Firmare per sopravvivere, firmare per dire un chiaro 'no' ai decreti paccottiglia, quelli che cercano di unire capra e cavoli, quelli che condannano senza appello chi investe nella fatica del proprio lavoro, le partite IVA, i commercianti, coloro che hanno un'attività, e lasciano liberi di fare i cazzi propri gli allegri dipendenti che riempiono piazze e parchi in allegria. Anche per questo, per combattere l'ennesima follia di un insensato coprifuoco, è partita il 25 aprile, e sta andando a gonfie vele, la raccolta di firme "No Coprifuoco" lanciata da Matteo Salvini, nella cui presentazione si legge: "NOI, donne e uomini liberi d’Italia, chiediamo la cancellazione dell’insensato COPRIFUOCO e la riapertura di TUTTE le attività nelle zone (gialle o bianche) in cui il virus sia sotto controllo". Questo il link attraverso cui poter aderire alla campagna
Guardo il faccione di Andrea Agnelli, asserragliato in un piccolo fortino telematico, e provo una pena mista a una sprezzante naturale antipatia. L'antro da cui trasmette gli ultimi messaggi di lotta agli scherani che lo hanno seguito nella folle vicenda SuperLegaè angusto, oscuro, lontano anni luce dal millantato splendore juventino. Poteva organizzare con comodo una conferenza stampa nella sala dei trofei, seduto sulla poltrona familiare in pelle umana. Prendere il consueto giornalista-servo e usarlo come scendiletto per raccontargli che, in fin dei conti, dal suo pianeta lontano si sarebbe potuto far beffe di chi, ridendogli in faccia, lo aveva fatto diventare lo zimbello d'Europa suo malgrado, presunti amici e reali nemici. Invece, chissà perché, altro scivolone notturno, te lo ritrovi a giustificare bofonchiando le sue ragioni impettito in una trasmissione Skype che gli taglia la parte superiore della testa, con un collegamento sgranato che sembra fatto dalla camera da letto del figlio. Ci mancano le pantofole, la vestaglia e la canotta macchiata di sugo e il quadro da preoccupante diventerebbe deprimente. Voto alla comunicazione di uno dei manager considerati 'top-mondo' (espressione orrenda, ma per lui può anche passare): 2, pari solo alla scempiaggine con cui è stata condotta la vicenda SuperLega. Sembra il dittatore dello Stato (poco) libero di Bananas e, solo per una manciata di secondi il 'prode' Massimo Gramelllini mi ha preceduto su un organo di informazione un filo più importante del mio "L'Urlo", citando la ridicola figura del generale Tejero che, una quarantina di anni fa, entrava agghindato come Arlecchino nel Parlamento spagnolo in un 'golpe' alla Woody Allen. Ho il volume azzerato e, quindi, non posso ascoltare le parole di Agnelli, Si crea il ben noto 'effetto pesce' ma, francamente, non mi interessa, se ne sono sentite troppe di baggianate legate a questa competizione 'nata per fare il bene del calcio' e per onorare 'la passione dei tifosi'. Ecco, le parole 'calcio' e 'passione' non stanno proprio benissimo pronunciate da certi personaggi, quindi, tanto vale abbassare la (sua) voce. Che poi, dall'altra parte, non è che ci fosse di meglio e anche questa (pure qui mi vedo preceduto dal prode Gramellini) è cosa di non poco conto: essere riusciti a trasformare dei parassiti dello sport in filantropici baluardi decoubertiniani. Quell'immagine di Agnelli, perenne imbronciato, bambino viziato abituato alle vittorie facili, baloccata attraverso un'intervista Skype, non rende giustizia alle miliardate spese dalla famiglia di cui porta il cognome per costruire una comunicazione degna di un club che avrebbe avuto l'ardire, e l'ardore, di rappresentare il calcio almeno entro (e non oltre) il 12° miglior livello assoluto. Forse una società come l'Alcione (storica realtà che, nel calcio giovanile milanese, miete successi da anni) avrebbe fatto di meglio. E avrebbe potuto certamente, con più coerenza, legare il proprio nome alla parola 'passione'.
