Adesso che sono in Canada mi devo confrontare con un mondo tutto nuovo... piccolo esempio... alcune parole, ben più che in Italia sono rigorosamente proibite: vi ricordate il mitico Osvaldo Bagnoli della Bovisa, metà anni '80, allenatore dell'Inter, quando un giorno si mise a parlare del suo attacante brasiliano Juary? "E quello lì, si come si chiama, il negrètto", disse, non ricordandosi il nome dello sfigatissimo giocatore (sfigato ovviamente finché rimase all'Inter, visto che appoena sbarcò in Portogallo vinse la Coppa dei Campioni)... e io? Adeso che qui 'nere' e 'gialle' (i famosi 'Charlie di merda' di Apocalypse Now...) sono forse il prodotto migliore offerto dai banchetti delle strade di Toronto, come farò a regolarmi? Rischio la galera... Forse potrei prendere qualche idea da questo splendido 'intervento' del leggendario Maurizio Milani... viva le 'negrètte' e le 'Charlie'!!!
mercoledì 28 ottobre 2009
Ma che se ne andassero un po' tutti affan' culo...
Tempo notturno, tempo di sproloqui, anche perché è da un po’ che non ne faccio, e questo Canada wasp e puritano rischia di ficcarmi in testa che bestemmie e cattivi pensieri non s’hanno da dire, fino alla realtà dello psicoreato. Che comunque, nell’Italia vaticana, è di moda da tempo. La Sinistra malsana si ricorda di vergarsi duramente solo su questioni di lana caprina, esponendo il suo Marrazzo al pubblico ludibrio per essersi sbattuto qualche trans con tanto di filmino. Posso rimproverare il ‘bigolauz’ solo per la scelta del trans, che giudico un po’ troppo ‘spettacolare’… dalle parti di casa mia, a Milano, in via Cenisio, ce ne sono alcuni veramente fantastici… con molto meno ci si potrebbe fare party luculliani e orge catulliane e pure qualcosa d’altro che finisca con la parola ‘ano’…
VOI DAVVERO PENSATE CHE LA GENTE CREDA ALLE DIMISSIONI DI MARRAZZO COME A QUALCOSA CHE SIA FIGLIO DELLA SUA MENZOGNA E DEL SUO PATETICO (CATTOCOMUNISTA) NEGARE TUTTO?
Cito Daniele Capezzone e un suo ‘status’ di Facebook (mi onoro della sua amicizia di vecchio radicale): “Daniele Capezzone ha mille motivi di dissenso da Marrazzo, e spera che la prossima primavera non sia più Governatore del Lazio. Ma oggi gli esprime solidarietà. La polemica va fatta sulla politica, non sui ricatti e sulla violazioni della privacy. Cosa che la sinistra dovrebbe ricordare sempre, non solo quando le fa comodo”.
A volte mi viene perfino la sensazione che a silurare il marito di Roberta Serdoz (che un po’ lo stile ‘cavallona’ del trans ce l’ha, prendetelo come un complimento), siano stati i suoi stessi compagnucci di partito, ansiosi di poterlo costringere alle dimissioni per creare “un’alternativa a sinistra” del puttanesimo e del lasciare ‘eroicamente’ il cadreghino. Come se gli eventi ‘privatissimi’ che si è concesso Silvio a casa sua fossero pane per la ‘monnezza televisivo-mediatica del ‘Grande Fratello’ rosso.
Tant’è, come per Silvio, anche di costui mi schiero al fianco. Però, cristo, non andare a Montecassino. Orsù, Piero Marrazzo, organizza un’altra festa e non vergognarti di volere ed esigere semplicemente di vivere! Saranno benvenuti trans, gay, lesbo, etero e animali di varia specie, in una grande arca del sesso, che tanto roderà e farà impallidire dal livore beghino i pretonzoli in stile Rosy Bindi. Comunque sia, in culo alla balena!... ops, si potrà ancora dire? ;-)))
VOI DAVVERO PENSATE CHE LA GENTE CREDA ALLE DIMISSIONI DI MARRAZZO COME A QUALCOSA CHE SIA FIGLIO DELLA SUA MENZOGNA E DEL SUO PATETICO (CATTOCOMUNISTA) NEGARE TUTTO?
Cito Daniele Capezzone e un suo ‘status’ di Facebook (mi onoro della sua amicizia di vecchio radicale): “Daniele Capezzone ha mille motivi di dissenso da Marrazzo, e spera che la prossima primavera non sia più Governatore del Lazio. Ma oggi gli esprime solidarietà. La polemica va fatta sulla politica, non sui ricatti e sulla violazioni della privacy. Cosa che la sinistra dovrebbe ricordare sempre, non solo quando le fa comodo”.
A volte mi viene perfino la sensazione che a silurare il marito di Roberta Serdoz (che un po’ lo stile ‘cavallona’ del trans ce l’ha, prendetelo come un complimento), siano stati i suoi stessi compagnucci di partito, ansiosi di poterlo costringere alle dimissioni per creare “un’alternativa a sinistra” del puttanesimo e del lasciare ‘eroicamente’ il cadreghino. Come se gli eventi ‘privatissimi’ che si è concesso Silvio a casa sua fossero pane per la ‘monnezza televisivo-mediatica del ‘Grande Fratello’ rosso.
Tant’è, come per Silvio, anche di costui mi schiero al fianco. Però, cristo, non andare a Montecassino. Orsù, Piero Marrazzo, organizza un’altra festa e non vergognarti di volere ed esigere semplicemente di vivere! Saranno benvenuti trans, gay, lesbo, etero e animali di varia specie, in una grande arca del sesso, che tanto roderà e farà impallidire dal livore beghino i pretonzoli in stile Rosy Bindi. Comunque sia, in culo alla balena!... ops, si potrà ancora dire? ;-)))
venerdì 16 ottobre 2009
Toronto... intervallo notturno
Toronto guardami, prendimi, dosami, stracciami, usami, adorami, schiacciami, esaltami, ogni momento fammi vivere dentro di me e con te, su ogni millimetro della tua pelle liscia o screpolata, glabra o corrosa, rendimi partecipe della tua anima e del tuo cuore che posso sentire battere forte. Sei sporca e putrida come piace a me, mi ricordi da dove vengo, sei vissuta e con un filo di morale chiusa a doppia mandata nel retrobottega di un lurido ristorante cinese, unto e pieno di fumo, mentre la pioggia batte ritmicamente il tempo che passa sui vetri ricoperti di poster che urlano il prossimo concerto… Fissami, spingimi, amami, urlami, chiamami, passami sopra con la tua forza, voglio che tu sia mia, come una donna da usare senza fine, ogni notte, sarò ovunque, dentro di te, invisibile ma presente, ovunque tu mi vorrai…
E ora ascoltami... "Invisible Man" (Joe Jackson)
E ora ascoltami... "Invisible Man" (Joe Jackson)
giovedì 15 ottobre 2009
Accesi la tv e vidi Mark Robert Napier...
