sabato 31 luglio 2021

Dalla Danimarca un forte segnale contro l'invasione islamica

Un manifesto del Dansk Folkeparti
E' un segnale importante quello dato dal governo della Danimarca, uno dei Paesi 'storici' legati a quella socialdemocrazia 'buonista', causa prima dell'affossamento del sentimento di identità europea.
Ora i danesi cominciano a dire un forte 'basta' all'ingresso di migliaia di stranieri e stanno procedendo al rimpatrio di centinaia di siriani, dopo aver dichiarato la città.
Ovvie e inevitabili le rimostranze di chi sull'ingresso degli stranieri campa e prolifica, come nel caso di quegli avvocati 'azzeccagarbugli' che si stanno per apprestare a portare il governo della nazione scandinava davanti alla Corte Europea per i Diritti Umani.
Le autorità danesi hanno cominciato già la scorsa estate a respingere le richieste di rinnovo dello status di rifugiato, giustificando la decisione con il drastico miglioramento della situazione in molte parti della Siria sarebbe "drasticamente migliorata". Un'identità cultura ed etnica, quella danese, completamente stravolta nel giro di pochi anni visto che, su un totale di quasi sei milioni di abitanti, ben 500mila sono nati all'estero.
Inevitabilmente si è sviluppata una corrente di forte consapevolezza nazionale, che ha trovato libera espressione nel Partito del Popolo (Dansk Folkeparti, DF), considerato di estrema Destra, ma che in realtà ha una connotazione fortemente di Sinistra, essendo nettamente a favore di un robusto stato sociale e di politiche redistributive del reddito per limitare diseguaglianze socioeconomiche. Importante, alla sua base, anche la forte politica anti immigrazionista, in particolare nei confronti delle popolazioni musulmane, considerate incompatibili con la liberare e avanzata società danese.
Leggi anche: Ungheria a fianco della Lituania nella lotta contro i clandestini

La teoria dei gruppi di Tajfel dimostrata da una lunga attesa in Posta

Le poste di Corso Sempione a Milano, da Google Maps
Tre ore di attesa alle poste possono fare molto. Creare amicizie e veri e propri gruppi di 'condivisione del dolore'.
Mi è successo l'altro giorno in Corso Sempione, un ufficio postale senza colpe, per quanto riguarda il personale che, invece, al contrario, ha fatto il possibile per cercare di lenire, almeno a parole, l'ansia e la rabbia per un'attesa quasi infinita. Dalle 10.40 alle 13.40 di un giorno d'estate, vedendosi sfilare davanti, uno dopo l'altro, coloro che, correttamente, si erano muniti di appuntamento.
E, fra quanti erano lì, a sudare e aspettare, della teoria dell'identità sociale sviluppata dallo psicologo polacco Henri Tajfel, che analizza i processi di autosegregazione che si sviluppano nell'ambito dei gruppi umani, in cui un numero aggregato di persone si identifica attraverso qualcosa di comune (in questo caso l'esperienza dell'attesa spasmodica e degenerativa) che rende il gruppo diverso, migliore e contrapposto all'altro, quello, in questo caso, che costituisce il potere, non necessariamente costituito dai lavoratori dell'ufficio postale, ma da tutto ciò che opprime e costringe il 'gruppo' dei clienti all'insopportabile attesa.
Ho così potuto sperimentare su di me la tendenza a creare naturalmente gruppi, la simpatica chiacchierata con Barbara, che proprio la teoria di Tajfel mi ha spiegato, e che poi ho voluto approfondire.
Tre ore che avrebbero potuto essere insostenibili, se il gruppo creato appositamente 'in loco' non avesse provveduto a creare un rapporto costruito a base di sorrisi e parole di incoraggiamento.

mercoledì 28 luglio 2021

Valentina Giacinti, la monella rimane rossonera fino al 2024

Valentina Giacinti alla 'firma' (foto sito AC Milan)
Segni particolari: monella. E' lei, Valentina Giacinti, che si appresta alla sua quarta stagione con il Milan, con cui ha appena firmato il prolungamento del contratto fino al 2024. "Orgogliosa di indossare questa maglia e continuare a difendere i nostri colori", il suo 'tweet', cui ha fatto seguito un "Chi l’avrebbe mai immaginato?".
Una breve quanto scontata intervista alla televisione ufficiale rossonera, ma soprattutto la conferma di quanto, pur tra mille difficoltà, e una strada ancora lunga da percorrere, il calcio italiano e milanese abbia un punto di riferimento sicuro.
Per Valentina, sempiterno sorriso un po' furbo un po' sfrontato, numeri da capogiro: 209 reti in 269 partite di campionato, di cui 47 gol totalizzati con il Milan a fronte di 57 presenze. E, quest'anno, anche la grande avventura della Champions League.
Leggi anche: Valentina Giacinti senza veli in Spagna



domenica 25 luglio 2021

Milan, secondo test ricco di gol aspettando il mercato

Brahim Diaz in azione (foto sito AC Milan)
Il Milan supera il Modena per 5-0 nella seconda amichevole precampionato. Calcio d'agosto, sì, ma comunque ben giocato e divertente, oltre che ricco di gol. Dopo il 6-0 rifilato alla Pro Sesto, i rossoneri calano una 'manita' sul campo di Milanello.
In rete sono andati Diaz (fra i migliori in campo), Leao, Tomori, Krunic ed Hernandez. A un mese dall'inizio del campionato un'altra prova convincente della squadra di Stefano Pioli, soprattutto per i titolari, tutti in rete nel primo tempo, mentre nella ripresa le cosiddette riserve hanno rallentato il passo. A prescindere che, per completare la squadra mancano, oltre che quelli che saranno i nuovi arrivi del mercato, mancavano anche i vari giocatori impegnati con le rispettive nazionali, ancora in vacanza dopo gli Europei o tuttora infortunati, come Zlatan Ibrahimovic.
Tra l'indifferenza per le sorti del portiere Gianluigi Donnarumma, da molti tifosi ritenuto sopravvalutato, e la preoccupazione per la salute dell'amministratore delegato Ivan Gazidis, radio mercato segnala in partenza almeno uno fra Leao e Hauge, quest'ultimo molto ben apprezzato da quello stesso Eintracht Francoforte, che già un altro ex milanista, André Silva, aveva saputo rilanciare. Intanto il club del Diavolo continua a lavorare per assicurarsi Kaio Jorge, tanto che avrebbe offerto tre milioni al Santos per averlo subito, forse un altro centrocampista da porre a fianco di Diaz, mentre lavora per trovare un'intesa con gli agenti di Kessié (ora alle Olimpiadi) per il rinnovo.

sabato 24 luglio 2021

No Green Pass: cortei in tutta Italia, in migliaia a Milano

Uno 'scatto' del corteo di Milano (foto Il Primato Nazionale) 
Sono stati in migliaia, a Milano e in tutta Italia, a scendere in piazza per dire un forte 'no' al Green Pass imposto dal Governo, una scelta vista dai manifestanti come una imposizione, che ha spinto molti ad alzare dei cartelli con svastiche, paragonando lo Stato italiano a una nuova dittatura sanitaria.
La protesta è nata attraverso un 'tam tam' social partito dall'app Telegram.
A Milano il corteo ha sfilato per le vide del centro città con i manifestanti che hanno urlato "libertà, libertà", cantato l'Inno di Mameli e recato in testa uno striscione recante la scritta "Fuori i Big Pharma dallo Stato. No alle multinazionali".
La protesta si è poi fermata in Piazza della Scala davanti alla sede del Comune (il sindaco Beppe Sala si è detto nettamente favorevole al Green Pass), dove i manifestanti hanno scandito insulti contro il premier, Mario Draghi, mentre molti gli applausi rivolti alle forze dell'ordine presenti.
E' stata, alla fine, una protesta pacifica e trasversale, nata senza un'organizzazione partitica, in grado di coinvolgere gente comune, a partire da Piazza Fontana e fino a Palazzo di Giustizia.

