domenica 25 settembre 2022

Ali Karimi a fianco dell'opposizione, ricercato dai Pasdaran iraniani

Un'immagine tratta dal profilo Instagram di Ali Karimi
I Pasdaran iraniani, le Guardie della Rivoluzione (Irgc), stanno danno la caccia ad Ali Karimi, personaggio popolarissimo del calcio, autentica icona del mondo sportivo nazionale, tanto da essere soprannominato il 'Maradona d'Asia', schieratosi con le proteste in corso nel Paese, e che dopo la morte della giovane Mahsa Amini hanno preso nuovo slancio.
L'agenzia di stampa Fars, collegata all'Irgc, lo ha aspramente criticato e lo ha definito "il nuovo leader dell'opposizione".
Karimi, ex capitano della nazionale di calcio iraniana, ha utilizzato la sua immagine per sensibilizzare il mondo delle vicende in corso nel suo Paese.
Ora allenatore, Karimi, che ha giocato anche per il Bayern Monaco e lo Schalke 04 nella Bundesliga fra il 2005 e il 2010, posta continuamente sui 'social' i video delle proteste, in cui la brutalità del regime diventa sempre più evidente.
Karimi è stato tra i primi personaggi pubblici ad addossare la responsabilità della morte della 22enne Mahsa alla Polizia per la Morale, sostenendo di credere alla versione della famiglia, secondo la quale la giovane sarebbe morta per le ferite riportate dopo essere stata picchiata per non avere indossato correttamente l''hijab'.
Da allora, l'ex attaccante, considerato una leggenda in Iran dove il calcio è lo sport nazionale, ha dedicato i suoi canali social a incoraggiare la rivolta. "Abbiamo imparato che queste sono bugie: i turchi in Azerbaigian non sono razzisti, i Rashtis (abitanti della provincia iraniana del Gilan, ndr) non mancano di onore, i curdi non sono un problema di sicurezza.... E' quasi come se queste fossero bugie siano state diffuse per dividerci". E poi ancora: "I loro figli se ne stanno andando. I nostri figli stanno morendo", ricordando cioè che i figli dei funzionari del regime stanno lasciando l'Iran e si stanno godendo la vita in Occidente; ma chi resta in Iran rischia la morte. "Sono solo un normale cittadino iraniano e non cerco alcun incarico o posizione per il mio attivismo. Cerco solo pace e prosperità per il mio popolo", ha aggiunto su Twitter.
Karimi, il cui account Instagram ha 11,6 milioni di 'followers', ha anche consigliato come utilizzare le VPN (reti private virtuali, ndr) per aggirare il blackout di Internet e condividere in sicurezza i propri filmati online; e invitato l'esercito tradizionale iraniano (Artesh) a schierarsi con il popolo per evitare lo "spargimento di sangue".
Karimi, che è anche noto per le sue numerose attività di beneficienza, durante una finale della Coppa del Mondo con la Corea del Sud nel 2010 indossò, insieme a diversi giocatori iraniani, una fascetta verde al braccio come dimostrazione di sostegno al leader dell'opposizione, Hossein Moussavi, che aveva accusato il governo iraniano di brogli elettorali nelle elezioni presidenziali del 2009. Intanto le dimostrazioni in strada non si fermano e sono continuate anche nella notte. (fonte: AGI)

Un'immagine tratta dal profilo Twitter di Ali Karimi

Treni moderni, non è più il tempo del 'cucco'

