sabato 30 aprile 2022

Vicenza-Lecce 2-1, esplode lo studio di Diretta Biancorossa

La gioia di Sara Pinna dopo il gol decisivo
Una vittoria incredibile quella conquistata dal Vicenza sul Lecce per 2-1 allo stadio "Menti", nell'incontro valido per la penultima giornata di campionato di Serie B.
Un successo che ancora non significa nulla, se non verrà replicato nell'ultima gara di Alessandria, in cui i biancorossi dovranno vincere per salvarsi. Allo stesso modo, il ko non preclude alla squadra salentina le possibilità di promozione, che potranno essere appagate da un successo abbastanza prevedibile nel gran finale contro il Pordenone.
La partita è stata ancora più bella vissuta attraverso il 'teatrino' di "Diretta Biancorossa", il programma di TVA Vicenza condotto in studio dalla bella Sara Pinna, questa volta in un elegante tubino rosa, accompagnata dal consueto nugolo di ruspanti opinionisti in studio.
Partita combattuta quindi, nella ripresa, si alza il dominio del Lecce fino al vantaggio di Gabriel Strefezza al 69'. Subito dopo, succede di tutto: un petardo arriva in campo, colpisce il portiere vicentino, Nikita Contini, costretto a uscire in barella (e già qui i biancorossi avrebbero forse potuto pretendere la vittoria a tavolino). Quando tutto sembra perduto ecco il rigore per il Vicenza, all'inizio di un recupero lunghissimo (proprio a causa dell'interruzione del petardo): lo calcia prima Riccardo Meggiorini, un tiro moscio ben parato da Gabriel,che però si muove in anticipo, e l'arbitro ordina la ripetizione quando già Meggiorini era in preda alla disperazione e il Lecce aveva la palla pronta per il contropiede. Stavolta a calciare è Davide Diaw a calciare forte, nell'angolino, Gabriel intuisce ma non c'è nulla da fare (94'). Il recupero prosegue, il Vicenza tenta degli assalti sfruttando i lanci lunghi del portiere di riserva, Matteo Grandi, che poi sarebbe il terzo portiere dei 'lanieri', il Lecce colpisce in contropiede e sembra essere più in palla, ma i veneti estraggono il jolly al 103': Filippo Ranocchia conduce palla verso l'area ospite, si guarda intorno, sembra non saper cosa fare e allora prova il tiro dalla distanza: Gabriel stavolta non è reattivo e il pallone si insacca facendo esplodere il "Menti" e anche lo studio di "Diretta Biancorossa".
Sara Pinna, ancora una volta, dispensa la parola e le emozioni con bravura, e qui sotto si merita tutta d'un fiato una carrellata fotografica di questo pazzo pomeriggio calcistico, fra speranza, delusione ed entusiasmo.




Nadana Fridrikshon da giornalista a spia: divampa la caccia alle streghe

Nadana Fridrikshon alla televisione russa
Dopo le censure alla stampa russa, la cancellazione di siti e televisioni legati in qualche modo a Mosca presenti sul web o sui nostri satelliti televisivi, siamo arrivati direttamente alle accuse di spionaggio. Chi esprime un'idea diversa da quella propugnata dal 'conducator' nazionale Mario Draghi, scendiletto del 'padrone' americano, merita di finire sotto le grinfie del Copasir: se poi ha la sventura di essere di nazionalità russa è certamente un agente inviato dal Cremlino, membro di quel FSB che ha sostituito il KGB.
Ergo, devo immaginare che anche io che, a occhio a croce, esprimo spesso giudizi critici verso la posizione del governo italiano nei confronti della guerra in Ucraina, debba essere 'attenzionato' dagli agenti del controspionaggio nazionale.
Sicuramente lo è Nadana Fridrikhson (di cui sono, fra l'altro, 'amici' su Facebook, faccio pubblico 'outing'): "In un programma RAI si possono ospitare non giornalisti qualunque ma funzionari del ministero della Difesa russo?". La domanda è posta dal deputato PD e membro della Vigilanza RAI, Andrea Romano, evidentemente 'dimentico' che, per quanto riguarda la parte ucraina, nelle televisioni italiane sono sfilati uno dopo l'altro giornalisti, inviati, politici, militari, ministri e viceministri. Lo stesso Romano che aveva richiesto l'allontanamento del professor Alessandro Orsini dal programma "Carta Bianca" di Bianca Berlinguer, programma cui, fra l'altro, ha partecipato in maniera 'pericolosa' la Fridrikhson.
Insomma, il pensiero dissonante, ancora una volta, spaventa anzi, terrorizza, i membri del PD. Fautori di una guerra che la maggioranza degli italiani non vuole, riaffermata dai partiti di maggioranza del Parlamento, Lega e Cinque Stelle. Una scelta di guerra che in Parlamento però, non è stata discussa. Proprio come quella mancanza di discussione che paventa tanto Romano, alla faccia di qualsiasi giornalista, sia esso collegato con ministeri della difesa od organi della sicurezza del proprio Paese.

