche uniche e che danno vita a vini fortemente espressivi del territorio d'origine.
"Ci  siamo accorte che si sa ancora poco o in modo a volte superficiale di quanto sia ricco il patrimonio varietale della Puglia - spiega Marianna Cardone, delegata pugliese dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino -. Si parla tanto di vitigni autoctoni, ma non tutti conoscono a fondo le varietà pugliesi cosiddette 'minori'. L’esigenza di raccontarle al pubblico anche dei meno esperti tramite le nostre etichette ci ha spinto a scegliere per questa edizione di Summerwine un tema così importante".

lunedì 15 luglio 2019

Sgombero a Roma, l'Italia che mi piace grazie al Capitano

Un momento dello sgombero
Mentre il PD strilla e urla, cercando di mietere i suoi ultimi consensi puntando sull'alleanza di magistrati conniventi per cercare di attaccare la Lega e Matteo Salvini, ecco che a Roma, questo lunedì, va in scena un altro benvenuto sgombero, quello di Primavalle, con quasi 350 abusivi ad occuparne gli spazi.
Benvenuto aa linea dura della 'Nuova Italia' contro okkupanti e clandestini, ogni Carola di turno e squallidi portaborse del 'buonismo' nazionale e non. Posso solo complimentarmi, una volta di più, con il Capitano.
"Roma si barrica", scritta in rosso, espongono gli 'okkupanti', immaginando che il loro mondo fatato, costruito grazie agli abusi tollerati dalla Sinistra, sia ancora reale. Servirebbe di certo più decisione, senza sconti di nessun genere a questi personaggi che fanno forza su leggi che li tutelano, in nome di una democrazia dalle maglie troppo larghe, le cui leggi furono scritte in tempi in cui non esistevano né estremismo di Sinistra né invasioni afroasiatiche. La gente è in fremente attesa che, finalmente, contro chi delinque non venga utilizzata nessuna immeritata pietà. In attesa degli strepiti di Zingaretti e dei suoi accoliti, noi diciamo alto e forte "Grazie".

lunedì 8 luglio 2019

Milano-Taranto, moto d'epoca e viaggi in cartolina

Passione, calore, odore di benzina, vibrazioni. Sono queste le sensazioni che la notte della Milano-Taranto offre ai propri partecipanti e agli amici, parenti e curiosi che hanno affollato la partenza della gara amatoriale, che ha preso il via dalla consueta partenza dell'Idroscalo, a Mezzanotte precisa.
Si tratta della 33.a edizione della competizione, maratona per moto d'epoca, che quest'anno ha visto una presenza imponente di centauri, oltre duecento, di cui sette pugliesi e molti provenienti da ogni parte del mondo, dalla Germania alla Gran Bretagna, dal Canada agli Stati Uniti. In totale da percorrere saranno 1.900 chilometri di viaggio, notti comprese, alla scoperta dell’Italia più caratteristica, tra avventura e paesaggi mozzafiato, a bordo di moto storiche come le piccole Laverda 75 e Ceccato 100, affascinanti sidecar e colorate Vespe e Lambrette, un vero e proprio museo itinerante che sarà composto anche, fra le altre, da una Indian Scout del 1928.
Senza dimenticare la presenza dei cosiddetti 'assaggiatori', oltre una trentina, uno dei ruoli più affascinanti della corsa. Come si può intuire dal nome, gli assaggiatori provvederanno a degustare con tanto di voto le prelibatezze che saranno offerte ai concorrenti nei vari punti di ristoro lungo la corsa, nella maggioranza dei casi autentiche tipicità locali.
La gara di oggi prende spunto dalla Freccia del Sud, nata nel 1919 come raid motociclistico da Milano a Caserta e che nel 1932 si trasformò in Milano-Napoli s, solo più tardi, Milano-Taranto. Ultima edizione nel 1956, quando un grave incidente durante la Mille Miglia del 1957 segnò la fine di tutte le competizioni stradali, fino alla rinascita amatoriale del 1987.
In totale verranno toccate sette regioni, con 28 soste e sei tappe, a cominciare dalla prima di Breganze, e poi via via a Firenze e Tivoli, fino ad arrivare in Puglia l'11 luglio a San Giovanni Rotondo, cui seguirà il 12 la tappa con arrivo a Bitonto e il 13 la volata finale, da Bari a Taranto, con prima sosta a Castellana Grotte e arrivo sul Lungomare Virgilio previsto per le ore 15 (tutte le foto di Massimiliano Bordignon).



