martedì 31 marzo 2020

Ospedale in Fiera, miracolo a Milano

La conferenza stampa di presentazione dell'ospedale
L'ospedale realizzato al Portello c'è: Milano ha vinto l'ennesima scommessa contro sé stessa e contro il tempo, ma soprattutto contro i maligni che verso Milano, invece che cercare di impararne i tanti pregi, preferiscono segnalarne i pochi difetti.
La struttura, posta al Portello, è la grande risposta al Coronavirus, arrivata grazie al lavoro di Guido Bertolaso, una scelta criticata dalla maggioranza di coloro che milanesi non sono, e che preferiscono affidare il proprio futuro a una guida centrale e romana che troppo spesso ha palesato ruggine e contraddizioni, che spesso hanno avuto conseguenze drammatiche e letali.
Milano, ancora una volta, ha preferito fare da sola, e ha vinto, alla faccia di chi verga 'fondi' che, più di giornale, sembrano di bile estratta a forza da continui rovesci personali e politici.
Milano non si ferma può tornare a essere intonato come slogan, non bandiera astratta di un sindaco in difficoltà, ma espressione di un popolo che per l'ennesima volta si è dimostrato all'avanguardia del Paese.

lunedì 30 marzo 2020

Ricolfi, durissimo j'accuse a governo e sistema

Luca Ricolfi
E' stato durissimo Luca Ricolfi nel suo intervento televisivo a Mediaset nella giornata di domenica 29 marzo. Un j'accuse implacabile nei confronti del governo e dei grandi nomi della sanità, in questi tempi chiamata a un duro confronto con il Coronavirus.
Viviamo in una dittatura, è stato il senso delle parole di Ricolfi, che purtroppo non ho avuto il tempo di ricopiare fedelmente. Quello italiano è un governo non legittimato dal voto popolare ma soprattutto, ha chiuso il sociologo, che ha poi sottolineato come il sistema sanitario italiano sia di estrema eccellenza nelle persone che lo compongono, ma non certo in quelle che lo dirigono, nominate, secondo Ricolfi, per motivi politici e non di merito.

Soldi dallo Stato, Roma ancora privilegiata rispetto a Milano

Milano e Vincenzo, la distanza rimane (foto da Wikipedia)
Il curioso smistamento dei famosi 400 milioni in buoni spesa (che siano briciole oppure fondi sufficienti lo si saprà in tempo molto breve) trova ancora una volta una sperequazione fra Nord e Sud, a tutto vantaggio di quest'ultimo.
La prima follia è senza dubbio quella che questi soldi, prima che finire nelle tasche dei cittadini, veri bisognosi del momento, transiteranno, e non si sa per quanto, da quelle delle istituzioni, regioni e comuni.
Ovviamente è vietatissimo fare polemiche, per non venire tacciati di disfattismo, e così passa quasi sotto silenzio che, ancora una volta, sarà Roma a farla da padrona: alla Capitale spetteranno infatti 15.081.448,63 euro, più del doppio di quelli che arriveranno a Milano (7.279.992,68 euro). Per la città di Torino saranno previsti 4.624.000 euro, mentre per Napoli e Palermo ecco arrivare 7.625.000  e 5.143.000 euro.
Solo il 20% (per un totale di 80 milioni di euro) verrà dedicato alle zone più povere del Paese, in base al parametro della distanza fra il reddito pro capite del Comune e quello medio nazionale.
Inoltre è previsto che 386.945.839,14 euro vadano in favore dei Comuni appartenenti alle regioni a statuto ordinario, alla Regione Siciliana e alla Regione Sardegna, mentre i restanti 13.054.160,86 euro siano destinati in favore delle Regioni Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta e delle Province autonome di Trento e di Bolzano.
Va aggiunto che già normalmente, riguardo ai soldi che lo Stato trasferisce ai Comuni ogni anno, prendendo come esempio il 2018, il Comune di Roma ha ricevuto 765 milioni di euro da parte dell’amministrazione centrale, circa 12 volte in più del contributo ricevuto dal Comune di Milano e il doppio di quello trasferito al Comune di Napoli. Razionalmente si potrebbe pensare che i Comuni con più abitanti ricevano più soldi ma, secondo l’indagine pubblicata da True Numbers, non è così. Genova, che ha circa 580.000 abitanti, nel 2018 ha ricevuto trasferimenti per 166 milioni di euro, quasi il doppio rispetto a Milano (64 milioni), la cui popolazione però supera il milione. Sempre meno, comunque, delle risorse ricevute dal Comune di Napoli: quasi 380 milioni a fronte di 966mila abitanti.

