giovedì 25 aprile 2024

Moulin Rouge, si staccano le pale ma nessun ferito

foto di Lola Delabays per Unsplash
Le pale del Moulin Rouge si sono staccate questo mercoledì notte, 24 aprile, dal celebre monumento parigino e sono cadute in strada. Per ora ignote le cause, secondo la direzione del noto locale che esclude un atto doloso. Si sono anche staccate le prime tre lettere dall'insegna. Non si registrano feriti, hanno affermato i vigili del fuoco, aggiungendo che non vi è più alcun rischio di crollo. L'incidente è avvenuto tra le 2:00 e le 3:00 nella notte tra mercoledì e giovedì.<br>
"Questa è la prima volta che si verifica un incidente di questo tipo dalla sua creazione, il 6 ottobre 1889", ha detto l'amministrazione del Moulin Rouge, che non ha "nessuna informazione" sulla causa di questo incidente. "E' successo dopo la chiusura fortunatamente", ha detto la stessa fonte, precisando che "ogni settimana la direzione tecnica del cabaret controlla il meccanismo delle ali del mulino e non ha riscontrato alcun problema". <br>L'unico incidente grave accaduto nel tempio del cancan fu un incendio dovuto ai lavori nel 1915 che costrinse il Moulin Rouge a chiudere per nove anni. <br>Il celebre locale situato ai piedi della collina di Montmartre, sinonimo di folli notti parigine e e davanti al quale migliaia di visitatori ogni giorno si scattano foto, festeggerà il suo 135° anniversario il 6 ottobre. <br>Il Moulin Rouge è aperto tutti i giorni e presenta due spettacoli ogni sera accogliendo 850 visitatori, ovvero 600mila all'anno. (fonte: AGI)

25 aprile, l'ultima truffa della propaganda sinistrorsa

foto Andreas per Unsplash
La festa, se così si può definire ancora, del 25 aprile, cade come l'ennesimo stanco momento di relax per l'italiota medio in cerca di vacanze e feste per fuggire a Rimini con la famigliola in saccoccia. Con il gentile contributo di qualche sciopero a rimorchio, giusto per allungare il brodo.
Così, per rivestire di una patina di nobiltà un giorno ormai disegnato sul nulla, ecco che 'il 25' torna ad essere, con 70 anni di ritardo, la giornata dei partigiani invitti, dei marciatori verso la vittoria, dei liberatori senza macchia, roba da cinegiornale Luce compreso soltanto da alcuni falliti in retroguardia, tipo gli estremisti dei Centri Sociali, sempre pronti a ornarsi di vestigia non proprie, calunnie spacciate per verità, presunti ideali sconnessi varie ed eventuali.
Senza arrivare alle interviste da 'Milanese Imbruttito', a eventuali domande su cosa rappresenti il 25 aprile, il giovane coinvolto spesso non sa bene cosa rispondere: triste, vero, non c'è da rallegrarsene, ma impostare una campagna demagogica sul nulla è identificativo di come a Sinistra si continui a sbagliare nel tentare, alla cieca, di individuare dei valori oggi condivisi dal popolo italiano. Valori che, certamente, non sono rappresentati da questa data che, proprio per colpa della Sinistra, continua a essere divisiva se tanto è, che al passaggio non di improbabili reduci della RSI, ma della stessa Brigata Ebraica, debbano intervenire le forze di polizia per impedire contumelie e violenze varie. Questa è la Sinistra, ragazzi, e queste le feste sbandierate dai suoi pennivendoli lecchini.
Secondo un sondaggio di Yougov del 2022 (certamente più attendibile delle 'sparate' telecomandate a tutta pagina di "Repubblica"), il 43% non degli italiani non celebra il 25 aprile, e un ulteriore 6% si dice incerto.
Concentrandosi sul 43% di italiani che invece non festeggia la giornata (si riporta sempre da Yougov), la ragione principale è che non è tradizione all’interno della famiglia (per il 50% di chi non festeggia), ma c’è anche chi ritiene la Liberazione strumentalizzata (22%), chi pensa sia obsoleta nel contesto odierno (13%), e chi, pur condividendone i valori, la trova troppo politicizzata (13%).
Infine, malgrado il 69% degli intervistati lo ritenga comunque importante (ecco da dove arrivano forse i numeri 'forzati' da Repubblica), un terzo dei rispondenti invece ritiene che non abbia senso essere antifascisti oggi, in quanto “il fascismo non esiste più”.
Può bastare per dire che, oggi, il 25 aprile vale la festa della Befana?