L'intervista della Fridrikshon rilasciata a "La Stampa"

Pontebba: l'hockey ghiaccio torna in Friuli, anche se per poco

Lo storico Pontebba in azione (foto Ranieri Furlan) 
L'hockey ghiaccio di livello torna a pattinare al PalaVuerich di Pontebba, due partite della Nazionale italiana, due gare di preparazione contro Slovenia prima e Francia poi.
Un moto di nostalgia per gli appassionati friulani di hockey che, finora, avevano dovuto rimanere attaccati alla recente quanto sfortunata epopea del Pontebba, denominato anche con l'affascinante nome di Aquile FVG (che sta, ovviamente, per Friuli Venezia Giulia).
Una squadra che, nei suoi dieci anni giocati ad alti livelli (è stata fondata nel 1986, masolo molto più tardi si è affacciata nell'hockey che... conta), è riuscita nell'impresa di vincere una Coppa Italia nel 2008 quando, il 2 marzo, superò, in una sorta di 'quasi derby' ladino, l'Alleghe per 4-2.
Una vittoria che rappresenta l'unica competizione ufficiale di livello, legata a sport di squadra 'superiori', che il Friuli abbia mai potuto mettere in bacheca (lo storico Cividin Trieste della pallamano appartiene, giustamente, alla Venezia Giulia).
Un fuoco fatuo, che portò nel 2014 allo scioglimento della squadra, un vuoto non certamente colmato dalla squadra che oggi si esibisce a Pontebba in tornei minori dal sapore amatoriale, e che obbliga oggi gli appassionati friulani, a 'esportare' la propria passione nell'austriaca Carinzia (a Villach e Klagenfurt, in italiano Villacco e Clanforte...) e nella slovena Carniola (Jesenice).
Certamente, in un movimento hockeistico che, in previsione dei prossimi giochi invernali, ancora non riesce a fare decollare l'hockey a Milano, sarebbe troppo auspicare il ritorno di questo sport in una regione dimenticata come il Friuli, ma che sarebbe comunque perfetta per riospitarlo, anche per la sua posizione geografica. Resta lo stupore dell'immobilismo di una regione che, ai tempi d'oro delle 'Aquile', fu compartecipante dell'organizzazione di tornei dal sapore perfino internazionale, come l'Euroregione a Claut. La speranza è che queste due partite (sconfitta con la Slovenia, vittoria con la Francia) siano il primo passo di un ritrovato 'feeling' con questo splendido sport.
Su HockeyTime i dettagli delle due partite:

Cibus 2022, la Finocchiona IGP tra le protagoniste

Finocchiona e vino toscani protagonisti al Cibus
E' in arrivo Cibus, la fiera internazionale dell'agroalimentare Made in Italy di scena a Parma, dopo oltre due anni di assenza, dal 3 al 6 maggio.
Per l'occasione si presenterà in grande stile la Finocchiona IGP, lo storico salume toscano che sarà protagonista di uno stand rinnovato che intende trasportare i visitatori della fiera in un angolo di Toscana.
"La partecipazione a Cibus 2022 – dichiara il presidente del Consorzio di Tutela della Finocchiona IGP, Alessandro Iacomoni – rappresenta l'appuntamento più importante per il nostro Consorzio durante questo anno. La kermesse di Parma attira buyers da tutto il mondo e il nostro obiettivo è quello di far conoscere le caratteristiche e la bontà della Finocchiona IGP agli operatori che vorranno venire a conoscerci al nostro stand. Per la Finocchiona IGP è stato un 2021 da record e siamo convinti che il ritorno a una fiera internazionale, accompagnati anche da altre eccellenze toscane, possa consentire alla denominazione di confermare le quote di mercato acquisite e guardare ai prossimi mesi con rinnovato ottimismo".
Cibus sarà anche l’occasione per presentare gli ultimi dati di produzione per la Finocchiona IGP che arrivano dall'importante crescita registrata nel 2021 che ha permesso al Consorzio di chiudere lo scorso anno con un +20,88% all'insacco (rispetto al 2020) con circa due milioni e 300mila chilogrammi di impasto insaccato atto a diventare Finocchiona IGP una volta terminato il periodo di stagionatura.
L'anno scorso si è registrato inoltre un grande successo anche per le vaschette con oltre tre milioni di vaschette confezionate.
Il primo trimestre del 2022 ha portato con sé numeri ancora in crescita, basti pensare che il prodotto certificato aumenta con il 31,2% rispetto ai primi tre mesi del 2021, e così anche le vaschette con +26,8% che già si avviano oltre 900mila pezzi confezionati.