Alle imprese lombarde vanno oltre 14 milioni di euro

Sono 1382 le micro, piccole e medie imprese della Lombardia che hanno ricevuto contributi
dopo l'adesione alla misura Digital Business per E-Commerce e Voucher digitali I4.0, per complessivi 14 milioni di euro stanziati da Regione Lombardia e dalle Camere di Commercio lombarde.
Si tratta di un dato che testimonia l’impegno a sostegno di innovazione e digitalizzazione per la crescita delle attività economiche e imprenditoriali.
Oltre agli 11 milioni e mezzo di euro iniziali si sono sommati altri tre milioni e 200mila euro stanziati dalla Regione per soddisfare una platea più ampia di imprese che hanno aderito ai bandi.
Lara Magoni assessore al Turismo, Marketing territoriale e Moda di Regione Lombardia, sottolinea come "ancora una volta la Regione dimostra con i fatti la sua vicinanza al mondo produttivo, in particolare ai comparti del turismo, della moda e del design, fortemente colpiti dalla pandemia. La rinascita – ha aggiunto - parte da azioni profonde e condivise che guardino all’innovazione e alla digitalizzazione. L’obiettivo è valorizzare le competenze e le professionalità delle nostre aziende, senza dimenticare la tradizione e l’operosità tipiche lombarde".

Naomi Osaka ultima tedofora, se lo sport diventa schiavo del pensiero unico

Naomi Osaka, una ben strana giapponese
Dopo Paola Egonu ecco Naomi Osaka. Se due indizi fanno una prova, si può dire che l'indiziato è stato trovato con la pistola fumante in mano.
Un assassino che corrisponde al nome di demagogia e governo del pensiero unico, che ha ormai eletto il 'nero' a unica fonte di giustizia e bellezza, anche per queste Olimpiadi di Tokyo.
Perché se già poteva apparire così come era, demagogica e piuttosto squallida la scelta dell'italiana nera e lesbica come portabandiera del CIO, ancora più vergognosa è stata quella dell'unica giapponese 'nera' di cui si abbia memoria.
Fra l'altro, il brutto vizio di parecchia gente di 'colore' (dei 'neri' per essere precisi), è quello di essere portatrice di questo eterno complesso di inferiorità, di cui si sentono vittime, ma di cui in realtà sono carnefici, creando ad arte situazioni in cui, se solo si osa contrastarne l'idea, si passa dalla parte del torto e, quindi, bollati come razzisti di turno.
Un 'buco nero' (ops...) di stupidaggine di cui la Osaka è perfetta protagonista. Fra l'altro, di pelle scura, e quindi molto poco 'giapponese', ma anche con un cognome 'truffato', visto che, da regola 'occidentale' quale lei si pone (ha scelto di vivere negli Stati Uniti e manco sa una parola di giapponese) si sarebbe dovuta chiamare François, come il padre, haitiano.
Invece eccola lì, salire gli scalini che la portano al braciere olimpico, vanitosa e altezzosa, con quella puzza al naso astiosa e un mezzo sorriso che solo i ricchi autoproclamatisi democratici possono vantare.
Un anno fa, dopo l'ennesimo criminale nero colpito dalla polizia americana, l'Osaka si era impegnata nel solito 'pippone' stile Black Lives Matter, con tanto di gesto clamoroso, ovvero la rinuncia a giocare la semifinale del torneo di Cincinnati. Decisione poi rientrata, anche perché gli accordi vanno rispettati, anche quelli sportivi e 'pecunia non olet'.
"Prima di essere una atleta, sono una donna afroamericana" strillò in un tweet (ma non dovrebbe essere giapponese?). Un altro gesto irrispettoso e irritante il suo ultimo ritorno, a fine maggio, dagli Internazionali di Francia, dopo che era stata multata per il suo rifiuto di prendere parte a una conferenza stampa post-gara, sostenendo il curioso concetto che i giornalisti non avrebbero avuto "riguardo per la salute mentale degli atleti". E della sua, in effetti, qualche dubbio lo si potrebbe sollevare.
Ad appena 23 anni Naomi Osaka è la donna che guadagna di più nel mondo dello sport, 'solo' 60 milioni di dollari nell'ultimo anno, secondo Forbes. In mezzo agli strilli multietnici e alle prese di posizione contro la stampa.
Insomma, una tedofora giapponese perfetta per queste Olimpiadi 'inginocchiate' ancora prima del via. Si fa per dire.

giovedì 22 luglio 2021

Paola Egonu: portabandiera olimpica perché nera e lesbica, altro che curriculum

22 novembre 2018, la Gazzetta pubblica il bacio 'lesbo' dell'Egonu.
Ma forse era 'solamente' ammmore...
Paola Egonu
sarà portabandiera olimpica. E fin qui, nulla di male. Anzi, che sia un'italiana a portare in alto la bandiera dei Cinque Cerchi che sfilerà ai Giochi di Tokyo, dovrebbe fare perfino piacere.
Poi, però, comincia a farsi largo un dubbio. Se, oltre che essere nata a Cittadella, ridente località veneta, l'Egonu non fosse stata di pelle nera e non avesse fatto un noto 'outing' dichiarandosi 'innamorata di una donna' (ma non 'lesbica', mi raccomando...), le avrebbero ugualmente consegnato in mano la bandiera olimpica? O non sarà forse che, in questi tempi di inginocchiamenti vari, fra Black Lives Matter e leggi imposte per rendere gli omosessuali più uguali, protetti e tutelati rispetto alla cosiddetta 'gente normale', si sia andati apposta a scegliere un'atleta 'fatta così e così'? Perché, in questo senso, la Egonu è completa: nera, lesbica, ci manca che sia ebrea, comunista e affetta da qualche deficit cognitivo, tipo mutismo o sordità, e poi sarebbe perfetta per vincere, nell'ordine, Oscar, Nobel, Olimpiadi (appunto) e premi vari ed eventuali.
Ai 'parrucconi' che tirano le fila del nuovo mondo globalizzato piace così.
Forse non aveva tutti i torti Carlotta Ferlito, quando affermò, con una punta di fanciullesca e naturale ironia, dopo una sconfitta patita nel 2013 sulla pedana della ginnastica da parte della statunitense di colore Simon Biles: "La prossima volta ci dipingeremo la pelle di nero per vincere".
Ah, a proposito. Visto che da queste parti le notizie si controllano, l'Egonu ha ribadito di non essere lesbica, aggiungendo che si era solo innamorata di una collega. Ovvero? La prossima volta la troveremo innamorata di un cavallo o di un cane? Valle un po' a capire, queste atlete 'arcobaleno'...

martedì 20 luglio 2021

La Chiesa di Treviso contro l'autonomia nella Messa domenicale

Il titolo a pagina 8 de "Il Gazzettino" di lunedì 20 luglio
"Dio, nostra speranza, ascoltaci"
. E' la litania dei beghini della Diocesi di Treviso, per una clamorosa ingerenza politica della Chiesa che, stavolta, sicuramente, farà piacere alle forze della globalizzazione partitocratica. perché, se pure dovrebbe essere concesso alla Chiesa di prendere posizione su realtà come quelle del concepimento e del matrimonio, che dalla stessa Chiesa sono rette, dovrebbe invece essere inammissibile che un ente clericale si possa esprimere su entità politiche: "Preghiamo affinché i popoli della Terra non cedano alla tentazione dell'autonomismo e dei piccoli interessi locali" era scritto nel foglietto dell'ultima liturgia domenicale.
Peccato che tanta storia dell'uomo, e forse quella più gloriosa, sia stata fatta attraverso le gesta eroiche di popoli che volevano essere indipendenti e non certo schiavi. Come troppo la spesso la Chiesa, soprattutto quella di Roma, ha avvallato e legittimato.
Il Pontefice vestito di bianco cambia troppo spesso nome e persona, ma non la puzza che emana. Quella della collusione con il potente di turno per opprimere i popoli nella loro ansia di libertà.

