sabato 31 ottobre 2020

Una donazione per salvare i parchi faunistici italiani

Due leoni riposano al parco di Bussolengo (foto sito ufficiale)
Anche in questi momenti di Coronavirus è possibile aiutare gli animali che ne abbiano bisogno. In particolare quelli che vivono in Italia nei parchi a tema obbligati a chiudere a causa del Covid-19, un 'lockdown' che mette a serio rischio la sopravvivenza di molte di queste strutture, importantissime per mantenere vive alcune specie a rischio estinzione e utili per avvicinare in maniera facile e giocosa l'uomo alla natura.
Fra le varie realtà che hanno chiuso prima del solito anche il Parco Natura Viva di Bussolengo dove, però, la vita all'interno, con i suoi 1200 animali appartenenti a circa 250 specie differenti, continua con spese ingenti: il giardino zoologico è infatti un importante centro di tutela per le specie minacciate, e ha saputo evolversi nel tempo per assumere un ruolo attivo nella conservazione della biodiversità.
Per aiutare il parco e il patrimonio faunistico, è possibile fare una donazione in favore della Fondazione ARCA (acronimo che sta per Animal Research Conservation in Action Onlus) o adottare a distanza una specie animale.

Carola Varini protagonista, quasi, al Mimmo Pesce Show

Carola Varini ospite del "Mimmo Pesce Show"
Lui è Domenico Pesacane, in arte Mimmo Pesce, autore e protagonista di uno dei programmi più divertenti fra quelli trasmessi dalle televisioni del Gruppo Mediapason (Telelombardia e affini, per intenderci): si parla del "Mimmo Pesce Show", un misto di nonsense e demenzialità, il tutto all'insegna di un ipotetico programma di 'insuccesso', con ospiti a sorpresa apparentemente raccattati a caso.
Fra questi, ha recentemente fatto bella mostra di sé Carola Varini, al secolo 'Carola Varini Sweet Carolyna' su Instagram, una manciata di foto sensuali e ammiccanti, per colei che si definisce una 'foodblogger', o meglio 'food influencer'.
Su "foodaffairs.it" dice di sé: "Nella vita ho fatto il liceo artistico, mi sono laureata in video design ma poi ho lavorato come modella ed hostess per diversi anni. Da settembre 2018 mi sono dedicata all’arte culinaria, aprendo una mia bakery che si chiama sweet Carolyna! Nella vita amo viaggiare, mangiare e i cartoni animati!. Amo recitare, disegnare e cantare, insomma, tutto ciò che è arte!".
Durante la trasmissione di Mimmo Pesce scopriamo anche altre sue passioni: "Il mio sogno è una famiglia in stile Walt Disney, sono come Ariel la Sirenetta, mi sento molto romantica e amo viaggiare". Carola ha anche due animali da compagnia: Belix, il cane, e Gatto, il gatto. Per il resto, rimane il consiglio di sintonizzarsi su Top Calcio 24 e sul "Mimmo Pesce Show".

