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La 'home page' del Mediavideo |
Mi arrivano da più parti articoli molto ben fatti di colleghi che, con me, hanno lavorato nel proprio arcaico passato sulle pagine del
Televideo, che in questi giorni
compie
40 anni di vita.
Non saprei cosa aggiungere a quanto già detto e scritto, se non che il Televideo rappresentò un passo fondamentale nella formazione giornalistica di chi ci lavorò.
Puntare
immediatamente, senza giri di parole, al cuore della notizia. Cosa, dove, quando, come? Le classiche domande proprie per ogni giornalista che si rispetti, cui già dal
titolo si arguiva una risposta, uno svolgimento in circa 450 battute, non una di più, pochissime di meno, per rispettare la grandezza prevista della pagina.
Esattamente
l'opposto di quanto accade oggi, con i giornalisti ridotti a residuati dell'informazione, in siti 'internet' pronti alla battaglia per l'ultimo clic, con titoli al limite
del nauseabondo dove nulla è spiegato ma tutto teso ad accogliere l'ingresso del lettore in notizie prive di storia. "Clamorosa bomba! Notizia incredibile! Se n'è andato
sbattendo la porta! Sta esalando l'ultimo respiro!", tutte frasi prive di soggetto, con un punto esclamativo sovrabbondante, esagerate ed eccessive, con lo scopo di
coinvolgere il lettore in inutili perdite di tempo, regolarmente aumentata dalla presenza di ulteriori sottopagine e inattesi pop-up con tanto di pubblicità
martellante.
Grande protagonista di quell'epopea fu l'agenzia di stampa
Datasport, nata dapprima come 'braccio armato' del settimanale
Superbasket e poi sviluppatasi nel tempo in ambito
calcistico-sportivo e poi ancora in quello dello spettacolo.
Già sparring-partner del
Televideo Rai nella raccolta dei risultati calcistici domenicali, sviluppa una perfetta struttura dedita al mondo dello sport, dapprima come televideo di
Telepiù (+2 per lo sport, +1 per il cinema, in particolare legata alla produzione
di palinsesti), con gruppi di lavoro motivati e appassionati, con giornalisti giovani quanto amanti del mondo delle statistiche, di cui Datasport allora era la perfetta
portabandiera.
In breve il televideo di Telepiù viene scoperto e 'adottato' dall'ambiziosa
Mediaset, ed è ancora Datasport a creare un 'piano di battaglia' per il neonato
Mediavideo, con alcune 'chicche', come le
pagine dedicate alle squadre della Serie A, dalla 241 in poi, che rimarranno per sempre nella memoria degli appassionati. Sullo sfondo nero della pagina si scriveva il nome della squadra con il colore
adeguato (dall'F1 all'F9, rosso per il Milan, bianco per la Juventus, azzurro per l'Inter e così via), quindi tasto 'invio' e la I di 'insert' a fianco del numero di pagina desiderato, la nuova schermata venva creata.
Ogni mattina, prima di cominciare, si cancellavano le pagine in più o vecchie (inviando la D di 'delete' a fianco della pagina da cancellare) per poi ripartire da zero.
Un sito internet 'ante litteram', nel più rigoroso concetto di 'rete', anche perché, per collegarsi a quella che era, in pratica, una sorta di internet arcaico, era necessario
l'uso di un antico modem gracchiante, uno strano 'coso' bianco dotato di tante lucine rosse natalizie, con cui scaricare, tramite una stampante ad aghi, le classifiche ATP
e WTA per il tennis, così come quelle del PGA Tour nel golf. Appuntamenti settimanali, a volte un po' astrusi anche per chi li realizzava, ma molto graditi a un pubblico di
fedelissimi in costante aumento.
Ed era impossibile non avere frotte di tifosi con il naso puntato al televisore quando, sempre Datasport, ogni domenica, per la RAI, si collegava con oltre cento campi di calcio per
poter avere gli aggiornamenti in diretta delle partite della Serie C (tre gironi) e dell'Interregionale (nove gironi), per un totale di oltre cento campi collegati e un
gruppo di stagisti domenicali pronti a tutto pur di non perdere l'aggiornamento, fino alla telefonata alla stazione dei carabinieri per avere il contatto della macchina a
bordo campo a cui chiedere il parziale.
Il mio ricordo, però, scivola ancora più lontano quando, nel 1994, per
Telelombardia, fu sempre Datasport a seguire in maniera unica per l'epoca, e forse anche per i tempi
successivi, i Mondiali di hockey ghiaccio di scena a Milano, Bolzano e Alba di Canazei. Una puntualità di aggiornamento che, credo, abbia soddisfatto anche i palati più esigenti.
Quarant'anni di Televideo, eppure parlarne oggi sembra privo di senso. Il fatto stesso che sia necessario spiegarne i contenuti fa capire quanto esso sia obsoleto nel mondo
irrefrenabile della notizia veicolata in pochi istanti dal web. Eppure, la precisione, la competenza e la passione che sono nate davanti a quei computer (credo
286) non si sono mai smorzate. Ognuno di noi che ci ha messo le mani, e le dita, vorrebbe poter spingere ancora una sola volta l'invio di una pagina di aggiornamento, vedere creata la notizia davanti
ai propri occhi, palpabile presenza di un'informazione senza strilli e veramente sincera, al servizio dell'utente finale, il lettore.