domenica 10 marzo 2024

Papa Francesco alza la voce: "L'Ucraina abbia il coraggio di arrendersi"

Le parole del Papa, su "La Repubblica", scivolano a pagina 12
Il Papa torna a fare il Papa. Finalmente. Una parola forte, quasi inattesa, dopo tanto silenzio, a favore della pace. E lo fa prendendo una posizione chiara, che contrasta con la propaganda occidentale della 'pace ucraina' tanto vaticinata da Volodymir Zelensky, leader sempre più instabile di un'Ucraina sconfitta ma che ancora combatte 'per procura', mandando al macello i giovani di una generazione intera (ormai sostituiti da quelli meno giovani) per la felicità dei costruttori d'armi occidentali e per chi, a ovest, è riuscito perfino a far balenare la possibilità dell'incredibile, una nuova guerra mondiale, quella che sarebbe la più atroce di tutte.
La guerra 'perpetua' del resto, piace all'Occidente. Alla fine chi ci rimette sono solo coloro che vanno al fronte, le economie più deboli, la maggior parte dell'Europa ma, soprattutto, le classi sociali meno forti, quelli che vivono della propria quotidianità. I ricchi, quelli no, anzi. Con la guerra, e questa è storia, hanno sempre più aumentato le proprie entrate. Grazie alle armi e grazie allo sfruttamento di ciò che possiedono, negandolo ovviamente agli altri. Un po' come quando cercano di convincervi che gli alimenti fatti con le farine di insetti sono buoni e salutari, ma loro intanto continuano a mangiare la costata alla fiorentina accompagnata da pane fresco di giornata.
La Russia, beh, la Russia continua a non aver problemi. Della salute della propria popolazione se ne è sempre occupata fino a un certo punto, in perfetto stile da regime sovietico: pane e salame per tutti (salame russo), case riscaldate il giusto, l'acqua calda quando c'è. Insomma, le sanzioni hanno toccato fino a un certo la vita e la società russa: addio alle scarpe italiane, ci si rifà con quelle cinesi. Non sono la stessa cosa, ma nessuno si lamenta, da quelle parti sono abituati, e allora si va avanti così. Come nella guerra con l'Ucraina. Ovviamene i propagandisti occidentali hanno puntato il dito contro il Pontefice, reo di avere detto una cosa assolutamente contraria alla litania proferita dai politici filoamericani, per arrivare fino alle parole di Emmanuel Macron, che ha paventato una 'guerra calda' in terra ucraina, con l'invio di militari francesi ed europei.
"E' più forte chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca", e "quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà?". queste le parole di Papa Francesco che, oltre che alla guerra ucraina, si riferisce anche alle stragi compiute dai militari israeliani a Gaza dopo la mattanza realizzata da Hamas il 7 ottobre.
"Oggi si può negoziare con l'aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è coraggiosa", ha detto il Pontefice in un'intervista con la Radiotelevisione svizzera che andrà in onda il 20 marzo, di cui l'ANSA ha pubblicato alcune anticipazioni. Per fermare i morti serve "negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Nella guerra in Ucraina ce ne sono tanti, la Turchia si è offerta, e altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore", ha chiesto il Santo Padre ricordando che anche lui è pronto alla sua parte, sia per l'Ucraina sia per Gaza. E ancora: "Il negoziato non è mai una resa" e "La guerra è una pazzia". E ancora una chiara accusa verso chi sbandiera finte ideologie come scusa per uccidere: "Dietro una guerra c'è l'industria delle armi, e questo significa soldi", puntando il dito contro chi "guadagna per uccidere" con aziende per cui "oggi ci sono gli investimenti che danno più reddito".
Un'intervista coraggiosa e capace di smuovere le coscienze che i media occidentali hanno prudentemente cercato di ignorare o cauterizzare. "La Repubblica", classica voce 'padronale' dell'atlantismo più bieco, l'ha prudentemente 'retrocessa' a pagina 12, senza commenti.
L'Ucraina che non si arrende, o che viene costretta a non arrendersi, ora dovrà rispondere. Anche se, già in passato, è riuscita a fare passare Papa Francesco per 'filo-russo'. Roba da inserirlo di diritto nelle famose liste di filo-putiniani pretese da Zelensky a Giorgia Meloni.