Un collage di foto di Carola Varini tratte dal suo profilo Instagram

venerdì 30 ottobre 2020

Premio Michele Cea, la 5.a edizione va a Giuseppe Micciché

Giuseppe Micciché con il premio (foto Bordignon)
E’ andata a Giuseppe Micciché la quinta edizione del Premio Michele Cea, manifestazione dedicata al giovane artista prematuramente scomparso e sorta con l'intenzione di promuovere il lavoro e la passione di giovani talentuosi italiani ma non solo, evento organizzato dai genitori Lina Bavaro e Nicola Cea, con il sottotitolo “Con la luce negli occhi”.
Infatti, oltre a un simbolico premio in denaro e all’opera in vetro realizzata dallo scultore Germano Caiano, Micciché, proveniente da Agrigento, avrà la possibilità, Covid-19 permettendo, di allestire una mostra in data e luogo da definire, di pubblicare il proprio lavoro sulla rivista “Arte” di Cairo Editore e di vederlo segnalato sul “Catalogo di Arte Moderna” 2020.
La manifestazione, che si è svolta presso lo spazio culturale ex Fornace Gola di Milano, ha ottenuto il sostegno, fra gli altri, di Fondazione Cariplo, dell’Associazione Regionale Pugliesi e del Liceo Artistico di Brera e a consegnare i premi finali è stato il Prefetto di Milano, Renato Saccone. Micciché, che si è imposto grazie alla sua opera “#PrigioneSilenzioSA3… Silenzio”, scultura in argilla cotta e dipinta con vernici ad acqua. ha preceduto Stefano Garbuglia, autore del “Trittico della Diaspora o sulla Dispersione” (tecnica mista su tavola) ed Enrica Viola, autrice di “Pace e Guerra”, opera in gesso e carta semitrasparente su legno.

Qui sotto, il videoservizio della giornata e le foto, tutte di Massimiliano Bordignon










Terrorismo islamico, dalla Lamorgese solo stizza e zero giustificazioni

L'articolo interno tratto dalle pagine de "Il Giornale"
Nessuna scusa. Nessuna giustificazione. Le poche parole con cui il ministro dell'Interno italiano, Luciana Lamorgese, ha cercato di spiegare la presenza dell'assassino che ha massacrato tre francesi nel nome dell'Islam, sono state prive di senso.
Il pluriomicida, terrorista islamico, è uno fra le migliaia di altri suoi compari sbarcati a Lampedusa e liberamente sparsi poi per l'Europa senza controllo ferire da parte delle autorità italiane.
Alle critiche dell'opposizione, alla ricerca di una risposta, la Lamorgese ha preferito rispondere piccata senza fornire né dati né numeri né uno straccio di azione, rispendendo al mittente le critiche, non si capisce perché. Insomma, assieme all'assassino proveniente dalla Tunisia, ne potrebbero essere sbarcati altri dieci, cento o mille, la Lamorgese non solo non lo sa, ma non ha fatto, non intende fare e non farà nulla per saperlo o per scoprirlo.
Anzi, il ministro dell'Interno ha perfino fornito una 'giustificazione' dell'aumentato numero di sbarchi, non attraverso le mancate azioni respingimento, ma a causa della problematica situazione economica della Tunisia dovuta al proliferare del Covid-19.
Porte aperte più che mai, insomma, perché i 'poveri tunisini' hanno il coronavirus (e quindi magari saranno pure infetti, mentre in Italia invece stiamo benissimo...) e per stare bene economicamente devono sbarcare nella 'terra promessa' italica ed europea...

La farneticazioni della Lamorgese commentate in un 'tweet' di Matteo Salvini

L'apertura de "Il Giornale"

martedì 27 ottobre 2020

Feccia rossa, parafascisti e clandestini, ecco chi si cela dietro la violenza di questi giorni