Mi aggiravo ieri sera fra il solito nugolo di televisioni canadesi che si occupano di sport, e di hockey in particolare, quando vedo un nome in sovrimpressione e mi coglie un tuffo al cuore. Guardo la figura che si staglia sul video, un signore attempato i cui tratti mi ricordano quelli di una foto che avevo scattato alla fine di una partita vinta contro il Bolzano che valeva un tricolore.
Il volto un po’ lentigginoso non mente, anche se davvero non posso credere che i 16 anni passati da allora lo abbiano cambiato così tanto. Però è lui, Mark Robert Napier, numero 65 dei Devils Milano, 'the Machine', indimenticabile compagno di linea di Gaetes Orlando e Paul Beraldo, alternato quest’ultimo a ‘un certo’ Murray Eaves, giusto perché quella squadra, forse la più forte mai vista in un palazzetto italiano, poteva permettersi questo e altro.
Continua a leggere su Milano 2.0
Il volto un po’ lentigginoso non mente, anche se davvero non posso credere che i 16 anni passati da allora lo abbiano cambiato così tanto. Però è lui, Mark Robert Napier, numero 65 dei Devils Milano, 'the Machine', indimenticabile compagno di linea di Gaetes Orlando e Paul Beraldo, alternato quest’ultimo a ‘un certo’ Murray Eaves, giusto perché quella squadra, forse la più forte mai vista in un palazzetto italiano, poteva permettersi questo e altro.
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lunedì 12 ottobre 2009
Questa folle città già mi assorbe, mi tira per la manica e mi 'invita' a vedere concerti in strada...
Toronto comincia a scivolarmi nelle vene come Milano, e forse mi interessa anche un filo di più, permeata di quel magico e caldo alone che solo le città straniere vissute da turisti sanno dare…
Stasera, senza volerlo, sono stato ‘tirato dentro’ due specialissimi eventi che qui evidentemente, per come si sono svolti, sono pura normalità, ed è questa la cosa più bella.
Oggi ho cambiato letto, sono passato dal Beaconsfield, il mio storico Bed & Breakfast, al The Rex, originalissimo hotel su Queen Street West oltre Spadina Avenue, in pienissimo centro. Non pensate a nulla di lussuoso, però, anzi. Il posto è vissuto e cadente, come si confà a ogni ‘tempio’ del jazz. Perché questo è il The Rex, un locale dove regna sovrana la musica ‘calda’ o ‘fredda’ che sia, ma sempre legata al jazz, con ogni giorno, per sette giorni alla settimana, mai meno di due concerti al giorno, tranne il week-end quando diventano quattro…
Primo pomeriggio. Note calde di soundcheck provengono dalla strada. Strano, in centro. Anche lo stadio è lontano… eppure il basso è ‘live’, e così il rullo della batteria… Me ne frego, e mi dirigo alla partita di hockey dei Marlies.
Ritorno… adesso il rumore si fa continuo, melodico, anche se duro… decido di scendere, questa città mi coinvolge, mi tira per la manica… passo un ‘block’, ovvero un isolato, e mi trovo all’improvviso nel mezzo di un concerto punkrock, quello dei Billy Talent, band canadese di Mississauga, proprio qui vicino…
Mi viene in mente la polemica che si è tenuta a Milano pochi mesi orsono sul mancato concerto di Bruce Springsteen dopo le (giuste) polemiche sollevate dai cittadini residenti della zona di San Siro e il ‘bravo’ assessore Terzi a raccontare demagogicamente che Milano non può non ospitare eventi del genere, pace ai cittadini di San Siro se gli rompono i coglioni, cacchio vuoi, tieni pure la casa col giardino... Facciamo così, caro Terzi, prima di raccontarcela, per quanto riguarda l’organizzazione almeno, la prego, passi prima da queste parti, così vedrà che i concerti si possono fare dovunque, basta 'saperli' fare...
Due ali di folla, un piazzale stracolmo, le case piene di gente affacciata, temperatura vicino allo zero, ma per quelli di qui è caldo, due transenne a separare il pubblico dalla strada, una manciata di poliziotti e il gioco è fatto, niente disordine, ognuno al suo posto, con i Billy Talent che si sbracciano, pestano duro e la gente che canta, il tutto immortalato dalle telecamere della Rogers, che sponsorizza l’evento.
Non un intralcio alla strada, non un rallentamento, i tram (qui li chiamano ‘streetcar’) si susseguono regolari, solo la gente in auto rallenta, guarda indietro che succede e poi tira diritto, nemmeno un clacson a stimolare la ‘coda’… Un po’ Barenaked Ladies, un po’ Martha & the Muffins (entrambi proprio di Toronto, guarda caso), un po’ di tutto, i Billy Talent divertono veramente, anche i poliziotti, che battono aritmicamente le dita sulle transenne.
Le luci delle strade si susseguono febbrili, proprio come quelle che vedevamo nei film, il grattacielo dall’alto ci guarda gentile osservando i nostri sospiri e il nostro piacere… l’orgasmo delle note dei Billy Talent si ferma, il riflusso della gente verso l’esterno è un deflusso dolce e ordinato, nulla tracima dall’attenzione civile di questo popolo, che anche stasera mi ha davvero sorpreso…
Ma non poteva essere così facile, e così anche il The Rex decide che è tempo di regalarmi un’emozione, e allora assisto non più tardi di mezzora dopo alla splendida esibizione del John Challanor Septet, un misto del Joe Jackson nella sua versione più jazz, del Chet Baker più ‘cool’ e di quella musica che fece la fortuna de ‘L’audace colpo dei soliti ignoti’… Più di un’ora scivola via malgrado le ali di pollo fritte siano un attentato al mio pancreas, e pensare che questa sera non ho nemmeno avuto bisogno del Drake…
(foto di Massimiliano Bordignon)
Stasera, senza volerlo, sono stato ‘tirato dentro’ due specialissimi eventi che qui evidentemente, per come si sono svolti, sono pura normalità, ed è questa la cosa più bella.