Annalisa Chirico, i perché della sciacquetta che fa impazzire il web

Il 'dark look' di Annalisa Chirico nel collegamento con Rete 4
Per qualcuno, forse per le menti più 'semplici', Annalisa Chirico è una bella donna. Nella vulgata popolare, per i 'figli del social' quotidiano, la categoria in cui viene inserita è direttamente 'bella figa'.
La realtà, fuori dai vari post e confronti in scena sulle bacheche di Facebook, Instagram e selfie vari in pareo e occhiali da sole, la pone nella credenza delle 'sciacquette' ma, si sa, in questo caso è sempre questione di 'de gustibus'.
Se poi la 'sciacquetta' in questione ha avuto il merito di sollazzarsi e sollazzare un politico di discreto livello di 32 anni più anziano come Chicco Testa alla tenera età di 27, e di farsi paparazzare sullo yacht di Luca Cordero di Montezemolo (39 anni più vecchio), qualche merito nascosto questa fanciulla pure ce l'avrà.
Ho trovato spassosa e un po' patetica la sua esibizione al programma "Stasera Italia" su Rete 4, collegata da casa (aggiungo 'forse', perché dietro c'era un particolare tendaggio porpora vellutato in stile sipario teatrale) con abito da sera nero, foulard dello stesso colore e pelliccia, sapientemente appoggiata alla sedia durante i collegamenti in diretta, delicatamente riversa sulle spalle per proteggersi dal freddo nei momenti in cui la 'bella' Annalisa non era collegata.
I suoi sono concetti base, espressi in un italiano pesantemente condizionato da una pronuncia sgraziata e senza particolare esibizione di profondità, simpatiche conversazioni da bar, quelle che ognuno di noi potrebbe vantare in un qualsiasi colloquio per passare il tempo al mattino, solo che se uscite dalla sua bocca suadente si rivestono di quello stesso abito esibito in trasmissione, apparentemente eleganti, nella realtà inconsistenti.
Ognuno può vestirsi a buon diritto come vuole, ma a dispetto di tanti inchini di maschi affamati e ormai sonnolenti di fronte alla propria inevitabile incapacità di giudizio estetico, sarebbe curioso capire il perché di scelte simili, sempre che, nella propria splendida e dignitosissima casa, non ci si stia preparando per una sessione di bondage o shibari.

martedì 10 marzo 2020

Milano deserta, prevale l'hashtag #iorestoacasa

La zona Garibaldi completamente deserta (foto Bordignon)
Dopo le deprimenti immagini di Milano legate al week-end di una folle Movida 'alla faccia del Coronavirus', ecco che finalmente (è brutto dirlo, ma paradossalmente corretto), la giornata di oggi ha mostrato una città deserta, in cui ha finalmente prevalso lo slogan, con tanto di hashtag, #iostoacasa.
Le strade della metropoli sono risultate deserte, parcheggi spesso vuoti, taxi tristemente in attesa. Molti bar e ristoranti chiusi, sia in quanto lunedì, sia per turno di riposo, ma forse anche perché da molti è ormai ritenuto inutile tenere aperto per nulla, sovraccaricandosi di spese, costi e stipendi da pagare al garzone o al cameriere di turno. Un deserto stradale testimoniato anche dalla foto che ho scattato nel pomeriggio di ieri a lato della Stazione Garibaldi, in un tratto di strada sempre caratterizzato da un forte traffico stradale. Un momento inquietante di deserto consapevole, in attesa di riempirlo nuovamente con quel tanto odiato, ora amatissimo e desiderato, traffico milanese.