NTT DATA: Tangity vince l’iF Design Award 2022

Va a Tangity, Design Studio parte del network globale di NTT DATA, l'iF Design Award 2022, uno dei più rinomati premi nel campo della progettazione a livello mondiale.
Un successo arrivato nella disciplina Communication, categoria Websites, grazie al progetto sviluppato per il sito web di Banca AideXa.
Un sito 'user-friendly', con un'interfaccia utente pensata per gli imprenditori e un'identità visiva improntata al minimalismo e alla sostenibilità visiva: queste le caratteristiche che hanno permesso a Tangity di distinguersi rispetto agli oltre 11mila concorrenti provenienti da 57 paesi diversi.
Nato nel 1954, l'iF Design Award è uno dei più antichi premi di design, organizzato dall'iF International Forum Design GmbH, con sede ad Hannover e una giuria, composta da 132 membri indipendenti provenienti da tutto il mondo.

Bioetanolo, la sostenibile leggerezza del carburante

Tra le fonti di energia alternativa si cita anche il bioetanolo. Ma che cosa è? Si tratta di un etanolo prodotto mediante un processo di fermentazione delle biomasse e può essere utilizzato come componente per benzine in percentuali fino al 40% senza modificare il motore.
La direttiva dell'Unione Europea RED (Renewable Energy Directive) prevede sin dal 2009 l'utilizzo di fonti rinnovabili in sostituzione delle fonti fossili. La nuova direttiva RED 2 (recepita dall’Italia lo scorso dicembre) prevede che i fornitori di benzina, diesel e metano siano obbligati a conseguire entro il 2030 una quota almeno pari al 16% di fonti rinnovabili sul totale dei carburanti immessi in consumo.
L’utilizzo immediato del bioetanolo che consente una riduzione media delle emissioni del 75%, assieme ad altri biocarburanti ed energie rinnovabili da sviluppare nei prossimi anni, come elettrico e idrogeno verde, diventa pertanto fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi che l'Europa si è posta, ossia la riduzione delle emissioni di almeno il 55% entro il 2030.
Purtroppo il bioetanolo oggi prodotto nel nostro Paese viene destinato ai mercati europei confinanti (Svizzera e Francia). Per ovviare a questo servono nuove proposte, di cui si fa portavoce AssoDistil, Associazione che da oltre 70 anni rappresenta e tutela le principali realtà del settore della distillazione italiana, e che proprio per questo, l'11 maggio, ha organizzato un evento cui ha invitato alcuni fra i massimi esponenti della politica e dell'industria dedicata.

