giovedì 31 dicembre 2009
Buon 2010 a tutti!!!
Scusate la recente latitanza, ma la mia permanenza in Canada mi costringe a ritmi molto alti, e anche per questo mi torna difficile aggiornare il blog. Lo farò al più presto, promesso. Intanto, non potevo lasciare il mese di dicembre senza post... per cui ne approfitto e auguro a chiunque passi da queste parti un 2010 eccezionale. Anzi, come direbbe un mio caro amico... eccelso!
venerdì 27 novembre 2009
Retrospettiva: l'ultima sera a Milano...
Una sera alla Parrilla Mexicana di via Piero della Francesca, una sera per dimenticare mamma, gli amici, la casa, la mia stanza, la Milano nebbiosa che lascio alle mie spalle... soliti nachos conditi da ottima salsa, solita splendida Mary che vado a trovare e mi accoglie con il suo solito sorriso, soliti amici con cui sparare minkiate dal vago retrogusto intelligente, l'ultimo party (di cui parlerò a parte), con tanto di esposizione di Barby, l'ultimo sguardo dalla finestra su Piazza Gerusalemme. Devo andare a letto, fra poco parte l'aereo...
giovedì 26 novembre 2009
Siamo uomini? No, siamo Devo!
E così sono andato al Phoenix a vedere i Devo. Grande serata, grande concerto. Lunedì di freddo intenso, anche se questi qui vanno in giro in maglietta. In coda per quasi un’ora ad aspettare che aprano le porte, e poi 55 dollari (canadesi) per il biglietto della prima serata, quella di lunedì. Mi sono detto: “Anche al martedì faranno la stessa scaletta”. Nulla di più falso.
E’ stato un excursus nella storia dei Devo: la prima srata dedicata ai primissimi album, quelli pre-anni ’80, la seconda invece molto più elettronica e post-’80, e forse quella che mi sarebbe piaciuta di più. Però a spendere 55 dollari per sera bisogna stare attenti, e poi c’è sempre Youtube, e poi ci sono altri ‘e poi’, e chissà, magari un giorno pure li intervisto ‘sti Devo.
Il pubblico mi è parso freddino, sembra a ‘sta gente dia fastidio pogare, eppure ero in una zona abbastanza vicina al palco. Insomma, un po’ bisogna pur essere maleducati, no? Se non sei maleducato a un concerto dei Devo, se vai in Chiesa cosa fai? In compenso c’era un discreto numero di punk molto scenici, dotati di cresta d’ordinanza, con un paio di bamboline che sembravano uscite dal video degli Stranglers “Strange Little Girl”… beh, questa è difficile anche per un appassionato, quindi non pretendo che la capiate…
Comunque sia, per la cronaca, e per gli amanti del genere, partenza a razzo con “Uncontrollable Urge”, e poi via con “Satisfaction” (cover…), “Are we not Men, We are Devo”, “Too Much Paranoias”, “Jocko Homo”, l’assoluta estasi violenta e gutturale dell’accoppiata “Gut Feeling” – “Come Back Jonee”, oltre ad alcune ‘primizie’, o così almeno credo io, visto che non me le ricordo mai suonate nei due concerti precedenti che avevo visto della mitica band di Akron, Ohio (nel 1988 e nel 2007), ovvero “Space Junk” e “Shrivel Up”.
Gran finale elettronico con “Gates of Steel”. Non l’avessero fatta mi sarebbe anche venuto il sospetto che si fosse trattato di un concerto quasi esclusivamente ‘duro’ per riservare la ‘morbida’ elettronica al giorno dopo. Invece era proprio così…
(foto di Massimiliano Bordignon)
Gustatevi una splendida versione di "Are we not Men? We are Devo", made in Toronto, November 23rd, 2009.
E’ stato un excursus nella storia dei Devo: la prima srata dedicata ai primissimi album, quelli pre-anni ’80, la seconda invece molto più elettronica e post-’80, e forse quella che mi sarebbe piaciuta di più. Però a spendere 55 dollari per sera bisogna stare attenti, e poi c’è sempre Youtube, e poi ci sono altri ‘e poi’, e chissà, magari un giorno pure li intervisto ‘sti Devo.
Il pubblico mi è parso freddino, sembra a ‘sta gente dia fastidio pogare, eppure ero in una zona abbastanza vicina al palco. Insomma, un po’ bisogna pur essere maleducati, no? Se non sei maleducato a un concerto dei Devo, se vai in Chiesa cosa fai? In compenso c’era un discreto numero di punk molto scenici, dotati di cresta d’ordinanza, con un paio di bamboline che sembravano uscite dal video degli Stranglers “Strange Little Girl”… beh, questa è difficile anche per un appassionato, quindi non pretendo che la capiate…
Comunque sia, per la cronaca, e per gli amanti del genere, partenza a razzo con “Uncontrollable Urge”, e poi via con “Satisfaction” (cover…), “Are we not Men, We are Devo”, “Too Much Paranoias”, “Jocko Homo”, l’assoluta estasi violenta e gutturale dell’accoppiata “Gut Feeling” – “Come Back Jonee”, oltre ad alcune ‘primizie’, o così almeno credo io, visto che non me le ricordo mai suonate nei due concerti precedenti che avevo visto della mitica band di Akron, Ohio (nel 1988 e nel 2007), ovvero “Space Junk” e “Shrivel Up”.
Gran finale elettronico con “Gates of Steel”. Non l’avessero fatta mi sarebbe anche venuto il sospetto che si fosse trattato di un concerto quasi esclusivamente ‘duro’ per riservare la ‘morbida’ elettronica al giorno dopo. Invece era proprio così…
(foto di Massimiliano Bordignon)
Gustatevi una splendida versione di "Are we not Men? We are Devo", made in Toronto, November 23rd, 2009.
lunedì 23 novembre 2009
E alla fine trovai anche il locale dark...
Si chiama Phoenix, è in Sherbourne Street, lontano dal centro. Finalmente un locale che sa di puzza di cadavere, di notti consunte affogate nel whisky, flash metallici misti a follie cerebrali. Un piccolo tempio del dark, dove si mischia la musica più 'hardcore' e quella del metallo'gotico d'avanguardia.