Oggi ho cambiato letto, sono passato dal Beaconsfield, il mio storico Bed & Breakfast, al The Rex, originalissimo hotel su Queen Street West oltre Spadina Avenue, in pienissimo centro. Non pensate a nulla di lussuoso, però, anzi. Il posto è vissuto e cadente, come si confà a ogni ‘tempio’ del jazz. Perché questo è il The Rex, un locale dove regna sovrana la musica ‘calda’ o ‘fredda’ che sia, ma sempre legata al jazz, con ogni giorno, per sette giorni alla settimana, mai meno di due concerti al giorno, tranne il week-end quando diventano quattro…
Primo pomeriggio. Note calde di soundcheck provengono dalla strada. Strano, in centro. Anche lo stadio è lontano… eppure il basso è ‘live’, e così il rullo della batteria… Me ne frego, e mi dirigo alla partita di hockey dei Marlies.
Ritorno… adesso il rumore si fa continuo, melodico, anche se duro… decido di scendere, questa città mi coinvolge, mi tira per la manica… passo un ‘block’, ovvero un isolato, e mi trovo all’improvviso nel mezzo di un concerto punkrock, quello dei Billy Talent, band canadese di Mississauga, proprio qui vicino…
Mi viene in mente la polemica che si è tenuta a Milano pochi mesi orsono sul mancato concerto di Bruce Springsteen dopo le (giuste) polemiche sollevate dai cittadini residenti della zona di San Siro e il ‘bravo’ assessore Terzi a raccontare demagogicamente che Milano non può non ospitare eventi del genere, pace ai cittadini di San Siro se gli rompono i coglioni, cacchio vuoi, tieni pure la casa col giardino... Facciamo così, caro Terzi, prima di raccontarcela, per quanto riguarda l’organizzazione almeno, la prego, passi prima da queste parti, così vedrà che i concerti si possono fare dovunque, basta 'saperli' fare...
Due ali di folla, un piazzale stracolmo, le case piene di gente affacciata, temperatura vicino allo zero, ma per quelli di qui è caldo, due transenne a separare il pubblico dalla strada, una manciata di poliziotti e il gioco è fatto, niente disordine, ognuno al suo posto, con i Billy Talent che si sbracciano, pestano duro e la gente che canta, il tutto immortalato dalle telecamere della Rogers, che sponsorizza l’evento.
Non un intralcio alla strada, non un rallentamento, i tram (qui li chiamano ‘streetcar’) si susseguono regolari, solo la gente in auto rallenta, guarda indietro che succede e poi tira diritto, nemmeno un clacson a stimolare la ‘coda’… Un po’ Barenaked Ladies, un po’ Martha & the Muffins (entrambi proprio di Toronto, guarda caso), un po’ di tutto, i Billy Talent divertono veramente, anche i poliziotti, che battono aritmicamente le dita sulle transenne.
Le luci delle strade si susseguono febbrili, proprio come quelle che vedevamo nei film, il grattacielo dall’alto ci guarda gentile osservando i nostri sospiri e il nostro piacere… l’orgasmo delle note dei Billy Talent si ferma, il riflusso della gente verso l’esterno è un deflusso dolce e ordinato, nulla tracima dall’attenzione civile di questo popolo, che anche stasera mi ha davvero sorpreso…
Ma non poteva essere così facile, e così anche il The Rex decide che è tempo di regalarmi un’emozione, e allora assisto non più tardi di mezzora dopo alla splendida esibizione del John Challanor Septet, un misto del Joe Jackson nella sua versione più jazz, del Chet Baker più ‘cool’ e di quella musica che fece la fortuna de ‘L’audace colpo dei soliti ignoti’… Più di un’ora scivola via malgrado le ali di pollo fritte siano un attentato al mio pancreas, e pensare che questa sera non ho nemmeno avuto bisogno del Drake…
(foto di Massimiliano Bordignon)
domenica 11 ottobre 2009
Qualche consiglio per la lettura notturna...
Visto che non mi va ogni volta di 'sprecare' post su articoli o post pubblicati altrove per non snaturare troppo la natura (snaturare la natura... si potrà dire?), vi lascio un piccolo blocco di letture 'consigliate'... più altre varie di un paio di amici... non mancate, mi raccomando...
Da Milano 2.0: la cronaca della vittoria del Milano sul Caldaro per 4-2. Un hockey veramente 'dell'altro mondo'...
Ancora da Milano 2.0: un 'resume' del ko dell'Inter a Piacenza in amichevole... eheheh, va sempre bene, anche se è amichevole, l'importante è vederla perdere... quando si può...
Tratto dal miglior giornale del mondo, ovvero il Corriere Canadese ovviamente: la mia 'epocale' intervista al sindaco di Messina Peppino Buzzanca... mica pizza-e-fichi!
Ancora dal Corriere Canadese: un articolo dove cito, giustamente, gli 'amici' di Blogosfere...
Passiamo ai siti 'amici', anzi 'amicizzimi'..., a cominciare dal fantastico Spikestremo, dove merita davvero il post sull'hackeraggio subito dalle poste italiane...
Dal divertimento alle cose serie, ovvero al calcio, e quindi spazio al magico Diego28 e a un pezzo di 'fiducia' sulle prospettive della Juventus dopo il ko di Palermo.
Credo di avervi 'deliziato' abbastanza per oggi.
Quindi 'hasta la vista, visto che asta, hasta manana... magname l'asta!' (antico proverbio siriano).
Da Milano 2.0: la cronaca della vittoria del Milano sul Caldaro per 4-2. Un hockey veramente 'dell'altro mondo'...
Ancora da Milano 2.0: un 'resume' del ko dell'Inter a Piacenza in amichevole... eheheh, va sempre bene, anche se è amichevole, l'importante è vederla perdere... quando si può...
Tratto dal miglior giornale del mondo, ovvero il Corriere Canadese ovviamente: la mia 'epocale' intervista al sindaco di Messina Peppino Buzzanca... mica pizza-e-fichi!
Ancora dal Corriere Canadese: un articolo dove cito, giustamente, gli 'amici' di Blogosfere...
Passiamo ai siti 'amici', anzi 'amicizzimi'..., a cominciare dal fantastico Spikestremo, dove merita davvero il post sull'hackeraggio subito dalle poste italiane...
Dal divertimento alle cose serie, ovvero al calcio, e quindi spazio al magico Diego28 e a un pezzo di 'fiducia' sulle prospettive della Juventus dopo il ko di Palermo.
Credo di avervi 'deliziato' abbastanza per oggi.
Quindi 'hasta la vista, visto che asta, hasta manana... magname l'asta!' (antico proverbio siriano).
Tre, numero perfetto di un venerdì sera a Toronto
Come un fiore che si schiude all'alba (dio, che immagini auliche...), Toronto lentamente scopre i suoi petali notturni ai miei occhi, che altro non aspettano che di tuffarsi sugli stami e sui pistilli che ne costituiscono la parte più... succosa... vabbeh, raga, è così... Insomma, Toronto sta man mano rivelandosi. Ieri serata 'a tema'... quale tema? Boh, e che ne so, dicevo così per dire... in realtà no, il tema c'è, ed è quello del divertimento... ho visto gente 'di-ver-tir-si' nel vero senso della parola, lasciarsi andare senza dover pensare all'atteggiamento da tenere in questa o quella situazione...