Un giorno senza pubblicare su Facebook, pronto al rientro
Il 25 aprile 2021, sappiatelo, ci sono ancora dei 'partigiani' che, come Hiroo Onoda, il giapponese che venne arrestato perché, nel 1974, combatteva ancora la sua guerra personale sull'isola filippina di Lubang, credendo che gli americani fossero ancora gli eterni nemici dell'Impero del Sole. In questo anno di grazia, esistono più che mai i delatori, immagino di quella Sinistra pecoreccia che, appena può, dà fiato ai propri polmoni marci e contorti per cantare falsi storici come "Bella ciao". E così mi è bastato utilizzare, peraltro in maniera corretta e non offensiva il termine 'negro' per venire messo all'indice da Facebook. Erano gli stessi metodi comunisti con cui le Volanti Rosse di turno andavano a prendere di notte chiunque, a fine guerra, si fosse 'macchiato' di avere collaborato, in qualsiasi modo, con il regime fascista. Di costoro sono piene le fosse e le foibe, e gli assassinii perpetrati sono rivendicati con gioia da quella massa becera e vomitevole di gente che la guerra manco l'ha vista di striscio (fra l'altra se la sarebbe data a gambe levate, visto come scappa alle prime cariche della polizia) e che anche in questo 25 aprile ha deciso di scendere impunita in strada a festeggiarlo. In ogni caso, la frase 'rea' postata sul social del sionista Mark Zuckerberg la ripeto qui, consapevole di non avere scritto nulla di male, riferendomi all'ultima pubblicità della pasta Barilla: "Perfino nella pubblicità della Barilla ti piazzano il negretto che mangia gli spaghetti. Ma che senso ha?". Già. Che senso ha riempire di negri le pubblicità che vanno sul territorio italiano? Di certo le persone dalla pelle scura, quelle che possono costituire degli utenti e dei 'compratori' sono una minima parte di un totale rappresentato invece da sbandati, clandestini, spacciatori e malavitosi. Quindi a cosa serve inserire a bella posta 'il negro'? Serve a farti abituare a quella immagine di umanità, a renderla naturale, a rendere logico qualcosa che logico non è. L'assorbimento delle etnie africane e asiatiche da parte dell'Europa, e che trova nell'Italia il suo primo laboratorio, rappresenta un piano di sostituzione etnica tanto caro ai potenti del globo, ma non è un processo naturale. Come non è naturale sbattere il 'negretto' in prima serata nella pubblicità degli spaghetti.
Il post giudicato 'incitamento all'odio'. Siamo nella dittatura di "1984"
Alcuni patetici, ma irritanti, assembramenti del 25 aprile
E' il 25 aprile, laFesta della Liberazione, che poi da chi ormai non lo si ricorda più, anche perché più che 'liberati' gli italiani sono stati 'consegnati' ad almeno due sistemi di potere. Quello imperialista americano e quello comunista sovietico, che hanno banchettato sulle spoglie dell'onore e della libertà nazionali. Detto dell'etica, parliamo dell'estetica. Sono sempre in meno a festeggiarla, questa Festa di Partito, ma sono sempre troppi, soprattutto di questi tempi, in cui chi in piazza ci va, legittimamente, per argomentare dei propri diritti violati (quelli veri e non fantasiosi, quelli del diritto al lavoro e alla propria vita sociale) viene bollato come infame e disfattista, mentre il solito branco di fomentatori dei Centri Sociali si raduna pecoreccio per celebrare i fasti che (non) furono diffondendo la solita paccottiglia veterocomunista, dal consunto falso storico di "Bella ciao" ai simpatici auguri di morte ai vari 'fasci' di tutto il mondo, che ormai non esistono più, ma che basta individuare in chi osi pensarla in maniera 'differente', e allora dagli al 'fascioleghista' e via discorrendo, fino alla 'cancel culture' portata in auge dal movimento Black Lives Mattere all'auspicata distruzione dell'uomo bianco e della sua civiltà (probabilmente 'fascista' anche ai tempi del Rinascimento...). La morale, per dirla con le parole della collega giornalista Azzurra Barbuto, che ho 'rubato' dal suo profilo Twitter: "Se fai una cena a casa, sei colpevole di festa clandestina. Se esci dopo le 22, hai violato il coprifuoco. Se manifesti e sei di destra, sei un untore sconsiderato, un criminale. Se crei assembramenti e sei di sinistra, sei un cittadino modello. Civile e responsabile".
Paura del Covid, forse di una nuova variante ancora più infettiva. La notizia arriva dall'agenzia AGI/AFP, ma in particolare dal Giappone. Il governo giapponese - cita la notizia - si prepara a
dichiarare lo stato di emergenza ancora una volta a Tokio e in
altri tre dipartimenti venerdì, tre mesi prima dell'inizio dei
Giochi Olimpici in programma nella capitale giapponese, di
fronte a un forte aumento locale del coronavirus. Le misure
saranno più rigorose del precedente stato di emergenza imposto
in alcune parti del Paese a gennaio, pur restando molto più
leggere rispetto ai blocchi decretati in altre parti del mondo
per più di un anno. "Abbiamo un forte senso di crisi - ha detto
venerdì il ministro giapponese incaricato della lotta contro il
virus, Yasutoshi Nishimura - non saremo in grado di contenere le
varianti che hanno potenti capacità infettive, a meno che non
adottiamo misure più forti di quelle adottate finora", ha
aggiunto.