Popolazione che dalle poche singole unità delle 100, aumenta progressivamente fino a un paio di centinaia attorno alla 'mezza'.
Alcuni ballerini in stile Rocky Horror Picture Show si dimenano sul palco e su piccole transenne appositamente costruite. Il megaschermo all'angolo celebra la trilogia di "Underworld". Nella sala a fianco suona davanti a una trentina di persone un gruppaccio di rock pesante. Qualcuno cerca di cuccare. Due tiponzole sula ventina (o forse meno) mi passano di fianco vestite di nero e totalmente ubriache. Bofonchiano qualcosa ma io, che già capisco poco in una discoteca italiana, figuriamoci se mi parlano in inglese. Poco dopo la mezza mi allontano. Ho visto quanto basta. Lunedì sera qui suoneranno i Devo...
Popolazione che dalle poche singole unità delle 100, aumenta progressivamente fino a un paio di centinaia attorno alla 'mezza'.
Alcuni ballerini in stile Rocky Horror Picture Show si dimenano sul palco e su piccole transenne appositamente costruite. Il megaschermo all'angolo celebra la trilogia di "Underworld". Nella sala a fianco suona davanti a una trentina di persone un gruppaccio di rock pesante. Qualcuno cerca di cuccare. Due tiponzole sula ventina (o forse meno) mi passano di fianco vestite di nero e totalmente ubriache. Bofonchiano qualcosa ma io, che già capisco poco in una discoteca italiana, figuriamoci se mi parlano in inglese. Poco dopo la mezza mi allontano. Ho visto quanto basta. Lunedì sera qui suoneranno i Devo...
lunedì 9 novembre 2009
Milano, stanotte dormi nelle mie braccia...
Osservo la mia Milano immersa nelle foschie di novembre e i miei occhi lacrimano scorrendo veloci sulla finestra, affiancando le gocce di pioggia che rimbalzano sui fiori esposti sul balcone. Primi brividi d’inverno, per loro e per me, quasi mi avvicino per alitare loro un po’ di calore.
Il Milan ha vinto all’Olimpico con la Lazio per 2-1, gol di Thiago Silva e Pato, doppietta brasiliana e allora non posso non pensare al ritmo sincopato della bossanova di João Gilberto e Tom Jobim (‘Desafinado’), a quell’armonia che mischia così sapientemente quel piano triste un po’ francese e quella canzone da strada che potrebbe tranquillamente appartenere a un vicolo di quelli di Porta Ticinese, forse quello delle Lavandaie, dove ancora adesso si possono vedere le pietre dove i panni venivano appoggiati, strizzati e violentati da quelle mani di cento e più anni fa.
Ho scoperto il valore della parola ‘saudade’ e ora lo vivo così intimamente da farmi straziare da ogni sua nota, mentre Stan Getz e Astrud Gilberto intonano con una sfrontatezza tutta anni ’60 le note di ‘Corcovado’.
Penso al mio Duomo di notte, alla musica di Alberto Fortis e alla nebbia che avvolge San Siro ripieno di strabordante calore rossonero. Calore di popolo, calore di vita, calore di amore.
Il Canada è una donna bellissima, ma anche un po’ puttana. Milano è mia, solo mia, la sento dentro ogni parte del mio corpo. Ogni sua via mi è familiare, come la gente che la popola. Toronto invece non fa ancora parte di me, anche se sto cercando di persuaderla che potrei anche piacerle. Questione di tempo, mi dico, e di qualche bella partita di hockey vista dal vivo o in televisione.
Intanto guardo i rigagnoli della pioggia annebbiare le finestre di casa mia, oppure questa sera sono io che mi sento particolarmente legato a questo posto. Il clarinetto di ‘Atração Sensual’ diretta da Tony Vella mi fa ricordare Cochi e Renato che ballano fuori dallo stadio cantando ‘E la vita l’è bela’, un’ironica e amara presa di coscienza della vita del povero diavolo, sempre alla ricerca della famosa ‘svolta’, che però non arriva mai. Ma tanto, ‘basta avegh l’umbrela…’.
Ed è tutto così diverso, tutto così operaio rispetto al Media Gondola dell’Air Canada Centre, dove solo pochi giorni fa ho coronato uno dei sogni della mia vita, assistendo in tribuna stampa alla mia prima partita NHL come giornalista accreditato, Toronto Maple Leafs-Tampa Bay Lightning.
Ma se basta questo giorno di pioggia a farmi provare tante emozioni in pochi secondi, e queste sensazioni sono così forti (intanto Elis Regina canta ‘Triste’) mi sembra ancora più incredibile pensare a quanto amore e passione ci lasciamo scivolare addosso mentre il nostro tempo scorre via.
La bossanova si avvia verso la fine, Chico Buarque e Telma Costa cantano ‘Eu te amo’. Ormai ho chiuso la finestra. Non vedo più la pioggia. Non so più cosa succeda fuori. Ancora pochi giorni di Milano, ancora pochi giorni di pioggia. La prossima partita del Milan non sarò più qui.
(Le foto non sono mie ma della fotografa degli allora esistenti Milano Vipers, squadra di hockey ghiaccio, fotografa di cui purtroppo ora non ricordo il nome...)
Ascoltate questa canzone per favore. Si chiama "Il Duomo di notte" ed è di Alberto Fortis. Assoluta poesia, fra le migliori canzoni italiane di sempre...
Il Milan ha vinto all’Olimpico con la Lazio per 2-1, gol di Thiago Silva e Pato, doppietta brasiliana e allora non posso non pensare al ritmo sincopato della bossanova di João Gilberto e Tom Jobim (‘Desafinado’), a quell’armonia che mischia così sapientemente quel piano triste un po’ francese e quella canzone da strada che potrebbe tranquillamente appartenere a un vicolo di quelli di Porta Ticinese, forse quello delle Lavandaie, dove ancora adesso si possono vedere le pietre dove i panni venivano appoggiati, strizzati e violentati da quelle mani di cento e più anni fa.
