giovedì 27 ottobre 2022

I predatori tra noi, dal libro di Nuzzi l'orrore di una 'normale' quotidianità

Gianluigi Nuzzi con il generale Antonio Pennino (foto Bordignon)
I predatori
, è questo il titolo dell'ultimo libro di Gianluigi Nuzzi presentato negli antichi e austeri saloni di Palazzo Cusani a Milano, in una serata organizzata, fra gli altri, dal Circolo di Cultura e Scienza Piri Piri e del Club Lions Milano Legalità e Società Civile, entrambi rappresentati sul palco dall’avvocato Edilberto Giannini, e che ha visto fra i propri protagonisti anche la professoressa Isabella Merzagora, ordinaria di Criminologia presso l'Università degli Studi di Milano.
E allora via con la presentazione del libro, che propone, con l'inquietante sottotitolo "tra noi", nella narrazione di Nuzzi, alcuni dei fatti più terribili degli ultimi anni, che hanno coinvolto la società cosiddetta 'civile', dalle storie dell'orrore di Terrazza Sentimento, con i 'predatori' che assumono i nomi di Alberto Genovese e Antonio Di Fazio, fino all'immobiliarista di Via Montenapoleone, Omar Confalonieri, che drogava e poi stuprava le donne cui si avvicinava con la scusa di intrattenere rapporti di lavoro.
Imprenditori multimilionari, spesso arricchiti all'improvvisi, giovani attratte dallo scintillio di party proibiti ma all'apparenza innocenti. Giochi perversi anestetizzati dall'uso di droghe e alcolici, ricatti che traggono alimento da promesse di scalata sociale altrimenti improbabile: Nuzzi non tralascia nulla, arricchendo il racconto di sconvolgenti dettagli ignoti ai più, ricavati da atti giudiziari inediti e da interviste esclusive con i protagonisti.
Racconta Nuzzi: "Il libro nasce dall'esperienza di 'Quarto Grado', dove si sono evidenziati tutta una serie di casi giudiziari di predatori sessuali seriali, dai quali ho capito che non siamo più di fronte a casi singoli, ma a un fenomeno fatto di persone che non usano il coltello o la pistola per bloccare la vittima, ma usano il sorriso. Sono persone molto subdole, usano benzodiazepine, usano le cosiddette droghe dello stupro e noi siamo fondamentalmente impreparati a intercettarli ed evitare che questi mettano le mani sulle persone a noi care".
Predatori che non usano il coltello, ma il sorriso, aiutati da soldi, droghe e la promessa di una fama non costruita con il lavoro ma con i regali. Vecchie storie già sentite, sulle quali oggi si alza finalmente il sipario, casi giudiziari che in comune fra loro hanno il senso di onnipotenza e il disprezzo per le donne, come ribadisce la professoressa Isabella Merzagora, notissima criminologa. "Dal punto di vista del criminologo queste vicende sono ubique, non certo milanesi, ma urbane, rurali, italiane e non solo. Inoltre non sono solo dell'oggi, perché nefandezze fatte da potenti, grazie alla protervia del loro potere, ne abbiamo viste anche nel passato. Forse adesso fanno più scandalo, e questa è forse una bella notizia, perché abbiamo delle pretese di maggior sicurezza. Credo che il filo conduttore fra tutti questi fatti sia il disprezzo per le vittime, che poi sia il disprezzo per le donne".