Matteo Salvini a San Siro versione Milan (foto Gazzetta)
Matteo Salvini è stato intervistato dal programma "Lunedì di Rigore" del Gruppo Mediapason (di cui fa parte, per esempio, una televisione come Telelombardia) per commentare la vicenda SuperLega: "Se dobbiamo parlare di business parliamo di business, ma per me il calcio è la maglia, il sudore, la trasferta a detto -. Già la menata di DAZN e Sky mi fa cadere la poesia. Se pensano di campare con il mio abbonamento, hanno sbagliato a capire, io tornerò a vedere le partite dal vivo quando si potrà, ma non darò una lira a queste piattaforme". Su un eventuale contatto avuto con i vertici italiani della SuperLega: "Ho sentito il presidente della mia squadra. Non mi permetto di dire niente, lui fa l'interesse dell'AC Milan, immagino che ragioni in termini di fatturato, fa due conti... però penso che il 99% dei tifosi milanisti, interisti e juventini non ci stiano a vincere con il trucco. Le cose vanno sudate. A Torino sto facendo telefonate per tenere in Italia il marchio Iveco e non svenderlo ai cinesi, non per motivi calcistici". Poi una considerazione: "Oggi in Italia si parla solo di questo e non di Covid e riaperture e, da italiani, questo dovrebbe fare riflettere. Si parla di un gioco che dà posti di lavoro e questo è importante, e andrebbe fatto anche con un ragionamento sui tetti salariali, perché sentire parlare di rinnovi a 12 milioni di euro in questo periodo proprio non ci sta. Da milanista non mi va che la storia della mia società venga accomunata a qualcuno che pensa che il calcio sia di sua proprietà". Quindi su possibili soluzioni condivise dalle parti: "Le cause da 50 miliardi non sono credibili. Serietà vorrebbe che si sedessero attorno a un tavolo e discutessero. Ci vorrebbe una riforma della Champions fatta bene e dei diritti televisivi. Le persone serie in questo momento stanno già ragionando, il muro contro muro non serve a nessuno. Che messaggio si sta dando ai ragazzini che vanno agli allenamenti? Che se hai i soldi giochi, se non li hai vai fuori?".
Infine sul possibile passaggio di Gigi Donnarumma alla Juventus: "Se uno bacia la maglia del Milan mi rifiuto di pensare che possa andare a giocare nella Juve. Io sono rimasto alle bandiere, a Franco Baresi e Beppe Bergomi. Da tifoso, senza fare il populista, non mi piacciono i litigi su queste milionate, e non è l'unico Donnarumma che chiede cifre fuori dal mondo. Che rimanga al Milan chi ci tiene alla maglia, specie adesso, quando c'è gente che fa fatica ad arrivare a mille euro".