Ho scoperto il valore della parola ‘saudade’ e ora lo vivo così intimamente da farmi straziare da ogni sua nota, mentre Stan Getz e Astrud Gilberto intonano con una sfrontatezza tutta anni ’60 le note di ‘Corcovado’.
Penso al mio Duomo di notte, alla musica di Alberto Fortis e alla nebbia che avvolge San Siro ripieno di strabordante calore rossonero. Calore di popolo, calore di vita, calore di amore.
Il Canada è una donna bellissima, ma anche un po’ puttana. Milano è mia, solo mia, la sento dentro ogni parte del mio corpo. Ogni sua via mi è familiare, come la gente che la popola. Toronto invece non fa ancora parte di me, anche se sto cercando di persuaderla che potrei anche piacerle. Questione di tempo, mi dico, e di qualche bella partita di hockey vista dal vivo o in televisione.
Intanto guardo i rigagnoli della pioggia annebbiare le finestre di casa mia, oppure questa sera sono io che mi sento particolarmente legato a questo posto. Il clarinetto di ‘Atração Sensual’ diretta da Tony Vella mi fa ricordare Cochi e Renato che ballano fuori dallo stadio cantando ‘E la vita l’è bela’, un’ironica e amara presa di coscienza della vita del povero diavolo, sempre alla ricerca della famosa ‘svolta’, che però non arriva mai. Ma tanto, ‘basta avegh l’umbrela…’.
Ed è tutto così diverso, tutto così operaio rispetto al Media Gondola dell’Air Canada Centre, dove solo pochi giorni fa ho coronato uno dei sogni della mia vita, assistendo in tribuna stampa alla mia prima partita NHL come giornalista accreditato, Toronto Maple Leafs-Tampa Bay Lightning.
Ma se basta questo giorno di pioggia a farmi provare tante emozioni in pochi secondi, e queste sensazioni sono così forti (intanto Elis Regina canta ‘Triste’) mi sembra ancora più incredibile pensare a quanto amore e passione ci lasciamo scivolare addosso mentre il nostro tempo scorre via.
La bossanova si avvia verso la fine, Chico Buarque e Telma Costa cantano ‘Eu te amo’. Ormai ho chiuso la finestra. Non vedo più la pioggia. Non so più cosa succeda fuori. Ancora pochi giorni di Milano, ancora pochi giorni di pioggia. La prossima partita del Milan non sarò più qui.
(Le foto non sono mie ma della fotografa degli allora esistenti Milano Vipers, squadra di hockey ghiaccio, fotografa di cui purtroppo ora non ricordo il nome...)
Ascoltate questa canzone per favore. Si chiama "Il Duomo di notte" ed è di Alberto Fortis. Assoluta poesia, fra le migliori canzoni italiane di sempre...
martedì 3 novembre 2009
Delaware Avenue 72...
Non posso non soffermarmi, per quanto banale possa risultare su questo mio 'tenero' ingresso nella mia nuova casa di Delaware Avenue 72, un indirizzo che fra l'altro mi ricorda un vecchio brano degli ABC, il mio gruppo musicale preferito.
Sono tanti i significati di questo mio gesto, di questa mia scelta, e non è questa l'ora (anche se forse sarebbe il luogo) per elencarveli tutti.
Non riesco a commuovermi perché ho troppe cose a cui pensare, ma questi momenti me li porterò dietro per tutta la vita, mentre sono accompagnato dalla sempre gradevole di Radio 105 Classic.
Questa è anche una scusa per farvi vedere i miei primi passi in questo nuovo mondo, come si è sviluppata, o meglio, da come è partita questa nuova avventura.
Se questo appartamento (pardon, basement) avrà un futuro, e io con lui, sarà divertente un giorno rivedere queste foto, leggere queste righe e vedere come tutto è cominciato...
Vorrei attraverso queste righe anche ringraziare pubblicamente due persone che mi sono state vicine in questi giorni. Siccome so quanto amino la loro privacy, non le citerò per nome e nemmeno per cognome, ma semplicemente sappiano che certe cose non si dimenticano. Mai.
Nelle foto (tutte di Massimiliano Bordignon... e di chi altro cazzo dovrebbero essere?) di seguito:
1) L'arrivo...
2) Stanza Home Cinema
3) Ufficio computer
4) Centro Wellness
5) Sezione ristoro (sulla sinistra si riconosce l'amichevole barattolo di maionese Kraft)
6) Camera Bondage - BDSM
7) Zona procreazione
Sono tanti i significati di questo mio gesto, di questa mia scelta, e non è questa l'ora (anche se forse sarebbe il luogo) per elencarveli tutti.
Non riesco a commuovermi perché ho troppe cose a cui pensare, ma questi momenti me li porterò dietro per tutta la vita, mentre sono accompagnato dalla sempre gradevole di Radio 105 Classic.
Questa è anche una scusa per farvi vedere i miei primi passi in questo nuovo mondo, come si è sviluppata, o meglio, da come è partita questa nuova avventura.
Se questo appartamento (pardon, basement) avrà un futuro, e io con lui, sarà divertente un giorno rivedere queste foto, leggere queste righe e vedere come tutto è cominciato...
Vorrei attraverso queste righe anche ringraziare pubblicamente due persone che mi sono state vicine in questi giorni. Siccome so quanto amino la loro privacy, non le citerò per nome e nemmeno per cognome, ma semplicemente sappiano che certe cose non si dimenticano. Mai.
Nelle foto (tutte di Massimiliano Bordignon... e di chi altro cazzo dovrebbero essere?) di seguito:
1) L'arrivo...
2) Stanza Home Cinema
3) Ufficio computer
4) Centro Wellness
5) Sezione ristoro (sulla sinistra si riconosce l'amichevole barattolo di maionese Kraft)
6) Camera Bondage - BDSM
7) Zona procreazione
mercoledì 28 ottobre 2009
Come disse Bagnoli della Bovisa? "Quel negrètto..."