Carceri in rivolta, lo Stato si prostra ancora

I prigionieri sul tetto di San Vittore (foto Il Giornale)
E così lo stato italiano si prostra per l'ennesima volta, questa volta di fronte a un manipolo di carcerati scalmanati che, evidentemente organizzatisi lungo tutto l'arco della penisola (un nome su tutti, il carcere di San Vittore a Milano), ha deciso di inscenare una serie di rivolte, sfociate in evasioni, morti, feriti e agenti presi in ostaggio.
Nella quasi totalità degli altri Paesi del mondo, più o meno democratici, più o meno dittatoriali, sarebbero intervenuti reparti speciali, spazzando e spezzando qualsiasi resistenza, senza certamente curarsi del grado di forza, ma anche di violenza, necessarie per debellare il foruncolo costituito da questa feccia organizzata e costituita in gran parte da stranieri, quegli stessi clandestini accolti a braccia aperte da cialtroni che, sotto la maschera del 'buonismo' e della demagogia a buon mercato, 'favoreggiano' l'ingresso di coloro che andranno a ingrossare il mercato di spacciatori e prostitute, per non parlare della possibilità di tirarsi in casa terroristi, presunti, reali o in pectore.
Quella stessa categoria di persone, centri sociali, antagonisti e affini che, radunatisi di fronte alla carceri, hanno belato improvvide richieste di condoni, indulti e libertà. E, di fronte a questa gente, che avrebbe meritato duri controlli e arresti della polizia, manganelli in mano e idranti puntati, si è invece fatto sotto (o se l'è 'fatta sotto'?) il politico dell'ultimo minuto, il pm e il magistrato di turno, accorsi per 'rassicurare' i detenuti... Avete letto bene, rassicurare i detenuti... Peccato che i detenuti non debbano essere rassicurati, ma 'detenuti' appunto, come dice il loro appellativo, separati dalla gente che, invece, lei sì, va rassicurata e protetta da coloro che salgono sui tetti, staccando e lanciando pietre e incendiando cartoni. Se lo facessi io, finirei in galera. Peccato che loro ci siano già...

Assalto ai supermercati, stavolta la vergogna è a Sud

La pagina online de La Repubblica
E così, quel Meridione che aveva additato sghignazzando il Nord al pubblico ludibrio per le scene di panico divampate nei supermercati alla notizia dell'esplosione del contagio da Coronavirus non ci ha messo molto a scendere agli stessi livelli. Anzi, è bastato attendere pochi secondi dalla fine del discorso del premier Giuseppe Conte sulle nuove misure per combattere il contagio da Covid-19, per vedere travolti dall'assalto della gente i supermercati delle città del Sud e in particolare, secondo le notizie riferite da La Repubblica, Roma e Napoli, con affollamenti e masse in confusione, in barba all'invito di 'tenere le distanze'.
Questo pochi giorni dopo un'altra ignobile fuga, quella di chi, con la famiglia residente al Sud, ha preferito scappare con l'ultimo treno in partenza da Milano, ottenendo così il duplice drammatico risultato di portare con sé il virus stesso e rischiando contemporaneamente di infettare amici, parenti ma anche gli sconosciuti a fianco sullo stesso treno e coloro che incontreranno una volta rientrati a casa.

Coronavirus: Conte, un discorso costruito sul nulla

Giuseppe Conte durante la conferenza stampa
Applaudo Giuseppe Conte in quanto Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, lo applaudo perché ha avuto il coraggio di presentarsi di fronte agli italiani senza dire nulla, sbavando un coraggioso comunicato di disperazione in cui non ci sono punti né indicazioni, se non un patetico riferimento a quella responsabilità che, già da diversi giorni, la popolazione italiana ha dimostrato di ignorare, da Nord a Sud.
Insomma, bisognerà rimanere a casa, per "il bene dei nostri nonni". Però potremo muoverci, solo ed esclusivamente per motivi importanti di lavoro, per gravi motivi familiari o di salute. Insomma, praticamente un arco che copre il 99,9% dei motivi che spingono la gente comune a muoversi. Immagino che non siano molti gli italiani che lavorino 'per svago', quanto è logico supporre che, chi si muova, turisti esclusi, per motivi di salute e di carattere familiare, lo faccia con conclamate impellenti necessità.
Attenzione, però, perché se l'autodeterminazione di chi viene trovato per strada non fosse veritiera, si rischierebbe una punizione pesantissima, addirittura il carcere (voglio proprio vederlo, con una Polizia e una Giustizia come quella italiana...) o finanche una multa di ben 200 euro... una scena dalla vis comica irresistibile, se la situazione non fosse drammatica.