La ragazza al mio fianco: anche volessi sarebbe dura, ma molto dura...
Mentre corro a fare il mio dovere di stimato cittadino scivolando verso l'amena località di Lignano Sabbiadoro, eccomi sul Frecciarossa. A bordo pochi passeggeri: la prima domenica mattina, per fortuna, non invoglia a riempire i treni. Così il pensiero corre al passato, guarda caso, il solito segno di vecchiaia, quando i treni erano a scomparti, i posti non assegnati, e si poteva scegliere liberamente dove sedersi, con criteri assolutamente personali.
I miei, ovviamente, erano adeguati ai tempi e all'età, e probabilmente oggi verrebbero considerati inaccettabili, se non addirittura ai limiti dell'illegalità.
Lo scompartimento, fatto com'è noto di sei posti, diventava perfetto se al suo interno ci fosse una tipa abbastanza o del tutto 'figa', una almeno 'normale' che potesse fungere da 'rimbalzo' nel caso quella 'figa' non mi si filasse (cosa abbastanza frequente), prive di libri entrambe, o almeno una, in modo da coinvolgerle al più presto in discorsi attrattivi ed esuberanti ben più della lettura del solito pallosissimo volumetto di formazione.
Utile anche una presenza maschile, ovviamente di un 'beta' (o 'delta'), magari un 'nerd' che potesse esaltare la mia spensierataggine, ma che però non mi superasse in ragionamenti troppo logici, e che anzi potesse essere 'bullizzato' a sua insaputa, cosa che le 'girls' più giovani solitamente apprezzavano molto, facendomi apparire un 'alfa' (cosa che assolutamente non sono mai stato ma la quale ho sempre anelato, anche perché nel mondo dei ciechi l'orbo è re).
Detto questo ormai si può dare tranquillamente l'addio a quello splendido sistema di 'cucco', visto che oggi, tutti immersi di fronte ai propri 'laptop' e telefonini, il rischio di un abbordaggio di questo genere sconfinerebbe quasi immediatamente nella molestia se non addirittura nello 'stalking'.
La ragazza che oggi mi siede di fianco, e con la quale farei conoscenza più che volentieri, dispone di un triplice 'sistema di difesa': computer, telefonino in continua consultazione e scambio di messaggi, cuffie con musica. Assolutamente inattaccabile.
Una situazione veramente triste, che denota l'abbruttimento di questi tempi, in cui le relazioni sociali si sono appiattite e impoverite.
Alcuni anni fa cominciai una relazione di discreta durata nello storico sistema della tradizione italica: mentre ero in auto colsi una splendida fanciulla alla fermata dell'autobus, abbassai il finestrino e le offrii un passaggio. So già cosa starete pensando. Ve lo garantisco: aspettava l'autobus...

sabato 24 settembre 2022

Teorie gender, dagli italiani un 'no' chiaro e forte

Essere 'trans', un'anomalia che il mondo moderno vuole normale
Un 'no' chiaro e forte alle cosiddette 'teorie gender'. E' quello che emerge da un sondaggio nazionale presentato in Senato e commissionato da Pro Vita & Famiglia.
Focus puntato su cosa pensino gli italiani dell'ideologia 'gender' e del suo impatto su società, scuola e minori.
Dal sondaggio emerge innanzitutto che appena il 32% degli italiani si dice d’accordo con le 'teorie gender'.
Il 60% ritiene che un uomo che si 'senta' donna non possa competere negli sport femminili, e il 51% che non possa usufruire di bagni, spogliatoi, docce e luoghi riservati alle donne.
Per quanto riguarda l’impatto della teoria gender in ambito scolastico, il 58% degli italiani considera sbagliato sostituire le parole padre e madre con genitore 1 e genitore 2 sui documenti. Ben il 79% degli italiani difende inoltre il diritto dei genitori di scegliere come educare i figli su temi inerenti sessualità e affettività. Addirittura l’81% ritiene che le scuole debbano preventivamente informare e coinvolgere le famiglie in caso di corsi o progetti su questi temi.
Rispetto alla cosiddetta 'carriera alias' (secondo cui la scuola tratta uno studente o una studentessa sulla base della cosiddetta identità di genere auto-percepita e non in base al sesso biologico), la conoscenza da parte degli italiani è ancora molto limitata (16%). Fra chi la conosca, tuttavia, il 44% si dichiara contrario e il 37% a favore (il 19% non sa).
Infine - dato importantissimo - la netta maggioranza di italiani (66%) si esprime contro la possibilità che un minore 'confuso' sulla propria identità sessuale possa iniziare terapie di transizione di genere (cioè di cambio di sesso) assumendo farmaci ormonali che interferiscano col suo naturale sviluppo sessuale o addirittura subendo interventi chirurgici che possano irreversibilmente menomare la sua integrità fisica. Anzi, il 75% ritiene che, in questi casi, il minore dovrebbe poter ricevere assistenza psicologica per riconciliarsi con il sesso biologico.
Dati fondamentali che fanno comprendere come, anche in questo caso, i centri del governo nazionale siano lontanissimi dal modo di essere e di pensare degli italiani, schiavi di quell'ideologia 'woke' che da fin troppo tempo sta devastando i Paesi anglosassoni.