domenica 7 luglio 2019

AXA, fra parità di genere ed energia pulita

La presentazione del report di AXA a Milano
E' stata una vera e propria riunione che ha fissato gli obiettivi realizzati e quelli fissati, quella che AXA ha realizzato nella propria sede di Corso Como 17 a Milano, durante la quale è stato presentato il Rapporto di Sostenibilità 2018. Cuore del report, azioni ed iniziative concrete nate per creare un impatto positivo sulla società: ad esempio, 2500 attori fra ricercatori, startup, studenti, giovani innovatori e talenti digitali coinvolti per co-creare idee ad alto impatto sociale, oltre a qualcosa come 16,5 milioni di euro investiti nella ricerca di eccellenza italiana sui rischi con più di 50 progetti di ricerca sostenuti in 10 anni.
Il report è stato presentato in occasione della CR Week 2019, la settimana che ogni anno AXA Italia dedica alla sostenibilità, in un dibattito alla presenza, tra gli altri, dell'amministratore delegato Patrick Cohen e a due testimonal d’eccezione come Sara Galimberti, runner professionista e sport influencer, e Andrea Devicenzi, atleta paralimpico e mental coach.
Fra i punti chiave del report, l'obiettivo raggiunto da AXA nel 2018 della parità di genere nelle promozioni e assunzioni, un Management Committee formato per il 40% da donne, la creazione di Angels for Women, primo network di Business Angel donne in Italia che supporta startup al femminile e ha già investito 100.000 in Orange Fiber, la scelta di disinvestire 2,4 miliardi di euro dal carbone e dalle fonti energetiche inquinanti e, contemporaneamente, di investire 12 miliardi al 2020 in energie pulite e green economy, oltre alla riduzione del 50% del consumo di carta, del 30% quello di acqua e del 15% le emissioni di CO2 (tutte le foto di Massimiliano Bordignon).






Più vetro, meno plastica, nuovo mantra della spesa

Coca-Cola in vetro, perché no? (foto Bordignon)
Più vetro, meno plastica. Dovrebbe essere questo il mantra cui farsi guidare mentre ci si avventura in un qualsiasi supermercato dove, bisogna ammetterlo, trovare ormai alimenti conservati sotto vetro è sempre più difficile. Ricordi d'infanzia mi riportano alla mente le bottiglie di acqua minerale che, comperate 'a cestello', tutte rigorosamente in vetro, comportavano il costo di una piccola 'cauzione' (10 lire?, boh...) che veniva restituita quando si riportavano all'utenza commerciale.
In questi giorni, presso il supermercato Esselunga più vicino a casa mia, ho scoperto una nuova bottiglia d'acqua completamente compostabile, che ho immediatamente preferito rispetto a quelle di plastica, fossero grandi o piccole. Idem sulla Coca-Cola, con la sua pure fastidiosa e pesante bottigliona da litro, al posto delle singole bottigliette di plastica più facilmente trasportabili. Birre, vino, sottaceti e omogenizzati restano scelte del momento, solo saltuariamente parte del menù quotidiano.
Recentemente, in un centro vendita di Roma è stato diffuso un video in cui alcuni delfini ringraziavano i clienti che si presentavano alla cassa con un imballaggio in vetro, iniziativa nell'ambito della campagna Endless Ocean 2.0, lanciata in Europa dalla community Friends of Glass e con partnership in Italia di Assovetro, a sua volta partner di Goletta Verde di Legambiente, che, come tutti gli anni, naviga intorno alla Penisola Italiana per monitorare lo stato di salute dei nostri mari e delle spiagge.
Secondo Friends of Glass, il 72% degli europei, quando fa la spesa, tiene in considerazione l'impatto che il loro comportamento può avere sui mari, a partire dai prodotti che compra e dagli imballaggi nei quali sono contenuti. Una scelta di cui sarebbe interessante valutare i numeri in Italia.
Al di là delle solite intrusioni politico-associazionistiche, vale la pena ricordarsi che anche un piccolo gesto, moltiplicato per migliaia può fare la differenza. Personalmente comincerò da bibite e, possibilmente acqua minerale, sebbene in questo ultimo caso, non sia facile recuperare contenitori in vetro o comunque compostabili al cento per cento.