lunedì 19 luglio 2021

Marocco-Algeria, scontro sull'indipendenza berbera

Carta geografica tratta da "Limes"
L'Algeria ha richiamato il suo ambasciatore in Marocco per consultazioni dopo un incidente diplomatico tra i due Paesi.
L'inviato marocchino alle Nazioni Unite, Omar Hilale, ha infatti espresso sostegno all'autodeterminazione della Cabilia, regione dell'Algeria roccaforte della minoranza amazigh (berbera).
Hilale ha espresso le sue osservazioni in una nota alla presidenza del Movimento dei Non Allineati all'inizio di questo mese presso la sede delle Nazioni Unite a New York, affermando che "il valoroso popolo cabilo merita, più di ogni altro, di godere pienamente del proprio diritto all'autodeterminazione".
Venerdì l'Algeria aveva chiesto al Marocco di "chiarire" la sua posizione dopo i "commenti inammissibili del suo ambasciatore a New York".
L'Algeria si oppone a qualsiasi richiesta di indipendenza nella regione nord-orientale e il 18 maggio ha classificato il Movimento indipendentista per l'autodeterminazione della Cabilia (MAK) come "organizzazione terroristica". (fonte: ANSA-AFP)

domenica 18 luglio 2021

L'idiozia del ddl Zan spiegata dai Monty Python

La scena di "Loretta" in "Brian di Nazareth"
Potremmo definirla "Loretta Oggi", e non si tratta una satira legata alla nota presentatrice televisiva. Parliamo semmai della scena del film "Brian di Nazareth" dei Monty Python, un film del 1979 realizzato dal famosissimo gruppo teatrale inglese, da sempre dissacrante e antireligioso, ma che nell'occasione, mette in ridicolo le follie del mondo parolaio e surreale che, fin da allora e anche da prima, la Sinistra ha costruito, cercando di raccattare pensieri posticci e unirli al loro opposto, nel vano tentativo di mendicare i voti ora di questo ora di quello spazio politico. Definendo 'fascisti', 'oppressori', 'infami' e 'reazionari' tutti coloro che non la pensino come loro.
Nel film dei Monthy Python la celeberrima scena di "Loretta" sembra anticipare di oltre 40 anni le incredibili prese di posizione legate al mondo LGBT e al disegno di legge Zan da questo partorito. Una scena ai tempi considerata semplicemente ridicola e surreale, come nello stile della comicità del gruppo inglese, e oggi invece assurta a dignità di discorso politico e di rivendicazione di presunti diritti assortiti.

sabato 17 luglio 2021

Pakistan, figlia dell'ambasciatore afghano rapita e torturata

Nella foto, l'influencer afghana Ayeda Shadab
Il governo dell'Afghanistan ha riferito che la figlia dell'ambasciatore afghano in Pakistan venerdì è stata "rapita per diverse ore e gravemente torturata da individui sconosciuti" a Islamabad.
Secondo una dichiarazione ufficiale, Silsila Alikhil, la figlia dell'ambasciatore Najibullah Alikhil, è stata rapita mentre tornava a casa. "Dopo essere stata rilasciata dalla prigionia dei rapitori, Alikhil è sotto cure mediche in ospedale", riferisce una nota del ministero degli Esteri afghano. Il governo dell'Afghanistan ha anche sollecitato Islamabad a portare avanti indagini e a proteggere i diplomatici afghani.
Da parte sua, il ministero degli Esteri pakistano ha dichiarato che Alikhil è stata aggredita mentre "guidava un veicolo a noleggio a Islamabad". A seguito dell'incidente, la sicurezza dell'ambasciatore e della sua famiglia è stata rafforzata, le forze dell'ordine stanno cercando di rintracciare e arrestare i colpevoli per assicurarli alla giustizia.
Il ministro federale pakistano, Sheikh Rashid Ahmad, ha affermato che saranno utilizzate tutte le risorse per arrestare le persone coinvolte "nel rapimento della figlia dell'ambasciatore afghano" e ha aggiunto che la polizia di Islamabad è in costante contatto con la ragazza e la famiglia del diplomatico. (fonte: ANSA)

venerdì 16 luglio 2021

Rich Girl Face, le giovani di oggi vogliono la faccia da troia

Kim Kardashian, un 'modello' per tutte (foto Cosmopolitan)
Viviamo in un mondo sempre più onirico e immaginifico, perché dell'immagine lo si è cominciato a definirlo una trentina d'anni fa.
Laurence Fishburne in "The Matrix" già ne parlava nel 1999, quando il suo personaggio, Morpheus, spiega a Neo (Keanu Reeves) come nell'universo ricostruito e installato nei chip 'iniettati' nella memoria degli umani si tenda ad avere una 'immagine percepita di noi stessi'. Che però, spesso, non coincide con quella della realtà.
Da qui una sempre maggiore incapacità di accettarsi da parte delle generazioni più giovani e deboli, lanciate allo stato brado nel mondo del web e dei 'social media'.
La tendenza dagli anni '60 agli '80 era quella  di avere dei punti di riferimento estetici che erano imposti dalle mode musicali, in qualche modo artistiche: dai Teddy Boys ai Beatles, da David Bowie ai protagonisti della 'musica nera', fino ai metallari, ai dark e ai punk; tutte mode, in ogni caso, connesse a fenomeni culturali o sottoculturali.
Oggi, caduta la musica come fenomeno di collante delle nuove tendenze giovanili, ecco che sono i 'social' a uniformare ancora maggiormente i ragazzi che, peraltro, non trovano alcun ostacolo alla loro imperante idiozia da parte di genitori troppo compiacenti, forse anch'essi alla disperata ricerca di un giustificazionismo che li mantenga illusoriamente giovani, 'à la page' e 'amici' di figli sempre più rincoglioniti. In questo modo le personalità dei più giovani, invece che venire stimolate, si assottigliano sempre di più per cercare di apparire simili al 'campione social' preferito.
Si chiama "Rich Girl Face" ed è il nuovo fenomeno che sta spopolando tra i giovani, che hanno così cominciato a frequentare gli studi di medicina estetica per subire una 'trasformazione' della propria immagine e del proprio corpo, adeguandosi supinamente alla moda del momento. Il nome della nuova tendenza è chiaro: apparire belle, ricche e viziate, magari per adescare più facilmente qualche idiota disposto a dar loro qualche soldo in più per una ripassata in camera, intesa come video.
Così, il mondo è passato dall'estrema varietà di un mondo giovanile 'antagonista' come quello della 'new wave' degli anni '80 (brutti, sporchi e cattivi, ma soprattutto 'contro') a un 'nuovo mondo' in cui i giovani vogliono semplicemente spodestare il gruppo generazionale che sta loro davanti, uguagliandolo per ambizioni e cupidigia, non disconoscendone i (pochissimi) valori e, anzi, copiandone la parte più estetica ed esibizionista, costruendo una 'immagine percepita di sé' che porta così alla nascita, in campo femminile (ma il discorso si potrebbe fare anche per i maschietti), di tante piccole Kim Kardashian o, per parlare nostrano, di un nugolo imprecisato di Chiara Ferragni e Belén Rodriguez.
Tutte identiche a se stesse, tutte voluttuose, con lo sguardo un po' perso che ondeggia da 'dama del peccato' a una vera e propria 'faccia da troia', con corpi clamorosamente ritoccati, mostrando labbra carnose, zigomi pronunciati, qualsiasi parte del corpo esposta e inneggiata, in modo da trasformarsi lentamente nei personaggi preferiti del momento, immaginandosi e creandosi un ruolo inesistente all'interno di questa società che, copio e incollo da un articolo letto al riguardo, "non è solo l'epoca dell'immagine ma anche dell'immaginario", in un tentativo di normalizzazione ovviamente benedetto dal pensiero dominante.