Adesso che sono in Canada mi devo confrontare con un mondo tutto nuovo... piccolo esempio... alcune parole, ben più che in Italia sono rigorosamente proibite: vi ricordate il mitico Osvaldo Bagnoli della Bovisa, metà anni '80, allenatore dell'Inter, quando un giorno si mise a parlare del suo attacante brasiliano Juary? "E quello lì, si come si chiama, il negrètto", disse, non ricordandosi il nome dello sfigatissimo giocatore (sfigato ovviamente finché rimase all'Inter, visto che appoena sbarcò in Portogallo vinse la Coppa dei Campioni)... e io? Adeso che qui 'nere' e 'gialle' (i famosi 'Charlie di merda' di Apocalypse Now...) sono forse il prodotto migliore offerto dai banchetti delle strade di Toronto, come farò a regolarmi? Rischio la galera... Forse potrei prendere qualche idea da questo splendido 'intervento' del leggendario Maurizio Milani... viva le 'negrètte' e le 'Charlie'!!!
Ma che se ne andassero un po' tutti affan' culo...
Tempo notturno, tempo di sproloqui, anche perché è da un po’ che non ne faccio, e questo Canada wasp e puritano rischia di ficcarmi in testa che bestemmie e cattivi pensieri non s’hanno da dire, fino alla realtà dello psicoreato. Che comunque, nell’Italia vaticana, è di moda da tempo. La Sinistra malsana si ricorda di vergarsi duramente solo su questioni di lana caprina, esponendo il suo Marrazzo al pubblico ludibrio per essersi sbattuto qualche trans con tanto di filmino. Posso rimproverare il ‘bigolauz’ solo per la scelta del trans, che giudico un po’ troppo ‘spettacolare’… dalle parti di casa mia, a Milano, in via Cenisio, ce ne sono alcuni veramente fantastici… con molto meno ci si potrebbe fare party luculliani e orge catulliane e pure qualcosa d’altro che finisca con la parola ‘ano’…
VOI DAVVERO PENSATE CHE LA GENTE CREDA ALLE DIMISSIONI DI MARRAZZO COME A QUALCOSA CHE SIA FIGLIO DELLA SUA MENZOGNA E DEL SUO PATETICO (CATTOCOMUNISTA) NEGARE TUTTO?
Cito Daniele Capezzone e un suo ‘status’ di Facebook (mi onoro della sua amicizia di vecchio radicale): “Daniele Capezzone ha mille motivi di dissenso da Marrazzo, e spera che la prossima primavera non sia più Governatore del Lazio. Ma oggi gli esprime solidarietà. La polemica va fatta sulla politica, non sui ricatti e sulla violazioni della privacy. Cosa che la sinistra dovrebbe ricordare sempre, non solo quando le fa comodo”.
A volte mi viene perfino la sensazione che a silurare il marito di Roberta Serdoz (che un po’ lo stile ‘cavallona’ del trans ce l’ha, prendetelo come un complimento), siano stati i suoi stessi compagnucci di partito, ansiosi di poterlo costringere alle dimissioni per creare “un’alternativa a sinistra” del puttanesimo e del lasciare ‘eroicamente’ il cadreghino. Come se gli eventi ‘privatissimi’ che si è concesso Silvio a casa sua fossero pane per la ‘monnezza televisivo-mediatica del ‘Grande Fratello’ rosso.
Tant’è, come per Silvio, anche di costui mi schiero al fianco. Però, cristo, non andare a Montecassino. Orsù, Piero Marrazzo, organizza un’altra festa e non vergognarti di volere ed esigere semplicemente di vivere! Saranno benvenuti trans, gay, lesbo, etero e animali di varia specie, in una grande arca del sesso, che tanto roderà e farà impallidire dal livore beghino i pretonzoli in stile Rosy Bindi. Comunque sia, in culo alla balena!... ops, si potrà ancora dire? ;-)))
VOI DAVVERO PENSATE CHE LA GENTE CREDA ALLE DIMISSIONI DI MARRAZZO COME A QUALCOSA CHE SIA FIGLIO DELLA SUA MENZOGNA E DEL SUO PATETICO (CATTOCOMUNISTA) NEGARE TUTTO?
Cito Daniele Capezzone e un suo ‘status’ di Facebook (mi onoro della sua amicizia di vecchio radicale): “Daniele Capezzone ha mille motivi di dissenso da Marrazzo, e spera che la prossima primavera non sia più Governatore del Lazio. Ma oggi gli esprime solidarietà. La polemica va fatta sulla politica, non sui ricatti e sulla violazioni della privacy. Cosa che la sinistra dovrebbe ricordare sempre, non solo quando le fa comodo”.
A volte mi viene perfino la sensazione che a silurare il marito di Roberta Serdoz (che un po’ lo stile ‘cavallona’ del trans ce l’ha, prendetelo come un complimento), siano stati i suoi stessi compagnucci di partito, ansiosi di poterlo costringere alle dimissioni per creare “un’alternativa a sinistra” del puttanesimo e del lasciare ‘eroicamente’ il cadreghino. Come se gli eventi ‘privatissimi’ che si è concesso Silvio a casa sua fossero pane per la ‘monnezza televisivo-mediatica del ‘Grande Fratello’ rosso.
Tant’è, come per Silvio, anche di costui mi schiero al fianco. Però, cristo, non andare a Montecassino. Orsù, Piero Marrazzo, organizza un’altra festa e non vergognarti di volere ed esigere semplicemente di vivere! Saranno benvenuti trans, gay, lesbo, etero e animali di varia specie, in una grande arca del sesso, che tanto roderà e farà impallidire dal livore beghino i pretonzoli in stile Rosy Bindi. Comunque sia, in culo alla balena!... ops, si potrà ancora dire? ;-)))
venerdì 16 ottobre 2009
Toronto... intervallo notturno
Toronto guardami, prendimi, dosami, stracciami, usami, adorami, schiacciami, esaltami, ogni momento fammi vivere dentro di me e con te, su ogni millimetro della tua pelle liscia o screpolata, glabra o corrosa, rendimi partecipe della tua anima e del tuo cuore che posso sentire battere forte. Sei sporca e putrida come piace a me, mi ricordi da dove vengo, sei vissuta e con un filo di morale chiusa a doppia mandata nel retrobottega di un lurido ristorante cinese, unto e pieno di fumo, mentre la pioggia batte ritmicamente il tempo che passa sui vetri ricoperti di poster che urlano il prossimo concerto… Fissami, spingimi, amami, urlami, chiamami, passami sopra con la tua forza, voglio che tu sia mia, come una donna da usare senza fine, ogni notte, sarò ovunque, dentro di te, invisibile ma presente, ovunque tu mi vorrai…
E ora ascoltami... "Invisible Man" (Joe Jackson)
E ora ascoltami... "Invisible Man" (Joe Jackson)
giovedì 15 ottobre 2009
Accesi la tv e vidi Mark Robert Napier...