domenica 8 marzo 2020

Clinton, la Lewinsky era "un modo per gestire l'ansia"

Monica Lewinsky e Bill Clinton
Sono passati 22 anni dal Sexgate, quando il presidente degli Stati Uniti del 1998, Bill Clinton, venne messo sotto impeachment per aver mentito sulla propria relazione extraconiugale con Monica Lewinsky, allora una stagista ventiduenne della Casa Bianca.
Oggi Clinton torna sulla vicenda nella nuova serie documentaria "Hillary", dedicata alla vita dell'ex first lady, la moglie di Clinton peraltro ultima pretendente al trono di presidente, sconfitta da Donald Trump. Per Clinton l'affaire con la Lewinsky era "un modo per gestire l'ansia". "Tutti noi ci portiamo dietro dei fardelli nella nostra vita - ha proseguito Clinton - e alle volte facciamo cose che non dovremmo fare. La vita di ciascuno di noi è fatta di delusioni, paure e timori".

sabato 7 marzo 2020

Sylvie Lubamba "Vestirsi bene spendendo poco"

Renée Sylvie Lubamba a Mad Mood (foto Bordignon)
Renée Sylvie Lubamba, tornata sulla cresta dell'onda, contesa da televisioni e stilisti di moda, ha fornito una bella prova della propria prestanza e bellezza sulle passerelle della Milano Fashion Week, ormai ultimo evento di rilievo andato in scena nella metropoli lombarda prima della calata del Coronavirus.
Ho avuto occasione di incontrare la bella Sylvie nell'ambito di Mad Mood, il fashion talent ideato da Marianna Miceli, e giunto alla sua settima edizione.
La Lubamba, nata in Toscana ma di origini congolesi, simpatica e gioviale, ha raccontato al mio microfono il proprio rapporto con la moda: "Secondo me ci si può vestire bene anche spendendo poco, ma avendo buon gusto. Non seguo molto la moda, non me ne faccio vincolare. Con pochi soldi ci si può vestire bene".
Il resto dell'intervista lo potrete ascoltare nel video pubblicato qui sotto, assieme ai momenti in cui Sylvie ha sfilato per il brand Patriot Denim Couture.

La Chiesa uccide con l'onda, lo storico monito di C.T.

C.T. in una foto d'epoca, con il carretto e i cagnolini
In tempi di disastri, virus e complotti, viene (quasi) subito in mente il nome di C.T. (scritto così, correttamente, con i punti dopo le iniziali) è stato uno dei personaggi più tipici di Milano fra gli anni '60 e '70.
Chi non se lo ricorda, a bordo di un carrettino di legno con un nugolo di campanellini e tre cagnolini sul retro? Ma soprattutto con una serie di cartelli e di scritte dipinte di bianco sui marciapiedi, in cui si affermava che "La Chiesa uccide con l'onda".
C.T., al secolo Carlo Torrighelli, classe 1909, originario di Laveno, può così essere definito, come lo definisce Wikipedia, uno dei primi 'writer' ante-litteram.
Secondo la credenza popolare C.T. sarebbe stato un prete, forse per il modo particolare in cui lanciava i propri anatemi, diretti contro la Chiesa e il Vaticano, colpevoli di uccidere "con l'onda". In realtà Torrighelli era un ex partigiano, iscrittosi al partito comunista, durante le cui riunioni, nelle sedi milanesi, aveva cominciato ad assumere un senso di retorica politica, con voce stentorea e impostata, e invettive provocatorie come "Popolo bue".
Una delle sue frasi classiche, dipinte per terra era: "Popolo bue, ti uccidono con l'onda!", esistono impianti a onde che torturano rovinano e uccidono da lontano milioni di morti in Italia e chiesa assassina che uccidi con l'onda". Se questo si riferisse a teorie complottiste o ai ripetitori di Radio Vaticana lo stesso Torrighelli non l'avrebbe mai chiarito. Fra le notizie che girano attorno alla sua persona, si ritiene che desse la colpa alle 'onde' clericali di avergli provocato la silicosi, una malattia polmonare.
Citato in diverse opere d'arte e canzoni, dotato pure di qualche epigono, C.T. è diventato un'icona della protesta 'underground' milanese. Morto nel 1983, probabilmente a causa di un arresto cardiaco, un'altra delle sue frasi storiche è mai come oggi attuale: "Radio e televisione basta versi da gorilla ma cultura".