L'articolo de "Il Corriere della Sera"
Non sono certo i proprietari di bar e ristoranti, stanchi dopo una lunga, l'ennesima, giornata di lavoro, a celarsi dietro la violenza avvenuta nei giorni scorsi nelle principali città italiane, dapprima Napoli, e poi a ruota Roma, Milano e Torino, contro l'ultimo, anche in questo caso l'ennesimo, Dpcm pieno di restrizioni goffe e demagogiche, orchestrato dal Governo Conte.
Se in Meridione, come storia insegna, è la criminalità organizzata e criminali parafascisti a orchestrare e dirigere le cosiddette 'proteste', al Nord il colore della violenza criminale ha assunto i toni opposti, quelli della 'feccia rossa', il cosiddetto 'comunismo straccione', quello dei Centri Sociali, degli anarchici presunti tali, dei contestatori nullafacenti, associati ai loro 'amici di pelle', clandestini, stranieri vari, ladri, spacciatori, gruppuscoli dell'estrema destra e gentaglia racimolata un po' ovunque pur di causare danni a coloro che, in prima persona, avrebbero dovuto pensare a tutelare, sempre ammesso che la protesta di piazza andata in scena avesse una sua veridicità.
Non c'è disprezzo che tenga, e pure c'è, nei confronti di questo governo giallorosso, che possa giustificare gli atti di violenza perpetrati in questi giorni. Ma possiamo essere altrettanto sicuri che, chi abbia costruito la propria esistenza, umana e lavorativa, attraverso le fatiche quotidiane, non abbia preso parte alle pagliacciate di queste ultime ore.
Una battuta ANSA, agenzia che non si può certo accusare essere di Destra, cita: "Sono state 28 le persone denunciate per danneggiamento e violenza a pubblico ufficiale a seguito degli incidenti verificatesi ieri a Milano in una manifestazione non autorizzata contro il nuovo Dpcm per contenere il Coronavirus. Tredici dei denunciati sono minorenni, tra questi alcuni hanno piccoli precedenti. Diciotto sono italiani e dieci stranieri. Denunciata anche una ragazza anarchica mentre i restanti non sono riconducibili a gruppi conosciuti".
Rincara la dose l'articolo de "Il Giornale", riferito ai fatti di Torino: "Gli scontri di ieri, a sentire chi in piazza c’era in tenuta antisommossa, sono stati animati da tifosi, antagonisti e anche 'giovani extracomunitari'. Due egiziani, un maggiorenne e un minorenne, a Torino sono stati arrestati con la refurtiva rubata dal negozio di Gucci".
E' importante saperlo, per identificare chi si celi dietro ai violenti che cercano spazi per giustificare se stessi e le proprie vite da falliti.

L'articolo de "Il Giornale"

lunedì 26 ottobre 2020

Via Castelvetro a Milano, la lunga fila delle auto a caccia del tampone

La colonna di auto gira da via Fauché in via Castelvetro
Una lunga fila di auto che parte da via Castelvetro, si snoda lungo via Fauché, gira verso piazza Gerusalemme e più oltre, attraversa via Induno.
E' la fila dei tamponi rivelatori del contagio da Coronavirus, che si dirige verso l'Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi di Milano. Impressionante.
Una colonna ininterrotta durata ore, sotto la pioggia, coordinata da due auto dei vigili urbani. Ciascuna con il suo bagaglio di giovane vita all'interno.
Ciascuna con dubbi e speranze, alla ricerca di un tampone il cui risultato ancora non è chiaro né garantito.

La colonna di auto all'inizio di via Fauché

Ore 18, comincia il primo giorno di chiusura dei ristoranti italiani

Un ristorante milanese mezzo spento, le 18 sono appena passate
Sono passate da pochi secondi le ore 18, i ristoranti italiani, e di Milano in particolare come nella foto, chiudono i battenti, seguendo la cervellotica norma dell'ultimo Dpcm di un Governo che, evidentemente, non ha saputo gestire al meglio la pandemia da Coronavirus, né tanto meno prevenirne i danni della più che prevedibile seconda ondata, lasciando capitolare verso la più cupa disperazione i propri cittadini, in particolare i liberi professionisti e le partite IVA, quelli che, pi degli altri, rischiano del proprio e portano ricchezza allo Stato.
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha parlato in maniera involontariamente ironica di 'ristoro' che verrà garantito alle fasce più colpite. Ma a quanto ammonterà il 'ristoro', sempre ammesso che arrivi? Le famose 600 euro dei mesi precedenti sono state una vera presa in giro, se si pensa che la cifra, mensile, è probabilmente meno della metà di quanto un ristoratore di medio piccolo calibro incassi in una giornata, o in una mezza giornata. Tant'è, la nuova condanna è stata emessa, questo mentre i vitalizi e gli stipendi dei politici non accennano a diminuire, e mentre frotte di clandestini vengono accolte con spirito 'umanitario' sulle nostre coste. Ma è davvero questa l'Italia che vogliamo? E' questa la fine verso cui è diretto il nostro Paese?