venerdì 23 settembre 2022

Gli utili idioti della Sinistra pronti a okkupare le piazze italiane

In strada a due giorni dal voto, ogni scusa è buona
Sarà un caso che, a due giorni da una delle elezioni più importanti della storia recente italiana, e nella quale la Destra è data come chiara favorita, la Sinistra stia organizzando una enorme campagna mediatica che porterà i suoi sgherri a 'okkupare' le piazze italiane nella giornata di venerdì?
Un dubbio al riguardo è più che lecito, proprio perché i 'compagni' e chi strepita con loro è perfettamente consapevole di essere 'appoggiato al muro' e come, la gente che lavora sodo tutti i giorni e non sciacalla nelle strade nel 'nulla facere', questa volta potrebbe... decidere di decidere, ovvero dare a Giorgia Meloni il proprio voto. certamente nulla di trascendentale, chi si attenda dalla prima donna premier qualche novità resterà terribilmente deluso.
I peana a favore della NATO e di Kiev sono un prodromo della confermata schiavitù a Washington all'Europa Occidentale e a tutti gli avvoltoi che da troppi anni banchettano sulle spalle di un popolo italiano umiliato e ormai incosciente e inconsapevole della propria storia e tradizioni, invaso da africani e asiatici d'ogni risma e religione.
Di fronte a tali evidenze, la Sinistra si raggruppa dietro ai soliti 'slogan' consunti e patetici, pugni chiusi nel ricordo di qualcosa che non esiste più, sempre che sia mai esistito, con Ken Leach che ancora straparla di proletari, classe lavoratrice e di proprietà collettiva.
Votare per la Meloni oggi diventa un obbligo storico, sebbene si sia consapevoli che 'non è' Destra e non potrà mai esserlo, essendo venuta, pur di governare, a tutti i compromessi possibili e immaginabili con le classi del potere di cui è parte integrante.
Da qualche parte, però, è necessario cominciare, per ribaltare le sorti di un mondo che deve tornare all'interno dei confini delle nazioni e dei popoli che lo compongono, perché 'essere' italiano, belga, francese, scozzese, basco, sloveno, svedese e ungherese torni ad avere un significato reale, sociale ed etnico, perché si possa avere la certezza che, valicando ogni confine straniero, ci si trovi attorniati da gente veramente diversa da noi, con sue proprie e culture, prive di ingerenze esterne, così come eè necessario che la gente che vive all'interno dei confini italici italica sia, nei costumi e nelle tradizuoni.

mercoledì 21 settembre 2022

Giappone: uomo si dà fuoco, protesta per i funerali di Stato a Shinzo Abe

In Giappone, a Tokyo, un uomo si è dato fuoco davanti alla residenza ufficiale del primo ministro Fumio Kishida nelle prime ore di mercoledì ed è stato portato in ospedale privo di conoscenza.
Lo riferiscono i media locali, spiegando che l'uomo, prima di compiere il gesto, aveva detto alla polizia di essere contrario ai funerali di Stato organizzati per l'ex premier, Shinzo Abe, assassinato a inizio luglio nella città di Nara, durante un comizio elettorale.
La cerimonia di Stato, voluta dall'attuale premier Kishida, prevista per il 27 settembre, è fortemente contestata da una parte dell'opinione pubblica del Paese, che vede Abe come una figura divisiva per le sue politiche considerate nazionalistiche, e il fautore di un revisionismo che ha portato a un crescente aumento delle spese militari nel corso dei suoi due mandati, danneggiando le relazioni con i Paesi vicini, in primis Cina e Corea del Sud.
Preoccupano inoltre i costi sostenuti per l'organizzazione della cerimonia, stimati in circa 1,66 miliardi di yen (11,7 milioni di euro), con rappresentanti di 160 nazioni previsti. In un recente sondaggio dell'Agenzia Kyodo il 60,8% della popolazione giudica la cerimonia inappropriata.
Abe è stato il premier giapponese più longevo di sempre, con i suoi otto anni e otto mesi distribuiti su due mandati: il primo, più breve, fra il 2006 e il 2007, e successivamente tra il dicembre 2012 e il settembre 2020.
Abe è stato assassinato per mano del 41enne Tetsuya Yamagami, un ex membro delle Forze di autodifesa, con l'ausilio di una pistola artigianale. L'attentatore aveva detto di nutrire risentimento nei confronti dell'ex premier per i suoi legami con la Chiesa dell'Unificazione, un'organizzazione religiosa con diversi milioni di credenti fra Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti, a cui apparteneva anche la madre di Yamagami, causando seri problemi economici alla sua famiglia. (fonte: ANSA)