E così la serata è cominciata, manco a dirlo, al Drake Hotel, dove questo venerdì sera suonavano le band... ho ascoltato la prima, davvero terribile. In realtà questo 'duo di supporto', gli Standstills, erano formati da una chitarra (classico giovinotto canadese come ve lo immaginereste, biondo, barbisini, pizzetto, camicia a quadrotti, jeans strappati, uscito in pratica da una cartolina) e da una batteria, davvero ben suonata da una bambolina tutto pene ed energia. Per quanto si sbattessero però, l'effetto era veramente disarmante: il pubblico comunque (non più di venti persone) ha gradito.
Il concerto più atteso, quello degli Street Fever, lho saltato per recarmi in College Street, dove mi sono infilato nella solita 'topaia' (che qui adesso per me ha assunto un nuovissimo significato, decisamente positivo...), il Wild Indigo. Davvero buona la musica di sottofondo, fra cui merita un cenno il rapper di turno, Girl Talk.
Infine un salto in discoteca, la prima di questa mia vita mondana canadese, lo Shallow, sempre in College... ragazze di tutti i tipi, generi e colori, un vero supermercato che farebbe la gioia dei 'cucadores' ante litteram... comunque non è così scontato, sebbene sia convinto che, con un di mestiere... ok, lassém perd...
Tre posti, tre piccole 'chicche' da raccontarvi... tre momenti di un venerdì, ma poteva essere anche sabato, che da queste parti vivono in maniera piena, senza smancerie e con una certa spensierata semplicictà...
E così la serata è cominciata, manco a dirlo, al Drake Hotel, dove questo venerdì sera suonavano le band... ho ascoltato la prima, davvero terribile. In realtà questo 'duo di supporto', gli Standstills, erano formati da una chitarra (classico giovinotto canadese come ve lo immaginereste, biondo, barbisini, pizzetto, camicia a quadrotti, jeans strappati, uscito in pratica da una cartolina) e da una batteria, davvero ben suonata da una bambolina tutto pene ed energia. Per quanto si sbattessero però, l'effetto era veramente disarmante: il pubblico comunque (non più di venti persone) ha gradito.
Il concerto più atteso, quello degli Street Fever, lho saltato per recarmi in College Street, dove mi sono infilato nella solita 'topaia' (che qui adesso per me ha assunto un nuovissimo significato, decisamente positivo...), il Wild Indigo. Davvero buona la musica di sottofondo, fra cui merita un cenno il rapper di turno, Girl Talk.
Infine un salto in discoteca, la prima di questa mia vita mondana canadese, lo Shallow, sempre in College... ragazze di tutti i tipi, generi e colori, un vero supermercato che farebbe la gioia dei 'cucadores' ante litteram... comunque non è così scontato, sebbene sia convinto che, con un di mestiere... ok, lassém perd...
Tre posti, tre piccole 'chicche' da raccontarvi... tre momenti di un venerdì, ma poteva essere anche sabato, che da queste parti vivono in maniera piena, senza smancerie e con una certa spensierata semplicictà...
venerdì 9 ottobre 2009
Silvio, il Movimento Martiano, Toffolo e 'Alien'
Giorni bui per l’Italia, sebbene io viva lontano lontano. Osservare i tentativi della serpe comunista di schiacciare la testa di Silvio fa male, un po’ come vedere la spazzatura di sinistra riempire di nuovo le piazze e l’informazione italiana. Fra poco ci sarà qualcuno che tornerà a vagheggiare di Cuba e Corea del Nord, additando il Movimento Martiano di terrorismo anticastrista. Parola d’ordine: resistenza.
Intanto il ‘democratico’ giornale La Repubblica definisce il film su Barbarossa sponsorizzato dalla Lega un inutile fumettone su un personaggio inventato. Fortunatamente la presenza di Repubblica sul mio tavolo dura un nanosecondo, giusto il tempo di scartarne il Corriere Canadese e gettarla nel cestino dei rifiuti. Personalmente ritengo Silvio Martinelli un regista palloso, per cui può essere che il film non sia un kolossal alla Ridley Scott. Strano, perché di solito i film ‘lenti’ e carichi di struggenti intensi momenti sono quelli per cui va pazza la sinistra con ‘barba lunga’ e occhiali spessi. Io ho sempre preferito guardare la quadrilogia di ‘Alien’ e ‘Predator’, per cui preferisco tenermi le eventuali critiche al momento in cui guarderò il film, consapevole che quelle di Repubblica valgono come un rotolo di carta igienica usato al posto della tovaglia.
L’untuoso Fini ha pubblicato un documento in cui sostiene l’esimio presidente proveniente dal PCI, ma da tempo avevamo capito che di questo personaggio ci si può fidare come del ‘guerriero longobardico’ interpretato da Lino Toffolo nell’’Armata Brancaleone’.
A Toronto posso pensare tranquillamente all’hockey ghiaccio, anche se i Maple Leafs fanno cagare forse anche più del Milan di proprietà, guarda caso, proprio di Berlusconi. E qui si chiude il cerchio. Ancora Silvio, e qui sì mi incazzo. Sul Milan non si scherza, mai. L’inflazione può galoppare, il debito pubblico sprofondare, ma i ‘ragazzi’ sono loro la nostra bandiera. In questo caso, caro Silvio, passo all’opposizione. Stai tranquillo: non sono qui per giudicarti. Se ti va una ‘bambolina’, nessun problema, Toronto ne è piena. Però, mi consenta, ci vado prima io…
Nel frattempo vi regalo un paio di dati sull'Eden cubano che la sinistra italica, Repubblica e la finta informazione del Belpaese ci danno, spingendoci al turismo sessuale (condivisibile) e a quello della magliette rossonere (bel colore) col faccione del Che (patetico)...
Dal 1959 a oggi:
Giustiziati ufficialmente: 5.760.
Stime degli oppositori: 88.000, di cui 18.000 per esecuzioni, 3.000 per esecuzioni extragiudiziarie, 1.000 morti in prigione e 66.000 morti per aver tentato di fuggire da Cuba.
Secondo Cuba Archive, ricerche incrociate evidenziano 9.000 morti e 77.000 "balseros" morti nel tentativo di fuggire da Cuba.
E buon 'Annozero' a tutti!