giovedì 5 marzo 2020

Anno bisesto: dal Titanic al Coronavirus, passando per terremoti e tsunami

Anno bisesto, anno funesto. Lo abbiamo sentito ripetere tante volte in giro in quei pochi bar o locali d'altro genere in cui si è avuto coraggio a mettere piede, terrorizzati dal Coronavirus che, appunto, è venuto a 'funestare' questo anno bisesto, il 2020.
La nomea maligna dell'anno che viene a cadere, con il suo 29 febbraio, ogni quattro anni, è una pura speculazione priva di fondamento, un po' come quella del gatto nero o dei mancini indemoniati.
E' vero che ogni anno potrebbe elencare la propria serie di momenti tragici. E' vero anche però che molti di questi eventi tragici hanno trovato un proprio degnissimo spazio negli anni bisestili. Frugando nel recente passato a risalire dal secolo scorso ecco che il primo fatto drammatico bisesto avvenuto il secolo scorso è il terremoto di Messina del 1908, con migliaia di morti e addirittura la leggenda di un treno carico di passeggeri trascinato in mare nel susseguente maremoto. Quattro anni dopo, è il 1912, e un'altra grande tragedia sconvolge il mondo, con l'affondamento del transatlantico Titanic e 1500 morti, per un nome che diverrà sinonimo di disastro quanto e forse più dello stesso anno bisestile. Il 1916, in piena Prima Guerra Mondiale, avviene quella che forse può essere definita come la più grande e disumana battaglia della storia recente, la Battaglia di Verdun, piccola cittadina della Francia, nella quale, tra il mese di febbraio e quello di dicembre, morirono circa 600mila soldati, quasi equamente divisi tra francesi e tedeschi. Saltando al 1936, ecco che prende il via la Guerra Civile Spagnola, altro drammatico evento che portò con sé migliaia di morti e una feroce lotta senza quartiere da parte di entrambi gli schieramenti. Compiendo un ulteriore balzo, tornando in tema di sisma, ecco i due terremoti colpirono nel 1968 il Belice e nel 1976 il Friuli. In questo secolo, nel 2004, ecco un altro disastro naturale, il devastante tsunami che si è abbattuto sull’Oceano Indiano, provocando oltre 230mila vittime e 20mila dispersi. Sempre in quell'anno prosegue la scia degli attentati islamici, come quello avvenuto a Madrid, in Spagna (192 vittime), e disastri naturali in varie zone del mondo. mentre l'anno bisesto forse più tristemente ricco di attentati è il 2016, con quelli Bruxelles, Orlando, Nizza e Berlino, seguiti dal terremoto in centro Italia che causò oltre 300 morti.
Quest'anno è cominciato con il Coronavirus, e siamo solamente a febbraio...

mercoledì 4 marzo 2020

Marika Fruscio da urlo su Calcissimo TV

Marika Fruscio a Calcissimo TV
E' stata una Marika Fruscio in grande forma (fisica) quella che si è presentata questa sera sui teleschermi di Top Calcio 24 nell'ambito della trasmissione Calcissimo TV.
La compagnia di simpatici saltimbanchi e appassionati del pallone che anima il programma, si è infatti alternata con dei generosi primi piani sul décolleté della splendida showgirl di Agrate Brianza, di origine meridionale e grandissima tifosa del Napoli.
Stretta in un abito corto che lasciava ampio (o forse poco?) spazio all'immaginazione, la Fruscio, gambe perennemente accavallate al limite della (sua) sopportazione, ha comunque dimostrato ancora una volta che, oltre alle gambe (e al resto) c'è di più, sciorinando una cultura sportiva che non fa invia alla sua prorompente avvenenza fisica.
Per esempio sul Milan: "Con questa nuova gestione succede che devi tornare indietro e devi fare nuovi sperimentazioni che ti fanno perdere ancora terreno e punti nella prossima stagione. Non è una cosa positiva per il Milan, bisognava ripartire da questi quattro, cinque, sei elementi che il Milan aveva trovato e ripartire da questi come basi".



