venerdì 9 dicembre 2022

Olimpiadi Milano-Cortina, chi le ha viste?

Hockey a Milano, questo sconosciuto (foto Bordignon)
Milano è veramente una città olimpica, degna di ospitare il grande evento, i Giochi Olimpici invernali, che si svolgerà dal 6 al 22 febbraio 2026?
Della vicenda mi occupo in un articolo che ho pubblicato sul blog Milano Reporter, in cui rifletto sui tanti punti di domanda ancora aperti su una manifestazione che sembra non avere scosso di un millimetro la sensibilità delle istituzioni ambrosiane.
Per una città che ormai da tempo si è dichiarata ‘schiava’ del calcio, le uniche alternative sembrano essere quelle dello sport sponsorizzato: e così, a lato del calcio, riescono a sopravvivere solamente la pallacanestro e il più che ridicolo ‘padel’, uno sport senza storia né particolare interesse, che pure ha mostrato una quasi completa nullità di presenze durante il recente evento milanese. Ma si sa, ‘pecunia non olet’, e la presenza della tv di circostanza (la sempre meno seguita Sky) ha fatto gonfiare il petto agli organizzatori.
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sabato 3 dicembre 2022

Musk smaschera Twitter: censurò chi si opponeva a Biden

Kaleigh McEnany (foto Patrick Semansky/AP)
Ci voleva Elon Musk per smascherare i tanti misfatti che i 'social' hanno commesso nel creare un 'mainstream' che favorisse i democratici e qualsiasi movimento si opponesse alla ricandidatura di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.
Fra le iniziative di Twitter, che si attivò per censurare storie che potevano avere una ricaduta sulle imminenti elezioni presidenziali del 2020 c'era la storia del computer abbandonato da Hunter Biden, il figlio del presidente degli Stati Uniti.
Annunciato da Musk, lo scoop porta la firma del giornalista 'freelance' Matt Taibbi. "Il 14 ottobre 2020 - scrive il giornalista - il New York Post pubblicò la storia delle e-mail segrete, emerse dal computer abbandonato di Hunter Biden. Twitter - continua - intraprese passi eccezionali per sopprimere la storia e rimuovere i link".
I tecnici della piattaforma avrebbero bloccato anche la trasmissione del link con articolo attraverso messaggio diretto, utilizzando una misura adottata solo in casi estremi, tipo i contenuti pedopornografici.
"La portavoce della Casa Bianca, Kaleigh McEnany (ai tempi di Trump, ndr) - continua il giornalista -, non poté accedere al suo 'account' per rilanciare la storia".
Questo provvedimento aveva spinto Mike Hahn, membro dello staff del presidente, a inviare una furiosa lettera a Twitter, in cui diceva: "Kayleigh McEnany è stata bloccata dall'accedere al suo 'account' per il semplice fatto di aver parlato della storia del New York Post. Tutto ciò che aveva fatto era citare la storia e notizie riportate da altre testate e non contestate dalla campagna di Biden. Ho bisogno immediatamente di una risposta su quando e come verrà sbloccata".
Hahn chiedeva come nessuno lo avesse informato di questa politica di Twitter di censurare notizie di giornali. "Pretendo almeno - concludeva l'email - che ve ne occupiate nei prossimi venti giorni". Cioè la finestra temporale che avrebbe portato all'Election Day delle presidenziali del 2020.
Secondo quanto sostengono il giornalista autore dello scoop, e lo stesso Musk, Twitter sarebbe intervenuta, censurando la notizia del New York Post, dopo aver ricevuto una richiesta dallo staff di Biden. (fonte: AGI)

Il Villach vince il 344° derby della Carinzia

Il Villach vince finalmente il 'Derby della Carinzia' con il Klagenfurt, sebbene il successo sia arrivato dopo una faticata partita terminata solo dopo i tiri di rigore.
Il risultato finale è stato di 5-4 per i biancoblù, all'anagrafe VSV, contro i biancorossi, KAC, per la gara più sentita di tutta la ICE Hockey League, quella che è l'evoluzione del campionato austriaco, diventata ormai da oltre 15 anni una lega sovranazionale, con una nutrita presenza italica (Bolzano, Val Pusteria e Asiago) e singole presenze slovene e ungheresi.
Quella tra Villach e Klagenfurt è anche la sfida tra il 'paese' e la 'città', unpo' come può esserlo quella tra Ambrì Piotta e Lugano in Svizzera. Frequentare il palazzetto del VSV significa anche immergersi nell'Austria più profonda, mentre Klagenfurt denota un maggiore 'multiculturalismo' (non necessariamente una nota positiva) anche alle partite del KAC.
Il 344° derby carinziano passa così alla storia, drammatico e combattuto, con due 'fighting major', e un successo che mi lascia immaginare l'entusiasmo di un palazzetto sempre stracolmo di gioia e di tanti piccoli ragazzini biondi pronti a scatenarsi davanti alle loro biondissime madri sulle note della scoppiettante musica che si scatena a ogni gol del VSV. Per dirla con lo 'speaker' a fine gara: "VSV fünf! KAC vieeer... Danke! Bitteee...".