La Repubblica, il 'porcale' quotidiano degli italiani colpisce ancora

La prima pagina del 'porcale' del 20 settembre
"La Repubblica"
non si smentisce mai. "Dacci oggi il nostro 'porcale' quotidiano", verrebbe da dire leggendo l'immondizia pubblicata da questi pseudo giornalisti servi del potere, come si usava giustamente dire nei circoli estremisti non più tardi di una quarantina d'anni fa.
"Berlino: no ai postfascisti" è il titolo dell'edizione del 20 settembre. In piena campagna elettorale, per un giornale che si picca di essere 'super partes' e 'politically correct', è davvero un titolo criminale. Ma ben si sa questa gentaglia di che pasta sia fatta.
Che poi il titolo sia un falso clamoroso, non solo nei confronti di chi sia diretto (postfascisti a chi?) lo si scopre leggendo immediatamente il contenuto.
Trattasi di intervista a Olaf Scholz, cancelliere tedesco sì, ma espressione della Sinistra tedesca, che certo non rappresenta ciò che tutta la Germania pensi o possa pensare dell'Italia.
Di più, non si capisce perché un giudizio politico sul nostro Paese espresso a Mosca rappresenti un'ingerenza politica, mentre uno proveniente da Berlino sia un 'avvertimento'.
La 'pattumiera' dell'informazione quotidiana italiana ha quindi servito il suo ennesimo assist alla disinformazione. Si attendono con ansia le prossime imminenti pubblicazioni.

Paradossi dell'Occidente: referendum, democrazia e aborto

Uccidere un bambino, nel mondo occidentale, è un 'diritto'
Piccoli grandi paradossi notturni di un mondo occidentale rovesciato, dove quelli che, fino a pochi decenni orsono erano considerati diritti sacri dell'individuo e della società, ora vengono incredibilmente considerate espressioni di violenza e sopraffazione, solo grazie al lavoro costante di una informazione 'prostituita', come dirette José Mourinho, di cui esempi mirabili sono i principali telegiornali e alcuni 'residuati' di quotidiani o siti, fra i quali spiccano "La Repubblica", "La Stampa" e "Fanpage".
1) Notizia della notte. Parola di Mario Draghi: il referendum, massima espressione della libertà, se viene organizzato dalla Russia nei territori russofoni dell'Ucraina, lederebbe il 'diritto', sebbene di quale diritto venga leso non si sa. Basta esprimere il concetto, poi ci penseranno i giornali 'servi' ad applicarlo. "I referendum per l'indipendenza nel Donbass sono un'ulteriore violazione del diritto internazionale che condanniamo con fermezza" dice l'uomo che 'tutto il mondo ci invidia' (o forse solo una parte minima). Ignorando, si immagina volutamente e non con consapevole ignoranza, che la presenza russofona nel Donbass sia non forte, ma fortissima e costituisca la maggioranza.
2) Notizia di almeno un paio di giorni fa. Ci hanno detto, e tutti i giornali confermano, che all'improvviso, non si sa come, la Repubblica Popolare d'Ungheria è una 'democrazia illiberale'. Già. Ce lo dicono loro, perché loro lo sanno. Non ci dicono come e perché. Eppure sarebbe utile capire in che cosa consista questa 'antidemocraticità' magiara. Sarebbe interessante se qualcuno ci dicessero in che cosa Viktor Orban ci possa apparire meno democratico di un Sergio Mattarella che, ormai da anni, ignora i risultati elettorali assegnando la formazione di governi a presidenti del Consiglio che non sono l'espressione della volontà popolare.
3) Notizia di qualche giorno fa, effettivamente qualcosa ci è stato detto dell'Ungheria. Pare che facciano ascoltare il battito del cuore dei feti alle donne che intendano abortire. Medievale! Tuonano a Sinistra, ovviamente ripresi e megafonati a dovere dai giornali succubi. "La Stampa" titolava l'altro giorno "L'illiberale Ungheria". Anche in questo caso senza spiegare il perché. Ergo, è Medio Evo cercare di salvare un bambino nella pancia di una madre indegna, mentre è 'moderno' consentire a suddetta madre di ucciderlo. Interessante. Ma siamo proprio sicuri di vivere dalla parte giusta del mondo?