Giornale etiope non condanna i terroristi, sito sospeso

L'home page del sito dell'Addis Standard
Etiopia
, una volta propaggine d'Italia, una delle poche realtà africane di cui dovremmo occuparci in prima persona, piuttosto che accogliere senza batter ciglio quelle usate e gettate senza pudore da francesi, belgi e inglesi.
Arriva da Addis Abeba la notizia che l'ente nazionale regolatore dei media ha sospeso la licenza del sito di notizie del giornale Addis Standard per "l'avanzata dell'agenda di un gruppo terroristico".
In pratica, il quotidiano etiope non aveva chiamato il Fronte di Liberazione del Popolo del Tigrè con la terminologia adottata dal Governo, ovvero di 'gruppo terroristico'.
L'Authority dei media etiopi (Ema) ha ribadito l'impegno per la libertà di stampa e ha affermato che "la libertà comporta responsabilità".
L'Addis Standard ha coperto l'offensiva dei ribelli nella regione settentrionale dei Tigrè, avvenuta il mese scorso. Il gruppo 'terroristico' ha ripreso il controllo delle città nello Stato regionale dopo oltre sette mesi di conflitto civile con il governo federale.

mercoledì 14 luglio 2021

Russia: pubblicità lesbica, dietrofront catena di supermercati

Vkusville, la foto incriminata
La Russia è un Paese 'vecchio stampo', non c'è che dire. La notizia legata al bizzarro articolo pubblicitario della catena di supermercati Vkusville, che tante polemiche ha scatenato, è il simbolo di una società lontana milioni di miglia dall'italica discussione sul ddl Zan, o dal mondo anglosassone sempre più legato alle cosiddette teorie del 'gender', della critica del maschio bianco occidentale e delle modelle transgeniche.
I fatti: l'articolo di cui sopra, un classico 'promozionale', era comparso non sui muri di una qualche città russa o in televisione (jamais!), ma sul legittimo sito web della catena, in cui viene raffigurata una coppia lesbica con figlie e amiche, in una versione 'happy family' tutta al femminile, proprio in occasione dell'ultimo giorno del Pride che, comunque, anche da quelle parti tentano, sia pur timidamente, di 'festeggiare'. Sul tavolo davanti al 'gruppo' i prodotti reclamizzati, fra cui hamburger senza carne e latte condensato di cocco, il massimo di un veganismo che, nell'ex Unione Sovietica, è visto come ancora qualcosa di troppo estremo per una terra governata da Vladimir Putin, il difensore dei valori della tradizione, come molti capi di governo dell'Europa orientale.
L'articolo è stato immediatamente cancellato, il link rimosso e sostituito con quello di una lettera di scuse, vergata dallo stesso fondatore di Vkusville, Andrey Krivenko. "C'è stato un articolo che ha ferito i sentimenti di un gran numero di nostri clienti, dipendenti, partner e fornitori. Ci dispiace che questo sia successo e consideriamo questo episodio come un nostro errore, frutto di una manifestazione di non professionalità di singoli dipendenti. L'obiettivo della nostra azienda è quello di permettere ai nostri clienti di ricevere quotidianamente prodotti freschi e gustosi e non di pubblicare articoli che riflettano qualsiasi opinione politica o sociale. In nessun modo volevamo diventare una fonte di conflitto e di odio. Ci scusiamo sinceramente con tutti i nostri clienti, dipendenti, partner e fornitori".
Questo però non è bastato. L'agenzia stampa ufficiale russa Ria Novosti ha accusato la catena di supermercati di "aver normalizzato e reso eroica una devianza biologica", mentre gruppi anti-LGBT hanno chiesto l'apertura di un'indagine e la famiglia della pubblicità è stata pesantemente minacciata sui social network, e questo sinceramente spiace. Eppure, anche i russi si considerano democratici... Riflettete, italiani che pensate si possa tranquillamente calpestare la 'famiglia tradizionale' sulla base di mode passeggere e immotivati desideri di uguaglianza, peraltro già garantita.

Vkusville, una più rassicurante immagine di una famiglia tradizionale

lunedì 12 luglio 2021

Italia-Inghilterra, Mattarella imbalsamato e il sorriso accennato

Mattarella 'rianimato' da Valentina Vezzali a fine gara
Italia-Inghilterra
è finita e gli 'azzurri' sono campioni d'Europa.
Nella bolgia di Wembley, con i sette mila tifosi italiani impazziti, l'unico 'ghiacciato' è Sergio Mattarella, il presidente della Repubblica in trasferta diaria in quel di Londra per sostenere, si fa per dire, la Nazionale.
Un impercettibile movimento del labbro, un sorriso appena accennato, Mattarella sembra un Bela Lugosi risvegliatosi da un lungo sonno, un vampiro impolverato stretto nel suo cappottone 'sarcofagato' millenario.
Dietro di lui, una signora elegante dello staff gli si china alle sue spalle come per dirgli: "Presidente, è finita, abbiamo vinto, esprima un gesto di felicità".
Anche la risalita degli scalini che portano all'aereo che lo riporterà in Italia è più faticosa che regale, Mattarella cerca di non perdere l'equilibrio, le mani sul cappotto per rimanere in piedi, entra nell'aereo, di fronte a lui i piloti e gli 'steward', coinvolti in un coretto che suona falso un chilometro: "Grazie presidente per averci portato fortuna", intonano all'unisono, tenendo per mano una bandierina italiana, manco fossero turisti giapponesi in gita alla Fontana di Trevi.
Mattarella risponde sempre con il solito cenno, poi non lo si vede più. Lo si può soltanto immaginare, imbalsamato, deposto su uno dei sedili dell'aereo, temperatura abbassata quasi allo zero per meglio conservarlo. Il presidente può tornare in letargo, fino al prossimo discorso.

domenica 11 luglio 2021

Valentina Giacinti senza veli in Spagna su Twitter

Valentina Giacinti in Spagna (foto profilo Twitter)
Il 'tweet' con cui, pochi giorni fa, l'attaccante del Milan femminile, Valentina Giacinti, ha illuminato tifosi e appassionati di calcio dal suo luogo di villeggiatura, ha fatto scalpore.
La punta rossonera, infatti, si è fatta fotografare senza veli, ma sapientemente coperta dalle proprie braccia e a mezzo busto, sulla spiaggia di A Illa de Arousa, piccola isoletta situata nella comunità autonoma della Galizia.
Nella foto spiccano, oltre al suo corpo statuario, il suo volto sorridente e il tatuaggio sulla spalla destra. Un momento innocente di femminilità, cui la Giacinti non si mai sottratta (è stata anche testimonial di una importante azienda di prodotti di bellezza), poco dopo aggiornato da altri 'tweet', tutti di carattere sportivo. "Respira esta libertad" ha scritto in spagnolo a margine del suo 'cinguettio'. E donna libera Valentina lo è veramente.

sabato 10 luglio 2021

Ungheria, le ritorsioni UEFA 'patetiche e codarde'