La pagina dedicata al derby dell'edizione carinziana del "Kronen Zeitung"

William e Kate a Boston, lei con un abito in affitto

Kate Middleton
a una cena di gala con un abito preso in affitto: la notizia ha fatto sicuramente scalpore, anche per via della spesa ridotta (appena cento sterline) del noleggio sulla piattaforma inglese HURR. Anche perché, abbinata all'abito con cui si è presentata a fianco del Principe William alla consegna dei 2022 Earthshot Prize all'MGM Music Hall di Boston, c'era la collana di diamanti e smeraldi appartenuta a Lady Diana.
Il principe William ha invece indossato uno smoking di velluto verde scuro, già usato in altre occasioni. (fonte: ANSA)

Il Cannibale di Parigi è morto da uomo libero

Renée Hartevelt e Issei Sagawa
Issei Sagawa è morto, il cannibale giapponese di Parigi non c'è più e con lui se ne va la tragica storia di un uomo folle che si innamorò della propria pazzia, uccidendo senza pentimento un'amica di cui si cibò per impadronirsi della 'sua anima', come se le stesse scattando una foto perché, si sa, una posa 'è per sempre' e rapisce l'immagine sempiterna dell'attimo.
Sagawa, nato nel 1949 a Kōbe, città perfetta per chi ami cibarsi di carne, per quanto umana, non è morto in carcere, ma da uomo libero e famoso, a 73 anni, strappato alla sua bizzarra e colpevole vita da una polmonite.
Nel 1981, studente di letteratura inglese in terra francese, invitò un'amica a casa, la bella olandese Renée Hartevelt. Mentre studiavano assieme poesia si alzò, la uccise con un colpo di fucile alla testa, ne violentò il cadavere e poi la mangiò gradualmente, fino a un totale di sette chili di carne asportati dal suo corpo.
Sagawa venne arrestato mentre cercava di disseminare i resti della sua vittima nel parco del Bois de Boulogne. In Francia fu definito pazzo, e ne fu disposto il trasferimento in un istituto psichiatrico, ma il padre riuscì in seguito a farlo estradare in Giappone, dove fu dichiarato sano di mente. Le accuse messe in piedi in Francia erano cadute, e Sagawa ha potuto trascorrere la sua vita da uomo libero, impunito e mai pentito di ciò che fece. Anzi, trasse profitto finanziario da quel delitto scrivendo e vendendo libri in cui narra, tra l'altro, i passaggi atroci della fine della studentessa.
Di recente aveva detto in un'intervista al media "Vice" di essere "ossessionato dal cannibalismo". "Il mio desiderio di mangiare una donna - aggiunse - è diventato imperativo". (fonte: AGI)

giovedì 1 dicembre 2022

New York e Singapore sono le città più care del mondo

Turisti a Singapore (foto Klook)
New York
e Singapore sono le città più costose del mondo. A causa dell'impennata dell'inflazione di quest'anno le due metropoli hanno spodestato Tel Aviv, numero uno dello scorso anno, scesa al terzo posto nell'indice del costo mondiale della vita dell'Economist Intelligence Unit (EIU) di Londra.
New York ha raggiunto il primo posto per la prima volta, mentre Damasco e Tripoli sono rimaste le città più economiche.
I prezzi sono saliti in media dell'8,1% nelle 172 principali città prese in considerazione dall'indagine, condotta fra agosto e settembre.
Quest'anno la valuta statunitense ha subito un'impennata a causa dei forti aumenti dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve per cercare di domare un'inflazione ormai decennale.
Oltre a New York, fra le città americane anche Los Angeles e San Francisco sono entrate nella 'top ten'.
I maggiori rialzi sono però stati quelli di Mosca e San Pietroburgo, "che sono saliti rispettivamente di 88 e 70 posizioni grazie all'impennata dei prezzi in seguito alle sanzioni occidentali e alla vivacità dei mercati energetici che hanno sostenuto il rublo". (fonte: AGI)

Gazzetta dello Sport, ennesima figuraccia: l'apertura su Del Piero ignora Rebellin

L'incredibile apertura della Gazzetta di oggi
Possiamo dirlo con cognizione di causa: "La Gazzetta dello Sport" è uno dei peggiori giornali italiani, sebbene la qualità del giornalismo italico sia di qualità più che scadente.
In particolare la Rosea dovrebbe, il condizionale è d'obbligo, rappresentare il giornalismo sportivo al suo più alto livello, un po' come "L'Equipe" in Francia, tanto per intenderci.
Arriva però oggi l'ennesima topica di una lunga serie. E' notizia di ieri la morte di Davide Rebellin, grande campione del ciclismo italiano.
La Gazza, però, preferisce 'aprire', per l'ennesima volta, sul calcio. Non però sui Mondiali, come potrebbe essere, pur in modo inaccettabile, logico, ma su una notizia peraltro secondaria, soprattutto per il pubblico milanese, cui la Gazzetta si rivolge primariamente: ovvero l'ingresso di Alessandro Del Piero nel rinnovato cda della Juventus, una notizia di carattere 'dirigenziale', nemmeno di campo, relativa a un ex giocatore delle cui vicende gli stessi appassionati di calcio sono poco interessati.
Per quanto possa interessare quanto stia accadendo nella Juventus a livello societario, l'ingresso di Del Piero 'non è' nemmeno una notizia, non cambia nulla, è un fatto che non va a incidere sul corso degli eventi. Si butta semplicemente in prima pagina un nome per il tifoso più bieco, quello da bar, ignorando la storia, quella sì, sportiva, di un grande sportivo venuto a mancare improvvisamente.
Per l'ennesima volta la Gazzetta dello Sport mostra il volto più squallido del giornalismo italiano, quello nauseante della diseducazione sportiva e dell'asservimento al titolo pseudo giornalistico e a caccia dell'urlo da strapaese. Un motivo in più per vergognarsi di possedere la tessera.