sabato 9 marzo 2024

Guerra in Ucraina, ucciso il neonazista francese Cesar Aujard

La 'home page' della TASS che riporta la notizia
La guerra è fatta di morte e, purtroppo, di morti. I nomi contano sempre ma, in questo caso, ancora di più, perché la fine di Cesar Aujard non è cosa da poco, ma è invece destinata a fare rumore.
Aujard, un combattente francese nella fila dell'esercito ucraino, noto per le sue posizioni neonaziste. La notizia viene riferita dalla TASS, che commenta la morte del mercenario francese con il drammatico verbo di 'liquidated' durante uno scontro avvenuto ad Avdeyevka.
Con lui è stato 'eliminato' un altro neonazista francese, Cesar Augharome. Morti che fanno seguito al massacro di mercenari francesi (circa 60 morti) avvenuto a Kharkov pochi giorni fa.
Secondo Sergey Rudskoy, vicecapo del quartier generale delle forze armate russe, sono emersi forti legami di questi con i servizi segreti francesi e, sui corpi di altri soldati caduti, sono stati ritrovati evidenze di appartenenza a forze militari americane e polacche.
Tornando alla figura di Aujard, non è solo la TASS a parlarne come un importante figura nell'ambito del neonazismo transalpino. Un articolo del sito francese "Streetpress", scritto nell'ottobre 2023, intitolato "César et Paul, néonazis mondains", dedicato all'amicizia fra Aujard e un altro neonazista francese, Paul Bichet, partner nella vita della discussa attrice Beatrice Dalle.
Aujard avrebbe cominciato la propria carriera come tatuatore ma, successivamente, come riportato dall'articolo "ora combatte sul fronte orientale con l'esercito ucraino. Sul suo account Instagram, distilla scorci della sua vita, tra allenamenti con i pesi e allenamenti di tiro, raccontati da Mediapart, Libération o L'Équipe. Insieme, i due uomini hanno vissuto una traiettoria verso l’estrema destra più violenta" (traduzione Google). E ancora "César ora tatua neonazisti, come i membri del Gud – un'organizzazione studentesca di estrema destra nota per le sue azioni violente – o la divisione Martel – un gruppo di giovanissimi attivisti parigini altrettanto violenti e razzisti. Ha preso parte a diverse 'risse' nella foresta con la banda di teppisti parigini Jeunesse Boulogne, guidata da Marc de Cacqueray-Valmenier, leader dei neonazisti della capitale e Gud. César allena anche una figura di combattente libero di estrema destra, l'ex soldato e teppista di Rennes Maxime Bellamy, per il suo 'Re delle strade' combattimenti clandestini (quasi) senza regole" (traduzione Google).
L'articolo è ovviamente molto più lungo, ma consente di inquadrare meglio la figura di Aujard anche da un punto di vista 'occidentale'.

