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Per l'ennesima volta, il leader di una nazione straniera, l'
Ucraina, peraltro fra le più corrotte del mondo, si permette il lusso di andare a emanare ordini in casa d'altri. Nell'occasione, l'
Italia, supina compagna di viaggio della folle guerra da cui l'Ucraina non riesce a sganciarsi perché avviluppata mani e piedi al 'boss' americano.
Era poco più di un anno, nel mese di febbraio 2023, che ancora
Volodymyr Zelensky si era permesso di 'fare le pulci' agli italiani, condannando senza mezzi termini una battuta (ma nemmeno troppo) di un
Silvio Berlusconi alla fine della sua vita, ma ancora lucido nell'osservare il quadro delle vicende politiche mondiali.
Una visione che, per molti dei giornalisti 'servi' del 'mainstream' mediatico odierno, un anno dopo, sarebbe stata considerata delirante. E invece proprio Sua Emittenza, correva il 12 febbraio 2023, non nascose che, da presidente del Consiglio, non avrebbe incontrato Zelensky (come invece ha fatto
Giorgia Meloni) e che comunque "bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e il conflitto non sarebbe accaduto". Zelensky era stato lapidario. Anzi, offensivo, pur alla presenza del presidente del Consiglio di un Paese che gli si dichiarava fin troppo amico. "Io credo che la casa di Berlusconi non sia mai stata bombardata, mai siano arrivati con i carri armati nel suo giardino", osserva il presidente in guerra, come a dire che altrimenti il Cavaliere non avrebbe mai tuonato contro di lui le parole pronunciate solo pochi giorni prima
(fonte ANSA).
Poche ore fa l'ennesima clamorosa ingerenza, durante il G7 di scena a Kiev, nella conferenza stampa tenuta dopo l'accordo sottoscritto proprio con l'Italia che prelude a tutta una serie di aiuti provenienti dal nostro Paese.
Come nel caso della replica a Berlusconi, di fronte al sorriso italico arriva lo sputo nella mano protesa di chi, almeno a parole e sorrisi, sostiene di volerlo aiutare: "La premier Giorgia Meloni senza dubbio sostiene l'Ucraina, l’ho appena incontrata in veste di presidente del G7 e abbiamo anche firmato l'accordo di cooperazione bilaterale. Le siamo immensamente grati. Sappiamo però che in Italia ci sono tanti filo-putiniani e in Europa anche. Stiamo preparando una loro lista, non solo riguardo all’Italia, da presentare alla Commissione europea"
(fonte Corriere.it). "E' fuori di dubbio che Giorgia Meloni sia "dalla parte dell'Ucraina". Ma in Italia "ci sono molti pro-Putin, e prima di tutto dovreste cancellare loro i visti" e "mandarli via"
(fonte ANSA).
Inoltre: a chi si riferiva Zelensky? Ai russi residenti in Italia, che pagano regolarmente le tasse e vivono e lavorano quotidianamente al nostro fianco? Quale sarebbe il reato da loro commesso? Probabilmente lo stesso reato d'opinione esistente nel suo Paese, l'Ucraina, ovvero pensarla diversamente dalle linee imposte dal regime di Kiev. O, addirittura peggio, si riferisce ai cittadini italiani che, legittimamente, ritengono l'Ucraina connivente e alleata degli Stati Uniti, nelle provocazioni che hanno obbligato la Russia a intervenire militarmente per recuperare territori russofoni che, più o meno arbitrariamente, definisce propri? E, come nel caso delle offese a Berlusconi, anche in questo profondi silenzi da parte delle istituzioni italiche.
Insomma, Zelensky fa i conti in tasca ancora una volta a una nazione che dovrebbe essergli amica, e che continua a reggerli pateticamente il moccolo con evidenti scopi di interesse economico nella ricostruzione post-bellica (se e quando ci sarà un 'post'), non certo per presunti ideali di pseudo-democrazia vestita da spirito occidentale e filo-americano.