giovedì 28 aprile 2022

Lo scivolone de La7: Raiola è morto, anzi no

La pagina 'online' de La7 con la notizia, opportunamente cancellata
Brutta figura del telegiornale de La7, che ha dato per avvenuto il decesso di Mino Raiola, il noto e discusso procuratore di giocatori di calcio, che sarebbe comunque in gravissime condizioni a causa di un tumore.
Un inciampo non da poco,che getta luce non voluta su una condizione, da molti risaputa, ma che certamente non era necessario ribadire: lo stato di salute quasi disperato di Raiola che, però, non ha alcuna intenzione di mollare.
Come sia nata la notizia non è dato sapere, non ho seguito l'evoluzione e lo sviluppo delle fonti, ma è curioso come a La7, evidentemente, vada d'accordo con coloro che le notizie 'a modo mio' sono addirittura abituati a spararle in prima pagina, come quel Massimo Giannini, direttore niente meno che del quotidiano "La Stampa", molto spesso ospite dei vari de La7 (e non solo), che poco piàù di un mese fa sparò in bella apertura di giornale una foto drammatica con tanto di titolo strappalacrime: un anziano disperato si copre il volto con le mani, mentre attorno a lui c'è una distesa di cadaveri maciullati. "La carneficina" è il titolo, immagine perfetta nel raccontare la tragedia che si sta svolgendo in Ucraina. Unico problema: la foto non riguarda una delle città ucraine attaccate dai russi, ma Donetsk, la 'capitale' di una delle due repubbliche separatiste, e i cadaveri inquadrati sono quelli di 23 civili 'russofoni' maciullati da un missile ucraino.
Si può dire senza tema: dalle parti de La7 un certo tipo di notizia 'non controllata' sta diventando un'abitudine.

mercoledì 27 aprile 2022

Seven Sisters, sorpresa e azione da guardare tutta d'un fiato

Una scena del film
Raramente dedico un post di questo blog a film e serie varie, anche perché è raro trovare qualcosa di veramente convincente.
Consiglio a tutti una visione attenta di "Seven Sisters", film del 2017 diretto dal regista norvegese Tommy Wirkola e interpretato da un tris d'attori 'doc' come Noomi Rapace, Glenn Close e Willem Dafoe.
La storia è semplice: sette sorelle gemelle, tutte interpretate dalla Rapace, cercano di sopravvivere in un mondo distopico (ma non troppo lontano da quello odierno) in cui il controllo delle nascite causa depauperamento delle risorse mondiali ha reso necessaria la Legge del Figlio Unico.
Tutto gira attorno alla non facile vita quotidiana delle sette gemelle, costrette a vivere una unica vita per non essere scoperte, e quindi obbligate a uscire una per volta, quasi sempre un giorno per volta. La storia, però, assume quasi subito toni drammatici, pronta a trasformare il film in uno splendido 'fanta-action' dal finale (una volta tanto) imprevedibile.
Ben accolto dalla critica, il film ha anche ricevuto una candidatura al Locarno International Film Festival del 2017 ma, soprattutto, si lascia vedere con piacere e trasporta lo spettatore d'un fiato sino alla fine, inattesa.
Inoltre, meglio dirlo piano per non scatenare le polemiche di femministe isteriche, è un potente inno alla vita contro l'uccisione di bambini innocenti immolati sull'altare di una società consumista. Ricorda niente?





Tagadà, follia guerrafondaia: "Buttiamo bombe a grappolo sui russi"