giovedì 7 marzo 2024

Milan-Slavia Praga: tifosi cechi in Piazza Duomo, cori, colori e belle ragazze

Due tifose dello Slavia Praga in Piazza Duomo (foto Bordignon)
Giornata di festa a Milano per l'arrivo di quasi 5mila tifosi provenienti dalla Repubblica Ceca per assistere a Milan-Slavia Praga, andata degli ottavi di finale di Europa League.
Un contorno colorato e chiassoso e che, almeno per quanto riguarda mattina e pomeriggio precedenti alla partita di San Siro, non ha portato ad alcun temuto incidente.
In diverse centinaia i tifosi radunatisi, come da tradizione, in Piazza del Duomo in un bel pomeriggio di sole, controllati attentamente da un nutrito gruppo di agenti di polizia.
Un lungo cordone composto dai tifosi più accesi si è sistemato appena al di là del sagrato del Duomo, srotolando a un certo punto un grande e lungo striscione dove campeggiava la scritta "Ave Slavìa Fuck Polizìa", dove appariva evidente una rima forzata dalla pronuncia 'slava'. Di fronte un altro cordone composto da altri tifosi dello Slavia, altri del Milan, curiosi e fotografi, fra cui due al seguito dei 'fan' ospiti.
I tifosi dello Slavia si sono poi divisi in due gruppi opposti: il primo ha cominciato a gridare "Slavia" e di rimando l'altro "Praha". E ancora, a strofe alterne, ma ovviamente inintelligibili per chi non conosca la lingua ceca, una versione riadattata di "Sarà perché ti amo" dei Ricchi e Poveri e una di quella 'canzone' che a San Siro veniva intonata all'arrivo dei tifosi del Napoli ("Senti che puzza, scappan pure i cani...").
Alle 17.20 fine delle trasmissioni, i tifosi sfollano dalla piazza e, nella maggior parte, sono stati fatti confluire nella metropolitana 'rossa' M1, opportunamente chiusa al resto dei passeggeri.
Epilogo della giornata in attesa della partita, fra sciarpe, cori e, bisogna dirlo, splendide ragazze ceche, che non hanno lesinato sorrisi e 'messe in posa'. Zero incidenti, zero violenza. Il bello del calcio.

I tifosi dello Slavia Praga in Piazza del Duomo nelle foto di Massimiliano Bordignon:







Bulgaria e Macedonia del Nord, tensione per le minoranze

Una foto di Sofia (foto di Serenay Tosun per Unsplash)
Ancora tensione fra Bulgaria e Macedonia del Nord, con il ministro degli Esteri di Sofia, Marija Gabriel, che ha convocato l'ambasciatrice di Skopje, Agnesa Rusi Popovska, per chiedere spiegazioni in relazione a presunte "recenti asserzioni false" di politici macedoni nei confronti della Bulgaria. 
In un'intervista nei giorni scorsi, nell'ambito della campagna per le presidenziali, il presidente della Macedonia del Nord, Stevo Pendarovski, aveva parlato di una "minoranza macedone" in Bulgaria che "per diversi decenni è stata umiliata e maltrattata dalle autorità bulgare" e che dovrebbe essere "riconosciuta nella Costituzione bulgara". 
In una nota inviata ai media, il ministero degli Esteri bulgaro ha dichiarato di "non accettare in maniera categorica il tentativo di coinvolgere la Bulgaria nel dibattito politico interno nella Repubblica di Macedonia del Nord, anche nel contesto dell'attuale campagna elettorale". 
"La Bulgaria mantiene costantemente un tono costruttivo e si astiene dal commentare le continue provocazioni nei sui confronti nello spazio pubblico della Macedonia del Nord", sottolinea il ministero degli Esteri di Sofia. "Ancora una volta invitiamo Skopje - prosegue la nota - a mostrare la necessaria maturità politica e a rispettare rigorosamente l'accordo di buon vicinato del 2017. Questa è l'unica opportunità per realizzare progressi reali nel processo di integrazione europea della Macedonia del Nord".
I media a Sofia rilevano che in Bulgaria non esiste una minoranza macedone e che le asserzioni di Skopje sono una falsa propaganda in vista delle elezioni presidenziali del 24 aprile prossimo alle quali il presidente uscente Pendarovski correrà per un secondo mandato. Sofia da parte sua chiede con forza emendamenti alla Costituzione macedone per inserire in essa la minoranza bulgara in Macedonia del Nord, e minacciando di ostacolare il negoziato di adesione all'Unione Europea aperto da Skopje lo scorso anno. (fonte: ANSA)

Financial Times, Italia leader per aziende con fatturato in crescita nel triennio 2019-22