lunedì 1 luglio 2019

Insultare Carola è vietato, ma sfasciare auto e vetrine si può

La speculazione del piddino Davide Faraone, 'crocerista' per caso
Interessante il concetto di 'troglodita, vergognoso, disgustoso' che viene distribuito recentemente dal mondo dei social. E' proprio vero che la storia a volte può essere orrendamente deformata nella sua verità, il che a questo punto mi obbliga a 'revisionare' l'intera recente storia italiana e non solo. Del resto "la revisione è il pane degli storici" affermava in chiave non provocatoria il filosofo tedesco Ernst Nolte.
In questi ultimi giorni, nelle ore successive all'arresto del capitano della nave Sea Watch 3, Carola Rackete, si è scatenata l'ira dei 'buonisti' e dei benpensanti, di fronte a un filmato che mostrerebbe la 'bella' Carola pesantemente insultata sul molo da quelli che sono stati evidentemente definiti, nel migliore dei casi, "razzisti e leghisti" (ma poi dove sarebbe l'offesa nell'essere leghisti?). Nei confronti della donna che ha trasportato oltre 40 clandestini su suolo italiano sono volati epiteti impronunciabili, da 'puttana' a 'spero che ti violentino 'sti negri', e via discorrendo. Non ho visto il video (non mi interessa), ma mi fido. Del resto, pur ammettendo che si tratti di parole sgradevoli e sgradite, non mi meraviglia che questo sia accaduto. Quando una persona normale, che lavora e paga le tasse, si trova costretta a combattere la vita di tutti i giorni e alla fine si vede scavalcata, per l'ennesima volta, nei propri diritti personali, da un branco di clandestini che presto andranno a delinquere sul suolo nazionale grazie a una tedesca dalla faccia alterata, ci può stare uno sfogo, anche duro e pesante. Qualcuno, particolarmente 'liberal', invoca addirittura una legge che tappi la bocca di chi non ci sta, di chi reagisce, almeno a parole, a quella che è una palese violazione della legge. Del resto si sa, a Sinistra sono abituati a limitare la libertà di parola, oltre che di pensiero, ed è questo che li ammazza di rabbia, non potendo più fare il bello e cattivo tempo e dettare gli abiti culturali della società, non avendo più in mano il potere di definire cosa possa o non possa essere ritenuto accettabile secondo il proprio metro totalitario di giudizio.
Criticare è reato, insultare è reato, il che mi riporta alla mente, oltre a George Orwell, una scena di "Alien 2 - Scontro finale" nel momento in cui ai marines presenti all'interno della base deserta (ma piena di alieni), vengono tolte le armi per non generare una escalation atomica. "E come ci difendiamo: a parolacce?". Insomma, le parolacce non uccidono, non fanno male, questo è evidente.
Del resto, ho pensato a come potrei reagire io se, davanti a casa mia, nella mia piazza, venisse sistemato un gruppo di vagabondi e clandestini, magari addirittura zingari. Reagirei male, molto male, e forse non mi limiterei alle parolacce.
Coloro che di sicuro non si limitano alle parolacce, ma che anzi fanno dell'azione e della violenza proditoria il proprio 'credo' quotidiano, sono invece i 'compagni' dell'estrema Sinistra, ma anche nemmeno tanto estrema, quando decidono che è ora di muovere la piazza. Scendere in piazza in sé è una mossa violenta, di scavalcamento democratico. La manifestazione non è quasi mai pacifica, specie se, appunto, organizzata dalle 'anime pie' della Sinistra. Lo si è visto dai tempi del '68. Cariche alla polizia (date e subite, e ci mancherebbe altro), auto e vetrine di negozi sfasciate, muri imbrattati, passanti minacciati o spintonati. Qualcuno ricorda Genova? O forse la manifestazione che aprì EXPO 2015 con la distruzione di diverse vie e piazze di Milano? Ma basterebbe ritornare a quasi tutti gli ultimi 25 aprile, coni tentativi fisici di impedire alla Brigata Ebraica di sfilare, perché considerata 'sionista' e quindi 'fascista', forse perfino 'leghista' e con tutti gli 'ismi' così tanto invisi ai... comunisti e ai loro amici. Insomma, insultare, anche pesantemente, una delinquente conclamata è 'terribile e disgustoso', mentre distruggere cose e malmenare persone durante una manifestazione si può tranquillamente fare. Ovviamente, a meno che la persona colpita non appartenga alla cricca della Sinistra, altrimenti trattasi di 'ennesimo atto fascista e squadrista', e magari pure un po' leghista.