domenica 18 settembre 2022

La SMAgliante Ada per i bambini: con la malattia si può convivere

Un momento della presentazione milanese (clip Bordignon)
L'atrofia muscolare spinale (SMA) è la protagonista, per il terzo anno consecutivo, del fumetto "Le avventure della SMAgliante Ada", la dolce cagnolina costretta su di una carrozzina elettrica rosso fuoco da questa malattia genetica rara.
Il volume '3' dedicato alla 'SMAgliante Ada' è composto da una narrazione visivo-testuale di cinque nuove avventure (più una sesta, vincitrice di un contest vinto da un'alunna di prima media) nelle quali si ritrova un'Ada cresciuta, assieme ai genitori, al fratello Edo, l'amichetta Ylenia, l'assistente Tito, la professoressa Spilung, lo psicologo Jack, il pappagallino Armstrong e il compagno di scuola Ludo.
Anche il terzo libretto, promosso dall'Associazione Famiglie SMA e dai Centri Clinici NeMO, con il contributo di Roche Italia e la collaborazione di NeMOLab, contiene le tavole didattiche per un approfondimento scientifico.
Focus del volume è il racconto dell'evoluzione della ricerca scientifica e, in particolare, i passi da gigante avvenuti negli ultimi anni e che hanno permesso di conoscere meglio le malattie neuromuscolari, offrendo nuove possibilità terapeutiche proprio per la SMA.
"La disabilità in generale, e una patologia come l’atrofia muscolare spinale in particolare, sono argomenti non sempre facili da affrontare – evidenzia la presidente di Famiglie SMA, Anita Pallara – e poterne parlare attraverso un personaggio positivo come Ada e con un linguaggio universale come quello del fumetto è per noi una grande ricchezza. Vuol dire avvicinarci a un’ampia platea di ragazzi, e farlo con la delicatezza di una bella storia. Questo è l’aspetto più importante per noi: farci conoscere tanto nelle difficoltà quotidiane quanto nelle abilità che usiamo per superarle, dimostrando che in fondo i problemi e le risorse di chi ha una carrozzina elettrica non sono poi così diversi da quelli di chi non l'ha".
Temi complessi, affrontati unendo competenze multidisciplinari di psicologi, educatori, clinici e ricercatori, al fianco del team creativo, capaci di tradurre in modo semplice e innovativo l’importanza della continuità di cura, di una presa in carico mirata e della ricerca scientifica, per garantire a ogni bambino e bambina la possibilità di vivere appieno i propri progetti di vita.

sabato 17 settembre 2022

Blackpink, per il nuovo disco già un milione di copie

Una foto delle Blackpink tratta da "Cosmopolitan"
K-Pop
alla riscossa: il nuovo album del gruppo coreano delle Blackpink ha venduto più di un milione di copie in un solo giorno.
"Born Pink", è il titolo del disco, ha venduto nel giorno della sua uscita 1.011.266 copie.
In occasione del precedente "The album", nel 2020, le vendite nel primo giorno erano state poco più della metà.
I pre-ordini hanno già superato i due milioni di copie, mentre il video di uno dei due singoli già fatti circolare ha totalizzato oltre 300 milioni di visualizzazioni.
A ottobre le Blackpink inizieranno un tour che partirà da Seul e porterà il gruppo in sei città americane (Dallas, Houston, Atlanta, Chicago, Newark, Los Angeles) e una canadese (Hamilton), prima di iniziare la tappa europea del tour che, dopo Londra, Parigi, Amsterdam, Berlino, Copenaghen e Colonia, si chiuderà con il concerto del 5 dicembre al Palau Sant Jordi di Barcellona. (fonte: AGI)
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Mosca accusa: cittadini russi torturati e impalati a Karkiv