La 'top 15' della classifica del Financial Times
La prestigiosa classifica FT1000 - Europe’s Fastest Growing Companies 2024, stilata dal Financial Times insieme a Statista e giunta alla sua ottava edizione, elenca le società europee che hanno ottenuto il più alto CAGR (Compounded Average Growth Rate) tra il 2019 e il 2022 in relazione al fatturato.
L'Italia mantiene la sua leadership, con 309 aziende presenti (e ben quattro fra le prime 15), seguita dalla Germania con 202 aziende (e pure lei con quattro nelle prime 15).
Le quatro realtà italiane presenti nelle 'top 15' sono Bidberry (3.a), The Sense Experience Resort (7.a), WECO (12.a) e Oceania (15.a).
Gli esperti del Financial Times 1000 valutano decine di migliaia di aziende in Europa attraverso l’analisi di database aziendali e fonti pubbliche adottando una serie di criteri di inclusione, tra cui: ricavi almeno pari a 100 mila euro nel 2019 e almeno pari a un milione e mezzo di euro nel 2022, essere una società indipendente (non una filiale di alcun tipo), presentare una crescita dei ricavi nel periodo che sia prevalentemente organica, avere un CAGR minimo del 36,3% e, se quotata in borsa, presentare un prezzo dell'azione che non sia sceso di oltre il 50% dal 2022.

mercoledì 6 marzo 2024

Mad Mood 2024, il Kazakistan riconquista Milano

Madame Aisu con la bandiera kazaka a Milano (foto Bordignon)
Anche in questo 2024 Mad Mood, il format legato al mondo della moda ideato dalla salentina Marianna Miceli, ha fatto da succoso antipasto alla Milano Fashion Week, unendo la valorizzazione del territorio, in particolare quello pugliese, all'ospitalità di diversi marchi italiani e internazionali. In quest'ultimo caso la parte del leone, come già successo nelle ultime edizioni, l'ha fatta il Kazakistan, che ha presentato al via almeno cinque brand di livello assoluto, primo fra tutti il sempre presente Aidar Khan, 'santone' della moda kazaka, ideatore dell'Aspara Fashion Week di Taraz. E' lui che, ormai da anni presente alla 'kermesse' milanese, ha preso sotto la sua ala un nutrito stuolo di 'designer' che, in maniera diversa, hanno saputo sfruttare l'occasione delle sfilate milanesi, quest'anno andate in scena presso l'elegante 'location'dei Chiostri di San Barnaba, alle spalle del Palazzo di Giustizia.
Dopo una domenica trascorsa sotto le guglie del Duomo, grazie agli 'shooting' del fotografo Massimo Reale, gli stilisti provenienti dal Kazakistan si sono succeduti uno dopo l'altro sul 'carpet' meneghino. Da una parte gli stili legati alla tradizione più classica del mondo kazako, rappresentati dagli abiti di Madame Aisu e Dana Ashimova, con colori brillanti, lunghi mantelli ed esotici copricapi, dall'altra un sapiente mix fra antico e moderno, con gli abiti finemente lavorati di Aspara Brand e Irina Naboko, dove il bianco e il nero contrastano fra loro per dare spazio a tailleur e abiti realizzati con tessuti di qualità.
Per il Kazakistan l'edizione di Mad Mood 2024 ha rappresentato quindi l'ennesimo banco di prova per una moda in parte lontana dai gusti europei, ma allo stesso tempo capace di attrarre la curiosità e l'interesse di chi voglia abbracciare il piacere della scoperta di nuove culture e nuovi orizzonti nel mondo della fashion.