Un momento della trasmissione di martedì 26 aprile
Potrebbe avere quasi del comico la presa di posizione del generale Leonardo Tricarico, capo do Stato Maggiore dell'Aeronautica italiana, se non fosse così drammaticamente legato alla cronaca.
Presente come ospite collegato durante la trasmissione "Tagadà", condotta da Tiziana Panella su La7, martedì 26 aprile, il generale ha espresso una serie di opinioni, fra le quali una, al limite del delirio d'onnipotenza, su come 'salvare' le persone rinchiuse nelle acciaierie Azovstal di Mariupol, militari e civili, dando per scontato, fra l'altro, che i civili siano lì per propria volontà e non, come molto più probabile, costretti dai feroci miliziani del Battaglione Azov e usati come 'scudi umani'.
La risposta, candida, del generale, è stata agghiacciante, espressione di un personaggio che, come molti altri fra coloro che si esprimono sul piccolo schermo, è evidentemente lontano dalla realtà.
Sui soldati russi si potrebbero usare le bombe a grappolo, quelle ritenute fuorilegge da un accordo internazionale (peraltro non sottoscritto da diversi Paesi, fra cui anche Stati Uniti, Russia e Cina) e che proprio gli ucraini avevano accusato i russi di utilizzare, senza peraltro possedere prove ufficiali al riguardo.
Per il generale Tricarico, però, sarebbero pienamente legittime se usate da 'forze speciali' (mercenari? truppe d'assalto? di quale Paese?) nei confronti dei 'russi', non più pensati come esseri umani, protagonisti come gli ucraini di una guerra che andrebbe fermata, ma 'oggetti inanimati' da eliminare, senza anima, senza famiglia, magari poi sono gli stessi che abbiamo incontrato e conosciuto durante uno dei nostri tanti viaggi-vacanze a Mosca o San Pietroburgo. Ma per Tricarico va bene tutto, e chissenefrega se un'azione di tal peso porterebbe quasi certamente a uno scontro globale di proporzioni immani.
Vale la pena riportare le parole del generale alla lettera, così come le ho ascoltate e riascoltate dalla registrazione di "Tagadà" (il link alla puntata intera è sopra la parola 'Tagadà', più in alto), magari immaginandole con un lieve accento tedesco, come quello usato da Oreste Lionello per doppiare il 'Dottor Stranamore'...
"Io naturalmente giudico senza avere la mappatura delle forze e delle condizioni sul terreno - comincia Tricarico -, però oggi io organizzerei una grande operazione di salvataggio di tutte quelle persone con delle forze speciali. Io immagino che sul territorio ucraino già ci siano delle forze speciali di altri paesi, l'armamento da usare è anche abbastanza sotto mano - Ed ecco il colpo di genio, che va ben oltre l''action movie' alla Sylvester Stallone -. Io penso che i russi abbiano lasciato a presidio della blindatura di questa acciaieria delle forze. ecco bisogna eliminarle. Allora, l'armamento ideale sarebbe un'arma non consentita, che sono le bombe a grappolo, perché le bombe a grappolo si chiamano anche a saturazione di area. Si studia quant'è ampia quell'area, si lanciano delle bombe a grappolo in modo che ricoprano tuta l'area, se fossimo sicuri che ci sono solo soldati russi, come mi sembra che sia. Se non fossero naturalmente utilizzabili per motivi etici (cioè, se non spappolassero i corpi solo degli inanimati soldati russi, ndr) le bombe a grappolo ecco, quei droni di cui abbiamo parlato prima sarebbero l'armamento ideale, perché colpiscono anche dei punti e individuano molto bene qual'è l'obiettivo e sono molto precisi, si bonifica l'ara e si apre il tutto e li si fa fuggire". Nessuna replica in studio. Va bene così. Ecco servita a voi la Terza Guerra Mondiale.

sabato 23 aprile 2022

Milano Restaurant Week, nuovi sapori sotto la Madonnina

Una prelibata sogliola alla milanese da "Arrow's" (foto Bordignon) 
Se la cultura passa anche dalla cucina la domanda da porsi è: quanto i milanesi conoscono le tradizioni e le eccellenze della propria città? Per supplire al punto interrogativo va in scena la seconda edizione della Milano Restaurant Week che, fra lunedì 2 a domenica 8 maggio, consentirà ai cittadini ma anche ai turisti della Città della Madonnina di assaporare il meglio delle proposte offerte da una città spesso misconosciuta in tema gastronomico.
L’iniziativa, promossa, fra gli altri, dal Comune di Milano e dalla Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, offrirà una serie di itinerari alla scoperta dei quartieri più distintivi della città e delle specificità culinarie proposte.
Il tutto con un importante occhio all'ambiente: fra gli obiettivi del progetto, infatti, c’è la volontà di accendere l’attenzione sulla rilevanza della Food Policy, la politica alimentare orientata a rendere più 'sostenibile' il sistema: fra le cosiddette 'buone pratiche' promosse rientrano l’uso di prodotti a 'chilometro zero' provenienti dalla filiera corta dell’area metropolitana, l’incentivo al 'doggy bag' e la proposta di menù vegeterariani e vegani.
 Grazie alla pratica piattaforma Milano Restaurant Week sarà possibile prenotare  – in base al quartiere e alla tipologia di cucina – un’esperienza culinaria unica a prezzi speciale con menù degustazione proposti a prezzo fisso e a cifre abbordabili, a cominciare dai 20 e 40 euro per poi, inevitabilmente, salire.