sabato 29 giugno 2019

Facce da Sea Watch, ovvero quando il ridicolo diventa peggio

Le 'famiglie' sul ponte della Sea Watch: tutti maschi ben piantati
Le 'facce da Sea Watch' sono tante, troppe, come minimo una quarantina più del necessario, il numero di clandestini (non profughi né tanto meno rifugiati) che la 'coraggiosa' capitana Carola Rackete vorrebbe scaricare nella terra (e sulle s-palle) degli italiani.
Mentre la claque facilmente raccolta per creare un finto giubilo all'arrivo della delinquente 'da sbarco' squittisce e grugnisce i propri 'osanna' per l'ennesima invasione fuori controllo e contro ogni norma, gli italiani, che stupidi non sono e che lo hanno dimostrato anche alle ultime elezioni, hanno ben identificato alcune immagini che rimarranno indelebili in cabina elettorale: la faccia della mitomane capitana, una via di mezzo fra stato trasognato e alticcio e ubriachezza assai molesta, pervasa dall'incubo della propria pelle chiara e da un neo millenarismo tutto personale idealizzato a nuovo stile di vita, che la porta però a rompere i coglioni al prossimo, non tanto ad aiutarlo. La faccia dei politici di turno, primo fra tutti il comico Davide Faraone, piddino di marca renziana, una vita spesa dalla parte sbagliata della politica e delle scelte, che già nelle proprie esibizioni televisive di normale attualità ha sempre espresso un tono di voce acidulo e sgraziato, arricchito da una pronuncia inascoltabile, probabilmente peggiorata con la navigazione e l'ansia di assurgere a 'conducator' della rivolta della 'nuova Sinistra dis-organizzata' (anche perchè pure nel PD più di qualcuno ha arricciato il naso sulla salita a bordo degli 'eroi', forse presagendo l'ennesimo autogol politico in agguato). Bypassati i politici suoi pari, ecco le facce pasciute degli africani in crociera. Così malconci, come tutti i loro predecessori, da essere ben nutriti e vestiti, oserei dire robusti e piantati, con tanto di chitarre per suonare una dolce canzone alla luna e alle stelle. Facce che ritroveremo sparse nelle notti italiane, a Milano disseminate fra una Stazione Centrale e una di Lambrate, tra lavori irregolari, spaccio di droga, prostituzione, furti e omicidi. Le prossime vittime, e i loro parenti, ringraziano sin d'ora la bella, si fa per dire, Carola.
Di sicuro non vedo facce disperate, né facce di famiglie o bambini (a parte forse quei pochi piazzati a bella posta da chi organizza queste 'sceneggiate' del mare). Osservo solo l'ennesimo assalto al buon senso e ai confini nazionali da parte di gente prezzolata che ha trovato in questo commercio un fine alternativo, macabro e delinquenziale alla propria esistenza da falliti.