I designer kazaki ai Chiostri di San Barnaba (foto Bordignon).
Da sinistra a destra e dall'alto in basso, Madame Aisu con Aidar Khan e Marina Corazziari, Gaukhar Zhenisbek di Peri Models per Aspara Brand, Dana Ashimova e Irina Naboko (a sinistra con un'amica) 

Mad Mood 2024: Irina Naboko, lo stile del Kazakistan danza sul 'carpet'

Irina Naboko con una modella a Milano (foto Bordignon)
Non poteva mancare Irina Naboko all'edizione 2024 di Mad Mood, il format dedicato alla moda e al territorio ideato da Marianna Miceli, e che quest'anno è andato in scena presso i Chiostri di San Barnaba, ancora una volta a Milano.
Modernità e tradizione sapientemente miscelate, questi i punti di forza della Naboko, già protagonista all'Aspara Fashion Week, parte di quel folto gruppo di stilisti provenienti dal Kazakistan, che da diverse edizioni impreziosiscono il 'carnet' internazionale di Mad Mood.
Ancora una volta è il bianco a farla da padrone su abiti finemente lavorati e soffici, immagini dolci che sono apparse come tanti angeli sul 'carpet' milanese.

Una serie di foto dai backstage dei Chiostri di San Barnaba (foto Bordignon):




Vinitaly 2024: 4mila cantine già confermate

E' già tutto pronto a Verona per la 56.a edizione di Vinitaly, la grande 'kermesse' enologica che andrà in scena a Veronafiere dal 14 al 17 aprile prossimi.
A oggi, infatti, il quartiere fieristico di oltre 180mila metri quadrati è pronto a diventare l’agorà internazionale del 'wine business' per 4mila cantine già confermate. Una partecipazione espositiva consolidata che conferma la centralità del Salone internazionale del vino e dei distillati sempre più 'targetizzato' sulle esigenze delle imprese e sulla promozione del settore in Italia e sui mercati esteri, storici ed emergenti.
Va in questa direzione anche il nuovo Piano strategico di Veronafiere “One 2024-2026” che contempla un rafforzamento ulteriore della 'mission' di Vinitaly volta ad amplificare la piattaforma promozionale del brand per garantire, al contempo, investimenti per l''incoming' sulla manifestazione e sul prodotto italiano nelle piazze export più strategiche, grazie a un radicamento di Veronafiere ancora più capillare proprio in quelle aree.
Prosegue, inoltre, il percorso di selezione qualitativa degli operatori avviato per la 55.a edizione del 2023, con un programma straordinario di 'recruiting' che portò a Verona 29.600 operatori internazionali da 143 nazioni (su un complessivo di 93mila presenze), di cui oltre mille 'top buyer' scelti e ospitati da Veronafiere e Ice-Agenzia, mentre sono stati 11mila gli appuntamenti pianificati tra espositori e buyer sulla piattaforma Vinitaly Plus a cui si sono aggiunti quelli fissati direttamente tra aziende e operatori.

martedì 5 marzo 2024

Haiti: ancora caos e violenze, nessuna notizia del premier Henry

La 'home page' del sito dell'"Haitian Times"
A Port-au-Prince, capitale di Haiti, gli scontri e le sparatorie si sono intensificati, compreso l'aeroporto di Toussaint Louverture, in una nuova giornata di violenze, mentre si continua a non avere notizie del primo ministro Ariel Henry.
Nelle ultime ore è aumentato anche il numero degli sfollati in fuga dagli scontri tra bande e polizia nel centro della città, mentre proseguono gli annunci di possibili attacchi da parte di bande armate contro le istituzioni pubbliche.
I disordini seguono gli attentati di sabato in due carceri per mano di bande armate, La Capitale e Croix des Bouquets, le prigioni più grandi del Paese da cui sarebbero fuggiti circa 3.600 detenuti, molti dei quali noti criminali.
Le scuole, le università, gli istituti privati e quelli pubblici della capitale sono chiusi, mentre l'esercito e la polizia sono stati schierati nell'aeroporto contro le bande armate, con diversi scontri a fuoco. Tutti i voli sono stati, ovviamente, cancellati. (fonte: AGI/EFE)