Non si è fatta attendere la reazione dell'Ungheria alla sanzione inflitta dall'Uefa, tre partite a porte chiuse e 100 mila euro di multa, per i presunti comportamenti omofobi (cori e striscioni) durante le partite di Euro 2020 giocate dalla nazionale magiara a Budapest e Monaco di Baviera.
"Un'istanza patetica e codarda. Si vergognino" ha scritto il ministro degli Esteri del governo di Viktor Orban, PeterSzijjarto, sulla sua pagina Facebook in un post in cui ha ironizzato sull'operato della Uefa stessa, accusata provocatoriamente "di impiegare degli informatori" come quelli che imperversavano "durante il comunismo".
Secondo Szijjarto l'organismo sembrerebbe "non aver altro da fare che scrivere rapporti su quello che e' stato detto o non detto dal pubblico" senza però "avere prove" e basandosi solo "su ciò che viene segnalato".
Le sanzioni dell'Uefa sono state prese per alcuni presunti cori razzisti che sarebbero stati emessi il 19 giugno, nel corso degli Europei di calcio, scorso contro i giocatori di colore della nazionale francese dalla tribuna dello stadio di Budapest dove si trovavano gli ultrà ungheresi. L'Uefa ha anche riferito che sarebbero stati mostrati alcuni striscioni considerati omofobi durante le altre partite del primo turno contro il Portogallo e la Germania. (fonte AGI)

giovedì 8 luglio 2021

Ungheria a fianco della Lituania contro i clandestini

Il ministro Péter Szijjártó (foto Hungary Today)
Il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, ha affermato che l'Ungheria sostiene la Lituania nella protezione dei suoi confini contro gli immigrati illegali.
Szijjártó ha sottolineato che la Lituania deve proteggere quelle che sono le frontiere esterne dell'Unione Europea. "La Lituania sta affrontando la stessa grave sfida che l'Ungheria ha affrontato nel 2015, quando centinaia di migliaia di migranti illegali hanno violato il nostro confine meridionale e con esso la nostra sovranità".
Sempre il ministro magiaro ha anche aggiunto come la grande presenza di clandestini comporti anche il rischio di una più importante diffusione del coronavirus.
Riferendosi alla carovana di migranti in viaggio dalla Bielorussia verso la Lituania, il ministro Szijjártó ha affermato che circa 1.400 migranti sono entrati illegalmente in Lituania finora quest'anno, rispetto agli appena 70 nella prima metà del 2020.
Szijjártó ha fatto anche riferimento alla recinzione costruita al confine per contenere i clandestini che, ovviamente, tante critiche ha suscitato in Europa: "Lunghi confini come quello a sud dell'Ungheria e quello lituano-bielorusso non possono essere protetti solo dalle risorse umane", ha affermato. "Sono necessarie barriere fisiche e una recinzione è la soluzione migliore".
Una scelta non facile, ma pragmatica, anche perché, ha proseguito il ministro, se l'Ungheria non avesse eretto la sua recinzione nel 2015, l'Europa avrebbe visto un afflusso di centinaia di migliaia o addirittura di milioni di immigrati illegali in più. "Costruire la recinzione è stata la decisione giusta perché così siamo stati in grado di conservare il nostro Paese così com'è", ha concluso Szijjártó.
(fonte About Hungary)

Donnarumma e le sue 'papere' dividono anche agli Europei

Gianluigi Donnarumma (foto profilo Twitter)
Gianluigi Donnarumma continua a dividere, sebbene i peana della stampa, spesso 'sdraiata', che lo circonda, lo abbiano innalzato a grande protagonista degli Europei di calcio, in cui la Nazionale è arrivata in finale, attraverso cui l'ex portiere del Milan ha potuto esibire qualche bella parata, ma anche i soliti, ben noti, svarioni.
Anche durante la semifinale contro la Spagna, a fronte di un paio di parate d'istinto, il punto forte di 'Gigio', neo portiere del Paris Saint Germain, ha rischiato in almeno tre occasioni il 'patatrac': una sconsiderata uscita 'a farfalle' su un corner dalla destra, un rinvio sui piedi di un avversario che, per pochi momenti, si è trovato la porta italiana spalancata, e una respinta centrale in mischia su un insidioso tiro dalla distanza, un'azione che un portiere superpagato come l'assistito di Raiola non dovrebbe mai compiere. E anche il gol spagnolo ha visto qualche voce sollevarsi e puntare il dito verso l'ex milanista, reo di essere rimasto troppo fermo, troppo indietro verso la porta, se non, addirittura, di aver anticipato la 'mossa' del buttarsi alla propria sinistra per venire poi 'uccellato' a destra.
Insomma, le polemiche attorno all'ex rossonero non tendono a diminuire. Anzi, i fari, e i 'fucili' della critica sono sempre più puntati su di lui e sui suoi contratti smisurati, probabilmente eccessivi se confrontate alle sue reali doti e capacità.

GIBUS, ricavi in crescita, positivi i numeri del 2021

Il Consiglio di Amministrazione di GIBUS, brand italiano del settore outdoor design di alta gamma, fondato nel 1982, ha comunicato che i ricavi consolidati al 30 giugno 2021 ammontano a 35,6 milioni di euro, in crescita del +99% rispetto ai 17,9 milioni del 30 giugno 2020. La performance del semestre appena concluso risulta eccezionalmente positiva anche se confrontata con il medesimo periodo del 2019, il cui fatturato si fermò a quota 22,0 milioni di euro.
Sul fronte dei prodotti la linea Lusso High Tech e la linea Sostenibilità si confermano trainanti, anche se quest’anno in particolare è stato fortissimo il contributo della linea Design grazie al successo riscontrato dalla nuova linea Spazio.
Gianfranco Bellin, presidente e amministratore delegato di GIBUS, ha sottolineato: “I ricavi del primo semestre 2021, in sostanziale raddoppio rispetto allo stesso periodo del 2020, testimoniano come il mercato in cui opera GIBUS si sia mantenuto in fortissima crescita anche nella prima metà di questo esercizio, in piena continuità con quanto avvenuto nella seconda metà del 2020, e come la nostra realtà sia stata in grado di cavalcare al meglio il trend di mercato molto favorevole - e ancora -. Lo abbiamo fatto con particolare forza sul mercato nazionale, dove l’iniziativa 'Sconto in fattura 50%' ha fornito ai dealer del network GIBUS Atelier un eccellente strumento di vendita, portando il fatturato sviluppato in Italia a un +117% nel semestre. La crescita è stata notevole anche sui mercati internazionali (+63%), nonostante le difficoltà logistiche imposte dalla pandemia che hanno impedito ai nostri export area manager di raggiungere la clientela all’estero".

Premio Bellisario, donne protagoniste nel mondo dell'impresa

Un momento del premio Bellisario (foto Twitter)
La 23.a edizione del premio Marisa Bellisario "Donne che fanno la differenza", nato nel 1989 e ispirato alla memoria della prima donna top manager italiana, ha assegnato le Mele d’Oro a due imprese, una piccola e una di medie dimensioni, scelte fra una rosa di 100 PMI, selezionate tra le 800 che si erano candidate dal 22 marzo al 2 maggio in tutta Italia.
Si tratta di due realtà che si sono distinte per le proprie politiche di sviluppo innovative e inclusive, per la capacità di valorizzare il talento femminile e il merito e per lo sviluppo di soluzioni efficaci di welfare aziendale: è il premio Women Value Company Intesa Sanpaolo, istituito dalla Fondazione in collaborazione con il Gruppo bancario con l’obiettivo di coinvolgere le imprese in un percorso di empowerment femminile e dare visibilità alle pratiche più virtuose e innovative.
Ad aggiudicarsi il premio sono state:
1) Sargomma di Torino (categoria Piccole Imprese), che vanta 40 anni di esperienza nella progettazione, sviluppo e produzione di componenti in gomma e materie plastiche per sistemi complessi nei settori automotive, agri, industrial e nautico e esporta un terzo della sua produzione in Europa, USA e America Latina.
2) Quid, di Verona (categoria Medie Imprese), impresa sociale di moda etica e sostenibile “made in Italy”, a marchio proprio e in co-branding con aziende internazionali di moda e lifestyle, che produce due capi e accessori realizzati con tessuti in eccedenza e fine serie, recuperati grazie a una rete di 52 produttori e brand partner.
La speciale Mela d’Oro Women Value Company Intesa Sanpaolo è stata consegnata a Brigitte Sardo, general manager di Sargomma e ad Anna Fiscale, presidente di Quid, da Anna Roscio, responsabile Sales & Marketing Imprese Intesa Sanpaolo, durante la cerimonia che si è svolta a Roma nella prima giornata di luglio.