martedì 3 marzo 2020

La bella Borislava inguaia il premier bulgaro

Borislava Yovcheva
Lei si chiama Borislava Yovceva, di professione (ex) modella, ed è arrivata agli onori (si fa per dire) della cronaca perchè collegata dagli inquirenti al premier bulgaro Boyko Borissov, in questi giorni indagato per riciclaggio internazionale di denaro intercettato a Barcellona.
Il nome della Yovceva è legato a una villa di lusso in Spagna, nella località di Esplugues de Llobregat, su cui la procura anticorruzione di Madrid starebbe indagando, e che sarebbe stata acquistata per tre milioni di euro nel 2013 e registrata a nome della Numin Invest, società il cui unico amministratore risulterebbe appunta la bella Borislava, i cui rapporti con Borissov sarebbero al vaglio degli inquirenti.
La Yovceva avrebbe ricevuto sul conto di un'altra società di sua proprietà altri due milioni di euro, da parte di "una persona fisica non residente in Spagna", sempre secondo gli inquirenti spagnoli.
Il premier Borissov ha smentito di conoscerla, aggiungendo che nei propri confronti sarebbe in corso "una campagna denigratoria che probabilmente arriva dall'Est".


lunedì 2 marzo 2020

Ragazzo ucciso a Napoli: basta lagne, #iostoconilcarabiniere

La seconda pagina de Il Mattino di Napoli
Continuano a girare notizie sconnesse attorno alla morte di Ugo Russo, il minorenne ucciso dalla vittima della rapina che lo stesso Russo, con un complice, aveva messo in atto.
Invece di puntare il dito sullo squallore di una vita buttata nel malaffare e nel crimine, sta emergendo, attraverso i media, una nauseante ricerca del tentativo di 'santificare' il mondo delinquenziale. Intervistato il padre, per cui, ovviamente, il figlio era un bravo ragazzo (perfino studioso!), intervistata la nonna, secondo la quale il ragazzo voleva fare il pizzaiolo (forse nei momenti liberi da quelli in cui si dedicava alla delinquenza comune).
Senza dimenticare che, oltre all'atto criminoso di cui si è reso responsabile (tentativo di rapina ammesso anche dal complice), si è aggiunta la furia dei parenti e degli amici (non due o tre persone, ma 50, avete capito bene, cinquanta!) i quali, invece di fare silenzio e muto rispetto nei confronti dell'atto criminale compiuto dal Russo, sono andati a devastare il Pronto Soccorso nel quale i medici hanno tentato di fornire le ultime e disperate cure al giovane. Per non parlare del raid notturno alla caserma dei carabinieri Pastrengo, con colpi di pistola sparati ad altezza d'uomo da una moto.
Purtroppo, invece, si continua ad assistere a questo disgustoso teatrino montato dai media nella ricerca strenua della notizia a tutti i costi, qualsiasi essa sia. Non bisogna far passare il concetto della pietà per i criminali. Chi delinque deve sapere che la morte è dietro l'angolo, non ci sono scuse.
Unico sollievo, l'hashtag che gira per ilweb: #iostoconilcarabiniere, ovvero con il giovane rapinato che, per difendersi e per difendere la propria fidanzata, è stato costretto a sparare il colpo che ha ucciso il Russo. Ovviamente mi associo all'hashtag, contro ogni criminale e contro quei miserabili pennivendoli disposti a inventare storie e a scusare l'inscusabile pur di creare una squallida storia strappalacrime.

La terza pagina de Il Mattino di Napoli

#Condividilarte, il nuovo hashtag per diffondere l'arte su Facebook

Un'opera 'mostruosa' di Hans Ruedi Giger
L'arte come mezzo per ingentilire il mondo del web, e di Facebook. Il vero antidoto all'odio e all'ignoranza diventa la forma più alta d'intelletto espressa dall'uomo. E' una delle ultime idee lanciate in rete attraverso l'hashtag #Condividilarte.
Il 'gioco' è semplice: chi comincia la 'catena' replica un testo predefinito associandolo a un quadro dell'artista preferito, quindi attende i primi 'like', cui assegnerà il compito di riprodurre il testo inserendoci però l'artista indicato dal primo giocatore. Il secondo giocatore prosegue e, a chiunque porrà un 'like' sul suo post, a propria volta indicherà il pittore di cui riprodurre un'opera a scelta. Un modo per conoscere e diffondere l'arte.
Ecco il testo da inserire nel proprio post: "Aderisco con piacere a questa bella iniziativa. L'idea è quella di occupare Facebook con l'arte. A chi metterà 'mi piace' al post verrà assegnato un artista e, a sua volta, dovrà inserire un'opera di quell'artista, insieme a questo testo".
L'artista che ho scelto è Hans Ruedi Giger, di cui trovate un'opera riprodotta nella foto a lato.