Sono gli stati tifosi del Milana urlare il proprio disappunto nei confronti della società, che ha aderito all'insano progetto della SuperLeague. Basti dare un occhio al profilo Facebook del club. Ecco un breve elenco dei primi commenti rilasciati... I contrari: Ginevra W.: Shame on you, Milan. I can't be a fan or follow you anymore. Such a sad day for this wonderful sport. Yan N.: Proud fan since 90' but today, I feel ashamed. Be a team and win your place on the pitch.. don't buy it without honor. No to this superleague Alessandro T.: totally disgusted with this Super League Scott P.: Some of the clubs actually posted the ESL announcement on their pages. At least they were up-front about it. This page is notable for its lack of such a post. Expected a backlash, perhaps? Thought you might avoid it? Read the thread. It's here anyway... Shameful. This was a collective money grab by 12 greedy executive boards. It's a betrayal of the players and the fans of the 12 clubs. Retract the proposal and step down, if you have any dignity or self-respect left. The whole bloody lot of you should be sacked. Irman H.: I'll still be a milanisti even if milan join superleague. But i wont watch any superleague matches as a protest for this event. Football belong to people not for money. Superleague seems like a representative of borjuism Al G.: I will not be a Milan fan if they decides to play in the Super League Fabio M.: Sono talmente incazzato che mi riduco a scrivere un commento su un post che oltre ad altri tifosi come me, non leggerete ovviamente mai. Ma a questo momento della notte è l'unico modo che ho per sfogarmi e liberare il mio disgusto. Aspetto con molta curiosità le dichiarazioni in merito a questa pagliacciata che infanga tutto ciò che il nostro Club ha rappresentato nella sua storia in fatto di valori e principi etici. Ho sostenuto il Milan da quando sono nato e mai mi sono vergognato così. Nessun fallimento sul campo può eguagliare la mia sensazione per avere aderito ad un gioco dei potenti. Il calcio, è nato dal popolo ed è del popolo ma da oggi non gli appartiene più. Vergogna! Se sarà confermata questa enorme barzelletta sarò tifoso del Milan solo nei ricordi del cuore e quello che verrà non sarà il mio Club. Giuseppe R.: Spero che la super league vada in porto, parta, create lo scontro con le federazioni che vi escluderanno di conseguenza dai campionati e che alla fine questa vostra lega faccia la fine della XFL Il Benpensante...: Vergogna vergogna vergogna per la super Lega. Tiferò monza. Alvise V.: La Super League è una ca..ta pazzesca, per carità eh Paolo S.: Dopo la serie B la Superlega ..che decisione orribile Devis K.R.: Finito tutto ragazzi non ha più senso questo campionato è una farsa totale Massimiliano F.: Per 50 anni ho sempre pensato che fossimo migliori degli altri... Disgusto totale per questa boiata della super lega. Edwin M.M.: If you participate in that Super league nonsense, consider losing me as a fan. We can't allow you to destroy football. Filippo D.R.: Mi piacerebbe leggere le analisi che avete fatto prima di prendere questa decisione. Non è tanto capire se avete previsto il numero di tifosi che prima si commuoveva a sentire la sigla della Champions e ora piuttosto di guardare la #SuperLeague si darà a corsi di cucina, e nemmeno se vi siete mai chiesti come mai Wimbledon è il torneo più bello, quello che mi chiedo è se avete valutato il rischio “Vancouver Grizzlies”. Dylan C.: I will never support milan again if they join the super league Márk S.: Shame on you! Joining to this European Super League is only about money and higher profit, not about the fans or the sport. #NOTOSUPERLEAGUE L'unico favorevole del lotto fra i primi commenti: Danijel N.: Lol u People have no clue. So u all support uefa ? U should be assumed. The same uefa that punishes little clubs but let's big(money ) clubs do what they want? What punishment did they give to city ? Nothing . I support the super legue just cos it's a big misle finger to uefa.
Il triste comunicato sulla SuperLega dal sito del Milan
Nasce la SuperLega europea di calcio, come possiamo reagire noi appassionati? Sappiamo che questo 'torneo' è 'il' Male, l'immagine di questi tempi corrotti, dello squallore di un mondo sempre più legato al dio denaro, sempre meno coerente e meritocratico. La SuperLega calcistica mi ricorda il 'Baffo' che con voce roca, alta, aspirata e fondamentalmente volgare, ti invita a "trascorrere una meravigliosa giornata al centro commerciale XY come se fossi al lago o in montagna" per comperare un bel paio di mutande o calzini, urlando forsennatamente come a una festa di paese. La SuperLega mi ricorda Amazon e le pubblicità squallide con cui invita ad abbuffarsi di materiale d'ogni genere attraverso le vendite online, bypassando la brava gente che ha investito i risparmi di famiglia per aprire o portare avanti negozi dalle più svariate merceologie. La SuperLega è infine come il Covid-19, un virus vero e proprio, una pandemia guidata dal cancro del denaro che uccide il merito sportivo e i sogni dei tifosi.
La 'mise' esibita ieri da Marika Fruscio a Calcissimo TV
Ho cambiato parere su Marika Fruscio, soprattutto dal punto di vista della sua competenza sportiva. Spesso svilita dalla 'presenza' esagerata in televisione, anche nella punta di ieri di Calcissimo TV la prorompente tifosa del Napoli non ha risparmiato le curve, mettendo in bella evidenza i seni ma, soprattutto, una minigonna vertiginosa che, grazie anche al trespolo su cui era seduta, ha fatto intravedere un 'upskirt' con tanto di nere mutandine. La bella Marika, però, ha mostrato una vera competenza calcistica. Ne sa più certamente lei di tanti azzimati opinionisti prezzolati nelle televisioni private e pubbliche. Per cui, tanti complimenti Marika, per la competenza e per... l'upskirt!