mercoledì 19 giugno 2019

IntegrAction, quando le fake news sfruttano i bambini

E' triste e irritante osservare come la globalizzazione e le fake news scorrano nei cervelli rattrappiti degli italiani nella maniera più infida. Attraverso la pubblicità e il volto dei bambini, i più piccoli e innocenti. Si tratta della campagna #IntegrAction, con tanto di hashtag d'ordinanza, perché il tutto divenga più virale e si intrufoli meglio nel condotto neuronale italico.
Al centro i cosiddetti "luoghi comuni, frasi fatte e banalità sugli immigrati", come li definisce il sito "Open" o, come si potrebbe invece ribadire, la 'vox populi', quel sentito comune che nasce dall'esperienza collettiva.
Bambini di razze diverse in una stessa classe elementare che ridono in maniera sguaiata a quelli che vengono, appunto, definiti, luoghi comuni: "Nei supermercati pakistani vendono solo cose scadute", "Nei ristoranti etnici non sai mai cosa mangi" e via di questo passo, per arrivare agli ancora più classici "ci rubano il lavoro" e "ci portano le malattie".
Una bella pensata, si fa per dire, partorita dalla mente globalizzata, buonista e accogliente di Fondazione Pubblicità Progresso, insieme ad Acra (Associazione di Cooperazione Rurale in Africa e America Latina), con il supporto scientifico di Fondazione Ismu (Iniziative e Studi sulla Multietnicità).
Giusto per puntualizzare di cosa si stia parlando, non c'è bisogno di andare lontano. Basta aprire un giornale di ieri, rispetto al momento in cui si scrive. La Voce del Trentino titola: "Sequestrata mezza tonnellata di carne surgelata a Trento. Denunciato pakistano per violazione delle norme sanitarie".
Per quanto riguarda la frasetta simpatica e tanto ridanciana sui ristoranti etnici, si risalga poco più indietro, al 14 giugno. La notizia è dell'AGI, e non del movimento Casapound: "Lunga la serie delle irregolarità. A Pescara è stato denunciato il legale responsabile di un ristorante etnico per aver detenuto alimenti in cattivo stato di conservazione e spacciato come freschi prodotti ittici congelati: 200 kg di alimenti sequestrati e locale chiuso, per un valore di oltre un milione di euro. A Bari stato scoperto un deposito abusivo annesso ad un ristorante cinese, privo delle autorizzazioni di legge: sequestro amministrativo per 40 kg di riso, 40 kg di salsa giapponese e quasi mille litri tra birra, acqua e olii vari. A Treviso i Nas hanno sequestrato 85 quintali di prodotti alimentari etnici stipati da un commerciante kosovaro all'interno di un deposito all'ingrosso, tutti con una data di scadenza superata da mesi: salumi, dolci, bibite e preparati a base di carne erano inoltre stoccati in maniera promiscua ad altri. A Napoli, all'interno di un supermercato gestito da un cittadino cinese, sono stati sequestrati 500 kg di pollame e prodotti ittici in cattivo stato di conservazione oltre a 33 confezioni di uova di anatra salate (già cotte) che il ministero della Salute ha vietato in base al RASFF (sistema di allarme rapido per gli alimenti e i mangimi con cui gli Stati membri si scambiano informazioni sui rischi per la salute legati a determinati alimenti e mangimi). 
I Carabinieri di Alessandria hanno denunciato una cittadina cinese per preparati gastronomici congelati e conservati all'interno di contenitori non idonei, in un impianto di refrigerazione con gravi carenze igieniche: sono stati sequestrati 100 kg di alimenti e l'attività è stata chiusa Altri 200 kg di prodotti alimentari etnici congelati sono stati sequestrati a Padova: sono stati trovati ad una temperatura di +19 all'interno di un furgone aziendale con impianto di refrigerazione spento, pronti per essere venduti nonostante l'interruzione della "catena del freddo". A Firenze è stato segnalato all'autorità sanitaria il titolare di un ristorante etnico per aver detenuto prodotti carnei privi di informazioni sulla tracciabilità degli alimenti ed omesso di attuare, per il pesce crudo, le procedure di abbattimento finalizzate a contrastare la possibile insorgenza della "sindrome sgombroide". L'attività è stata sospesa a causa delle gravi carenze igieniche: sporcizia diffusa su piani di lavoro, pavimenti e attrezzature da lavoro e di blatte nelle trappole. A Parma è stato denunciato titolare di un ristorante etnico che conservava alimenti vari (spaghetti di soia, ripieno per ravioli, etc) in secchi di plastica analoghi a quelli impiegati per le pulizie e in contenitori generalmente utilizzati per riporre indumenti ed oggetti vari. A Torino denunciato per frode in commercio il legale rappresentante di un'azienda alimentare che commercializzava riso basmati indicandolo come di provenienza indiana mentre in realtà era importato dal Pakistan: per approfondire gli accertamenti necessari, sono state campionate e sequestrate 110 tonnellate di prodotto".
Insomma, c'è ben poco da ridere. Ai bambini non venga spacciato per demagogico ciò che è frutto di una realtà con cui gli italiani, purtroppo, si trovano a convivere da quando l'invasione di stranieri e clandestini vari è diventata sempre più incontrollata. I bambini tornino a studiare la storia quindi, meglio se del Paese in cui sono nati o che li ospita.