Intanto il ‘democratico’ giornale La Repubblica definisce il film su Barbarossa sponsorizzato dalla Lega un inutile fumettone su un personaggio inventato. Fortunatamente la presenza di Repubblica sul mio tavolo dura un nanosecondo, giusto il tempo di scartarne il Corriere Canadese e gettarla nel cestino dei rifiuti. Personalmente ritengo Silvio Martinelli un regista palloso, per cui può essere che il film non sia un kolossal alla Ridley Scott. Strano, perché di solito i film ‘lenti’ e carichi di struggenti intensi momenti sono quelli per cui va pazza la sinistra con ‘barba lunga’ e occhiali spessi. Io ho sempre preferito guardare la quadrilogia di ‘Alien’ e ‘Predator’, per cui preferisco tenermi le eventuali critiche al momento in cui guarderò il film, consapevole che quelle di Repubblica valgono come un rotolo di carta igienica usato al posto della tovaglia.
L’untuoso Fini ha pubblicato un documento in cui sostiene l’esimio presidente proveniente dal PCI, ma da tempo avevamo capito che di questo personaggio ci si può fidare come del ‘guerriero longobardico’ interpretato da Lino Toffolo nell’’Armata Brancaleone’.
A Toronto posso pensare tranquillamente all’hockey ghiaccio, anche se i Maple Leafs fanno cagare forse anche più del Milan di proprietà, guarda caso, proprio di Berlusconi. E qui si chiude il cerchio. Ancora Silvio, e qui sì mi incazzo. Sul Milan non si scherza, mai. L’inflazione può galoppare, il debito pubblico sprofondare, ma i ‘ragazzi’ sono loro la nostra bandiera. In questo caso, caro Silvio, passo all’opposizione. Stai tranquillo: non sono qui per giudicarti. Se ti va una ‘bambolina’, nessun problema, Toronto ne è piena. Però, mi consenta, ci vado prima io…
Nel frattempo vi regalo un paio di dati sull'Eden cubano che la sinistra italica, Repubblica e la finta informazione del Belpaese ci danno, spingendoci al turismo sessuale (condivisibile) e a quello della magliette rossonere (bel colore) col faccione del Che (patetico)...
Dal 1959 a oggi:
Giustiziati ufficialmente: 5.760.
Stime degli oppositori: 88.000, di cui 18.000 per esecuzioni, 3.000 per esecuzioni extragiudiziarie, 1.000 morti in prigione e 66.000 morti per aver tentato di fuggire da Cuba.
Secondo Cuba Archive, ricerche incrociate evidenziano 9.000 morti e 77.000 "balseros" morti nel tentativo di fuggire da Cuba.
E buon 'Annozero' a tutti!
giovedì 8 ottobre 2009
Istantanee dal Drake Hotel
Stasera passaggio dalle parti di College Street, in quella che sarà prossimamente (più o meno) la 'mia' zona (abiterò in Delaware Road). Il Drake Hotel, posto all'angolo fra Queen Street West e Beaconsfield Avenue, rimarrà più lontano, ma non per questo non sarà più meta dei miei pellegrinaggi.
In queste serate di vita mondana 'torontina' ho scoperto che ogni sera nel suo seminterrato, nel suo piano terra, o sulla sua terrazza succede qualcosa.
Vi lascio qualche istantanea, anche se in questo caso non mia (e si vede...), visto che il sottoscritto, stravolto dalla giornata di lavoro, già ronfava...
Le foto, di James Kachan e David Waldman, risalgono tutte a questi ultimi giorni, e in una di queste potrete trovare un signore che suona con gli Smiths...
In queste serate di vita mondana 'torontina' ho scoperto che ogni sera nel suo seminterrato, nel suo piano terra, o sulla sua terrazza succede qualcosa.
Vi lascio qualche istantanea, anche se in questo caso non mia (e si vede...), visto che il sottoscritto, stravolto dalla giornata di lavoro, già ronfava...
Le foto, di James Kachan e David Waldman, risalgono tutte a questi ultimi giorni, e in una di queste potrete trovare un signore che suona con gli Smiths...
mercoledì 7 ottobre 2009
Va ai Senators la 'Battle of Ontario': 2-1 ai Leafs
Cari lettori,... mio dio che incipit... diciamo pure che di questi tempi devo fare le cose un po' di fretta e non posso fermarmi come vorrei, ma vi assicuro che si preparano grandi cose all'Urlo del Diavolo... bene, stasera all'Air Canada Center è andata in scena la 'Battle of Ontario', ovvero la sfida fra Toronto Maple Leafs e Ottawa Senators.
Io, pur giunto con una decina di minuti di ritardo (oggi al Corriere Canadese ho realizzato la mia prima accoppiata di pagine, mica pizza e fichi...). I Senators hanno vinto in maniera più larga di quanto non dica il sofferto 2-1 (0-0, 2-0, 0-1) finale, con reti di Donovan (sospetto bastone alto), Alfredsson (su rigore per fallo su Michalek lanciato a rete) e Stajan in power-play per i Maple Leafs, con splendida parata salvarisultato di Leclaire a pochi secondi dalla fine. A fine partita sfogo del coach di casa Ron Wilson (ma con la squadra che ha c'è poco da sfogarsi...), mentre da queste parti si parla sempre del possibile ritorno al di qua del confine dei Phoenix Coyotes (ex Winnipeg Jets): possibili città ospitanti Hamilton e, guarda caso, proprio Toronto...
(foto di Massimiliano Bordignon)
Io, pur giunto con una decina di minuti di ritardo (oggi al Corriere Canadese ho realizzato la mia prima accoppiata di pagine, mica pizza e fichi...). I Senators hanno vinto in maniera più larga di quanto non dica il sofferto 2-1 (0-0, 2-0, 0-1) finale, con reti di Donovan (sospetto bastone alto), Alfredsson (su rigore per fallo su Michalek lanciato a rete) e Stajan in power-play per i Maple Leafs, con splendida parata salvarisultato di Leclaire a pochi secondi dalla fine. A fine partita sfogo del coach di casa Ron Wilson (ma con la squadra che ha c'è poco da sfogarsi...), mentre da queste parti si parla sempre del possibile ritorno al di qua del confine dei Phoenix Coyotes (ex Winnipeg Jets): possibili città ospitanti Hamilton e, guarda caso, proprio Toronto...
(foto di Massimiliano Bordignon)
lunedì 5 ottobre 2009
A Toronto è tempo di American Hockey League: tutti in piedi per la 'fight' Greenop-Neilson!