Il ristoratore chiude il ristorante, la follia del Dpcm si abbatte sulle sue fatiche

martedì 20 ottobre 2020

I buonisti italiani messi all'angolo delle proprie vergogne

Parte dell'articolo di Borgonovo all'interno de "La Verità"
E' come sempre mirabile e ficcante l'articolo che Francesco Borgonovo ha pubblicato quest'oggi sul quotidiano "La Verità", collegato alla morte, per decapitazione, del professore francese Samuel Paty, ucciso da un islamico, irritato per la scelta, da parte del docente, di mostrare delle vignette su Maometto in classe per discutere della libertà di espressione. 
"Si sono inginocchiati per George Floyd." comincia l'articolo, che prosegue: "Supportano le manifestazioni in Bielorussia. S’indignano per i sovranisti che «mettono a rischio la democrazia». Ma sulla violenza del fanatismo islamico i progressisti europei sono sempre morbidi o afoni".
E' questo il 'j'accuse' di Borgonovo, che mette in risalto per l'ennesima volta, semmai ce ne fosse bisogno, tutte le ipocrisie della cosiddetta Sinistra buonista, italiana e internazionale.
Ho deciso di postare il resto, come testimonianza del fatto che ci sia qualcuno in grado di dire 'no', di alzarsi in piedi quando tutti gli altri si inginocchiano. E non intendo, solo quando si sente parlare di Black Lives Matter.

Metti una testa mozzata in prima pagina: ecco cos'è l'Islam

Una scelta non facile quella del quotidiano "La Verità", uscito ieri con la foto sgranata della testa mozzata del professore Samuel Paty, decapitato a Parigi da un giovane islamico per avere mostrato una vignetta di Maometto durante una lezione sulla libertà di espressione in classe.
Maurizio Belpietro, direttore del giornale, nel suo editoriale, giustifica la propria apertura in questo modo: "Noi ci chiamiamo La Verità e la verità vogliamo farvela vedere, ma anche se censurata dai pixel la verità non possiamo tacerla".
Un'idea che condivido sebbene, al momento, non l'abbia apprezzata. Ho avuto il giornale fra le mani, l'ho ripiegato e l'ho ridato al giornalaio, cambiandolo con una copia di "Libero". Personalmente non ho bisogno di dare un volto alla violenza dei musulmani, so benissimo di cosa siano capaci e quali trame squallide muovano ogni loro gesto e la loro espansione in atto da troppo tempo senza che l'Occidente muova un dito per fermarli.
Quella foto è stata pubblicata, giustamente, per coloro che normalmente si voltano dall'altra parte, per quelli che continuano ad accogliere clandestini criminali e bellicosi sciorinando la patetica demagogia del buonismo a tutti i costi e del 'poverino', che nemmeno una favola dei fratelli Grimm sarebbe in grado di rendere credibile.
Per cui si rispetti la scelta di esporre la verità da parte de "La Verità", la volontà di pubblicare quella realtà che i grandi media sottomessi si ostinano a ignorare.

L'editoriale di Maurizio Belpietro

sabato 17 ottobre 2020

Inter-Milan 1-2, il grande corteo delle moto rossonere

Un momento del 'corteo' milanista su due ruote
Il Milan vince il derby per 2-1, ma prima della partita ancora una volta i tifosi rossoneri si sono distinti per originalità. Stavolta non sono state le coreografie esposte sugli spalti a coinvolgere gli appassionati rossoneri, quanto i momenti precedenti alla gara.
I tifosi milanisti hanno infatti deciso di 'scortare' il pullman della squadra fino allo stadio di San Siro, tutti rigorosamente in moto e motorino, muniti di sciarpe e bandiere. Un corteo su due ruote chiassoso e festante, che sicuramente ha caricato e 'gasato' i giocatori, incitati con cori e clacson, il tutto mantenendo le cosiddette 'distanze sociali', almeno per quanto riguarda i centauri in viaggio, meno relativamente al pubblico assiepato lungo la strada, che festante ha salutato il pullman al suo passaggio.
Una festa di popolo, come popolari sono il Milan e la sua storia. E i prodromi di una grande gioia per la gente rossonera.