Europei, con l'Inghilterra verso un altro teatrino dell'inginocchiamento

Tutti in ginocchio prima di Italia-Belgio (foto Sky)
La vittoria dell'Inghilterra
nella seconda semifinale degli Europei obbligherà a riproporre nella sfida decisiva con gli azzurri il teatrino già visto con il Belgio, quello della Nazionale che si inginocchia 'a comando', per un evento tanto inutile quanto quello ormai consunto e sfruttato demagogicamente dal movimento Black Lives Matter.
Inutile dire che, prima della partita, si rinnoveranno gli appelli a restare in piedi o inginocchiarsi a seconda della forza politica coinvolta, ma già sappiamo come andrà a finire, malgrado l'importanza della 'controcampagna' #iononmiinginocchio: Chiellini e soci si appoggeranno sulla propria rotula per rimanere in terra, pur senza crederci, come la stragrnade maggioranza degli italiani che 1) non si sentono razzisti; 2) non capiscono a chi giovi questo gesto, se non a certa becera propaganda secondo cui, in maniera altrettanto razzista, esiste un modo di pensare da 'maschio bianco' (e anche fosse?); ma soprattutto non capiscono (e non capiamo) perché questo gesto vada ripetuto.
Infatti, ci si chiede, fino a quando dovremo assistere a questa litania? Fino a quando le partite della Premier League inglese verranno funestate da questa patetica pantomima? Un mese, un anno, una decade? e poi, una volta che si ritenga terminata la campagna BLM (ma come? e perché?), verrà sostituita da una nuova campagna? O solo i ne*ri hanno e avranno per sempre l'esclusiva dell'avocare nei propri confronti per poi condannare comportamenti cosiddetti razzisti?
Insomma, anche solo nel presentare questo gesto idiota si capisce quanto siano enormi lo squallore e la demagogia imperanti, su cui come sciacalli si sono avventati, e non potrebbe essere altrimenti, i partiti di quella Sinistra raccogliticcia e consunta, carichi di personaggi fuori dal tempo, da sempre in ginocchio in preghiera per cercare un nuovo appiglio cui abbarbicare la propria fallimentare carriera da mestieranti.

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mercoledì 7 luglio 2021

Il ministro ungherese Varga: "Dall'Europa osservazioni antidemocratiche"

Il ministro Judit Varga durante gli ultimi Europei di calcio (foto Twitter)
Il ministro della Giustizia ungherese, Judit Varga, ha affermato in un comunicato che nelle ultime settimane "le osservazioni antidemocratiche" fatte dai primi ministri di alcuni Stati membri dell'Unione europea e da diversi funzionari dell'UE in merito alla nuova legge ungherese sulla protezione dell'infanzia "hanno superato una linea rossa”.
Il ministro ha aggiunto che l'Ungheria si difenderà da questi attacchi utilizzando tutti i mezzi legali disponibili, definendo "inaccettabile che alcuni burocrati sfruttino il diritto dell'UE per schermaglie ideologiche".
E, ancora, in un comunicato pubblicato dal sito magiaro "About Hungary", si afferma: "I valori comuni europei e i diritti fondamentali... non dovrebbero essere visti come un menu da cui i rappresentanti del 'mainstream' ideologico europeo possano scegliere arbitrariamente ciò che preferiscono e ignorino il resto. La protezione dei diritti individuali e collettivi di coloro che appartengono a minoranze nazionali autoctone, il riconoscimento della sovranità e indipendenza nazionale e costituzionale, del diritto delle comunità all'autodeterminazione e della protezione dei bambini degli Stati membri sono obbligatori".
Leggi anche: Il Canada e la demagogia dell'accoglienza

Rapporto Milano Produttiva, l'economia meneghina torna in crescita

L’economia milanese ritrova la via della crescita dopo un anno difficile, facendo registrare un recupero significativo nel primo semestre del 2021: al 30 giugno 2021 sono 16.994 le nuove imprese iscritte a Milano, Monza Brianza e Lodi (+37,4% rispetto allo stesso periodo 2020) e il saldo, fra le realtà iscritte e cessate – in attivo di 5.050 imprese - supera quello dell’intero 2020 (+4.404 imprese). Complessivamente nel territorio di Milano Monza Brianza Lodi a fine giugno sono 389.651 le imprese attive in crescita dell’1,6% rispetto a giugno 2020.
Sono alcuni dei dati contenuti nel Rapporto Milano Produttiva 2021 presentato quest'oggi e realizzato dal Servizio Studi Statistica e Programmazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi.
Fra questi anche le incoraggianti previsioni sul valore aggiunto che indicano per il 2021 una crescita pari al 5,3% per Milano, al +5,8% per Monza Brianza e +5,2% per Lodi. Scenario di ripresa, soprattutto per il capoluogo lombardo che l’anno scorso ha pagato un prezzo alto alla pandemia, perdendo 16 miliardi di euro di valore aggiunto, registrando un calo di -10,1% rispetto al 2019.

Máxima d'Olanda e il cappello a fiori, i tedeschi impazziscono

Quei dettagli di cui non frega nulla a nessuno, eppure riescono a riempire le prime pagine dei giornali. Oggi fari puntati sul cappello della regina d'Olanda, Máxima Zorreguieta Cerruti, argentina di Buenos Aires e regina consorte dei Paesi Bassi, in quanto moglie del re Guglielmo Alessandro.
50 anni ben tenuti e un 'look' fiammingo a dispetto delle origini sudamericane (ma i latini di quelle lande sono di origine rigorosamente europea e, in particolare, basca nel caso della regina), Máxima ha 'indiscutibilmente dominato la seconda giornata della visita di stato dei reali a Berlino. Un più che vistoso copricapo a fiorifra il beige e il bronzo, che ha indossato anche nel corso dell'incontro con Angela Merkel in cancelleria. Le foto del contrasto con lo stile sempre asciutto e volutamente monotono della cancelliera impazzano sul web'*.
Restano le immagini ovattate di personaggi fuori dal tempo, illusoriamente simboli di un falso conservatorismo, che invece ha deciso di imbracciare quella socialdemocrazia tipica di un Nord Europa che solo ora si sta rendendo conto di quanto certe maglie troppo larghe della propria società gli si stiano ritorcendo contro.
(* fonte ANSA)

Britney Spears sull'orlo del ritiro dalle scene, il manager lascia

Britney Spears sulla copertina di un suo disco
Britney Spears
sarebbe sul punto di dare l'addio alle scene alla 'tenera' età di 39 anni.
L'ex bambina cattiva della musica americana (è nata in Mississippi) vorrebbe infatti ritirarsi e sarebbe anche per questo motivo che il suo storico manager, Larry Rudolph, ha deciso di abbandonarla dopo 25 anni di collaborazione.
Rudolph ha scritto una lettera al padre dell'artista, Jamie Spears, e alla persona che ha in 'tutela' la cantante e il suo patrimonio, Jody Montgomery. "Sono passati due anni e mezzo - ha scritto nella lettera Rudolph, - da quando io e Britney abbiamo parlato per l'ultima volta. Lei mi informò che si sarebbe presa una pausa. Ora ho raggiunto la consapevolezza che Britney stava manifestando la sua intenzione di ritirarsi".
I media americani hanno cercato di contattare la cantante per avere conferma del possibile ritiro, ma da Britney non è arrivato alcun commento.
L'artista e' da anni alle prese con una battaglia legale con il padre per uscire dalla 'tutela', decisa nel 2008 dal giudice, secondo cui la Spears non sarebbe più in grado di gestire se stessa e il proprio patrimonio, che ammonta a oltre 400 milioni di dollari.

martedì 6 luglio 2021

Aereo Antonov precipita in mare, morti i 28 passeggeri

Un drammatico incidente aereo ha colpito la Russia. Un Antonov An-26 della Petropavlovsk-Kamchatsky Air Enterprise è precipitato in mare con 28 persone a bordo, di cui 22 passeggeri e sei membri dell'equipaggio. Il velivolo è sparito dai radar nella regione russa della Kamchatka poco prima dell’inizio delle manovre per l’atterraggio, in volo dalla città di Petropavlovsk-Kamchatsky al villaggio di Palana.
Una fonte dell'agenzia TASS sottolinea: "L'area e' stata approssimativamente determinata entro 15-25 chilometri dall'aeroporto, lungo la costa. Una ricerca è in corso anche in mare", ha detto. "I dati oggettivi mostrano che l'aereo si èschiantato in mare", ha aggiunto la fonte.