Oggi ancora un evento sportivo, prima della consueta cena al Drake Hotel (dove la cameriera della foto dell'altro articolo ha ora una meravigliosa pettinatura a caschetto): sono andato a vedere, al Ricoh Coliseum, nella zona dell'Exhibition Center (quella della fiera, per intenderci), la sfida di hockey ghiaccio fra Toronto Marlies e Hamilton Bulldogs, una 'battaglia dell'Ontario' in piccolo, relativa alla lega AHL (American Hockey League), la principale 'minor league' nordamericana, la prima affiliata all'NHL. Un paio di migliaia i presenti, per quella che era comunque la 'prima' stagionale per i Marlies, 'farm-team' dei Toronto Maple Leafs.
Gara bella e veloce, non mi l'aspettavo così qualitativa... alla fine, l'hanno spuntata i Marlies per 3-2 dopo gli shootout (4-2 il punteggio dei rigori), ma la vera 'chicca' è rappresentata da due eventi a cui ho assistito: una grande doppia parata del portiere di Toronto Joey MacDonald (prima a tu per tu con l'attaccante avversario, poi sulla ripresa di un secondo mettendo il bastone a mezza altezza sulla conclusione a botta sicura), quindi una 'fight' meravigliosa fra Richard Greenop (Marlies) ed Eric Neilson (Bulldogs), lunga, appassionante e senza esclusione di colpi. Per quasi un minuto i due se le sono suonate di santa ragione a pugni nudi poi, incredibilmente, una volta separati a stento dagli arbitri, si sono sorrisi e si sono reciprocamente dati un buffetto! Non avevo mai visto nula di simile su un campo da hockey... unico!
(foto di Massimiliano Bordignon)
Gara bella e veloce, non mi l'aspettavo così qualitativa... alla fine, l'hanno spuntata i Marlies per 3-2 dopo gli shootout (4-2 il punteggio dei rigori), ma la vera 'chicca' è rappresentata da due eventi a cui ho assistito: una grande doppia parata del portiere di Toronto Joey MacDonald (prima a tu per tu con l'attaccante avversario, poi sulla ripresa di un secondo mettendo il bastone a mezza altezza sulla conclusione a botta sicura), quindi una 'fight' meravigliosa fra Richard Greenop (Marlies) ed Eric Neilson (Bulldogs), lunga, appassionante e senza esclusione di colpi. Per quasi un minuto i due se le sono suonate di santa ragione a pugni nudi poi, incredibilmente, una volta separati a stento dagli arbitri, si sono sorrisi e si sono reciprocamente dati un buffetto! Non avevo mai visto nula di simile su un campo da hockey... unico!
(foto di Massimiliano Bordignon)
I militari militanti non sovvertiranno la democrazia espressa dalle elezioni: parola di Berluscones...
La mia vita qui a Toronto sicuramente non mi dispensa, nella propria spensieratezza della lontananza dall'Italia, di fermarmi un attimo e commentare da lontano la triste vita in cui si dibatte il mio paese, uno degli ultimi al mondo in cui sia consentito impunemente di sventolare bandiere recanti il mortale disegno della falce e del martello.
Di fianco a questa cupa immagine di sangue e distruzione sono sfilati in Piazza del Popolo a Roma un corteo di presunti giornalisti e intellettuali, alla ricerca della difesa della propria libertà (leggi: conquistare il potere perso alle elezioni con ogni mezzo, basta che non sia democratico). Un gruppo di soldatini fanatici, per fortuna chiara minoranza, costruito attraverso mezzo secolo di 'militanza militare' nelle truppe della sinistra 'komunista', che ha ammorbato le nostre strade cercando di fare credere al popolo di rapresentare qualcuno che non fosse il proprio continuo fallimento storico ed elettorale. Il finto martirio di questa macabra stirpe cresciuta all'ombra della dittatura cattocomunista che ha governato l'Italia fin dal dopoguerra non riuscirà comunque a passare. Per quanto idiota, il popolo italiano, nell'antro del proprio scranno elettorale, ha già cacciato il comunismo e le sue viscere infette lontano dall'Italia, lontano dal mondo, lontano dalla storia.
Di fianco a questa cupa immagine di sangue e distruzione sono sfilati in Piazza del Popolo a Roma un corteo di presunti giornalisti e intellettuali, alla ricerca della difesa della propria libertà (leggi: conquistare il potere perso alle elezioni con ogni mezzo, basta che non sia democratico). Un gruppo di soldatini fanatici, per fortuna chiara minoranza, costruito attraverso mezzo secolo di 'militanza militare' nelle truppe della sinistra 'komunista', che ha ammorbato le nostre strade cercando di fare credere al popolo di rapresentare qualcuno che non fosse il proprio continuo fallimento storico ed elettorale. Il finto martirio di questa macabra stirpe cresciuta all'ombra della dittatura cattocomunista che ha governato l'Italia fin dal dopoguerra non riuscirà comunque a passare. Per quanto idiota, il popolo italiano, nell'antro del proprio scranno elettorale, ha già cacciato il comunismo e le sue viscere infette lontano dall'Italia, lontano dal mondo, lontano dalla storia.
Breve giro per 'Topolinia', la città delle... vabbeh...
Toronto come Topolinia, ovvero dove la figa, come le razze, è davvero di tutti i tipi... scusate, ma questo intervallo andava proprio fatto... parlarne mica è reato, anzi... piuttosto è segno di 'apertura mentale'... chi mi conosce poi sa che mi vogliono mettere in testa di fsare il bravo ragazzo (peraltro senza quasi mai riuscirci...).
La breve digressione è dedicata ad Ada, una sanguemisto di diverse e più 'nidiate' di diverse etnie, e tanto più sexi per questo... Lavora al Toronto Blue Jays shop del Rogers Center, ovvero lo Skydome, della città canadese... credo di avere fatto la fila tre volte per poterne assorbire il sorriso... ho comperato le pile, un poster e un'altra vaccata (forse una palla da baseball). Lei però è rimasta lì, ferma e professionale, con il suo sorriso ammiccante e seducente... sarà per un'altra vita...
La breve digressione è dedicata ad Ada, una sanguemisto di diverse e più 'nidiate' di diverse etnie, e tanto più sexi per questo... Lavora al Toronto Blue Jays shop del Rogers Center, ovvero lo Skydome, della città canadese... credo di avere fatto la fila tre volte per poterne assorbire il sorriso... ho comperato le pile, un poster e un'altra vaccata (forse una palla da baseball). Lei però è rimasta lì, ferma e professionale, con il suo sorriso ammiccante e seducente... sarà per un'altra vita...
domenica 4 ottobre 2009
Milan, quando era più dignitoso perdere con
la Cavese, e attorno c'era molto più amore...
Ripropongo su questo mio blog uno degli ultimi miei post pubblicati da Milano 2.0 e che devo dire mi piace parecchio...