sabato 1 giugno 2019

Liverpool campione d'Europa, il mio omaggio targato Beatles

Il Liverpool campione d'Europa 1977
Il Liverpool vince la Champions League, che io preferisco chiamare Coppa dei Campioni, superando per 2-0 il Tottenham Hotspur e fa propria la sua sesta 'coppa dalle grandi orecchie'.
La squadra che forse più di tutte ha caratterizzato la mia infanzia, con i trionfi di Kenny Dalglish e Ian Rush, torna sul trono d'Europa e, soprattutto, caccia quei fantasmi che rendevano il Milan la sua ultima vittima, una cosa davvero antipatica da digerire per i tifosi rossoneri.
La mia dedica, meritatissima, non può quindi che essere una canzone dei Beatles, il loro brano certamente più bello, almeno secondo me: "A Day in the Life".

venerdì 24 maggio 2019

La Sinistra e l'eterna omologazione, ecco perché bisogna svoltare a Destra

I leader dell'Europa dei Popoli: uno sguardo nuovo al futuro
Gli attentati continuano, i morti non si contano, i crimini commessi da extracomunitari, stranieri e clandestini in genere dilagano, solo i centri cittadini sapientemente (e furbescamente) agghindati a giardino dalle giunte comunali fanno da maschera alla drammatica situazione delle periferie italiane, ormai 'okkupate' dal cancro di una presenza di etnie che con l'integrazione dei luoghi ospitanti non hanno nulla a che spartire e che anzi, in maniera sempre più evidente, cercano di sovrastare in numero e presenza soffocante, imponendo la propria legge e dando il là a quella che si profila come una vera e propria 'sostituzione etnica', quella tanto auspicata dalle grandi multinazionali della globalizzazione, a caccia di un popolo 'massa', senza nome né identità, quel 'sentiment' che solo una coscienza nazionale ed etnica possono fornire.
Di fronte a ciò il variegato e multiforme (o deforme) mondo dell'accoglienza a tutti i costi, di quel buonismo che in realtà è solo fumo negli occhi di ignoranza o connivenza criminale con chi sull'immigrazione specula per interesse economico o calcolo politico.
Del resto la Sinistra ha sempre giocato su questo equivoco, a cominciare da quegli anni '70 in cui i nemici erano il 'padronato' (parola tanto cara al sindacalista Luciano Lama) e la borghesia, rei di investire e rischiare di tasca propria per cercare di tirare avanti la baracca del Paese, a presunto danno del 'proletariato'. La realtà era ben altra: il sopracitato proletariato trovava agio in una nuova dimensione dell'industria e del commercio, quell'idea 'olivettiana' che tanto spaventava la Sinistra perché ne cauterizzava gli scopi e le iniziative, ovvero riusciva a soddisfare tutte le richieste dei lavoratori senza bisogno della Falce e del Martello. Defunto il mondo proletario, e con esso il 'fascismo' borghese, la Sinistra si è presto dovuta trovare un altro nemico, trovandolo nel magnate per eccellenza, Silvio Berlusconi che, macchia forse peggiore, era direttamente collegato al Partito Socialista, che del comunismo è sempre stato il primo nemico, in quanto socialdemocrazia avversa a ogni ribaltamento violento e rivoluzionario del potere al governo. Ma anche con Berlusconi è andata male. Per poterlo battere la Sinistra si è dovuta snaturare, cancellare nome e cognome d'origine, abbattere il comunismo e fingersi democratica alleandosi con le aree più buoniste e retrive del mondo cattolico. Senza successo. La gente ha capito che Berlusconi forniva risposte a temi che la Sinistra non sapeva nemmeno affrontare. Passata l'onda del Cavaliere era necessario trovare un nuovo avversario e delle nuove, presunte, vittime. Ed ecco profilarsi la figura di Matteo Salvini, abilissimo genio politico, capace di trasformare la Lega Nord in partito nazionale, portandola dal famoso 'prefisso telefonico' a partito preferito dagli italiani. Smacco, livore, odio. Un altro boccone amarissimo da ingoiare per la Sinistra, a caccia degli ennesimi alleati, fossero cani, porci o entrambi. Pronta a sparare ogni proiettile, talvolta anche non in senso figurato contro il 'fascista' di turno, quel termine sempre caro ai partigiani rossi, usato contro chiunque la pensi in maniera diversa dalla loro. Oggi come negli anni '70 ogni scusa è buona per sollevare violenza e creare tensione, additare a crudeltà laddove ci sia solo buon senso. La realtà è che, di fronte a quella guerra che prima o poi dovremo combattere contro il cancro dell'invasione nordafricana e mediorientale, in gran parte connotata dalla religione islamica, solo la nuova Destra europea ha saputo dare risposte chiare e vicine alle esigenze dei Popoli. Quelli veri, con la 'P', maiuscola alla ricerca di una ritrovata dignità, che la Sinistra e i suoi accoliti vogliono sotterrare nel nome della nuova omologazione di massa: dopo aver fallito con quella di classe, ci riprovano con quella etnica.