giovedì 21 aprile 2022

Giuseppe Selvaggi, speciale riconoscimento dalla città di Sesto San Giovanni

Un 'collage' di immagini della giornata
Fari puntati su Giuseppe Selvaggi, uomo di saggezza e cultura che mi onoro di avere come amico e che, proprio pochi giorni fa, ha ricevuto con pieno merito l'Attestato di Merito Civico dalla città di Sesto San Giovanni direttamente dalle mani del sindaco, Roberto Di Stefano, per, come cita la motivazione, "la sua attività di scrittore e di divulgatore del sapere e per l’impegno di studioso di tradizioni popolari".
Personalità poliedrica quella di Selvaggi, che si è scoperto scrittore di rara sensibilità nell'età matura dopo essersi impegnato con successo nella Milano del sociale senza mai dimenticare la sua grande passione per lo studio della cultura popolare.
Biscegliese di nascita e milanese d’adozione, Selvaggi è capace di regalare, attraverso le proprie parole, siano esse sulla carta o declamate, sensazioni ed emozioni intense e appassionate, figlie di un uomo schivo e profondo, in grado di usare la penna, come ha scritto un critico dei suoi libri, "come pennello quasi a voler dipingere sensazioni e personaggi".
Pochi giorni dopo aver calcato il palcoscenico del Palazzo delle Stelline, dove è intervenuto in qualità di ospite a un evento dedicato al mondo dell'olio d'oliva, ecco che Selvaggi ha così conquistato anche Sesto San Giovanni, che ha deciso di istituire questa serie di 'benemerenze' per dare un riconoscimento a persone o enti che si siano distinti nel conferire particolare prestigio alla città.

sabato 16 aprile 2022

La brutta figura di Quarto Grado con Nadana Fridrikhson

Una bella foto di Nadana Fridrikhson dal suo profilo Instagram
I media italiani sprecano l'ennesima occasione per evitare una brutta figura. Non è la prima volta che un rappresentante della stampa russa compare sulle nostre televisioni, ma è forse la prima (sarò sincero, evito di guardare normalmente la pattumiera televisiva che ci viene quotidianamente fornita) che una stessa giornalista venga sottoposta a un fuoco di fila vergognoso e a una serie di attacchi isterici da osteria di quart'ordine.
Capita alla bella Nadana Fridrikhson, gentile giornalista di Zevada TV, molto stimata in patria che, sul web, ha così raccontato la sua terribile esperienza sui 'liberi' media del Belpaese, dapprima su La7 ("Otto e mezzo" di Lilli Gruber) quindi su Rete 4 ("Quarto grado" di Gianluigi Nuzzi).
Sottoposta al tiro incrociato del guittume giornalistico nazional popolare, la Fridrikhson si è dovuta sorbire anche l'incresciosa reazione di tale Carmelo Abbate, maschera carnascialesca del tipico italiano 'meridionaleggiante', voce a 140 decibel e gestualità incontrollata, quei tizi che fanno tanto ridere a una cena di mezzanotte in una tavolata estiva in riva al mare, ma che lasciano di stucco se uno si immagini di trovarsi di fronte a un bipede pensante.
La bella Nadana ha strabuzzato gli occhi, forse non credeva manco lei in quale cartone animato dell'orrore fosse terminata. Personalmente sono rimasto pochi secondi a osservare tale scempio televisivo quindi, inesorabile, il pulsante è tornato sulla partita del Milan.
Pochi giorni fa, sui propri canali 'social', la Fridrikhson ha postato la propria reazione al 'supplizio' patito, fortunatamente riportata tradotta da un'iscritta a Facebook di origine russa, regalando alla televisione italiana una figura drammatica, che poi è quella che si merita. 
Riporto integralmente: "(la) giornalista russa racconta stupita la sua esperienza nella 'libera' TV italiana. Qui nel video parla del 'preconfezionamento' delle informazioni e delle accuse: "la Russia è l'aggressore, se pronunci la parola guerra ti arrestano 15 anni, i loro cervelli sono cosi lavati... E quando gli parli di fatti concreti, reportage che hai fatto di persona, testimonianze dei civili, di quello che hai sentito e visto con i tuoi occhi, ti stoppano e cominciano con i loro dischi rotti, credono solo agli americani, noi russi non siamo giornalisti".
Le mie scuse alla collega, le posso solo dire che la gente, in Italia, quella che si incontra per strada, non ha il cervello incatramato come questi signori dell''informazione' vorrebbero.