Mi aggiravo ieri sera fra il solito nugolo di televisioni canadesi che si occupano di sport, e di hockey in particolare, quando vedo un nome in sovrimpressione e mi coglie un tuffo al cuore. Guardo la figura che si staglia sul video, un signore attempato i cui tratti mi ricordano quelli di una foto che avevo scattato alla fine di una partita vinta contro il Bolzano che valeva un tricolore.
Il volto un po’ lentigginoso non mente, anche se davvero non posso credere che i 16 anni passati da allora lo abbiano cambiato così tanto. Però è lui, Mark Robert Napier, numero 65 dei Devils Milano, 'the Machine', indimenticabile compagno di linea di Gaetes Orlando e Paul Beraldo, alternato quest’ultimo a ‘un certo’ Murray Eaves, giusto perché quella squadra, forse la più forte mai vista in un palazzetto italiano, poteva permettersi questo e altro.
Continua a leggere su Milano 2.0
Il volto un po’ lentigginoso non mente, anche se davvero non posso credere che i 16 anni passati da allora lo abbiano cambiato così tanto. Però è lui, Mark Robert Napier, numero 65 dei Devils Milano, 'the Machine', indimenticabile compagno di linea di Gaetes Orlando e Paul Beraldo, alternato quest’ultimo a ‘un certo’ Murray Eaves, giusto perché quella squadra, forse la più forte mai vista in un palazzetto italiano, poteva permettersi questo e altro.
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lunedì 12 ottobre 2009
Questa folle città già mi assorbe, mi tira per la manica e mi 'invita' a vedere concerti in strada...
Toronto comincia a scivolarmi nelle vene come Milano, e forse mi interessa anche un filo di più, permeata di quel magico e caldo alone che solo le città straniere vissute da turisti sanno dare…
Stasera, senza volerlo, sono stato ‘tirato dentro’ due specialissimi eventi che qui evidentemente, per come si sono svolti, sono pura normalità, ed è questa la cosa più bella.
Oggi ho cambiato letto, sono passato dal Beaconsfield, il mio storico Bed & Breakfast, al The Rex, originalissimo hotel su Queen Street West oltre Spadina Avenue, in pienissimo centro. Non pensate a nulla di lussuoso, però, anzi. Il posto è vissuto e cadente, come si confà a ogni ‘tempio’ del jazz. Perché questo è il The Rex, un locale dove regna sovrana la musica ‘calda’ o ‘fredda’ che sia, ma sempre legata al jazz, con ogni giorno, per sette giorni alla settimana, mai meno di due concerti al giorno, tranne il week-end quando diventano quattro…
Primo pomeriggio. Note calde di soundcheck provengono dalla strada. Strano, in centro. Anche lo stadio è lontano… eppure il basso è ‘live’, e così il rullo della batteria… Me ne frego, e mi dirigo alla partita di hockey dei Marlies.
Ritorno… adesso il rumore si fa continuo, melodico, anche se duro… decido di scendere, questa città mi coinvolge, mi tira per la manica… passo un ‘block’, ovvero un isolato, e mi trovo all’improvviso nel mezzo di un concerto punkrock, quello dei Billy Talent, band canadese di Mississauga, proprio qui vicino…
Mi viene in mente la polemica che si è tenuta a Milano pochi mesi orsono sul mancato concerto di Bruce Springsteen dopo le (giuste) polemiche sollevate dai cittadini residenti della zona di San Siro e il ‘bravo’ assessore Terzi a raccontare demagogicamente che Milano non può non ospitare eventi del genere, pace ai cittadini di San Siro se gli rompono i coglioni, cacchio vuoi, tieni pure la casa col giardino... Facciamo così, caro Terzi, prima di raccontarcela, per quanto riguarda l’organizzazione almeno, la prego, passi prima da queste parti, così vedrà che i concerti si possono fare dovunque, basta 'saperli' fare...
Due ali di folla, un piazzale stracolmo, le case piene di gente affacciata, temperatura vicino allo zero, ma per quelli di qui è caldo, due transenne a separare il pubblico dalla strada, una manciata di poliziotti e il gioco è fatto, niente disordine, ognuno al suo posto, con i Billy Talent che si sbracciano, pestano duro e la gente che canta, il tutto immortalato dalle telecamere della Rogers, che sponsorizza l’evento.
Non un intralcio alla strada, non un rallentamento, i tram (qui li chiamano ‘streetcar’) si susseguono regolari, solo la gente in auto rallenta, guarda indietro che succede e poi tira diritto, nemmeno un clacson a stimolare la ‘coda’… Un po’ Barenaked Ladies, un po’ Martha & the Muffins (entrambi proprio di Toronto, guarda caso), un po’ di tutto, i Billy Talent divertono veramente, anche i poliziotti, che battono aritmicamente le dita sulle transenne.
Le luci delle strade si susseguono febbrili, proprio come quelle che vedevamo nei film, il grattacielo dall’alto ci guarda gentile osservando i nostri sospiri e il nostro piacere… l’orgasmo delle note dei Billy Talent si ferma, il riflusso della gente verso l’esterno è un deflusso dolce e ordinato, nulla tracima dall’attenzione civile di questo popolo, che anche stasera mi ha davvero sorpreso…
Ma non poteva essere così facile, e così anche il The Rex decide che è tempo di regalarmi un’emozione, e allora assisto non più tardi di mezzora dopo alla splendida esibizione del John Challanor Septet, un misto del Joe Jackson nella sua versione più jazz, del Chet Baker più ‘cool’ e di quella musica che fece la fortuna de ‘L’audace colpo dei soliti ignoti’… Più di un’ora scivola via malgrado le ali di pollo fritte siano un attentato al mio pancreas, e pensare che questa sera non ho nemmeno avuto bisogno del Drake…
(foto di Massimiliano Bordignon)
Stasera, senza volerlo, sono stato ‘tirato dentro’ due specialissimi eventi che qui evidentemente, per come si sono svolti, sono pura normalità, ed è questa la cosa più bella.