Genoa andata e ritorno, è sempre InterVARzionale

Anche per la Gazzetta 'online' il rigore non c'era
L'InterVARzionale colpisce ancora, proditoriamente, senza paura e senza macchia. L'Inter vince ancora con l''aiutino' anzi, con l''aiutone', visto che il rigore che consente ai nerazzurri di segnare il secondo gol con Alexis Sanchez è inesistente. Un rigore che risulterà decisivo nel cogliere i tre punti contro il Genoa, sconfitto per 2-1.
In realtà, almeno stavolta, la VAR il suo 'dovere' l'avrebbe anche fatto, richiamando l'arbitro, Giovanni Ayroldi, a rivedere il presunto contatto del genoano Morten Frendrup sull'interista Nicolò Barella. Dall''alto' Daniele Paterna richiama Ayroldi al video per cambiare idea. Con la VAR normalmente questo capita e, anzi, il richiamo diventa regola se il fallo non c'è, come in questo caso. Inspiegabilmente, però, il direttore di gara mantiene la propria decisione.
Così l'Inter beffa il Genoa per colpa dell'arbitro al ritorno dopo che anche all'andata aveva 'rapito' un punto, sempre grazie a un'altra 'svista' arbitrale. L'errore dell'andata (era il 29 dicembre dell'anno scorso, la partita finì 1-1) era occorso in occasione della rete del vantaggio di Marko Arnautović, nella cui azione non era stato rilevato un clamoroso fallo di Yann Aurel Bisseck ai danni di Kevin Strootman, una spinta a due mani sulle spalle del tedesco sull'olandese. L'arbitro, Daniele Doveri, in campo non rileva il fallo e il VAR (presente Massimiliano Irrati) non lo richiama nemmeno.
Risultato finale: fra andata e ritorno, l'Inter recupera (e il Genoa perde) rispetto agli avversari ben quattro punti. E sono solo due delle molte gare segnate irrimediabilmente da favori arbitrali che hanno premiato con una incredibile regolarità la squadra di Giuseppe Marotta.

mercoledì 28 febbraio 2024

Ormai chiamatela InterVARzionale: nerazzurri ancora aiutati dal video

Foto di BOOM per Pexels
Ancora una volta, l'ennesima, il VAR condiziona una partita dell'Inter, ovviamente a favore della squadra nerazzurra milanese, opposta all'Atalanta. Mentre al Milan non gliene fa passare una, per uno strano gioco degli opposti.
La vittoria alla fine premia nettamente gli interisti, un 4-0 che, in teoria, non ammetterebbe repliche. Se non fosse che l'Atalanta era passata per prima in vantaggio con l'ex milanista Charles De Ketelaere. Il gol viene prima concesso, poi l'arbitro Colombo viene richiamato al VAR per un impercettibile tocco di mano di Miranchuk. Dopo avere rivisto le immagini, alla fine l'arbitro annulla. InterVARzionale 1 Atalanta 0.
Passano i minuti e l'Inter segna due reti, la prima in netto fuorigioco, la seconda è buona, con sentiti ringraziamenti a Carnesecchi, che contro il Milan aveva parato tutto.
L'Inter raddoppia poi, a inizio ripresa entra in scena ancora il VAR. Ancora un tocco impercettibile, braccio non braccio, largo non largo, questa volta il colpevole è Hateboer. Decide ancora la VAR e decide, ovviamente, a favore dell'Inter. Calcio di rigore. InterVARzionale 2 Atalanta 0.
Ma non basta. Il rigore viene calciato e realizzato (su respinta di Carnesecchi). ma ci sono delle proteste. Forse qualche interista è entrato in area prima del tiro di Martinez. Decide la VAR. Come? Naturalmente a favore dell'Inter. InterVARzionale 3 Atalanta 0.
E si continua a giocare.

Parigi 2024: rubati su un treno i 'segreti' della sicurezza

Foto di Loris Boulinguez per Unsplash
Non è la prima volta che un treno diventa fonte di grave imbarazzo per i servizi segreti di questo o quel Paese. Rimane famoso l'agente segreto, chi scrive ritiene fosse britannico ma non ne è sicuro, che scese dal proprio vagone dimenticandosi una valigetta stracolma di importantissimi segreti nazionali.
Qualcosa del genere si è ripetuto in terra francese nelle ultime ore, dove un computer e diverse chiavette USB con i piani di sicurezza delle Olimpiadi di Parigi 2024 sono stati rubati su un treno a un ingegnere del Comune di Parigi.
Il poverino non ha potuto fare altro che sporgere denuncia alla stazione ferroviaria della Gare du Nord.
L'uomo aveva lasciato la borsa con il suo computer e le chiavette nella cappelliera al di sopra del suo posto nel vagone.
Il treno era diretto nell'Oise, regione a nord di Parigi. Quando è stato annunciato un ritardo, il passeggero ha deciso di cambiare treno, ma il suo bagaglio era scomparso.
Secondo la denuncia dell'ingegnere, il computer e le chiavette contenevano dati sensibili, in particolare i piani di sicurezza per i Giochi di Parigi 2024, messi a punto dalla polizia municipale. (fonte: ANSA)