domenica 16 ottobre 2022

Paola Egonu piangina di comodo e la discesa in campo del falso moralismo italico

Paola Egonu e le sue frasi dopo il presunto 'insulto'
Il pianto di Paola Egonu, pallavolista azzurra tra le più note e fra le reginette del mondo social, ha ovviamente scatenato l'indignazione di appassionati, 'follower', e gente comune.
Alla richiesta da parte di un presunto tifoso, non si sa quanto provocatoria o di semplice ignoranza (ovvero di non conoscenza), sulla sua origine italiana, la fanciulla di colore è scoppiata in un pianto fra l'isterico e il doloroso, stanca di quella che, secondo lei, sarebbe una prova provata dell'ennesimo atto razzista nei suoi confronti. Tanto da portarla alla decisione di abbandonare la Nazionale, salvo poi ripensarci dopo poche ore, in una intervista nella quale corregge il tiro.
Scrutando il web si viene poi a scoprire che, il desiderio di lasciare la maglia azzurra covava da tempo nella Egonu e, avanza qualcuno l'ipotesi, il fatto sia stato abilmente sfruttato, a favore di telecamera, per costruire una bella scena da operetta in perfetto stile italico, tanto la bella Paoletta conosce benissimo il proprio 'brodo di coltura'.
Eppure tanti sono stati coloro che, figli di gente con passaporto non italiano, abbiano brillato con la maglia azzurra (per esempio nel mio amatissimo hockey su ghiaccio) e nessuno si è mai sognato di far loro domande bizzarre sulle loro origini e, se proprio vogliamo parlare di pelle scura, ricordiamoci degli àscari, soldati che per l'Italia hanno lottato più e meglio di tanti italiani di nascita, o dell'Eritrea in genere, area che al nostro Paese ha dato molto ricevendo troppo poco.
A prescindere dall'obiettivo, il punto è il solito: la litania mediatica della ragazza ghettizzata, vittima sacrificale dell'ignorante mondo razzista che riempie il web e il suolo di casa nostra. Nessuno si pone, al contrario, quali e quanti possano essere i motivi dell'idiosincrasia che tanti italiani provino nei confronti di un certo 'tipo' di stranieri quando, negli ultimi tempi, da nord a sud e non solo nelle grandi metropoli ma anzi, specie nelle piccole città di provincia, la violenza di arabi, africani, slavi e altri emigrati o figli di emigrati ha riempito e insanguinato le strade d'Italia.
Se, a fronte di questi continui scempi e crimini, qualcuno ogni tanto si permette, pisciando fuori dal viso, di fare una battuta giudicata 'razzista', ben venga e glielo si consenta senza alzare troppe cortine di scandalo,che serve solo a mascherare la propria inconsapevolezza di ciò che succeda nel mondo reale. Chi è conscio della propria correttezza e rispetto delle regole, potrà comunque camminare a testa alta a prescindere dall'origine del proprio sangue.
Citando una persona che conosco su Facebook, le cui origini di pensiero non sono certamente simili alle mie: "Mi spiace che Paola Enogu si sia risentita così tanto, ma avrebbe semplicemente potuto rispondere di essere nata a Cittadella, provincia di Padova e casomai mandare 'in mona' lo scemo che le ha fatto la battuta evitando di sollevare un polverone laddove in questo momento non ce n'è davvero bisogno! A margine: se la Enogu non se la sente di continuare a giocare, se è stanca, se è nervosa mi spiace e posso comprendere, ma a mio parere è un po' strumentale che addossi la responsabilità della sua decisione ad una frase infelice".

sabato 15 ottobre 2022

Charles Manson, la 'seguace' Patricia rimarrà in carcere

Patricia Krenwinkel
, una delle seguaci del guru sanguinario Charles Manson, rimarrà in carcere.
Lo ha deciso il governatore della California, Gavin Newsom, che ha bloccato la scarcerazione di colei che prese parte all'eccidio di Cielo Drive del 1969, in cui furono massacrati l'attrice Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski e all'epoca incinta di otto mesi, e altre sei persone.
E' la 15esima volta che alla donna viene negata la libertà condizionata. "Krenwinkel ha accettato pienamente le ideologie razziste e apocalittiche di Manson", ha detto il governatore.
Lo scorso maggio, una commissione aveva ritenuto la Krenwinkel idonea al rilascio, ma secondo la legge statale l'ufficio di Newsom ha potere di veto. "Non è stata solo una vittima degli abusi di Manson, ha anche contribuito in modo significativo alla violenza e alla tragedia che sono diventate l'eredità della 'Famiglia Manson'", ha spiegato Newsom.
La Krenwinkel uccise di propria mano a pugnalate l'ospite di Sharon, la figlia del "re del caffé", Abigail Folger. L'indomani partecipò all'omicidio del commerciante Leno LaBianca e di sua moglie Rosemary, anche in questo caso con un ruolo attivo e crudele. Fu infatti lei a piantare una forchetta da cucina nell'addome dell'uomo e a scrivere frasi sui muri dell'appartamento e sul frigoriero con il suo sangue.
Manson, uno dei più noti criminali della storia, è morto in carcere nel 2017, dopo essere stato condannato a morte nel 1971 insieme a quattro dei suoi seguaci per il massacro del 1969.
Quando, nel 1972, la Corte Suprema sospese le esecuzioni in California, le sentenze capitali furono commutate in sette ergastoli. (fonte: ANSA-AFP/AGI)