Oggi ho cambiato letto, sono passato dal Beaconsfield, il mio storico Bed & Breakfast, al The Rex, originalissimo hotel su Queen Street West oltre Spadina Avenue, in pienissimo centro. Non pensate a nulla di lussuoso, però, anzi. Il posto è vissuto e cadente, come si confà a ogni ‘tempio’ del jazz. Perché questo è il The Rex, un locale dove regna sovrana la musica ‘calda’ o ‘fredda’ che sia, ma sempre legata al jazz, con ogni giorno, per sette giorni alla settimana, mai meno di due concerti al giorno, tranne il week-end quando diventano quattro…
Primo pomeriggio. Note calde di soundcheck provengono dalla strada. Strano, in centro. Anche lo stadio è lontano… eppure il basso è ‘live’, e così il rullo della batteria… Me ne frego, e mi dirigo alla partita di hockey dei Marlies.
Ritorno… adesso il rumore si fa continuo, melodico, anche se duro… decido di scendere, questa città mi coinvolge, mi tira per la manica… passo un ‘block’, ovvero un isolato, e mi trovo all’improvviso nel mezzo di un concerto punkrock, quello dei Billy Talent, band canadese di Mississauga, proprio qui vicino…
Mi viene in mente la polemica che si è tenuta a Milano pochi mesi orsono sul mancato concerto di Bruce Springsteen dopo le (giuste) polemiche sollevate dai cittadini residenti della zona di San Siro e il ‘bravo’ assessore Terzi a raccontare demagogicamente che Milano non può non ospitare eventi del genere, pace ai cittadini di San Siro se gli rompono i coglioni, cacchio vuoi, tieni pure la casa col giardino... Facciamo così, caro Terzi, prima di raccontarcela, per quanto riguarda l’organizzazione almeno, la prego, passi prima da queste parti, così vedrà che i concerti si possono fare dovunque, basta 'saperli' fare...
Due ali di folla, un piazzale stracolmo, le case piene di gente affacciata, temperatura vicino allo zero, ma per quelli di qui è caldo, due transenne a separare il pubblico dalla strada, una manciata di poliziotti e il gioco è fatto, niente disordine, ognuno al suo posto, con i Billy Talent che si sbracciano, pestano duro e la gente che canta, il tutto immortalato dalle telecamere della Rogers, che sponsorizza l’evento.
Non un intralcio alla strada, non un rallentamento, i tram (qui li chiamano ‘streetcar’) si susseguono regolari, solo la gente in auto rallenta, guarda indietro che succede e poi tira diritto, nemmeno un clacson a stimolare la ‘coda’… Un po’ Barenaked Ladies, un po’ Martha & the Muffins (entrambi proprio di Toronto, guarda caso), un po’ di tutto, i Billy Talent divertono veramente, anche i poliziotti, che battono aritmicamente le dita sulle transenne.
Le luci delle strade si susseguono febbrili, proprio come quelle che vedevamo nei film, il grattacielo dall’alto ci guarda gentile osservando i nostri sospiri e il nostro piacere… l’orgasmo delle note dei Billy Talent si ferma, il riflusso della gente verso l’esterno è un deflusso dolce e ordinato, nulla tracima dall’attenzione civile di questo popolo, che anche stasera mi ha davvero sorpreso…
Ma non poteva essere così facile, e così anche il The Rex decide che è tempo di regalarmi un’emozione, e allora assisto non più tardi di mezzora dopo alla splendida esibizione del John Challanor Septet, un misto del Joe Jackson nella sua versione più jazz, del Chet Baker più ‘cool’ e di quella musica che fece la fortuna de ‘L’audace colpo dei soliti ignoti’… Più di un’ora scivola via malgrado le ali di pollo fritte siano un attentato al mio pancreas, e pensare che questa sera non ho nemmeno avuto bisogno del Drake…
(foto di Massimiliano Bordignon)
domenica 11 ottobre 2009
Qualche consiglio per la lettura notturna...
Visto che non mi va ogni volta di 'sprecare' post su articoli o post pubblicati altrove per non snaturare troppo la natura (snaturare la natura... si potrà dire?), vi lascio un piccolo blocco di letture 'consigliate'... più altre varie di un paio di amici... non mancate, mi raccomando...
Da Milano 2.0: la cronaca della vittoria del Milano sul Caldaro per 4-2. Un hockey veramente 'dell'altro mondo'...
Ancora da Milano 2.0: un 'resume' del ko dell'Inter a Piacenza in amichevole... eheheh, va sempre bene, anche se è amichevole, l'importante è vederla perdere... quando si può...
Tratto dal miglior giornale del mondo, ovvero il Corriere Canadese ovviamente: la mia 'epocale' intervista al sindaco di Messina Peppino Buzzanca... mica pizza-e-fichi!
Ancora dal Corriere Canadese: un articolo dove cito, giustamente, gli 'amici' di Blogosfere...
Passiamo ai siti 'amici', anzi 'amicizzimi'..., a cominciare dal fantastico Spikestremo, dove merita davvero il post sull'hackeraggio subito dalle poste italiane...
Dal divertimento alle cose serie, ovvero al calcio, e quindi spazio al magico Diego28 e a un pezzo di 'fiducia' sulle prospettive della Juventus dopo il ko di Palermo.
Credo di avervi 'deliziato' abbastanza per oggi.
Quindi 'hasta la vista, visto che asta, hasta manana... magname l'asta!' (antico proverbio siriano).