Ibra ammutolisce gli interisti, il Milan vince il derby

Ibrahimovic dopo il secondo gol (foto AC Milan)
Il 297° derby di Milano va al Milan, che si impone sull'Inter con un 2-1 che forse non rende appieno l'idea dell'ottima partita giocata dai rossoneri, che hanno avuto in Zlatan Ibrahimovic l'assoluto dominatore della gara, e autore della doppietta decisiva.
I rossoneri si portano così a 113 vittorie totali contro le 106 interiste e i 78 pareggi.
Con le due reti segnate, 'Ibracadabra' sale a quota 9 nella speciale classifica dei marcatori del derby (7 rgol segnati con i rossoneri, 2 con i nerazzurri, lasciandosi alle spalle, con 7 reti, i milanisti José Altafini e Louis Van Hege, e gli interisti Alessandro Altobelli, Roberto Boninsegna e Benito Lorenzi.
Particolare l'esultanza di Ibrahimovic dopo il secondo gol, con 'apertura e la chiusura della mano, come a voler zittire qualche critico interista della tribuna, che forse gli aveva rivolto qualche frase relativa alla sua età.
La realtà è che Ibrahimmovic, a 39 anni, ha deciso il derby di Milano.
Leggi anche: derby di Milano: le vittorie più nette di sempre

venerdì 16 ottobre 2020

Mieli "Governo, soldi buttati in monopattini e banchi a rotelle"

Paolo Mieli (foto tratta dal sito ViaggiNews)
Ospite della trasmissione "Tagadà", in onda su La7, Paolo Mieli, giornalista e scrittore, autore del suo ultimo libro "La terapia dell'oblio - contro gli eccessi della memoria", ha commentato in maniera molto critica l'operato del governo in questi ultimi periodi di pandemia da coronavirus: "La pandemia ha un costo sociale enorme - ha detto l'ex direttore de "La Stampa" e de "Il Corriere della Sera" -, nel senso che dà questa continua illusione che se ne sta per uscire, e poi ci si ricasca dentro. Questo crea depressione, ma non è questo il punto. Il punto è che le attività economiche si essiccano in modo non perequativo, un po' per tutti, ma ci sono minoranze che diventano sempre più ricche e maggioranze che diventano sempre più povere. La pandemia produce anche un indurimento di questi squilibri sociali, e alla fine può dare luogo anche a delle rivolte ed esplosioni di collera".
Mieli rivolge in particolare le sue critiche ad alcuni dei provvedimenti economici messi in atto dal Governo per 'rilanciare' l'economia dopo il Coronavirus: "Aggiungo che i sussidi a pioggia, i monopattini e i banchi a rotelle non servono a nulla, non è questo il modo per affrontare le sperequazioni sociali, bisogna fare interventi coraggiosi, rendendo possibile che la gente torni a lavorare sul posto di lavoro e poi aumentando i compensi per il rischio che corrono. Questo è un modo coraggioso, non buttare soldi in monopattini, bonus vacanze e altre stupidaggini del genere che non servono a nulla, ma che servono solamente a sprecare dei soldi e ad aumentare il nostro debito pubblico".
"Ci serve una memoria buona - ha proseguito Mieli - per fare questo genere di ragionamenti, ma non li fa nessuno. Io sono ottimista sulla fine del morbo, ma pessimista su come le classi dirigenti lo affrontano".
Quindi, sul blocco dei licenziamenti. "Lascerei correre i licenziamenti in modo fisiologico, in modo che la aziende non debbano sopportare questo peso di esuberi, e cercherei un modo per sostentare questo (possibile, ndr) milione di disoccupati. Le risorse, invece di buttarle dalla finestra, metterei da parte dei soldi per pagare queste persone perché facciano qualcosa, per esempio le professioni di emergenza. A gennaio finisce il blocco dei licenziamenti. Invece di tirarlo avanti per altri sei mesi, mi preoccuperei da adesso di stanziare dei fondi per creare una occupazione retribuita per tutti coloro che saranno licenziati. Soldi che arriveranno subito a fine mese, in modo che siano una continuazione dei loro stipendi".
Infine una serie di amare considerazioni: "Gli altri Paesi stanno messi peggio di noi per quanto riguarda il virus, ma sono molto più avanti di noi nell'affrontare i problemi sociali ed economici".