Vogue Singapore, vendita sospesa, poi limitata, per la presenza di contenuti Lgbtq

La copertina del n° 1 di "Vogue" Singapore
La rivista di moda "Vogue" verrà limitata nella propria vendita a Singapore, a causa della pubblicazione di immagini di nudo e della promozione di modelli di famiglia che vengono definiti "non tradizionali".
Lo stato di Singapore ha infatti regole rigide che limitano la presenza di contenuti 'Lgbtq' sulla stampa.
Alle riviste è vietato promuovere "stili di vita alternativi", definiti come 'devianti' dal concetto di "famiglia tradizionale".
Il regolamento vieta anche la pubblicazione di immagini di nudo, comprese "raffigurazioni di modelle seminude i cui seni e/o genitali sono coperti da mani, materiali o oggetti".
Il Ministero delle Comunicazioni e dell'Informazione di Singapore ha dichiarato di aver emesso un avvertimento alla rivista e di aver "revocato" la sua licenza di pubblicazione per un anno. "Vogue" ha quindi chiesto un nuovo permesso, concesso per soli sei mesi.
Secondo il ministero, il mensile "ha violato le linee guida sui contenuti per le riviste di lifestyle locali quattro volte negli ultimi due anni per nudità e contenuti che promuovono famiglie non tradizionali", senza però chiarire quali fossero le violazioni contestate.
E' la prima volta che le autorita' di Singapore riducono la durata di un permesso di stampa a partire dal 2014, quando una rivista d'arte locale era stata sanzionata per "contenuti religiosamente insensibili o denigratori". (fonte: AGI)

mercoledì 12 ottobre 2022

Viaggio in Transilvania, l'importanza di chiamarsi Enjoy Pizza

Il sorriso di Alina (foto Bordignon)
Enjoy Pizza
, a dire la verità, per un turista italiano non è che sia un nome molto promettente. Ricorda molto uno di quei locali 'fast food' poco inclini alla qualità e molto alla velocità, un panino o una pizza di scarsa qualità e via, senza troppi complimenti.
Ad Alba Iulia, invece, Enjoy Pizza è diventato il mio piccolo 'santuario' personale, teleguidato dal sorriso di Alina, dolcissima e corvina cameriera del locale che, alla fine, ho convinto a farsi fotografare per poter inserire il suo ritratto nei ricordi indelebili di questa splendida vacanza in terra di Transilvania.
Alina non è sola nel gestire con sapienza e capacità i tavoli del locale, posto all'inizio di Bulevardul Transilvaniei (al numero 3), in faccia alla storica 'cittadella' antica, quella con tanto di antichi scavi romani. Con lei ci sono tre colleghe, due per turno, una più carina dell'altra.
Capitato un po' perchè ci passavo davanti affamato e un po' attirato dallo splendido sguardo di Alina, a Enjoy Pizza ho gustato un ottimo 'burger' e, qualche giorno dopo, un cappuccino più che buono. La birra prescelta per la prima occasione è stata la localissima Ciuc, di proprietà del marchio Warsteiner. Abbondante e variegato l'elenco dei superalcolici, mentre le pizze, che non ho gustato, almeno esteticamente, sono bellissime.
Aperto fino all'una di notte, Enjoy Pizza per me è stato però fondamentale perché dotato di un velocissimo internet, consentendomi così di pubblicare, anche in tarda serata, i post del mio blog ma anche di scaricare da Telegram tutta una serie di documenti di cui sono gelosissimo.
Ad Alba Iulia, va detto, i locali 'trendy' non abbondano, e allora ben venga Enjoy Pizza, con le sue bellissime e sorridenti ragazze e il suo impagabile e velocissimo wi-fi.