domenica 1 marzo 2020

Maria Sharapova saluta il tennis, quando incantò Milano

Maria Sharapova dice addio al tennis giocato e, ammetto, la notizia mi coglie di sorpresa, visto che, personalmente, immaginavo che la splendida icona russa del tennis si fosse già ritirata da tempo. Non se ne sentiva parlare da anni, almeno a livello sportivo.
Per tutti esempio di bellezza associato al tennis, in molti forse si sono dimenticati che la Sharapova ha ottenuto anche grandi successi sul campo, fra cui ben cinque tornei dello Slam (Wimbledon 2004, US Open 2006, Australian Open 2008, Roland Garros 2012 e 2014) e 30 tornei del circuito WTA.
Io invece la Sharapova me la ricordo nel 2012 quando parteciò alla Grande Sfida, esibizione andata in scena al Mediolanum Forum, cui partecipò un'altra 'bellissima' del tennis mondiale, la serba Ana Ivanovic, assieme a due tenniste italiane, Sara Errani e Roberta Vinci.
La presentazione, cui si riferiscono le immagini che girai quel giorno (e che pongo qui sotto), andò in scena alla Sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera di via Balzan a Milano, davanti a una folla di esperti e curiosi in appassionata e venerata genuflessione innanzi alla sua suprema bellezza.




Coronavirus, Ambrì corsaro a Lugano in una Resega senza tifosi

Un'immagine del derby tratta dal sito della tivù svizzera
L'Ambrì Piotta ha vinto il sesto Derby del Ticino stagionale, andando a espugnare la Resega, 'casa' del Lugano, con il punteggio di 4-1.
Il successo dei leventinesi in quello che rimane l'evento sportivo topico della regione adiacente alla Lombardia, rappresenta però solo uno zuccherino posto alla fine di una stagione tribolata, che per l'ennesima volta ha visto i biancoblù eliminati dalla corsa playoffs. Il Lugano, invece, si qualifica proprio per un soffio alla post-season, sfruttando la contemporanea sconfitta del Berna a Losanna.
La curiosità vera legata però a questo incontro, che spesso coinvolge anche molti tifosi italiani, è stata quella della disputa del match 'a porte chiuse', a causa del rischio legato al Coronavirus.
La Svizzera ha infatti adottato misure severe al riguardo, tra cui quella di fermare il campionato di calcio e, appunto, far disputare la sfida ticinese senza tifosi. Un contrasto veramente 'assordante', con un'arena totalmente deserta e le voci dei giocatori e il rumore dei pattini a fare da contrasto.
Le statistiche del Derby del Ticino:
          giocate - vinte Lugano - pari - vinte Ambrì
a Lugano    118          88          5         25
ad Ambrì    115          51          7         57
totale      233         139         12         82 

Natalia Monakova fra le vittime del party di Mosca

Un selfie di Natalia Monakova tratto dal suo profilo Facebook
Quando muore un angelo la tristezza è sempre grande, quasi infinita. Per me gli angeli sono le belle donne, fragili e meravigliose state che non dovrebbero mai essere toccate, e forse nemmeno consunte dal tempo, sebbene in molti casi il tempo stesso le modelli e le cambi, rendendole spesso ancora più belle e interessanti nel loro essere diverse.
La morte di Natalia Monakova è una notizia angosciosa in sé, alla pari delle altre due persone decedute nella tragedia della festa di Ekaterina Didenko, ma ancora maggiormente mi turba perché colpisce una donna, una donna intelligente, stupenda, ma anche di una fotografa impegnata nel diffondere il concetto di bello, come del resto si può vedere in queste immagini, che ho tratto dal suo profilo Facebook.