mercoledì 13 aprile 2022

BIT 2022: Tessere Daune, fra turismo e imprenditoria femminile

Tessere Daune alla BIT di Milano
BIT 2022
non è stata solo la magnificazione del turismo, ma anche l'esaltazione della passione che tanti operatori mettono nel proprio lavoro, come nel caso di Tessere Daune, presentato nell'ambito dei tanti eventi e conferenze andati in scena nello stand di Regione Puglia.
Una serie di intrecci di donne e storie rurali, Tessere Daune ha raccontato l’esperienza della prima rete pugliese di imprese femminili, nata grazie ai finanziamenti del GAL Daunia Rurale 2020 stanziati con il bando 2.2 ‘Daunadonna’.
Undici imprenditrici che, con le loro otto aziende – Mio Padre è un Albero, Gino’s Oil – Azienda Agricola di Paola Marino, Podere Serraglio, Verde è Rubino, Ekostè_agrocosmetica dalla Terra, Sovita, Mania Creativa e Spazio Ripoli – hanno scelto di fare squadra e collaborare.
Le donne di Tessere Daune, vere e proprie ambasciatrici dell’Alto Tavoliere, costituiscono un esempio del Made in Puglia capace di raccontare e valorizzare le eccellenze di questa terra attraverso la collaborazione.
Il tutto grazie anche all'innovativo 'format' delle MaterClass, viaggio con percorsi sensoriali itineranti che parte dall’universo femminile e dalla Madre Terra con l’obiettivo di valorizzare persone, luoghi e storie di un territorio ricco di biodiversità e interessante meta turistica. A raccontare Tessere Daune alla BIT sono state Lidia Antonacci, capofila di Tessere Daune e imprenditrice di Mio Padre è un Albero e Pasqua Attanasio, di Podere Serraglio e Spazio Ripoli, in rappresentanza delle undici ambasciatrici della rete. "Presentare il progetto Tessere Daune alla BIT è stata un’occasione ghiotta per la riscoperta della Daunia Rurale. Ha rinforzato il nostro senso di appartenenza e l’orgoglio di essere daune, perché la novità di questo progetto di cooperazione è che la Daunia Rurale viene raccontata attraverso gli occhi delle imprenditrici della rete che, con coraggio e determinazione, hanno deciso di infilare le loro mani in questa terra e restarci", ha dichiarato la Antonacci, e la Attanasio le ha fatto buon eco: "Siamo soddisfatte di aver esposto il prodotto che ci sta più a cuore: l’impegno di noi donne nel costruire storie che raccontano un territorio, la sua identità, la sua voglia di riscatto e quindi diventare più attrattivo. Il nostro auspicio è che il percorso avviato da Tessere Daune possa oltrepassare i confini dell’Alto Tavoliere e della Puglia per incrociare anche sogni e speranze di chi, come noi, guarda al futuro senza mai dimenticare le proprie radici".

Guerra in Ucraina: la censura di Google AdSense colpisce il pensiero dissonante

Il messaggio 'censorio' inviato da Google AdSense
Qualche giorno di assenza a causa dell'incipiente lavoro, quello vero, che mi permette di vivere a volte alla giornata, a volte meglio. Nessuna censura ufficiale rispetto ai post che scrivo anche perché, forse per fortuna, non smuovono milioni di persone, non essendo io un 'opinion-leader' né blogger di fama mondiale.
Del resto, la censura nel mondo occidentale opera in maniera molto più sottile e programmata. Come nel caso di questo avviso che mi è arrivato in posta da Google Adsense che, in teoria, dovrebbe rappresentare l'unica opportunità di guadagno per un blogger, sempre che, almeno nel mio caso, possano considerarsi un 'guadagno' la decina di 'euri' racimolati negli ultimi mesi in cui mi sono divertito a sparare cazzate sul web.
Il messaggio del 'team di AdSense' (un termine quasi allegro, che pare identificare un gruppo di simpatici ragazzi) è perentorio e non consente repliche: "A causa della guerra in Ucraina, metteremo in pausa la monetizzazione dei contenuti finalizzati a sfruttare, ignorare o giustificare la guerra" (si ribadisce, i miserabili centesimi che vengono elargiti per poche migliaia di visualizzazioni). 
Che poi non si coglie nemmeno il significato di 'ignorare': un post in cui si parla di hockey ghiaccio dovrà obbligatoriamente parlare del conflitto pena l'accusa di volerlo ignorare? E quel 'giustificare la guerra' a cosa si riferisce? La guerra dichiarata dai russi agli ucraini o la Guerra in Ucraina? Chiederne la fine è un peccato di opinione tale da venir 'demonetizzato'? Chiedendo la pace non ci si oppone a quella guerra che si pretende di non voler giustificare?
Poi il 'chiarimento': "Questa sospensione della monetizzazione riguarda, a titolo esemplificativo, dichiarazioni secondo cui le vittime sono responsabili della propria tragedia o affermazioni simili di condanna delle vittime, ad esempio dichiarazioni secondo cui l'Ucraina sta commettendo un genocidio o sta attaccando deliberatamente i suoi stessi cittadini". Ergo? Dobbiamo tacere dei crimini ucraini nel Donbass? Non è possibile scrivere come il missile che ha distrutto la stazione di Kramagorsk e falciato una cinquantina di civili ucraini arrivi direttamente dagli arsenali di Kiev? E' obbligatorio negare come il battaglione Azov, i suoi adepti e simpatizzanti e le altre forze paramilitari che collaborano con Volodymyr Zelensky, che a molti, e anche a me, pare un autentico 'fantoccio' di Joe Biden, siano pervase da una antica, feroce follia omicida? Pare di sì.
Altrimenti Google AdSense non ci darà i soldini che, andrebbero a gonfiare i nostri porci portafogli di 'luridi negazionisti' (de che?).
Però, per fortuna, possiamo tirare un sospiro di sollievo. Qui, nel nostro mondo occidentale, la censura non esiste.