Poco prima degli incidenti: si notano facce maghrebine e africane
Chi sono i bonobi, oppure scimpanzé, che pochi giorni fa hanno deciso di riunirsi in via Micene, zona San Siro, a Milano? Trattasi di 300 figuri che, al ritmo della solita musica 'ppe ciovani' ha prima cominciato a saltellare allegramente sulle auto parcheggiate, per poi prendere a bottigliate la polizia, ovviamente accorsa, in uno scenario da guerriglia urbana. C'è chi, come il solerte cronista de "La Repubblica", la racconta così, quasi con ammirazione e comprensione per i poveri 'figli del disagio': "La Zona 7, San Siro, è diventata nel gergo la Seven Zoo. E "i ragazzi dello zoo della Zona 7" non hanno mai avuto grandi problemi a mostrarsi, a raccontarsi e a partecipare, in questi anni, ai video dei loro rapper. Ci sono cresciuti insieme... Ieri, nella storia del quartiere, un assoluto inedito. Un rapper, Neima Ezza, è stato accompagnato in questura per fare un'elezione di domicilio. Per ora gli contestano la violazione dell'articolo 18, e cioè la "manifestazione non preavvisata. Ed è un paradosso che proprio il Covid, con i suoi divieti di assembramento, abbia portato a galla il disagio della Seven Zoo... la guerriglia francamente è cosa ben diversa, ma l'aria nel quartiere è rimasta pesante lo stesso". Per leggere i fatti andiamo a dare una sbirciatina a "Libero": "Sono circa le 17.30 quando
alcuni cittadini segnalano alla
Polizia di Stato la presenza di numerosi
giovani in via Micene. Dalla
centrale operativa controllano
le telecamere e si accorgono
dell’assembramento e decidono
di far intervenire cinque pattuglie.
Una volta arrivati sul posto gli
agenti si sono trovati davanti circa
300 giovani tra i 16 e i 20 anni,
riunitisi per girare un video di un
rapper, intenti a salire sui cofani
delle auto in sosta cantando e ballando.
Alla vista della Polizia i giovani
prima si sono dati alla fuga
verso piazzale Selinunte, per poi
compattarsi e iniziare un lancio di
pietre, bastoni e bottiglie verso i
poliziotti, urlandogli frasi tipo «andatevene
» e «fuori dalle nostre zone
»". In poche parole, trattasi di 'bestie'. Sempre a "Libero" parla Alessandro De Chirico, consigliere comunale di Forza Italia, che svela un fatto altrettanto se non più importante, ovvero che i 'ragazzi' sono in maggioranza nordafricani. Lo stesso 'rapper', Neima Ezza, pare sia di origine marocchina. E non c'è da meravigliarsi. Non è necessario credere nel Piano Kalergi, basta osservare come sia ridotta la Francia e, pian piano, come si stiano riducendo le nostre periferie, 'infettate' da questa immigrazione selvaggia, costituita da genti straniere, incapaci di adattarsi e riottose alla nostra società europea. Basta guardare in faccia questi giovani: carnagioni olivastre, capelli tagliati corti, non sono milanesi, lombardi, italiani, Nè tanto meno europei. Arrivano da quei mondi islamici che ci hanno giurato odio eterno, desiderosi di conquistarci e sottometterci, a qualunque costo, nel nome di quel loro dio che in questi giorni si divertono a pregare più del solito. Il tutto, ovviamente, nel silenzio dei media che, quando ne parlano, tacciono gli aspetti più scabrosi delle vicende che li riguardano, con un articolo il cui titolo suona al limite del 'buonismo' più bieco nei confronti di questo manipolo di sfigati: "I ragazzi della Seven Zoo: San Siro tra rapper, risse e il disastro delle case Aler". Continuate a ballare, bonobi. Leggi anche: I FIGLI DELLO 'IUS SOLI', TRA FURTI E VIOLENZA
Il video dell'assembramento, la fuga e il confronto con la polizia:
Mario DraghiSuperstar. I peana iniziali verso il neo 'conducator' del traballante vascello governativo italiano proseguono senza sosta, ma qualche scricchiolio, e anche piuttosto sonoro, comincia ad avvertirsi. Il termine 'dittatore' rivolto al boss turco Tayyip Erdogan è più che giustificato nei bar e sulle pagine Facebook dove scrive il sottoscritto, che non ha incarichi di governo, ma in una conferenza stampa peraltro nemmeno sull'argomento rappresenta una delle più clamorose topiche comunicative della storia italica. Nella stessa conferenza stampa il prode Draghi ha peraltro confermato, rispondendo alla classica domanda anti-salviniana della solita 'giornalista-serva', stima e fiducia verso il ministro più chiacchierato del suo governo di 'continuità', Roberto Speranza, l'uomo che ha dovuto ritirare dal commercio, a furor di vergogna, un libro in cui vantava i successi suoi e della Sinistra nel debellare la pandemia. Il tutto mentre l'Italia vedeva morire giusto un centinaio di migliaia di persone. Il giorno dopo tutti insieme appassionatamente a difendere il 'genio'. A me è parsa, invece, una conferenza stampa desolante, in cui è stato proferito il solito mare di cazzate che viene propinato agli italiani da oltre un anno a questa parte. Ma la corteccia cerebrale dei 'media' italiani ormai si è assottigliata al punto da definire 'accettabili' anche le dichiarazioni più 'inaccettabili'...