martedì 11 ottobre 2022

Viaggio in Transilvania, metti un pomeriggio a Sibiu

Un'antica strada di Sibiu (foto Bordignon)
Metti una giornata trascorsa in Transilvania fra le chiese di Sibiu (Nagyszeben per gli ungheresi, ma soprattutto Härmeschtat per i sassoni tedescofoni, che da quelle parti costituiscono la maggioranza) e scopri una città meravigliosa, mantenuta intatta dal 1700 a oggi, con case antiche e una vita rigogliosa nei bar delle sue numerose piazze.
Circa 150 mila gli abitanti, forse poco meno, una intensa vita giovanile, locali, bar e pub, forse meno cultura di quello che ci si potrebbe aspettare da una realtà così frizzante di attività e che nel 2007 è stata nominata Capitale Europea della Cultura.
La bontà dei Kürtőskalács, dolci originari dell'Ungheria ma diffusi anche in Transilvania (chissà perché...), tante belle ragazze che camminano per le strade di una città da cartolina, lo storico hotel del Kaiser, rintocchi delle campane all'unisono, siano essere cattoliche, luterane oppure ortodosse, l'icona di Samuel Von Bruckenthal, giurista austriaco e governatore del Principato di Transilvania, considerato uno dei grandi personaggi della cultura locale e a cui è dedicato il museo principale cittadino.
Mi sono molto divertito, e credo che la prossima volta che capiterò da queste parti non mancherò di inserire Sibiu fra le città da visitare, non soltanto per un pomeriggio.

Alcune immagini di Sibiu, ragazze incluse, alcune a richiesta, altre semplicemente 'rubate' all'insaputa della bellissima fotografata. Presenti Alexandra, Juliana, Cristina, Amalia, Alexandra (un'altra), le cugine Lumi & Lumi... (foto Bordignon)










GX Fashion Week 2022, a Milano sfilano le finaliste di Miss Universo

Un momento della sfilata (foto ufficio stampa)
Milano Fashion Week
, porte aperte a Palazzo Turati, in via Meravigli, a pochi metri dal Duomo, dove è andata in scena la GX Fashion Week, curata dall’Associazione APS Showteam, capeggiata dal direttore artistico e presidente Gentiana Dervishi.
Hanno sfilato in passerella le creazioni di Giuseppe Fata, Fouad Guerfi, stilista algerino, Flora Cappucci, Elizabeth Luz stilista uruguaiana, Umberto Perrera, Giorgia Cicatello, Andreea Cormier Wacker, di origini rumeno-tedesche, Claude Couture Creation, al secolo Claudia Cinzia Atella, cagliaritana con origini meridionali, Eleonora Vittorangeli, milanese di nascita, parmigiana di adozione, Elisabetta Righetti, Andrei Zambelli Gomez, stilista dominicana e Kolya Galya Biryukova designer russa.
Nell’affascinante contesto dell’antico palazzo milanese protagoniste sono state anche le modelle, tanto, e di rilevante importanza. Le ragazze, tutte finaliste della rassegna mondiale di Miss Universo 2021, sono giunte da svariate parti del mondo: erano presenti Miss Universo Portogallo Oricia Dominguez, Miss Universo Gran Bretagna Emma Collingridge, Miss Universo Repubblica Ceca Karolína Kokešová, Miss Universo Messico Debora Hallal, Miss Universo Polonia Agata Wdowiak, Miss Universo Svezia Moa Sandberg, Miss Universo Norvegia Nora Nakken, Miss Universo Danimarca Sara Langtved, Miss Universo Islanda Elisa Groa, Miss Universo Irlanda Katharine Walker, Miss Universo Finlandia Essi Unkuri, Miss Universo Italia Caterina Di Fuccia, Miss Universo Romania Carmina Cotfas, Miss Universo Paesi Bassi Julia Sinning, Miss Universo Bolivia Nahemi Uequin, Miss Universo El Salvador Alejandra Gavidia, Miss Universo Turchia Cemrenaz Turhan. Parteciperà Miss Supranational Ucraina 2022 Diana Mironenko, la finalista del concorso «Ishe’s On Top Albania» Anxhela Pema, la modella parigina Annaelle Jonat. Le preparatissime modelle dell’organizzazione APS Showteam, settore «GX Model» Melania Iacobellis, Costanza Fontana, Chiara Argiri, Clara Cicchino, Carla Mervez, Denisa Cotfas, Eliana Moise. Special guest il modello, attore televisivo Franklin Santana, ed i ragazzi Marco Serra, Nicolò Bizzarri, Adrian Butu, Rares Dragan e Anthony Gomes.
Grande soddisfazione alla fine per Gentiana: “Dopo mesi di sacrificio e notti insonni, sono riuscita a giudicare per prima cosa il mio lavoro al quale, finalmente, posso assegnare un dieci pieno. Se solo si potesse immaginare la metà di ciò che sia necessario al fine di organizzare un evento di tale portata… ma mi accontento di conoscere la risposta solo io. Rringrazio gli stilisti giunti da tutto il mondo, la squadra al completo di top mode, donne di bellezza indiscussa. Ringrazio le finaliste di Miss Universo 2021 che sono stata felice di annoverare all’interno del team, l'equipe di parrucchieri e truccatori sbarcati a Milano provenienti da tutta Italia, lo staff di APS Showteam, un mix esplosivo di tasselli che hanno concorso alla realizzazione di un successo, a detta di molti, annunciato”.