Da Milano 2.0: la cronaca della vittoria del Milano sul Caldaro per 4-2. Un hockey veramente 'dell'altro mondo'...
Ancora da Milano 2.0: un 'resume' del ko dell'Inter a Piacenza in amichevole... eheheh, va sempre bene, anche se è amichevole, l'importante è vederla perdere... quando si può...
Tratto dal miglior giornale del mondo, ovvero il Corriere Canadese ovviamente: la mia 'epocale' intervista al sindaco di Messina Peppino Buzzanca... mica pizza-e-fichi!
Ancora dal Corriere Canadese: un articolo dove cito, giustamente, gli 'amici' di Blogosfere...
Passiamo ai siti 'amici', anzi 'amicizzimi'..., a cominciare dal fantastico Spikestremo, dove merita davvero il post sull'hackeraggio subito dalle poste italiane...
Dal divertimento alle cose serie, ovvero al calcio, e quindi spazio al magico Diego28 e a un pezzo di 'fiducia' sulle prospettive della Juventus dopo il ko di Palermo.
Credo di avervi 'deliziato' abbastanza per oggi.
Quindi 'hasta la vista, visto che asta, hasta manana... magname l'asta!' (antico proverbio siriano).
Tre, numero perfetto di un venerdì sera a Toronto
Come un fiore che si schiude all'alba (dio, che immagini auliche...), Toronto lentamente scopre i suoi petali notturni ai miei occhi, che altro non aspettano che di tuffarsi sugli stami e sui pistilli che ne costituiscono la parte più... succosa... vabbeh, raga, è così... Insomma, Toronto sta man mano rivelandosi. Ieri serata 'a tema'... quale tema? Boh, e che ne so, dicevo così per dire... in realtà no, il tema c'è, ed è quello del divertimento... ho visto gente 'di-ver-tir-si' nel vero senso della parola, lasciarsi andare senza dover pensare all'atteggiamento da tenere in questa o quella situazione...
E così la serata è cominciata, manco a dirlo, al Drake Hotel, dove questo venerdì sera suonavano le band... ho ascoltato la prima, davvero terribile. In realtà questo 'duo di supporto', gli Standstills, erano formati da una chitarra (classico giovinotto canadese come ve lo immaginereste, biondo, barbisini, pizzetto, camicia a quadrotti, jeans strappati, uscito in pratica da una cartolina) e da una batteria, davvero ben suonata da una bambolina tutto pene ed energia. Per quanto si sbattessero però, l'effetto era veramente disarmante: il pubblico comunque (non più di venti persone) ha gradito.
Il concerto più atteso, quello degli Street Fever, lho saltato per recarmi in College Street, dove mi sono infilato nella solita 'topaia' (che qui adesso per me ha assunto un nuovissimo significato, decisamente positivo...), il Wild Indigo. Davvero buona la musica di sottofondo, fra cui merita un cenno il rapper di turno, Girl Talk.
Infine un salto in discoteca, la prima di questa mia vita mondana canadese, lo Shallow, sempre in College... ragazze di tutti i tipi, generi e colori, un vero supermercato che farebbe la gioia dei 'cucadores' ante litteram... comunque non è così scontato, sebbene sia convinto che, con un di mestiere... ok, lassém perd...
Tre posti, tre piccole 'chicche' da raccontarvi... tre momenti di un venerdì, ma poteva essere anche sabato, che da queste parti vivono in maniera piena, senza smancerie e con una certa spensierata semplicictà...
E così la serata è cominciata, manco a dirlo, al Drake Hotel, dove questo venerdì sera suonavano le band... ho ascoltato la prima, davvero terribile. In realtà questo 'duo di supporto', gli Standstills, erano formati da una chitarra (classico giovinotto canadese come ve lo immaginereste, biondo, barbisini, pizzetto, camicia a quadrotti, jeans strappati, uscito in pratica da una cartolina) e da una batteria, davvero ben suonata da una bambolina tutto pene ed energia. Per quanto si sbattessero però, l'effetto era veramente disarmante: il pubblico comunque (non più di venti persone) ha gradito.
Il concerto più atteso, quello degli Street Fever, lho saltato per recarmi in College Street, dove mi sono infilato nella solita 'topaia' (che qui adesso per me ha assunto un nuovissimo significato, decisamente positivo...), il Wild Indigo. Davvero buona la musica di sottofondo, fra cui merita un cenno il rapper di turno, Girl Talk.
Infine un salto in discoteca, la prima di questa mia vita mondana canadese, lo Shallow, sempre in College... ragazze di tutti i tipi, generi e colori, un vero supermercato che farebbe la gioia dei 'cucadores' ante litteram... comunque non è così scontato, sebbene sia convinto che, con un di mestiere... ok, lassém perd...
Tre posti, tre piccole 'chicche' da raccontarvi... tre momenti di un venerdì, ma poteva essere anche sabato, che da queste parti vivono in maniera piena, senza smancerie e con una certa spensierata semplicictà...
venerdì 9 ottobre 2009
Silvio, il Movimento Martiano, Toffolo e 'Alien'
Giorni bui per l’Italia, sebbene io viva lontano lontano. Osservare i tentativi della serpe comunista di schiacciare la testa di Silvio fa male, un po’ come vedere la spazzatura di sinistra riempire di nuovo le piazze e l’informazione italiana. Fra poco ci sarà qualcuno che tornerà a vagheggiare di Cuba e Corea del Nord, additando il Movimento Martiano di terrorismo anticastrista. Parola d’ordine: resistenza.
Intanto il ‘democratico’ giornale La Repubblica definisce il film su Barbarossa sponsorizzato dalla Lega un inutile fumettone su un personaggio inventato. Fortunatamente la presenza di Repubblica sul mio tavolo dura un nanosecondo, giusto il tempo di scartarne il Corriere Canadese e gettarla nel cestino dei rifiuti. Personalmente ritengo Silvio Martinelli un regista palloso, per cui può essere che il film non sia un kolossal alla Ridley Scott. Strano, perché di solito i film ‘lenti’ e carichi di struggenti intensi momenti sono quelli per cui va pazza la sinistra con ‘barba lunga’ e occhiali spessi. Io ho sempre preferito guardare la quadrilogia di ‘Alien’ e ‘Predator’, per cui preferisco tenermi le eventuali critiche al momento in cui guarderò il film, consapevole che quelle di Repubblica valgono come un rotolo di carta igienica usato al posto della tovaglia.