Ennesima violenza di un africano su di una italiana
Mettersi insieme a un marocchino può portare a spiacevoli situazioni, soprattutto se il marocchino non sta a casa sua, ma fa parte della ciurmaglia di emigrati che hanno invaso il Vecchio Continente con scopi non sempre molto chiari e con fedine penali non sempre molto pulite. Detto che pure fra gli 'hombres' italici i disgraziati e senza dignità abbondano, e che come conseguenza non si sente davvero il bisogno di importarne di nuovi, vale la pena citare il fatto di cronaca avvenuto il 6 aprile 2021, alle ore 18, a Corsico, provincia di Milano, cittadina dove ormai il dialetto locale è stato sostituito ampiamente da famiglie che girano con donne ricoperte da hijab e uomini in infradito e abiti lunghi. In questo luogo ameno i carabinieri locali hanno tratto in arresto in flagranza, un 21enne marocchino, "nullafacente, censurato per reati contro il patrimonio, responsabile del reato di 'rapina e lesioni personali'" si legge nel comunicato emesso dal Comando dei Carabinieri "Lombardia". Il comunicato prosegue: "Il marocchino, al culmine dell'ennesima lite per gelosia, ha aggredito la fidanzata 17enne, italiana, colpendola con calci, pugni e morsi, procurandole una ferita all'arcata sopraccigliare sinistra ed asportandole il telefono cellulare. La minore, con l’aiuto di alcuni passanti, riusciva ad allontanarsi in attesa dell'arrivo dei militari operanti che immediatamente rintracciavano e fermavano l’uomo, che è stato trovato in possesso del cellulare della vittima". La 'bestia' ha insomma colpito, per l'ennesima volta, su suolo italiano. Sempre secondo comunicato: "La ragazza veniva trasportata presso l'ospedale 'San Carlo' di Milano, da dove è stata dimessa con prognosi clinica di 21 giorni per 'ferita lacero contusa ed escoriazioni varie al volto'". Morale: non sempre una 'risorsa' è necessariamente utile.
La 'caduta' di Facebook, Instagram e Whatsapp ha rappresentato una piccola, per quanto misera, soddisfazione, in un momento in cui i 'social' di Mark Zuckerberg sono ormai assurti a desposti decisionali di chi, o meno, ammettere nella sua arena comunicativa. Mezz'ora, non di più, ma sufficiente per dimostrare che anche i ricchi piangono.
Cito dal web: "Allarme rientrato per WhatsApp, down per quasi un’ora oggi, venerdì 19 marzo 2021. I problemi cominciati alle 18:25 circa, anche per Instagram che è andato in 'down', sono stati risolti alle 19:08, quando l’app di messaggistica e quella di foto hanno ripreso a funzionale. Le prime segnalazioni, in realtà, come vi abbiamo raccontato, erano già cominciate poco dopo le 18. Per un’ora social e servizi di messaggistica del gruppo di Mark Zuckerberg non permettevano di inviare e ricevere foto, in alcuni casi mostravano errore in fase di accessi. Poi i problemi sono cominciati anche per Messenger e Facebook down, ma ora il peggio sembra passato". So' soddisfazioni...
