sabato 21 novembre 2015

Cortei islamici in tutta Italia, fra demagogia e finto sdegno

La giornata di oggi è quella della risposta del 'grande popolo musulmano' alla violenza degli estremisti islamici.
Ovviamente c'è gran parte di ironia in questo insipit. Sarà interessante scoprire quanti effettivamente saranno gli islamici che sfileranno a Roma, e nelle altre città italiane.
Un articolo di Fausto Biloslavo, importante articolista de "Il Giornale", viene titolato "L'armata silenziosa degli islamici. In Italia 200mila stanno con l'Isis". Secondo l'istituto Ipr, il 12% dei musulmani italiani trova spiegazioni agli attentati e l'8% non risponde. Due su dieci non denuncerebbero i fiancheggiatori. Ma la sensazione è che si tratti ancora di numeri verso il ribasso.
Ovviamente, e non potrebbe essere altrimenti, la manifestazione degli islamici verrà cavalcata dalla sinistra. In realtà non lo so, ma ne sono certo. In quello che sarà un corteo meramente demagogico e di facciata, immagino già di vedere bandiere rosse e del PD, magari perfino dei verdi, di sicuro dei sindacati, della FIOM e degli studenti. Ci fosse ancora Lotta Continua, ci sarebbero pure loro.
I cadaveri in putrefazione del comunismo amano rianimarsi a forza di slogan e parole d'ordine. Anche perché, se il corteo di Roma dovesse basarsi solo sugli islamici senzienti e antiterroristi, probabilmente vedremmo sfilare solo poche centinaia di persone a essere ottimisti.
Mi immagino anche una diretta televisiva da parte di RaiTre, e forse pure di La7, ma solo dopo avere ottenuto la certezza di un numero cospicuo di manifestanti. Ci infileranno dentro di tutto pur di farla passare diventare 'la grande risposta degli islamici italiani', compresi centri sociali, movimenti antifascisti, antixenofobi, antirazzisti, antitutto, antispaghetti e forse pure antipizza.
Io di sicuro non ci sarò. Alle sirene musulmane non credo, come non credo alle manifestazioni. Che vengano a fingere tristezza più di una settimana dopo la strage di Parigi, cercando di rispondere così alle accuse di ignorare il dramma francese, mi sembra quanto meno sospetto. Fra l'altro la manifestazione di Milano (e quindi mi immagino anche le altre) viene definita da ANSA 'contro terrorismo, guerre e islamofobia organizzata da Coordinamento associazioni islamiche di Milano, Monza e Brianza, Partecipazione e Spiritualità Musulmana e Giovani Musulmani d'Italia'. Insomma, c'è di mezzo anche l'islamofobia, quella brutta malattia di cui saremmo vittime noi, cattivoni occidentali, che dopo essere stati costretti a vedere le periferie delle nostre città trasformate in cloache a cielo aperto e zone di guerra, anche grazie alla presenza di sbandati e immigrati d'ogni specie, abbiamo anche la colpa di lamentarci. Imperdonabili.
Personalmente, se proprio dovessi scegliere oggi di andare a sostenere una qualsiasi causa, mi recherei all'incontro "Spiritualità senza confini", organizzato dall'Unione Buddhista Italiana. Perché, come circolava in un post girato su Facebook, è proprio vero che 'i buddisti non rompono il cazzo a nessuno'.

mercoledì 18 novembre 2015

Jonah Lomu, il 'nero' che non faceva paura

Addio a Jonah Lomu. Un addio breve, perché ci sono da fare tante cose, ma a lui un po' di tempo spetta di diritto. Se non altro per ringraziarlo dei momenti belli che mi ha regalato. Uno dei pochi sportivi in grado di farmi rimanere a bocca aperta.
Planato dall'altra parte del mondo sui nostri teleschermi in un momento in cui il rugby era già importante, ma non così 'planetario' come ora.
Lomu, un 'All Black', scuro anche nella sua pelle aborigena, un 'uomo nero' in tutto e per tutto, ma che nelle favole avrebbe recitato la parte del buono.
Un uomo che ha esaltato la 'diversità', la differenza di melanina, la cosiddetta multiculturalità, di cui Lomu rappresentava la parte migliore.
Essere testimoni positivi di un credo e di un popolo, questo è il compito di ognuno di noi, anche quando parla e agisce per se stesso. Lomu questo ha fatto ed è anche per questo che non sarà mai dimenticato.

lunedì 16 novembre 2015

Quei bellissimi giovani francesi...

Mi ha abbondantemente stufato ascoltare il canto della Marsigliese ogni venti minuti trasmesso dalle reti televisive.
Banale, scontato, non mi commuove nemmeno più. Fa parte delle consunte manifestazioni di protesta passiva contro il terrorismo che non servono a nulla se non a chi ne prende parte, per darsi un po' di forza e mantenere un pizzico di dignità.
Ben più forte, una morsa che mi ha preso la bocca dell stomaco, è stato incontrare un gruppo di ragazzi francesi alla fermata Domodossola della M5 milanese. Giovanissimi, parlavano tra di loro con i consueti 'crat, crot, crut, jepeu, jeanjeon, balebeu, jampen' e compagnia cantante. Non conoscendo il francese, tutte le loro frasi mi parevano fare parte della stessa cantilena. Ho solo distintamente percepito un 'Jean' e diversi 'madame'.
Guardandoli da lontano, ventenni pieni di futuro, ragazzi e ragazze, mi sono sembrati bellissimi.

Parigi, manifestazione di cordoglio? No grazie

Credo non valga nemmeno la pena commentare i fatti di Parigi. Mi interessa invece dire due cose sulle 'grandi manifestazioni di cordoglio' presenti, passate e future che si susseguiranno ogniqualvolta accadranno disastri di questo tipo.
Non ho mai amato le manifestazioni, di alcun genere. Ho sempre pensato (e non è che poi ci voglia molto) che dietro a ogni intruppamento ci sia un organizzatore, qualcuno che diriga il senso e il pensiero dell'assembramento, del corteo, degli slogan, qualcuno che ne indirizzi il significato. Non è un caso che anche le cosiddette manifestazioni 'spontanee' siano tutto fuorché spontanee. Altrimenti troveremmo fianco a fianco bandiere della Lega e di SEL, di Forza Italia e della CGIL, dei Cinque Stelle e del PD. Invece, guarda caso, mai nulla di tutto questo succede. Ci sono manifestazioni 'arancioni', altre 'nere', altre 'secessioniste', altre dichiaratamente 'rosse'.
Tutti insieme appassionatamente: musulmani, cattolici, ebrei, senza distinguo, senza capire le radici del male e dell'odio, perché tanto va tutto bene, o fare finta che sia tutto colpa di un 'altro' invisibile e che non sia in mezzo a noi.
Personalmente preferirei andarmene da solo 'in manifestazione', con un bel cartello con la scritta "Siete tutti una manica di stronzi", pararmi di fronte a un consolato o a un'ambasciata, dalla quale verrei immediatamente allontanato. Perché il paradosso delle nostre democrazie 'libere' è proprio questo: ha validità il pensiero che accetta l'annullamento dell'idea singola a vantaggio di un flusso più grande e disgregatore. Chi decide per sé, chi cerca di fare prevalere la dignità e la libertà del singolo viene circondato, isolato e messo a tacere.
Del resto, accettare solo la presenza di un partito che 'rappresenti' ed esprima idee di sinistra significa legittimare una componente della società che umilia la libertà dell'uomo.
Ora, scusate, me ne vado. Vado a preparare il mio personale cartello da sventolare nella mia personale manifestazione. Io non sto con nessuno di voi. Non mi rappresentate.