lunedì 10 ottobre 2022

Barcolana 2022, il trofeo giuliano vola in America

La premiazione della Barcolana 2022 (foto ufficio stampa)
Questa volta nonc'ero, a Trieste, in occasione della Barcolana, giunta alla sua 54.a edizione. C'erano gli amici di Idrusa, con Paolo Montefusco armatore e al timone, così come tutto il mondo della vela giuliana, friulana, slovena ed europea, per non dire mondiale.
Già, perché stavolta il trofeo è andato oltreoceano, al New York Yacht Club, lo stesso che, per 132 anni, ha detenuto la Coppa America.
Wendy Schmidt, imprenditrice e filantropa americana, ha vinto con la sua Deep Blue l'edizione 2022 della Barcolana (presented by Generali), disputata a Trieste con al via 1614 barche e in una perfetta giornata di sole, con vento di Bora e raffiche fino a 25 nodi, e Nave Vespucci che ha simbolicamente dato la partenza.
La Schmidt vince anche il Trofeo Generali "Women in Sailing”, assegnato alla prima donna classificata leader di un equipaggio misto, ed è la prima volta che, con un unico team, ottiene entrambi i trofei.
Deep Blue ha tagliato il traguardo in 57’47”, battendo con 59 secondi di vantaggio Arca di Furio Benussi. Il terzo posto è andato a Portopiccolo Prosecco Doc con al timone Mitja Kosmina.
“È un sogno che si avvera - ha dichiarato il presidente della Società Velica di Barcola e Grignano, Mitja Gialuz - il Trofeo Barcolana partito da Barcola, una società di umili origini, domani approderà al New York Yacht Club. È stata davvero grande festa a Trieste, in terra e in mare: la Barcolana, come spesso accade, ha sorpreso tutti e ci ha regalato una settimana splendida e una giornata da incorniciare”.
“Sono contenta per la mia squadra - ha dichiarato la velista americana - e per tutti coloro che hanno lavorato duramente per così tanto tempo: navighiamo insieme da 15 anni. Grazie Trieste: le persone sono state davvero meravigliose qui, è stato un piacere navigare e godersi questo bellissimo paesaggio naturale. Ora ho capito perché tutti amano navigare in questa regata e in questa città”. E ancora, sul tema della leadership femminile: "Ci sono tante eccellenti, appassionate, intelligenti e talentuose veliste: la vela è uno sport meraviglioso che non ha sesso, età o barriere. Incoraggio le persone a navigare ad amare la vela perché siamo tutti legati all’oceano: che lo si sappia o no, facciamo parte tutti del suo futuro”, ha concluso la Schmidt.

La classifica finale (prime posizioni)