venerdì 1 aprile 2022

Edy Ongaro, il sacrificio che fa crollare il castello di carte della propaganda occidentale

Edy Ongaro, combattente della Brigata Prizrak
E adesso chi glielo va a spiegare ai media del 'mainstream' nazionale, che dalla parte dei filorussi combattono 'eroiche' formazioni di Sinistra e antifasciste? La morte di Edy Ongaro, miliziano veneto che dal 2015 aveva sposato la causa dei separatisti del Donbass, scatena (unico aspetto positivo della sua tragica fine) un autentico corto circuito che va a frantumare il pensiero unico del 'russo cattivo e aggressore', tanto da fare passare in secondo piano l'aspetto più 'estremo' dei battaglioni paramilitari ucraini, ormai inquadrati all'interno dell'esercito di Kiev, traino portante del governo Zelensky, fantoccio dell'Occidente fatto passare per 'stato sovrano'.
Della morte di Ongaro, 'santificata' su Facebook dal Collettivo Stella Rossa Nord-Est come espressione eroica di un combattente per la libertà contro il 'governo fascista di Kiev', in televisione è stato riportato appena un cenno, senza specifiche 'pericolose' che possano distogliere il pubblico dall'unica verità riportata: i volontari, quando ci sono, sono solo quelli che dall'Europa vanno a combattere per l'Ucraina 'libera', tanto da portare ad esempio le Brigate Internazionali della Guerra Civile Spagnola del 1936. Gli altri sono solo dei mercenari, 'contractors' ceceni e siriani, feroci strangolatori e massacratori di bambini.
Peccato che, se proprio non sia capovolta, la situazione è comunque molto diversa. I volontari internazionali, spesso legati a brigate anarco-socialiste (come nel caso della Prizrak cui apparteneva Ongaro), sono schierati dal 2014 a fianco delle milizie filorusse, opposte a una schiera legata a una nazione ucraina da sempre sostenuta dall'estrema destra nazionale ed europea.
Cosa di cui, a me, sia ben chiaro, frega assolutamente zero, ma che va comunque a dissolvere l'ennesima balla propinata dai media nostrani, dalla cosiddetta 'propaganda' che, evidentemente, non opera solo in casa Russia.
Quasi mai mi sono trovato d'accordo (e basta leggere i 'post' di questo blog) con il mondo della Sinistra ma, di fronte alla 'verità' e ai 'valori' dell'uomo la politica si dissolve.
Chi si professa di Destra dovrebbe rabbrividire al solo pensiero di associarsi agli eserciti globalisti al soldo dell'ormai cadaverico presidente americano Joe Biden e della società americana e occidentale. Così come alla Sinistra dovrebbe ugualmente ripugnare lo schierarsi con l'Ucraina per lo stesso motivo. Mai come oggi le due 'estreme' hanno un'occasione per trovarsi affiancate nel combattere il vero e unico nemico, quello del 'mostro' orwelliano che entrambe cerca di sfruttare per distruggere il dissenso.
Anche per questo dobbiamo ringraziare il gesto di Edy Ongaro, una morte eroica (si sarebbe gettato su di una bomba che stava per esplodere per salvare i propri compagni, almeno questo ci racconta il web) che supera di molto il significato del suo gesto e ci svela verità altrimenti nascoste.
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