lunedì 5 luglio 2021

Raffaella Carrà, il delirio del Partito Gay: "Il ddl Zan nel suo nome"

Raffaella Carrà, sempre sensuale, per tutti
Che la politica sfrutti in maniera becera i morti e si impadronisca della loro memoria è cosa ben nota. Accade a tutte le latitudini ed è successo in ogni epoca. Compresi questi giorni, in cui drammatici, sconvolgenti e personalissimi suicidi sono stati fatti passare, salvo poi smentite, come risultato di segregazioni personali e violenze di genere, nel nome della presunta libertà e giustizia sessuali richieste dal mondo cosiddetto LGBT (acronimo italiano di: Lesbica, Gay, Bisessuale e Transgender).
La morte di Raffaella Carrà, icona sì, ma di tutto il mondo dello spettacolo e dell'italianità essa stessa, è diventata così il pretesto, accampato da un quasi sconosciuto Partito Gay per i Diritti LGBT+, Solidale, Ambientalista e Liberale, di cui ignoravo l'esistenza (sicuramente colpa mia, ma d'altra parte con un nome così, nei titoli è difficile farcelo stare), per risollevare pretese sull'approvazione del disegno di legge Zan.
Fabrizio Marrazzo, candidato sindaco di Roma e portavoce nazionale del partito dal lunghissimo nome è chiaro e senza mezzi termini. "La sua musica (della Carrà, ndr) da sempre è un 'cult' dei Pride e dei locali LGBT+ in Italia e non solo e continuerà ad esserlo anche dopo la sua scomparsa".
Il che, a dire la verità, potrebbe anche essere. Ma anche a me piace Renato Zero, pur non essendo mai stato un 'sorcino'. Sono nato e cresciuto ascoltando il principe dell'ambiguità, David Bowie, o il re della lussuria Prince, ma non esiste al mondo alcuna legge o decreto ispirato all'occhio di vetro del Duca Bianco.
La musica della Carrà è stata il simbolo delle discoteche di tutta Italia, a prescindere dai loro frequentatori. diventando così la musica ascoltata nelle feste tra liceali, nei locali posti sull'Adriatico ma anche di quelli sul Tirreno, in città e in campagna, e all'ingresso dei quali non venivano chieste tessere ArciGay o di partito.
La Carrà è stato sì un simbolo di libertà, ma della libertà evocata dalla sua voglia di vivere e certamente non di identificarsi in questa o quella forza politica.
Nel 2020 il giornale britannico The Guardian la incoronò come 'sex symbol' europeo, definendola "icona culturale che ha insegnato all'Europa le gioie del sesso". Non del sesso di un solo tipo.
"In sua memoria si migliori la legge contro l'omotransfobia", prosegue Marrazzo. Sarà possibile intitolare molte cose alla 'Raffa Nazionale', nelle quali tutti gli italiani possano rispecchiarsi e riconoscersi, non certo uno sparuto gruppo di esibizionisti a caccia di leggi 'ad personam' per regolare fatti, atti e cose peraltro già coperti perfettamente dall'attuale legislazione italiana, da quella Costituzione che quella Sinistra che ha deciso di sostenerli per puro calcolo, ha sempre definito 'meravigliosa e immutabile'.
Anche perché, giusto un inciso, quell'icona di libertà che desiderano fare 'loro', non ebbe alcun problema come ogni artista (giustamente) a esibirsi, più volte, a cavallo degli anni '80, alla televisione nazionale del Cile di tale Augusto Pinochet.

Raffaella Carrà addio, se ne va Maga Maghella

Raffaella Carrà in versione Maga Maghella
Raffaella Carrà come la pizza, il mandolino, Gianni Rivera e Sandro Mazzola, la Fiat e la Ferrari, il vino rosso e il mare sotto le stelle. Se ne è andata una delle icone che hanno rappresentato l'Italia nel mondo. 
Su di lei si scriveranno papiri lunghissimi e non sarò io, qui, ad aggiungere molto altro. Per me, forse, era un po' troppo nazional-popolare e raramente ha saputo coinvolgermi, almeno dal punto di vista musicale, pur avendo lei realizzato una sterminata produzione di canzoni. 
L'ammiravo per l'energia che sapeva profondere, sempre e comunque, un vero vulcano di vita, che ora pare quasi pazzesco pensare si sia spento.
Raffaella rimarrà sempre giovane e sempre presente per come ognuno di di noi l'ha percepita. Per me sarà il volto di Maga Maghella, sensuale e ammiccante, con quella voce dolce e sinuosa, piuttosto lontana dai cliché che l'hanno poi contraddistinta, ma già conturbante in un abbigliamento che richiamava quello 'dark' de "Il portiere di notte" di Liliana Cavani.
Addio Maga Maghella. Anche se hai riposto la bacchetta magica nel cassetto, il tuo incantesimo proseguirà.

Marine Le Pen viene rieletta alla guida dell'RN

Marine Le Pen (foto "Il Primato Nazionale")
Marine Le Pen è stata rieletta a capo del Rassemblement National (RN), espressione della destra francese.
Un momento importante, che consente di mobilitare nuovamente il partito dopo la battuta d'arresto delle recenti elezioni regionali
A Perpignano, località quasi al confine con la Spagna dove si è svolto il 17° congresso dell'RN, la Le Pen ha anche nominato Jordan Bardella, 26 anni, vicepresidente vicario di RN. Una consacrazione per lui, arrivato anche in cima ai voti degli iscritti chiamati alle urne per eleggere i membri del Consiglio Nazionale.
Marine, che sarà candidata alle presidenziali dell'anno prossimo, è stata rieletta con il 98% alla carica di presidente. La direzione allargata del partito, il 'bureau', passa da 40 a 45 membri, compresi due ospiti permanenti che personificano 'l'apertura', che non hanno la tessera dell'RN.
Nel suo discorso, la Le Pen ha detto di volere "realizzare un governo di unità nazionale intorno a un progetto di pace civile" e di essere il candidato "delle soluzioni concrete", perché "non c'è felicità possibile se il paese viene cancellato o, peggio, crolla".

domenica 4 luglio 2021

Pakistan, poliziotto uccide uomo assolto da blasfemia contro Maometto

La notizia pubblicata dalla Reuters
Arriva dal Pakistan, lo stesso Paese di cui era originaria Saman Abbas, la giovane uccisa dai genitori in Emilia, un'altra efferata notizia legata al fanatico mondo islamico, quello stesso mondo che tenta pateticamente di nascondere i suoi intrighi e i suoi estremismi nelle trasmissioni televisive italiane in cui alcuni suoi rappresentanti sono indebitamente invitati: un poliziotto ha ucciso con un coltello da macellaio un uomo assolto cinque anni fa da un tribunale con l'accusa di, udite bene, blasfemia, dove per 'blasfemia' si intendeva una frase scritta sul social Facebook nella quale si recava offesa al profeta Maometto. Sì, nel libero mondo islamico, si può finire processo per blasfemia. Ma si può anche essere assolti. Il che però indigna i tantissimi credenti in Allah, Maometto e chi più ne ha più ne metta. E così, Waqas Ahmed, il 'bestemmiatore' che, nel lontano 2016, era riuscito a evitare la galera, non ha potuto però evitare, ben cinque anni dopo, un altro tipo di giustizia. Non quella tremebonda divina musulmana, ma quella di un poliziotto che, da ben cinque anni, tramava la 'vendetta', perché un vero islamico non poteva certo lasciare libero un peccatore simile.
Abdul Qadir, questo il nome del poliziotto, della stessa tribù e villaggio di Ahmed, lo ha aggredito in un villaggio del Punjab, ferendo, durante la colluttazione, anche il fratello della vittima. Subito dopo si è consegnato alla polizia. D'altra parte, si sarà detto, se un omicidio è fatto nel nome di Allah, chi potrà mai criticarmi?