domenica 9 ottobre 2022

Viaggio in Transilvania, la questione ungherese

Nella cattedrale di Alba Iulia dominano i colori ungheresi (foto Bordignon)
In questo viaggio che mi ha portato nella geografia fisica della Romania, in particolare in Transilvania, ho peccato di presunzione e ignoranza. Della storia, intendo. Una telefonata serale mi ha riportato alla realtà, almeno a quella ungherese che, comunque, specie di questi tempi, non è poco e si è spesso trovata dalla parte dei vinti, uno splendido modo di osservare il mondo in maniera antitetica rispetto alla storia ufficiale.
"Ti seguo sempre con ammirazione, so come la pensi e so che la vediamo nello stesso modo" è partita la telefonata. "Per questo ho voluto chiamarti, per dirti che mi ha fatto male il cuore vedere che parli della Transilvania come di Romania, mentre esiste una sola Transilvania che è Ungheria!".
Detto fatto, ho sostituito la parola Romania direttamente con Transilvania nei titoli dei post fin qui scritti, riportandola per bene, a cominciare da questo.
Proprio pochi giorni fa, il 6 ottobre del 1849, i "13 Martiri di Arad", un gruppo di patrioti magiari, vennero fucilati dagli austriaci in quello che ora è territorio rumeno mentre, allo stesso modo, a Pest, veniva ucciso Lajos Batthyány e Lajos Kossuth era costretto all'esilio.
Il rapporto ungheresi-rumeni è da sempre molto difficile, e non va per nulla confuso con le diatribe italiche legate al patriottismo veneto, tirolese o neoborbonico, o perfino a quello corso. A est di Trieste le differenze etniche si fanno maledettamente serie, come dimostrato dalla guerra civile jugoslava e dalle continue 'balcanizzazioni' andate in scena nel corso dei secoli. Rispondere 'grazie' con 'multumesc' (rumeno) o 'köszönöm' (ungherese) può costare caro allo sprovveduto viandante.
Così Alba Iulia in magiaro diventa Gyulafehérvár, Sibiu si trasforma in Nagyszeben e perfino il nome Transilvania si può pronunciare in vari modi: Ardeal per i rumeni più accesi, Erdély per gli ungheresi, ma esiste anche la versione tedesca (dove non ci sono stati tedeschi o austriaci?), che corrisponde a Siebenbürgen e perfino quella in sassone, dialetto tedesco parlato nelle zone di Sibiu da un'antica popolazione stanziale (un po' come i nostri tirolesi) che è Siweberjen, per chiudere con il meno noto turco Erdelistan.
L'accusa di avere 'romanizzato' i luoghi transilvanici è quella più evidente da parte degli ungheresi, che parlano di veri e propri spostamenti di massa 'ordinati' dal regime comunista, portando decine di migliaia di rumeni e ghettizzando, costringendo spesso a migrare, gli ungheresi.
Sarà un caso che, nella cattedrale cattolica di Alba Iulia ("una delle poche non distrutte dai rumeni" mi viene detto, "perché è troppo importante e non hanno avuto il coraggio") alle spalle dei sepolcri dei reali locali ci siano le corone votive tricolori rosso-bianco-verdi tipiche ungheresi?
Personalmente mi fido abbastanza di chi ha fornito queste informazioni. A scanso di equivoci, ho deciso di porre il termine di Transilvania in luogo di Romania, anche perché in questa regione rimarrò fino al rientro a Milano.

Viaggio in Transilvania, l'inaugurazione della Via Transilvanica

Lo shop della Via Transilvanica (foto Bordignon)
Un giorno per riportare alla vita Alba Iulia, città transilvanica spenta e sonnolenta, sconsigliabile a chi sia in cerca di vita notturna, ostriche e champagne: arriva così l'inaugurazione del Via Transilvanica Day, l'apertura ufficiale (The Grand Opening) della prima rotta a lunga percorrenza in Romania, la Via Transilvanica, che collega Putna con Drobeta-Turnu Severin.
Tanta gente nella giornata di sabato 8 ottobre, in Piața Cetății (la piazza della cittadella romana, quella dov'era posto il 'castro' della XIII Legione Gemina), con presentazioni, bancarelle e concerti.
La Via Transilvanica è un percorso escursionistico tematico in Romania, con una lunghezza totale di 1.400 chilometri, che mira a promuovere la diversità culturale, etnica, storica e naturale della Transilvania, della Bucovina e della montagna del Banato.
Qualche notizia arriva dai siti internet d'informazione rumeni, anche perché, come si noterà dalle foto scattate durante la mattinata, la presenza di diversi colleghi, giornalisti e cameramen, è stata importante. Per esempio, la presentazione che della 'via', evidentemente assimilabile alla Via Francigena, è tutta nelle parole del suo creatore, Alin Useriu: "Negli ultimi anni il progetto Via Transilvanica ci ha preso tutti, quasi fino all'esaurimento. Quando siamo partiti con l'idea di questo percorso, non avevamo idea di quanto lontano l'avremmo portato".

Alcune delle foto della giornata (foto Bordignon)