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Il sottotitolo dell'articolo di "Tuttosport"
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Prosegue in maniera oltre i limiti della credibilità la serie di peana nei confronti di
Gianluigi 'Gigio' Donnarumma, eletto a simbolo di un ipotetico
'nuovo Milan' nell'anno del suo esordio, al termine di una stagione disputata su livelli eccezionali, specie per un giovane esordiente.
Giocatore 'rapito' da
Mino Raiola in qualità di procuratore, Donnarumma viene pagato a peso d'oro dal Milan, un contratto 'monstre' cui si aggiunge quello del fratello, panchinaro di lusso e addirittura terzo portiere della squadra, con tanto di un milione l'anno per non giocare praticamente mai.
Per questo ogni esibizione di 'Gigio' viene eletta a perfetta e trionfale e i suoi errori, frequenti e talvolta clamorosi e decisivi, vengono ignorati e frettolosamente dimenticati.
Capita così che il Milan disputi una delle sue peggiori partite della storia, in trasferta, in un autentico clima da bufera, contro i portoghesi del
Rio Ave, rimediando a tempo scaduto un rigore che porta i rossoneri alla qualificazione ottenuta, però, solo dopo una interminabile serie di tiri dal dischetto. L'ultimo tiro dei portoghesi viene affidato a tale
Santos che ormai, dopo quasi un quarto d'ora di rigori tirati in maniera quasi perfetta nel mezzo di una bufera, ciabatta malamente in fase di svenimento. Miracolo! La stampa pareva non attendere altro. I titoli entusiastici su Donnarumma 'salvatore della patria' si sprecano. in maniera incomprensibile, anche perché la serata 'donnarummiana' non era sata una tragedia ma nemmeno una bellezza: i due gol subiti dal Milan, definiti 'imparabili' da tutta la stampa, potevano essere parati, per lo meno da chi percepisce uno stipendio faraonico da migliore portiere del mondo. Il pareggio dei portoghesi è un gran tiro sì, ma piuttosto centrale, su cui Donnarumma vola senza effetto. Il loro vantaggio è frutto di una azione angolata, anche troppo, e un tiro ravvicinato che mogio si infila in diagonale di fronte a un portiere spaesato e in stile 'gatto di marmo'. Sui rigori, poi, va detto che mai si è visto l'estremo rossonero così poco reattivo, praticamente sempre spiazzato, mai in grado di pararne uno a parte uno, in effetti sì, ma poi incredibilmente deviato nela propria porta in una sorta di incredibile e goffo autogol. Donnarumma è poi andato a calciarne uno, di rigore, tirandolo malamente sopra la traversa e dimostrando così, per l'ennesima volta, di non possedere il 'piede'. Infine il rigore parato, quello vero, un dato quasi inevitabile in una serie dal dischetto, frutto più dell'errore di Santos e della legge dei grandi numeri che di una reale intuizione.
Della stampa 'che conta' solo
"Il Giornale", con
Franco Ordine, pur senza motivazione scritta, affibbia al portierone milanista un bel
'5' in pagella.
Per
"La Gazzetta dello Sport", invece, è da
'7' con una spiegazione roboante: "stavolta si supera con la sua specialità: parando l'ultimo rigore". Meglio di lui solo il volenteroso Saelemaekers, che pure peraltro si prende un '7'. Meglio perché, quindi?
"Tuttosport" si spreca già nel sottotitolo, con un
"Immenso SuperGigio, eroe nella bufera". Voto:
'6,5', ma un 'immenso' non sarebbe valso un '8' a questo punto?
Per il
"Corriere dello Sport", infine, 'Gigio' si merita pure
'7', con la laconica spiegazione di "Prende due gol difficili da ribattere, ma para il rigore decisivo". Quindi il merito, in questo caso, va tutto sl penalty più sbagliato da Santos che parato dal portiere rossonero.
Va detto però che, per lo meno il Corsport ha avuto il buon gusto di non inserire Donnarumma nel titolo e nel sottotitolo, dando i reali meriti della qualificazione a chi, appunto, se li merita:
"Calhanoglu salva i rossoneri nei supplementari - Il penalty decisivo lo mette a segno Kjaer". E basta, per favore.