Un pozzo senza fondo. Questa la crisi senza ritorno di un Milan umiliato a casa propria dal primo Zurigo di passaggio. Z come Zurigo, ma anche Z come zero gol (non) realizzati dall’attacco rossonero. Ma non vorrei correre il rischio di dare addosso a questo o a quel giocatore, cercando un capro espiatorio che, tempo il prossimo (non lontano) rovescio in campionato, sarà prontamente trovato nell’inesperienza tecnico-tattica di Leonardo. Il problema del Milan sta nel manico, in quella società anemica che ha ormai svilito di significato e di passione una squadra che non aveva bisogno di ulteriore gloria per esprimere amore, visto che in cinquantamila l’avevano seguita fino in Serie B, in una partita, pure persa in casa, ma contro la Cavese.
Si dirà, era Serie B, ma io c’ero, e ricordo. Ricordo l’inesperienza, quella sì, di una dirigenza posticcia, che in punta di piedi si susseguiva a ritmi folli e un po’ paesani, dai Duina ai Pardi, dai Lo Verde ai Farina. Storie brutte, alcune comiche. Ma era una favola di popolo, di quelle che si raccontano al bar, fra un bicchiere di vino e un panino con la mortadella. Questo era il Milan, la squadra della gente di Milano, quella dei ‘casciavitt’, che mischia bestemmie alla foto di Gianni Rivera. Alle bandiere che non cambiano, che non si vendono, e che magari parlano la nostra lingua, giusto per capirsi meglio.
La fine ingloriosa di questa società in doppiopetto invece, dà tanto più fastidio per quanto inutilmente si sia tentato di negarla, cacciando la polvere sotto il letto, con l’orchestrina del Titanic a scivolare sempre più mestamente ma inesorabilmente verso il basso. Questa squadra, ma soprattutto questa dirigenza, ha perso il gusto della dignità, autoproclamandosi ‘più vincente al mondo’, spargendo e spendendo danari senza fine, creando una ‘corte dei miracoli’ che, allo stesso modo che oggi, portò alla scomparsa, nei primi anni ’90, della Polisportiva Milan. Un gruppo vincente, certo, che portò prima all’innalzamento e poi al dissolvimento di club storici entrati nell’orbita Milan come l’Amatori Milano (rugby), il Milan Baseball (baseball), il Milan Gonzaga (volley) e i Devils (hockey ghiaccio). Allora la cosa passò sotto silenzio. Curiosamente, e abbastanza inevitabilmente, anche allora c’entrava Berlusconi che, dovendo entrare in politica, recise quei rami secchi che non portavano voti e sottraevano risorse economiche.
Allo stesso modo il Berlusconi di oggi non ha più bisogno del Milan che anzi, se continuerà in questo modo, si trasformerà presto in un boomerang.
Di riffa o di raffa, per un po’, pare sia riuscito anche a tenersi buona una curva che pure ha perso molto del suo smalto (lo striscione dell’’amore litigherello’ vale come la sconfitta in casa con lo Zurigo), ma ormai lo sfascio è talmente sotto gli occhi di tutti che è impossibile non reagire. Reagire ai soldi buttati dalla finestra, reagire ai rinnovi di contratto assurdi, ingiustificabili e costosi (Dida e tutta una serie di personaggi che a quest’ora della notte, per loro fortuna, non mi sovvengono), reagire alle campagne acquisti autolesioniste e vissute braccio a braccio con prezzolati ‘esperti’ di mercato (Bronzetti) dopo che a quelli veri è stato dato quasi il benservito, reagire alla mancanza più totale di uno straccio di progetto legato allo sviluppo delle giovanili (quanti giovani hanno esordito in prima squadra per RIMANERCI?), reagire a un costosissimo Milan Lab che i giocatori sembra distruggerli invece che curarli (Borriello, ma non solo), reagire a scelte deliranti su chi debba essere il successore di, badate bene, nell’ordine Liedholm, Cesare Maldini, Rivera, Baresi e Paolo Maldini (mezzo secolo di storia): Ambrosini!, reagire a chi ormai vede nel Milan solamente uno spunto per passerelle politiche, reagire a una curva che ormai non rappresenta più nemmeno sé stessa, reagire a un teatrino dell’orrido che ha rischiato seriamente di mandare questa squadra in Serie B per motivi extracalcistici ma che, se le cose proseguiranno di questo passo, potrebbe riportarcela sul campo. Allora però, lo ricordo bene, perché io c’ero, c’era la passione della gente a sostenere questa squadra. Ora quell’amore si è perso, ucciso dagli spot pubblicitari di chi ha fatto di questa fede un ricettacolo per un mero tornaconto personale.
Un pozzo senza fondo. Questa la crisi senza ritorno di un Milan umiliato a casa propria dal primo Zurigo di passaggio. Z come Zurigo, ma anche Z come zero gol (non) realizzati dall’attacco rossonero. Ma non vorrei correre il rischio di dare addosso a questo o a quel giocatore, cercando un capro espiatorio che, tempo il prossimo (non lontano) rovescio in campionato, sarà prontamente trovato nell’inesperienza tecnico-tattica di Leonardo. Il problema del Milan sta nel manico, in quella società anemica che ha ormai svilito di significato e di passione una squadra che non aveva bisogno di ulteriore gloria per esprimere amore, visto che in cinquantamila l’avevano seguita fino in Serie B, in una partita, pure persa in casa, ma contro la Cavese.
Si dirà, era Serie B, ma io c’ero, e ricordo. Ricordo l’inesperienza, quella sì, di una dirigenza posticcia, che in punta di piedi si susseguiva a ritmi folli e un po’ paesani, dai Duina ai Pardi, dai Lo Verde ai Farina. Storie brutte, alcune comiche. Ma era una favola di popolo, di quelle che si raccontano al bar, fra un bicchiere di vino e un panino con la mortadella. Questo era il Milan, la squadra della gente di Milano, quella dei ‘casciavitt’, che mischia bestemmie alla foto di Gianni Rivera. Alle bandiere che non cambiano, che non si vendono, e che magari parlano la nostra lingua, giusto per capirsi meglio.
La fine ingloriosa di questa società in doppiopetto invece, dà tanto più fastidio per quanto inutilmente si sia tentato di negarla, cacciando la polvere sotto il letto, con l’orchestrina del Titanic a scivolare sempre più mestamente ma inesorabilmente verso il basso. Questa squadra, ma soprattutto questa dirigenza, ha perso il gusto della dignità, autoproclamandosi ‘più vincente al mondo’, spargendo e spendendo danari senza fine, creando una ‘corte dei miracoli’ che, allo stesso modo che oggi, portò alla scomparsa, nei primi anni ’90, della Polisportiva Milan. Un gruppo vincente, certo, che portò prima all’innalzamento e poi al dissolvimento di club storici entrati nell’orbita Milan come l’Amatori Milano (rugby), il Milan Baseball (baseball), il Milan Gonzaga (volley) e i Devils (hockey ghiaccio). Allora la cosa passò sotto silenzio. Curiosamente, e abbastanza inevitabilmente, anche allora c’entrava Berlusconi che, dovendo entrare in politica, recise quei rami secchi che non portavano voti e sottraevano risorse economiche.