giovedì 23 maggio 2019

Mad Mood, c'è anche Eva Henger

Eva Henger a colloquio con Marianna Miceli
Mad Mood non delude mai, che sia nella sua sede originale, Milano, oppure in quella terra salentina patria di Marianna Miceli, che dell'ormai noto e consolidato format che vede protagonista il mondo della fashion, è stata ideatrice e attenta organizzatrice nel 2016.
Anche in questa occasione tante sono state le proposte scese in passerella, con le collezioni estive di moltissimi brand internazionali, fra cui Pia Carregal dall’Argentina, Anor Atelier dall'Uzbekistan, Imen Design e Gatty Garb dall’India.
Spazio alla moda 'baby', con una 'modellina' d'eccezione, al secolo Jennifer Henger Caroletti, figlia della showgirl Eva Henger, che ha sfilato a sua volta per una figlia... d'arte, la giovanissima stilista Perla Maria Monsé, figlia di un'altra protagonista del mondo dello spettacolo, Maria Monsé, supportata nell'occasione dalla celebre designer pugliese Carmen Clemente, titolare dello Storico Atelier Carmen Clemente Couture.

Sull'argomento leggi anche:
Nord Light Fashion Show, una giornata che Petrozavodsk non scorderà

martedì 21 maggio 2019

Il Trono di Spade, perché non poteva finire se non così

Leggo di polemiche aspre relativamente al finale dell'ottava stagione de Il Trono di Spade, una delle più belle serie televisive di sempre, resa palpitante ed emozionante fino al termine dell'ottava stagione... o quasi.
Perché, in effetti, la sesta e ultima puntata dell'ultima stagione, a fronte di tanto pathos, è parsa quasi segnata fin dall'inizio. Jon Snow non poteva se non rivoltarsi contro Daenerys Targaryen, dopo l'orrore della distruzione di Approdo del Re con massacro annesso.
Sansa Stark e Arya Stark non litigheranno per dividersi Grande Inverno, ma ognuna andrà per i fatti suoi, senza pestare i piedi alla sorella, Brandon Stark, controvoglia, diverrà il 'grande pacificatore', dietro proposta di un Tyrion Lannister in catene, gli 'unsullied' e gli 'uomini di ferro' tornano alle rispettive origini, o meglio, i primi occuperanno senza fiatare, in nome della pace, le terre loro proposte da Davos Seaworth (o altre). Jon alla fine torna addirittura a nord della 'barriera' dove incontra gli ex Bruti per cominciare una nuova vita.
Dopo sette stagione e 90% di guerre e tradimenti, il finale de Il Trono di Spade si riduce a un mieloso consorzio di reciproci intenti. Forse sono state troppo poche sei puntate per chiudere la sceneggiatura, né so perché siano state solamente sei, Difficile però pensare che i protagonisti, nell'ambito del racconto, potessero volere qualcosa di diverso. Che so io, Tyrion uccidere Sansa riaprendo la faida Lannister-Stark, o le due sorelle uccidersi a vicenda, o Jon Snow dichiarare la verità delle proprie origini reclamando i Sette Regni e obbligando tutti a una nuova guerra, oppure il 'bastardo' Baratheon reclamare pure lui i propri nobili natali. Ciò che di cruento doveva essere è stato tutto condensato nella penultima puntata, e forse, con due puntate in più, l'unica alternativa sarebbe stata quella di fare sopravvivere Cersei Lannister, salvata dal corpo del fratello Jaime, per lasciare il dubbio di una nuova guerra futura condotta dal figlio poi partorito. E magari si sarebbe potuto chiudere così, con un piccolo brivido, a fronte dell'allegra tavolata dei nuovi consiglieri di re Brandon.