Soldatesse ucraine in tacchi alti, e scoppia la bufera

Ormai è un caso, in Ucraina, quello legato alla sfilata delle soldatesse in 'tacchi a spillo'. Così dice la 'vulgata', anche se tacchi a spillo non erano,ma semplici scarpe con il tacco, piuttosto basso, aggiungiamo, e per nulla a spillo. Anzi, a voler ben vedere l'aspetto feticista dell'attrazione fisica che la donna in divisa esercita su di me, preferisco di gran lunga, appaiato alla divisa, l'aggressivo anfibio d'ordinanza all'insipida scarpetta esibita in parata.
Tant'è, ne è venuto fuori il classico 'pieno': Olena Kondratyuk, parlamentare ucraina, ha parlato di 'umiliazione' per le donne e le soldatesse di Kiev che, nell'esercito ucraino sono circa 31mila, di cui 13.500 operative nell'attuale conflitto con la Russia. Sessismo e misoginia sono invece i termini utilizzati dalla giornalista Maria Shapranova, che ha aggiunto: "I tacchi alti sono una beffa per le donne imposta dall'industria della bellezza".

Le soldatesse ucraine, belle e pericolose...

sabato 3 luglio 2021

Orbán: "Nessuno può dirci come vivere le nostre vite"

Viktor Orbán parla ai giovani ufficiali (foto Twitter)
Proteggere le famiglie ungheresi, ma soprattutto impedire che gli altri, intesi come popoli e Paesi dicano al popolo ungherese come vivere. Altrimenti, sottolinea il leader magiaro Viktor Orbán, "we will perish".
Lo ribadisce il sito About Hungary, in cui si racconta la giornata che il primo ministro ha trascorso durante la giornata inaugurale trascorsa alla Facoltà delle Forze dell'Ordine, parte integrante della National University of Public Service di Budapest.
"Mentre ci sono città in Europa dove le persone non possono più sentirsi al sicuro - ha detto Orbán nel suo discorso ai giovani ufficiali, uomini e donne in divisa egualmente belli nel loro splendore mitteleuropeo -, l'Ungheria rimane uno dei luoghi più sicuri in Europa dove non solo la maggioranza, ma tutte le minoranze possono vivere in pace".
E ancora, il primo ministro ungherese ha aggiunto che il compito delle neolaureate forze dell'ordine dovrà essere quello di proteggere l'Ungheria e garantire la sicurezza delle famiglie ungheresi.

venerdì 2 luglio 2021

L'Italia stronca l'Afro Belgio, bamboline woodoo comprese

L'Italia supera il Belgio per 2-1
, e la gioia è tanta, malgrado l'indebito inginocchiamento di fronte a Romelu Lukaku e compagni, una scelta illogica e incoerente. Usciti dal tunnel della politica demagogica, e tornati sulla strada del gioco, gli azzurri hanno dominato sul campo i 'diavoli rossi', altro esempio di squadra 'multietnica' che a questi Europei, come Francia e Germania negli ottavi, ha fallito clamorosamente i propri obiettivi sportivi.
Inutili le bamboline woodoo agitate nelle 'banlieu' di Bruxelles, e forse da qualche parente di un attaccante belga presente sul campo.
E stroncati anche i gufi, soprattutto quelli con tessere di partito colorate di rosso, che avevano tramato contro l'amor di Patria, considerato obsoleto e troppo sovranista per certi gusti globalizzati appagati invece dal meticciato belga.
L'Italia vince con una squadra di 'bianchi', ma poi, ammettiamolo, a chi frega veramente? Sarebbe stato diverso se a segnare le reti azzurre fossero stati Kean o El Shaarawy? Certo che no. La patente di 'razzisti' viene data per comodità da coloro che altri argomenti non hanno per attaccare chi cerca solo di vedere una logica coerente nel comportamento dei nostri giocatori. Che, di certo, non avevano bisogno di inginocchiarsi per ribadire quel concetto di eguaglianza che è dato per scontato dalla nostra cultura occidentale e mitteleuropea. Proprio come, nel pomeriggio, non si erano inginocchiate le più che civili Spagna e Svizzera.

Spagna-Svvizera, nell'altro quarto di finale nessuno si è inginocchiato prima del via...

Il giorno in cui la bionda Anna disse di no all'Islam

Anna Muzyčuk (Olimpopress)
In questi giorni di genuflessioni indebite verso non meglio identificati atti di razzismo nei confronti di etnie non meglio specificate, ma tutte dalla pelle pigmentata di scuro, alcuni fra i più accorti sono tornati a fare risplendere le scelte di alcuni, va detto pochi, personaggi coraggiosi che hanno osato sfidare il pensiero comune, andando anche contro i propri interessi.
Come nel caso di Anna Muzyčuk, famosissima scacchista ucraina, che nel 2017 annunciò la sua intenzione di non difendere i titoli mondiali femminili nelle specialità Rapid e Lampo ai Campionati del Mondo previsti a Riad nel dicembre successivo, dichiarando il suo disaccordo con la situazione dei diritti delle donne in Arabia Saudita.
Nell'occasione la bella Anna, bionda come una valchiria, attaccò senza mezzi termini le rigide regole imposte dall'islamismo: "Mi rifiuto di giocare con regole speciali, come indossare l'Abaya, essere accompagnata da un uomo per uscire dall hotel. Perderò due titoli mondiali. È spiacevole, ma non posso sentirmi una persona di seconda classe".
Ripensiamo al suo gesto, questa sera, mentre undici nazionali azzurri si inginocchieranno per non meglio specificate motivazioni di solidarietà.

Mercato dell'auto, non si ferma la crisi

Donne e motori, EICMA 2013 (foto Bordignon)
Se la risalita dell’economia italiana sta accelerando il recupero degli effetti negativi del lockdown da Covid-19, il mercato italiano dell’auto continua a essere in grave difficoltà. In giugno le immatricolazioni di autovetture accusano un calo del 13,3% su giugno 2019 (su giugno 2020 vi sarebbe una crescita del 12,6% ma giugno 2020 non fa testo perché troppo fortemente penalizzato dalla pandemia) e decisamente negativo è anche l’andamento dell’intero primo semestre dell’anno.
Le auto immatricolate sono state 884.750, mentre nel giugno 2019 erano state 1.083.184. Mancano dunque all’appello ben 198.434 autovetture che valgono un fatturato di 3,69 miliardi di euro e un gettito Iva di 813 milioni.
Se si proietta il risultato dei primi sei mesi di quest’anno sull’intero 2021, tenendo conto dell’incidenza media del fatturato del primo semestre sull’intero anno, emerge poi che il volume delle immatricolazioni dell’intero 2021 potrebbe attestarsi a quota 1.566.000 con una perdita, rispetto al 2019, di 351.022 immatricolazioni e con un conseguente calo di fatturato (Iva esclusa) di 6,53 miliardi di euro e un minor gettito Iva di 1,43 miliardi di euro.
La precarietà del mercato dell’auto italiano e le preoccupazioni degli operatori del settore emergono con grande chiarezza dall’inchiesta congiunturale condotta a fine giugno dal Centro Studi Promotor da cui risulta che il 77% degli operatori valuta bassa in giugno l’affluenza di interessati all’acquisto nei saloni di vendita, che il 74% degli operatori valuta basso, sempre in giugno, il livello di acquisizione di ordini, mentre il 58% si attende nuovi cali nelle vendite. 
In questo quadro – secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – il Governo, che ha già manifestato l’intenzione di utilizzare il PNRR anche per il rilancio del comparto dell’automobile, dovrebbe rompere gli indugi e adottare un sistema di incentivi per l’acquisto di auto volti a sostenere la domanda fino al rilancio duraturo del settore che si avrà con il miglioramento del quadro economico generale e con i positivi effetti del PNRR.