La notizia riportata dalla Tass e ripresa dall'ANSA
Mentre tutto il mondo accusa la Russia di atrocità arriva, quasi nascosta, una replica e un'accusa altrettanto terribile verso quell'esercito, da sempre dipinto come 'vittima', ma che invece è passato spesso alla storia per le sue crudeltà, ovvero l'esercito dell'Ucraina e i suoi accoliti vari, mercenari e squadre naziste più o meno incorporate in gruppi paramilitari difficilmente gestibili dalle linee del comando.
Del resto il governo di Kiev era stato chiaro: "Nessuna pietà per i collaborazionisti" aveva tuonato, dove con il termine 'collaborazionista' non si sa bene cosa si sia voluto indicare, ma sicuramente la forte presenza di cittadini russi o russofili che abitano le terre del Donbass.
Appare così drammatica la 'battuta' ANSA in cui vengono riportate le parole del capo dell'amministrazione militare-civile filo-russa della regione di Karkiv, Vitaly Ganchev, che ha accusato l'esercito ucraino e i suoi mercenari stranieri di torturare e giustiziare i civili nelle aree sotto il loro controllo.
"Ogni giorno sentiamo parlare di un numero sempre maggiore di atrocità", ha detto Ganchev alla Tass e in un video pubblicato sul sito dell'amministrazione militare-civile della regione. "Sentiamo come le persone vengano legate agli alberi solo per aver ottenuto i passaporti russi, che poi vengono inchiodati alle loro gambe; come le persone vengano uccise a colpi di arma da fuoco per strada", ha aggiunto.

Segnali sulla pelle, una campagna nel nome della prevenzione

La campagna si chiama "Segnali sulla pelle" (foto Bordignon)
"Segnali sulla pelle"
è il nome della campagna di sensibilizzazione e di screening che prenderà il via il 23 settembre con una serie di giornate dedicate alla prevenzione delle lesioni precancerose.
Si tratta di sette giornate durante le quali sono previste visite gratuite su prenotazione in 23 centri dermatologici in tutta Italia, con specialisti dermatologi a disposizione dei pazienti che soffrono di cheratosi attinica.
La campagna è promossa da SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse) e si pone l’obiettivo di promuovere la diagnosi precoce.
“La prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento dei tumori cutanei sono una delle maggiori sfide cui è chiamato il Dermatologo”, afferma il professor Giuseppe Monfrecola, presidente di SIDeMaST, “la nostra Società Scientifica è in prima linea nella corretta informazione alle persone, nel supporto alle associazioni dei pazienti e nella formazione continua dei dermatologi nel campo della Dermato-oncologia. SIDeMaST è parte attiva di questa campagna perché la conoscenza della propria cute, la corretta e costante protezione dai raggi solari, il riconoscimento precoce delle cheratosi attiniche e il loro trattamento sono fondamentali per la prevenzione del carcinoma squamocellulare. Ciò si traduce in salute per i pazienti e in notevole risparmio dei costi sanitari”.
La Cheratosi Attinica (AK) è una lesione considerata una forma molto iniziale di carcinoma squamocellulare, che si manifesta dopo i 40 anni. Si tratta di una delle lesioni cutanee più frequenti in Italia: si stima che almeno il 30% degli over 70 anni presenti almeno una cheratosi attinica.
Le sedi anatomiche dove si sviluppano sono quelle cronicamente fotoesposte, quali viso, orecchie, cuoio capelluto nelle persone calve e dorso delle mani, con rischio di insorgenza maggiore in uomini e donne con capelli biondi e occhi chiari. Se le lesioni non vengono trattate possono evolvere in un carcinoma squamocellulare invasivo che rappresenta il 25% di tutti i tumori cutanei non-melanoma ed è dotato di capacità di metastatizzare agli organi interni. L’esposizione solare eccessiva, l’uso di lampade abbronzanti e la pelle chiara sono i fattori di rischio più importanti.
“La cheratosi attinica, che in Italia colpisce circa 400 mila persone, si manifesta con macchie rosa, rosse o marroni che inizialmente sono solo ruvide al tatto ma con il tempo si ispessiscono e diventano dure, di dimensioni variabili fino ad alcuni centimetri. Le cheratosi attiniche sono quasi sempre asintomatiche ma possono provocare prurito o dolore”, afferma la professoressa Ketty Peris, Direttore UOC Dermatologia della Fondazione Policlinico Agostino Gemelli e Past President di SIDeMaST. “Spesso la cheratosi attinica è sottovalutata ma merita invece una particolare attenzione perché sappiamo che può potenzialmente evolvere in un carcinoma squamocellulare invasivo. È quindi una lesione che può e deve essere trattata poiché attualmente abbiamo a disposizione numerosi, diversi tipi di terapie ablative e mediche”.
“Siamo lieti di sostenere questa Campagna di screening per informare e sensibilizzare il pubblico sulla cheratosi attinica, una delle lesioni precancerose cutanee più diffuse, dando così impulso alla diagnosi precoce di questa patologia e prevenirne l’eventuale evoluzione maligna”, ha dichiarato in conclusione Charles Henri Bodin, general manager di Pierre Fabre Pharma.