L’untuoso Fini ha pubblicato un documento in cui sostiene l’esimio presidente proveniente dal PCI, ma da tempo avevamo capito che di questo personaggio ci si può fidare come del ‘guerriero longobardico’ interpretato da Lino Toffolo nell’’Armata Brancaleone’.
A Toronto posso pensare tranquillamente all’hockey ghiaccio, anche se i Maple Leafs fanno cagare forse anche più del Milan di proprietà, guarda caso, proprio di Berlusconi. E qui si chiude il cerchio. Ancora Silvio, e qui sì mi incazzo. Sul Milan non si scherza, mai. L’inflazione può galoppare, il debito pubblico sprofondare, ma i ‘ragazzi’ sono loro la nostra bandiera. In questo caso, caro Silvio, passo all’opposizione. Stai tranquillo: non sono qui per giudicarti. Se ti va una ‘bambolina’, nessun problema, Toronto ne è piena. Però, mi consenta, ci vado prima io…
Nel frattempo vi regalo un paio di dati sull'Eden cubano che la sinistra italica, Repubblica e la finta informazione del Belpaese ci danno, spingendoci al turismo sessuale (condivisibile) e a quello della magliette rossonere (bel colore) col faccione del Che (patetico)...
Dal 1959 a oggi:
Giustiziati ufficialmente: 5.760.
Stime degli oppositori: 88.000, di cui 18.000 per esecuzioni, 3.000 per esecuzioni extragiudiziarie, 1.000 morti in prigione e 66.000 morti per aver tentato di fuggire da Cuba.
Secondo Cuba Archive, ricerche incrociate evidenziano 9.000 morti e 77.000 "balseros" morti nel tentativo di fuggire da Cuba.
E buon 'Annozero' a tutti!
Intanto il ‘democratico’ giornale La Repubblica definisce il film su Barbarossa sponsorizzato dalla Lega un inutile fumettone su un personaggio inventato. Fortunatamente la presenza di Repubblica sul mio tavolo dura un nanosecondo, giusto il tempo di scartarne il Corriere Canadese e gettarla nel cestino dei rifiuti. Personalmente ritengo Silvio Martinelli un regista palloso, per cui può essere che il film non sia un kolossal alla Ridley Scott. Strano, perché di solito i film ‘lenti’ e carichi di struggenti intensi momenti sono quelli per cui va pazza la sinistra con ‘barba lunga’ e occhiali spessi. Io ho sempre preferito guardare la quadrilogia di ‘Alien’ e ‘Predator’, per cui preferisco tenermi le eventuali critiche al momento in cui guarderò il film, consapevole che quelle di Repubblica valgono come un rotolo di carta igienica usato al posto della tovaglia.
L’untuoso Fini ha pubblicato un documento in cui sostiene l’esimio presidente proveniente dal PCI, ma da tempo avevamo capito che di questo personaggio ci si può fidare come del ‘guerriero longobardico’ interpretato da Lino Toffolo nell’’Armata Brancaleone’.
A Toronto posso pensare tranquillamente all’hockey ghiaccio, anche se i Maple Leafs fanno cagare forse anche più del Milan di proprietà, guarda caso, proprio di Berlusconi. E qui si chiude il cerchio. Ancora Silvio, e qui sì mi incazzo. Sul Milan non si scherza, mai. L’inflazione può galoppare, il debito pubblico sprofondare, ma i ‘ragazzi’ sono loro la nostra bandiera. In questo caso, caro Silvio, passo all’opposizione. Stai tranquillo: non sono qui per giudicarti. Se ti va una ‘bambolina’, nessun problema, Toronto ne è piena. Però, mi consenta, ci vado prima io…
Nel frattempo vi regalo un paio di dati sull'Eden cubano che la sinistra italica, Repubblica e la finta informazione del Belpaese ci danno, spingendoci al turismo sessuale (condivisibile) e a quello della magliette rossonere (bel colore) col faccione del Che (patetico)...
Dal 1959 a oggi:
Giustiziati ufficialmente: 5.760.
Stime degli oppositori: 88.000, di cui 18.000 per esecuzioni, 3.000 per esecuzioni extragiudiziarie, 1.000 morti in prigione e 66.000 morti per aver tentato di fuggire da Cuba.
Secondo Cuba Archive, ricerche incrociate evidenziano 9.000 morti e 77.000 "balseros" morti nel tentativo di fuggire da Cuba.
E buon 'Annozero' a tutti!
giovedì 8 ottobre 2009
Istantanee dal Drake Hotel
Stasera passaggio dalle parti di College Street, in quella che sarà prossimamente (più o meno) la 'mia' zona (abiterò in Delaware Road). Il Drake Hotel, posto all'angolo fra Queen Street West e Beaconsfield Avenue, rimarrà più lontano, ma non per questo non sarà più meta dei miei pellegrinaggi.
In queste serate di vita mondana 'torontina' ho scoperto che ogni sera nel suo seminterrato, nel suo piano terra, o sulla sua terrazza succede qualcosa.
Vi lascio qualche istantanea, anche se in questo caso non mia (e si vede...), visto che il sottoscritto, stravolto dalla giornata di lavoro, già ronfava...
Le foto, di James Kachan e David Waldman, risalgono tutte a questi ultimi giorni, e in una di queste potrete trovare un signore che suona con gli Smiths...
In queste serate di vita mondana 'torontina' ho scoperto che ogni sera nel suo seminterrato, nel suo piano terra, o sulla sua terrazza succede qualcosa.
Vi lascio qualche istantanea, anche se in questo caso non mia (e si vede...), visto che il sottoscritto, stravolto dalla giornata di lavoro, già ronfava...
Le foto, di James Kachan e David Waldman, risalgono tutte a questi ultimi giorni, e in una di queste potrete trovare un signore che suona con gli Smiths...
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