martedì 27 febbraio 2024

Anche New York si arrende: migranti violenti, stop alle città santuario

Un fin troppo chiaro titolo del "New York Post"
Sta probabilmente svanendo il mito delle 'città santuario' americane, ovvero quelle metropoli che, in aperta opposizione alla politica di fermezza nei confronti dei clandestini operata 'in primis' dall'ex presidente americano, Donald Trump, avevano garantito libero accesso e rifugio a tutti coloro che avessero eletto queste città a proprio 'asilo'. "Sanctuary", appunto, come in una poco fortunata serie televisiva canadese di un paio di decadi orsono.
Anche per il bel mondo 'woke' della East Coast, però, il troppo, a un certo punto, stroppia. E così, dopo l'ennesimo omicidio compiuto sulle strade newyorchesi, i cosiddetti 'migranti' hanno cominciato a puzzare anche per il simpatico pezzo di quell'area di Paese che ha abbracciato il movimento Black Lives Matter a pieni polmoni.
Il sindaco Eric Adams ha così aperto la porta a una modifica della normativa per prevedere l'espulsione per i migranti che commettano reati gravi e per consentire alle autorità della città di contattare ed effettuare segnalazioni agli agenti federali per l'immigrazione.
"Non possiamo consentire a chi ripetutamente commette crimini di restare qui e non possiamo permetterci di non collaborare nel processo con le autorità per l'immigrazione, l'Immigration and Customs Enforcement", ha detto Adams. "Se commetti un reato, dobbiamo essere in grado di consegnarti alle autorità e farti espellere", ha aggiunto.
Le leggi in vigore vietano incredibilmente alla città di cooperare con gli agenti federali dell'immigrazione se uno straniero è stato accusato di un crimine ma non condannato. (fonte: ANSA)

Mad Mood 2024: Dana Ashimova, eleganza e storia kazaka

Due modelle kazake vestono Dana Ashimova (foto Bordignon)
C'era anche Dana Ashimova nel gruppo di designer provenienti dal Kazakistan sceso a Milano per partecipare alla kermesse di Mad Mood, l'appuntamento che ormai dal 2016 accompagna la Milano Fashion Week ideato e promosso da Marianna Miceli, che proprio con la moda kazaka ha saputo tessere una costruttiva collaborazione che ha portato brand italiani all'Aspara Fashion Week, ricambiando l'ospitalità sulle passerelle milanesi.
Lo stile di Dana Ashimova è quanto di più caratteristico, elegante e tradizionale possa offrire la moda kazaka, con solenni alti copricapi cilindrici posti sopra a lunghi abiti e poderose mantelle, con colori predominanti il viola, l'azzurro e il verde smeraldo.
Come nel caso delle collezioni Madame Aisu e Aspara Brand, anche quella di Dana Ashimova ha visto la propria presenza milanese svolgersi nell'arco di due giorni: domenica 18 febbraio al mattino è stata la volta dello 'shooting' in Piazza Duomo con le foto e le immagini di Massimo Reale, mentre alla sera è stata la volta del party ufficiale d'apertura dell'evento, andato in scena ai Chiostri di San Barnaba, lo storico grande spazio posto alle spalle di Palazzo di Giustizia.
Lunedì 19 febbraio è stata la volta della sfilata, fra gli applausi del folto pubblico presente e la soddisfazione di avere proposto anche per quest'anno, a Milano, la propria moda variopinta e tradizionale.

Una serie di foto dai backstage di Piazza Duomo e dei Chiostri di San Barnaba
(foto Bordignon)