Michela Murgia, quando una vignetta basta e... avanza
Non vale la pena, mai, di sprecare tempo per personaggi come Michela Murgia, anche perché si correrebbe il rischio di scivolare nello scurrile. La 'boldriniana' bacchettatrice di costumi, dopo avere sparato l'ennesima stupidaggine attorniata da un condimento di pseudocultura sostenuta dai ripetuti inviti nelle televisioni 'amiche', è stata ovviamente difesa a spada tratta dal 99% degli accoliti 'sinistrorsi' che costellano le redazioni radioteleeditoriali, le stesse che giudicano una rivista come "Il Primato Nazionale" 'organo neofascista'. Non clicco nemmeno sull'articolo de "L'Espresso" in cui si recita: "...viviamo nello stesso contesto per cui Michela Murgia deve sopportare una cremolata di escrementi virtuali per aver detto in tv che il generale (Figliuolo)...", ma basta per fare capire come lei, la 'bellissima' intellettuale adottata dai rimasugli del radicalchicchismo nazionale (come sono finiti male...), non possa certamente temere di essere messa all'indice, malgrado le nefandezze con cui cosparge chi non la pensi come lei. I paladini del Minculpop rosso fuoco si affrettano a difendere la donzella (ops...) dagli 'haters' di turno. E mi fermo qui. Che poi andrebbe anche spiegato che uno, a furia di sparare minchiate, qualche 'hater' che lo mandi al 'paese' da dove è arrivato se lo meriterebbe pure. Ovviamente dimenticando che la prima 'hater' è proprio la prode signora (o signorina?... boh) Murgia, tanto 'odiatrice' da rilasciare interviste solo agli organi di informazione che la pensino come lei. Un ragionamento sottile. Lo stesso che trasforma un delirio in pensiero. Basta proclamarsi di Sinistra.
Foto dal gruppo Facebook "Io sostengo Il Primato Nazionale"
Facebook compie l'ennesimo atto liberticida e chiude la pagina de "Il Primato Nazionale", rivista regolarmente registrata, un punto di riferimento per molti lettori legati al mondo del centrodestra e del cosiddetto 'sovranismo' (la stessa rivista recita, sotto alla testata, la scritta 'periodico sovranista'). Sul giornale scrivono anche diversi personaggi di grido, che spesso sulle televisioni nazionali, e che quindi non si nascondono in qualche sparuto angolo di dissenso extraparlamentare, nulla a che vedere con fogli stile "Ordine Nuovo", giusto per fare un esempio:fra di loro si possono citare Vittorio Sgarbi, Alessandro Meluzzi e Diego Fusaro, non proprio nomi di secondo piano della cultura italiana. Se però la dittatura del pensiero imposta dal 'social' di Mark Zuckerberg non sorprende, visto che già in passato ci ha abituato a questi comportamenti 'orwelliani', vale la pena citare i titoli dei quotidiani nazionali, quelli espressi dai giornalisti 'servi' del potere, come si diceva una volta, gli autori di quel 'mainestream' mediatico asservito al giogo globalista del meticciamento culturale e cerebrale cui siamo bombardati. Il Fatto Quotidiano, a dire la verità, è morbido e sincero: "Facebook chiude la pagina della testata sovranista Il Primato Nazionale", anche se c'è da chiedersi del perché di quel 'sovranista' aggiunto a bella posta in segno di evidente disprezzo e giustificazione dell'atto. Wired, invece, fa capire chiaramente di che pasta siano fatti i mestieranti e i titolisti che alberghino la sua redazione: "Facebook ha chiuso la pagina del quotidiano neofascista Il Primato Nazionale" (in nessuna pagina del giornale sovranista ho mai letto articoli di apologia del mondo fascista, semmai di approfondimento e di studio dello stesso). La Repubblica, con un tocco di 'classe', si fa per dire, spiazza tutti e celebra la notizia sotto l'antefatto di "Neofascismo: Facebook chiude la pagina de Il Primato Nazionale, testata di CasaPound". Più 'soft' e veritiero il titolo de La Stampa: "Facebook cancella la pagina de Il Primato Nazionale, testata vicina a CasaPound". Il titolo più vero è però probabilmente quello con cui dà la notizia lo stesso Primato: "Ultime dal 1984: Facebook ha rimosso la pagina del Primato Nazionale". Su Facebook rimane comunque, almeno per ora, la pagina "Io sostengo Il Primato Nazionale" cui ci si può aggiungere per dare voce al proprio desiderio di libertà e giustizia.