Ora possiamo solo sperare nei spin-off. Nel prequel già in opera di allestimento, che vedrà protagonista niente meno che Naomi Watts, e magari in qualche storia parallela, tipo il futuro di Arya Stark a... ovest di Westeros, o di qualche altro protagonista lasciato libero di costruire una nuova avventura in grado di tenere gli appassionati di questa incredibile saga ancorati alle poltrone.

mercoledì 1 maggio 2019

Nord Light Fashion Show, una giornata che Petrozavodsk non scorderà

Una delle collezioni che hanno sfilato a Petrozavodsk
La favola di Petrozavodsk ha avuto il suo lieto fine. La prima edizione del Nord Light Fashion Show è terminata fra gli applausi, e al di là di ogni più rosea immaginazione. Svetlana Semenova, la mente ma anche il braccio di questo 'numero zero' di un progetto che ha nel mondo della moda il suo punto focale, a fine giornata era come intontita e stravolta dalla stanchezza, quasi incapace di cogliere la grandezza di un evento da lei creato dal nulla, a costo praticamente zero, e che ha portato negli spazi adiacenti all'Università di Petrozavodsk, dove le sfilate si sono svolte, 11 stilisti, 15 collezioni, 60 modelle e oltre 300 persone che si sono accalcate per celebrare quella che rimane una giornata unica e da ricordare per la capitale della Carelia, repubblica russa al confine con la Finlandia.
Alla fine tanta soddisfazione per tutti: per Svetlana, che lentamente ha preso coscienza, con il passare delle ore, dell'eccezionalità del proprio lavoro, dei vari designer, che hanno trovato dopo tanto tempo (per la prima volta, a dire la verità), una scusa e uno spazio per poter, nel vero senza della parola, finire sotto i riflettori, e per le giovani modelle che hanno preso parte alla due giorni (la prima giornata è stata dedicata alle prove). Tutte ragazze che nella vita fanno altro, studentesse, cameriere, segretarie, mamme e casalinghe, ma che per due giorni hanno vissuto la magia della fashion e del carpet, trasformando in realtà, per molte, il sogno di una vita.
A essere sinceri, forse non tutte le collezioni erano di prima qualità e il legame con la tradizione si è fatto anche troppo sentire, penalizzando le novità. La cosa importante, però, era cominciare, tracciare una linea fra ciò che non c'era mai stato in una città in cui esiste un enorme potenziale di giovani ma dove è necessario fare ancora passi avanti per uscire dal passato. Svetlana Semenova, e tutti coloro che hanno preso parte a questa giornata incredibile, lo hanno capito. (tutte le foto di Massimiliano Bordignon)