L'imprenditore anticamorra: "Lo Stato crea troppa burocrazia"

Roberto Battaglia
Roberto Battaglia
, imprenditore casertano del settore lattiero caseario, da anni impegnato nella denuncia nei confronti della camorra, ha parlato del momento di crisi dovuto al Coronavirus, collegato in diretta con la trasmissione "L'aria che tira", condotta da Myrta Merlino su La7: "Sono giorni e giorni che si parla di come, in questo grande momento di crisi, l'imprenditorialità sia in grave difficoltà", ha sottolineato, "e quindi le mafie, che hanno denaro contante da spendere, stiano comprando tante aziende per riciclare denaro".
La situazione, insomma, è grave: "Ora le aziende non hanno più la forza di denunciare, bisogna credere nello Stato, anche se lo Stato troppe volte ti crea troppa burocrazia", conclude Battaglia.

mercoledì 14 ottobre 2020

Un messaggio e una sfida: la corruzione si batte con la cultura

Un momento della serata (immagine Bordignon)
Fare il punto sulla corruzione e sui rischi che questa porta con sé. E' stato questo l'obiettivo della giornata andata in scena presso Palazzo Reale, a Milano, dal titolo "La corruzione si batte con la cultura", organizzata dal Circolo di Cultura e Scienza Piri Piri in collaborazione con la presidenza del Consiglio Comunale cittadino, presenti personalità di spicco del mondo della cultura, della società civile e del mondo della magistratura, da Lamberto Bertolé, presidente del Consiglio Comunale di Milano, a Jole Milanesi, magistrato e Presidente del “Piri Piri”, da Camillo De Milato, presidente dell'Asilo Mariuccia a Marina Tavassi, presidente uscente della Corte d'Appello di Milano, da Roberto Pennisi, magistrato della Procura Nazionale antimafia e antiterrorismo, a Vinicio Nardo, presidente dell'Ordine degli Avvocati di Milano, da Nicoletta Parisi, già membro ANAC, ad Angelo Jannone, già Colonnello dei ROS.
L'incontro è stato teatro di numerosi interventi, creando un interessante dibattito su quella che deve diventare una presa di coscienza collettiva, per capire cosa sia cambiato in questi anni e cosa possa riservare il futuro, con uno sguardo di lungo periodo in grado di porsi degli obiettivi, comprendendo anche i rischi presenti sulla strada da percorrere.
La situazione attuale, va detto, non è rosea: l'ultimo indice di percezione della corruzione pubblicato da Transparency International, vede infatti l’Italia al 51° posto nel mondo con un punteggio migliore di un solo punto rispetto a un anno fa, e al di sotto della media europea. Si tratta solo di un lieve miglioramento, che di fatto rappresenta un rallentamento se si inquadrano i dati dell’ultimo decennio. La sufficienza, insomma, è lontana e molti problemi strutturali restano ancora irrisolti.

                                        Il video con le interviste della serata:

sabato 3 ottobre 2020

Juventus-Napoli, la 'furbata' di De Laurentiis può portare lo 0-3 a tavolino

Il 'tweet' della Juventus
Napoli
terra di sceneggiate e, come si sa, le trame di questi melodrammi spesso finiscono male. Ecco che, allo stesso modo, la 'furbata' ideata da Aurelio De Laurentiis per svicolare a un paio di assenze in vista della delicata sfida con la Juventus potrebbe ritorcersi contro la stessa squadra partenopea.
Di fronte alla scelta 'imposta' dall'ASL al club biancoazzurro di non muoversi dalla Campania e quindi non recarsi a Torino (negli ultimi giorni il club aveva registrato due casi di positività fra i giocatori, Elmas e Zielinski, e uno tra i membri dello staff).
Una situazione che, però, va a cozzare con le scelte appena dichiarate dalla Lega Calcio e che va contro gli obblighi di presenza cui tutte le altre squadre si sono dovute finora attenere (classico esempio il Milan, privato di Zlatan Ibrahimovic). Se il Napoli però pensava di averla 'svangata', forse però ha fatto male i calcoli, in quanto la Juventus, da parte sua, ha dichiarato che, domenica sera, scenderà regolarmente in campo all'Allianz Stadium: "La Juventus Football Club comunica che la Prima Squadra scenderà in campo per la gara Juventus-Napoli domani alle 20.45, come previsto dal calendario della Lega di Serie A", ha fatto sapere il club bianconero in un comunicato.
A questo punto pare inevitabile, ma anche auspicabile, per poter garantire la regolarità del campionato, che il Napoli subisca, nel caso non si presenti, l'inevitabile 0-3 a tavolino.

Teresa Forgia splendida protagonista dell'ultimo numero di Vanity Fair

Teresa Forgia 'divoratrice di pasta'
Il numero del 23 settembre di "Vanity Fair" ha permesso di conoscere al grande pubblico una modella fra le più belle e incantevoli del panorama internazionale. Si tratta di Teresa Forgia, protagonista di un lungo e complesso servizio intitolato "Giro d'Italia" e che ritrae, appunto, la bellissima Teresa in alcuni fra i più incantevoli punti della nostra Penisola con le foto di Alberto Maria Colombo e gli abiti di Valeria Semushina.
Foto stupende e pose aggressive per la Forgia, in particolare quella della 'mangiatrice di pasta', un'immagine che potrebbe essere un dipinto e una rappresentazione di un'Italia sospesa nel tempo e immersa in uno dei suoi costumi più tipici.
In questo post propongo alcuni fra gli scatti di Colombo, protagonista la splendida rappresentante della 'scuderia' di WhyNotModels.


Donnarumma sempre campione grazie alla stampa 'sdraiata'