Si rimane sbigottiti a osservare, ma soprattutto a leggere chi siano le persone ritenuto 'esempio' e punti di riferimento nella società moderna. Da ragazzo leggevo le avventure dei paladini e di Carlo Magno, protagonisti dell'epopea del ciclo carolingio, cui poi associai altre figure di 'eroi', da Bobby Sands, a sua volta 'paladino' della libertà irlandese, a quelli più propriamente sportivi, come Andriy Shevchenko. La discesa agli inferi della dignità si è però impossessata del vissuto quotidiano, e basti leggere le dichiarazioni di Gregorio Mammì, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle per capire quali siano i riferimenti di oggi dell'italiano medio. Il tutto nasce dall'ennesima polemica sui vaccini, scatenata da Chiara Ferragni e, ovviamente, utilizzata strumentalmente in chiave politica: "Chiara e Federico (Fedez, ndr) hanno fatto tanto per la Lombardia e per il nostro Paese e sono l'icona della speranza per i giovani, grazie al loro talento e al buon cuore". Icona e speranza. Sono davvero questi due allegri e bravi guitti della comunicazione l'ideale stampato nelle menti e nei cuori dei giovani? Personalmente ho qualche dubbio al riguardo.
Pasta alla carbonara (foto Discover Italy - Alitalia)
Pasta alla Carbonara figlia dei soldati americani di stanza in Italia nella Seconda Guerra Mondiale o dei carbonari italiani di due secoli orsono? Le teorie sono diverse ma, quello che conta, è che il 6 aprile è la Giornata della Carbonara, il Carbonara Day, tradizionale appuntamento dedicato a una delle ricette più rappresentative della tradizione culinaria nazionale (o, forse, quasi) che quest’anno registra il record delle sfide nelle cucine pugliesi, con l'enorme aumento degli acquisti di pasta (+10%) e uova ( +15%). E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia. L’invito – sottolinea la Coldiretti regionale – è quello di condividere sui social ai fornelli, in cucina, in salotto o dai balconi la propria esperienza nella preparazione del tipico piatto Made in Italy conosciuto in tutto il mondo. La carbonara è un primo piatto tipico della cucina laziale a base di uova, guanciale, pecorino romano grattugiato e pepe.
Tra gli errori più comuni commessi in Italia – spiega la Coldiretti – ci sono quelli di usare la pancetta al posto del guanciale e di sostituire il pecorino romano con formaggi anonimi. Un rischio molto diffuso all’estero dove – riferisce la Coldiretti – viene utilizzato spesso il cosiddetto Romano Cheese che, oltre a non rispettare il rigoroso disciplinare di produzione, viene addirittura ottenuto negli Stati Uniti e in Canadadal latte di mucca e non di pecora. Una crescita che ha favorito purtroppo anche la moltiplicazione di inquietanti 'tarocchi' del prestigioso piatto della tradizione popolare italiana a partire dall’abitudine belga di modificarla in molti continenti con l’impiego della panna fino alla Smoky Tomato Carbonara, ovvero la carbonara di pomodoro affumicata pubblicata recentemente dal prestigioso New York Times. La versione inventata dal quotidiano statunitense utilizza, oltre al pomodoro – riferisce la Coldiretti – il 'bacon' al posto del guanciale mentre il Pecorino Romano viene sostituito dal Parmesan, una brutta copia Made in USA del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano. La mancanza di chiarezza sulle ricette Made in Italy offre terreno fertile alla proliferazione di prodotti alimentari taroccati all’estero dove – conclude la Coldiretti – le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine. La Coldiretti Puglia quest’anno propone la pasta alla carbonara 'patriottica', oltre al pecorino Dop anche la pasta di grano italiano al 100% e il guanciale da maiali allevati nella Penisola come le galline dalle quali si ottengono le uova.
Il mondo della musica chiede di riappropriarsi dei propri spazi e dei propri diritti. Un mondo senza musica è un mondo della cultura, lo hanno detto in molti e Raffaele Volpe, presidente di Dismamusica (associazione italiana di riferimento per il settore della produzione, distribuzione e vendita di strumenti musicali, edizioni musicali e accessori) lancia un messaggio al Governo, e in particolare al presidente del Consiglio, Mario Draghi, e al ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, per riconoscere allo strumento musicale la legittima qualifica di “bene culturale”, con la richiesta che gli operatori del settore possano rientrare tra quelli autorizzati a proseguire la vendita anche in zona rossa equiparandosi alle librerie. Alla luce anche dei recenti sondaggi che Dismamusica ha svolto sull’intera filiera dello strumento musicale, le chiusure imposte dal Governo, comporterebbero – ha spiegato Volpe - "un colpo difficilmente superabile con una forte ricaduta negativa per decine di migliaia di lavoratori e aziende. Circa il 10% dei punti di vendita rischia di chiudere entro l’anno e le previsioni di Dismamusica indicano, per questo 2021, un’ulteriore contrazione del mercato (-8%) rispetto al già pesante 2020".