Allo stesso modo il Berlusconi di oggi non ha più bisogno del Milan che anzi, se continuerà in questo modo, si trasformerà presto in un boomerang.
Di riffa o di raffa, per un po’, pare sia riuscito anche a tenersi buona una curva che pure ha perso molto del suo smalto (lo striscione dell’’amore litigherello’ vale come la sconfitta in casa con lo Zurigo), ma ormai lo sfascio è talmente sotto gli occhi di tutti che è impossibile non reagire. Reagire ai soldi buttati dalla finestra, reagire ai rinnovi di contratto assurdi, ingiustificabili e costosi (Dida e tutta una serie di personaggi che a quest’ora della notte, per loro fortuna, non mi sovvengono), reagire alle campagne acquisti autolesioniste e vissute braccio a braccio con prezzolati ‘esperti’ di mercato (Bronzetti) dopo che a quelli veri è stato dato quasi il benservito, reagire alla mancanza più totale di uno straccio di progetto legato allo sviluppo delle giovanili (quanti giovani hanno esordito in prima squadra per RIMANERCI?), reagire a un costosissimo Milan Lab che i giocatori sembra distruggerli invece che curarli (Borriello, ma non solo), reagire a scelte deliranti su chi debba essere il successore di, badate bene, nell’ordine Liedholm, Cesare Maldini, Rivera, Baresi e Paolo Maldini (mezzo secolo di storia): Ambrosini!, reagire a chi ormai vede nel Milan solamente uno spunto per passerelle politiche, reagire a una curva che ormai non rappresenta più nemmeno sé stessa, reagire a un teatrino dell’orrido che ha rischiato seriamente di mandare questa squadra in Serie B per motivi extracalcistici ma che, se le cose proseguiranno di questo passo, potrebbe riportarcela sul campo. Allora però, lo ricordo bene, perché io c’ero, c’era la passione della gente a sostenere questa squadra. Ora quell’amore si è perso, ucciso dagli spot pubblicitari di chi ha fatto di questa fede un ricettacolo per un mero tornaconto personale.
La 'Nuit Blanche' di Toronto e il Bata Shoe Museum
Non mi sentirei a posto con la mia coscienza se non parlassi, seppur brevemente, della 'Nuit Blanche' appena vissuta da Toronto nella notte fra sabato e domenica. Oddio, non che secondo me gli abitanti di questa cittadina abbiamo bisogno di ulteriori scuse per tirare tardi, certo è che ieri sera, forse, la 'chicca' in più è stata data dal gran numero di eventi presenti in città.
Personalmente, visto che ho partecipato a un paio di gradevoli festicciole, mi sono 'accontentato' di scoprire il Bata Shoe Museum, ovvero il museo della... scarpa...
Non mi aspettavo di restare sorpreso e invece... sono rimasto sorpreso, appunto (anche dalla fantastica puttanesca 'mise' di una improponibile girl che si aggirava per le sale del palazzo...). Come ben sapete, in questi giorni non posso permettermi di perdermi in troppi florilegi. Vi lascio un paio di immagini dicendovi che ne vale la pena.
A chi mi ha scritto regalandomi il suo calore prometto rispsoste celeri nel massimo del possibile consentitomi... ma cazzo, mi sembra di essere 'Donna Letizia risponde... Scusate ancora, ma tutte queste e-mail/lettere/messaggi on the web mi hanno dato un po' alla testa facendomi sentire molto ma molto importante... grazie...
(foto di Massimiliano Bordignon)
Personalmente, visto che ho partecipato a un paio di gradevoli festicciole, mi sono 'accontentato' di scoprire il Bata Shoe Museum, ovvero il museo della... scarpa...
Non mi aspettavo di restare sorpreso e invece... sono rimasto sorpreso, appunto (anche dalla fantastica puttanesca 'mise' di una improponibile girl che si aggirava per le sale del palazzo...). Come ben sapete, in questi giorni non posso permettermi di perdermi in troppi florilegi. Vi lascio un paio di immagini dicendovi che ne vale la pena.
A chi mi ha scritto regalandomi il suo calore prometto rispsoste celeri nel massimo del possibile consentitomi... ma cazzo, mi sembra di essere 'Donna Letizia risponde... Scusate ancora, ma tutte queste e-mail/lettere/messaggi on the web mi hanno dato un po' alla testa facendomi sentire molto ma molto importante... grazie...
(foto di Massimiliano Bordignon)
sabato 3 ottobre 2009
Al Rogers Center per scoprire la CFL...
Il piacere della diretta, di mostrarvi quello che sto gurardando, qui, al Rogers Center di Toronto, alias Skydome, dove i Toronto Argonauts stanno cedendo, al momentoper 12-0 contro i Montreal Alouttes in una delle ultime partite di regular-season della Canadian Fottball League, la lega ‘sfigata’ di Football Americano a nord del confine, una sorta di lega minore dell’NFL, che regalerà alla squadra vincente dei playoff la Grey Cup. Inutile starvi a dire nomi e numeri, la sensazione è che vincerà Montreal, peraltro prima nella sua conference, la medesima in cui gli Argonauts occupano le posizioni di fondo.
Ci aggiungo pure una foto… per darvi un’ideuzza dell’ambiente. Non penso farò aggiornamento finale, anche se qui il pubblico proprio adesso si è esaltato per una ricezione a centrocampo... mah, valli a capire… ribadisco il parzale, 12-0 per Montreal, linea allo studio..
Aggiornamento a fine gara, il giorno dopo, a cui hanno fatto seguito pesanti moccoli (e madonne...) a causa della 'rete ballerina': 27-8 per Montreal...
(foto di Massimiliano Bordignon)
Ci aggiungo pure una foto… per darvi un’ideuzza dell’ambiente. Non penso farò aggiornamento finale, anche se qui il pubblico proprio adesso si è esaltato per una ricezione a centrocampo... mah, valli a capire… ribadisco il parzale, 12-0 per Montreal, linea allo studio..
Aggiornamento a fine gara, il giorno dopo, a cui hanno fatto seguito pesanti moccoli (e madonne...) a causa della 'rete ballerina': 27-8 per Montreal...
(foto di Massimiliano Bordignon)
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