Il sottotitolo dell'articolo di "Tuttosport"
Prosegue in maniera oltre i limiti della credibilità la serie di peana nei confronti di Gianluigi 'Gigio' Donnarumma, eletto a simbolo di un ipotetico 'nuovo Milan' nell'anno del suo esordio, al termine di una stagione disputata su livelli eccezionali, specie per un giovane esordiente.
Giocatore 'rapito' da Mino Raiola in qualità di procuratore, Donnarumma viene pagato a peso d'oro dal Milan, un contratto 'monstre' cui si aggiunge quello del fratello, panchinaro di lusso e addirittura terzo portiere della squadra, con tanto di un milione l'anno per non giocare praticamente mai.
Per questo ogni esibizione di 'Gigio' viene eletta a perfetta e trionfale e i suoi errori, frequenti e talvolta clamorosi e decisivi, vengono ignorati e frettolosamente dimenticati.
Capita così che il Milan disputi una delle sue peggiori partite della storia, in trasferta, in un autentico clima da bufera, contro i portoghesi del Rio Ave, rimediando a tempo scaduto un rigore che porta i rossoneri alla qualificazione ottenuta, però, solo dopo una interminabile serie di tiri dal dischetto. L'ultimo tiro dei portoghesi viene affidato a tale Santos che ormai, dopo quasi un quarto d'ora di rigori tirati in maniera quasi perfetta nel mezzo di una bufera, ciabatta malamente in fase di svenimento. Miracolo! La stampa pareva non attendere altro. I titoli entusiastici su Donnarumma 'salvatore della patria' si sprecano. in maniera incomprensibile, anche perché la serata 'donnarummiana' non era sata una tragedia ma nemmeno una bellezza: i due gol subiti dal Milan, definiti 'imparabili' da tutta la stampa, potevano essere parati, per lo meno da chi percepisce uno stipendio faraonico da migliore portiere del mondo. Il pareggio dei portoghesi è un gran tiro sì, ma piuttosto centrale, su cui Donnarumma vola senza effetto. Il loro vantaggio è frutto di una azione angolata, anche troppo, e un tiro ravvicinato che mogio si infila in diagonale di fronte a un portiere spaesato e in stile 'gatto di marmo'. Sui rigori, poi, va detto che mai si è visto l'estremo rossonero così poco reattivo, praticamente sempre spiazzato, mai in grado di pararne uno a parte uno, in effetti sì, ma poi incredibilmente deviato nela propria porta in una sorta di incredibile e goffo autogol. Donnarumma è poi andato a calciarne uno, di rigore, tirandolo malamente sopra la traversa e dimostrando così, per l'ennesima volta, di non possedere il 'piede'. Infine il rigore parato, quello vero, un dato quasi inevitabile in una serie dal dischetto, frutto più dell'errore di Santos e della legge dei grandi numeri che di una reale intuizione.
Della stampa 'che conta' solo "Il Giornale", con Franco Ordine, pur senza motivazione scritta, affibbia al portierone milanista un bel '5' in pagella.
Per "La Gazzetta dello Sport", invece, è da '7' con una spiegazione roboante: "stavolta si supera con la sua specialità: parando l'ultimo rigore". Meglio di lui solo il volenteroso Saelemaekers, che pure peraltro si prende un '7'. Meglio perché, quindi?
"Tuttosport" si spreca già nel sottotitolo, con un "Immenso SuperGigio, eroe nella bufera". Voto: '6,5', ma un 'immenso' non sarebbe valso un '8' a questo punto?
Per il "Corriere dello Sport", infine, 'Gigio' si merita pure '7', con la laconica spiegazione di "Prende due gol difficili da ribattere, ma para il rigore decisivo". Quindi il merito, in questo caso, va tutto sl penalty più sbagliato da Santos che parato dal portiere rossonero.
Va detto però che, per lo meno il Corsport ha avuto il buon gusto di non inserire Donnarumma nel titolo e nel sottotitolo, dando i reali meriti della qualificazione a chi, appunto, se li merita: "Calhanoglu salva i rossoneri nei supplementari - Il penalty decisivo lo mette a segno Kjaer". E basta, per favore.

Ulrike Guérot: "La gente vuole un'Europa diversa"

Ulrike Guérot nell'articolo del "Kleine Zeitung"
Anche una pensatrice politica non certo di destra come Ulrike Guérot si esprime in maniera fortemente critica nei confronti dell'Unione Europea.
La fondatrice dell'European Democracy Lab (EDL) lo conferma in una intervista al quotidiano austriaco "Kleine Zeitung".
"Un certificato di povertà per l'Europa" è il titolo dell'articolo di Uwe Sommersguter, in cui la Guérot sottolinea come la gente voglia sì un'Europa forte, al contrario di quanto propongano i partiti cosiddetti 'populisti', ma nemmeno l'Europa proposta dai politici di Bruxelles.
"Quando dico che la maggior parte delle persone è per l'Europa, non sto dicendo che lo sia per l'UE nelle sue strutture esistenti", sottolinea la pensatrice tedesca, "Quando ad aprile l'Università di Oxford ha chiesto se le persone volessero un reddito di base europeo, il 72% ha risposto di sì. Due terzi vogliono un'assicurazione europea contro la disoccupazione. C'è un desiderio di un'Europa diversa, sociale e democratica. Ma questa Europa non c'è, non in questi contorni".
Un problema che si rispecchia nelle scelte politiche di molti stati, domanda il giornalista. Logica e inevitabile la risposta: "Abbiamo una grave crisi di rappresentanza in Europa. Molte cose che molti cittadini europei vogliono nel loro cuore non hanno luogo nelle attuali strutture nazionali dell'UE".