Le immagini della conferenza stampa svoltasi a Milano (foto Bordignon):


sabato 10 settembre 2022

Polistil, una storia italiana in mostra a Chiari

Alcune delle teche esposte a Chiari (foto Bordignon)
Si chiama "Una storia clarense, una storia italiana... Polistil", ed è la mostra inaugurata il 3 settembre a Chiari, in provincia di Brescia e che potrà essere visitata fino al 25 settembre.
Si tratta della prima edizione di un evento che potrebbe avere anche un seguito editoriale, e che è stato bagnato da un grande successo di pubblico nel giorno della sua inaugurazione, con vari ospiti di riguardo, fra cui Bruno Giacomelli, ex pilota di Formula Uno, vincitore del campionato europeo di Formula 2 nel 1978 e alla guida, nella formula 'regina' di scuderie come McLaren, Alfa Romeo e Toleman.
La mostra di Chiari, ricca di pezzi unici e quasi introvabili, provenienti da diverse collezioni ma, anche, dalle cantine di tanti 'ex bambini' diventati grandi giocando con le automobiline della Polistil, è il frutto combinato della fatica e dell'idea di Mario Casali, collezionista milanese e fondatore del gruppo "Quelli della Polistil", e del desiderio di alcuni soci del Circolo Collezionisti Città di Chiari, che volevano ricordare l'azienda che proprio a Chiari ha sviluppato e creato la propria storia, dando lustro e lavoro a tante famiglie clarensi.
La Polistil comincia infatti con 12 dipendenti, ma arriva ad assumerne oltre 500, soprattutto donne, cambiando radicalmente il tessuto della Chiari della metà del secolo scorso,con famiglie che arrivano a disporre di stipendi importanti, che immediatamente riversano nelle attività commerciali del luogo, che a loro volta traggono vantaggio e sviluppo dall'industrializzazione cittadina. E la mostra è stata anche l'occasione per ritrovarsi per tanti dei dirigenti e dei lavoratori protagonisti di quel grande 'boom' industriale.
Proprio Casali esprime al meglio il pensiero che sta alla base di questa mostra unica e imperdibile: "L'idea è quella di creare un'esperienza che, nel corso del tempo, possa essere trasmessa a generazioni che non abbiano avuto la nostra fortuna di bambini degli anni '70, vivere un momento d'oro nell'ambito delle automobiline e dei giocattoli. Magari riportando, anche nel piccolo, la voglia di fare le cose nel nostro Paese. Abbiamo bisogno di aziende che abbiano avuto nel modellismo ma anche in altri settori, questo tipo di caratteristica e capacità. Oggi abbiamo bisogno di questo".
IL VIDEO DELLA MANIFESTAZIONE CON LE INTERVISTE  
Dove: Museo della Città di Chiari (BS) - Piazza Zanardelli, 1.
Quando: fino al 25 settembre.
INGRESSO GRATUITO.

Le immagini dell'inaugurazione (foto Bordignon)