giovedì 30 aprile 2020

Coronavirus, esecuzione di massa da casa per il Coro di Petrozavodsk

Un momento del 'multicollegamento' del coro della Carelia
Bella, interessante e intensa l'esecuzione 'virtuale' del Petrozavodsk State University Academic Choir che, attraverso un multicollegamento da casa, è riuscito nell'intento di creare una suggestiva 'piece' musicale, "Indodana", un'antico canto spirituale africano. Questo per ovviare all'impossibilità di trovarsi insieme 'dal vivo', a causa dell'arrivo del Coronavirus anche nella Repubblica della Carelia, di cui la 'città di Pietro' è la capitale.
Fra i gruppi corali più importanti del mondo, quello dell'ateneo di Petrozavodsk è diretto da Nikolai Matascin.
Elena Elyna, una delle responsabili del coro, ha sottolineato le difficoltà dell'operazione: "Per il nostro coro, come per qualsiasi altro team creativo e artistico, il momento dell'isolamento non è facile. Non ci siamo abituati immediatamente al pensiero che non avremmo potuto sostenere prove regolari, fare concerti, viaggi e partecipare ai concorsi per i quali ci eravamo preparati lungo tutto l'anno, e questo è molto triste". Nasce da qui il progetto di 'coro virtuale'. "La sete di comunicazione e la creatività - prosegue la Elyna - ci hanno portato a idee diverse. Questa è stata la nostra prima esperienza, abbiamo scelto "Indodana", un antica canzone spirituale africana, diventata simbolo del nostro ultimo anno di concerti. Un brano che ha tanto calore, colori e ricordi".
Resta la speranza di tornare presto alle esibizioni dal vivo. "Certo, per quanto meraviglioso, un coro virtuale non sostituirà mai l'esibizione dal vivo, né l'energia che ci scambiamo quando cantiamo spalla a spalla. Intanto però stiamo preparando la prossima sorpresa...".


mercoledì 29 aprile 2020

Cuore di Chef: Simone Ceppaglia su MilanoReporter

Simone Ceppaglia (foto dal profilo Instagram)
Una volta tanto una segnalazione. Quest'oggi, dopo parecchio tempo, costretto alla 'quarantena' da Coronavirus, sono tornato a dedicarmi a una intervista, sebbene soltanto telefonica.
Per gli amici di MilanoReporter, ho infatti avuto il piacere di sentire Simone Ceppaglia, chef d'avanguardia di origine pugliese, che mi ha raccontato i propri progetti e come dovrà cambiare la figura del 'capocuoco' ai tempi del Covid-19.
Alle spalle esperienze importantissime, come quella di Executive Chef dell’Ottagono Restaurant and Lounge in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, Ceppaglia, originario di Gioia del Colle, dal 2004 vive a Milano.
La sua cultura gastronomica arriva prima di tutto dalla cucina della nonna mentre, successivamente, dagli insegnamenti del proprio 'maestro', Sergio Mei, al Four Season, trampolino di lancio verso realtà di livello assoluto, sparse in tutto il mondo, ultima delle quali l’isola di Bathala, piccolissimo atollo delle Maldive.

Leggi l'intervista su MilanoReporter

Ordine di Malta, si è spento il Gran Maestro

Il sito dell'Ordine in cui s'annuncia la morte del Gran Maestro
E' morto a Roma l'80° Gran Maestro del Sovrano Ordine di Malta, Fra Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto.
La scomparsa di Dalla Torre è avvenuta poco dopo la mezzanotte del 29 aprile, in seguito a una malattia incurabile diagnosticata pochi mesi fa, come sottolinea il sito ufficiale dell'ordine.
Quello di Malta è uno dei più antichi ordini cavallereschi, come lo furono quello dei Templari (rispetto ai quali venne fondato vent'anni prima) e dei Teutonici, ed è più comunemente conosciuto con il suo antico nome di Ordine degli Ospitalieri.
Venne fondato dal Beato Gerardo de Saxo nel 1099 in seguito alla Prima Crociata e, oltre al suo ruolo fondamentale di assistenza, cura e difesa dei pellegrini diretti in Terra Santa, prese parte a diversi e importanti scontri armati, tanto da mantenere ben sette forti all'interno del Regno di Gerusalemme. La veste tipica era costituita da un mantello nero con una croce bianca, come testimoniato anche dal film "Le crociate - Kingdom of Heaven" del 2005, diretto da Ridley Scott, con David Thewlis nel ruolo del cavaliere ospitaliere.
Anche nel proseguire dei secoli gli Ospitalieri vennero coinvolti in numerosi episodi di guerra, come nel 1565 quando, guidati dal Gran Maestro Fra Jean de Vallette (da cui il nome della capitale di Malta, Valletta), difesero l'isola maltese per più di tre mesi dall'assedio dei turchi mentre, nel 1571, sotto la guida di Giovanni d'Austria, furono tra i protagonisti della battaglia di Lepanto, che portò alla distruzione della potenza navale ottomana.
Oggi l'ordine mantiene le sue finalità assistenziali, emette francobolli, ha una sua moneta (lo scudo maltese) e immatricola veicoli con targa SMOM, concessa dal ministero della Difesa italiano.
Secondo l'articolo 17 della Costituzione del Sovrano Ordine di Malta, il Gran Commendatore Fra Ruy Goncalo do Valle Peixoto de Villas Boas, ha assunto le funzioni di Luogotenente Interinale e rimarrà a capo dell'ordine fino all'elezione del nuovo Gran Maestro.


Feltri silurato da "Fuori dal coro" per la frase sui meridionali

La polemica è proseguita poi anche su "Libero"
"Meridionali inferiori", una frase o, piuttosto, un 'concetto' che è costato caro a Vittorio Feltri, direttore editoriale del quotidiano "Libero". Ospite fisso del programma "Fuori dal coro" di Rete4, condotto da Mario Giordano, dopo che nell'ultima puntata il giornalista bergamasco era scivolato piuttosto goffamente su una frase di dubbio gusto e, anche di senso compiuto, non è tornato più in scena nella trasmissione Mediaset.
All'inizio della puntata di questo martedì, il conduttore, Giordano, è tornato sulla vicenda per scusarsi con il pubblico. Quindi, i collegamenti esterni con il direttore di un giornale sono stati espletati da Maurizio Belpietro, direttore de "La Verità".
Una soluzione che, probabilmente, non toglierà il sonno a Feltri, che già in altre sedi aveva dato la sua personale spiegazione della vicenda. Non proprio una marcia indietro, come nel caso dell'intervista rilasciata all'inviato di "Non è l'Arena", il programma di Massimo Giletti su La7 che, invece di mettere una pezza sulla vicenda, ne ha approfondito la ferita. Va bene essere 'fuori dal coro', ma in questo caso il direttore di "Libero" ha decisamente esagerato.

martedì 28 aprile 2020

Il fantasma di Conte compare in Lombardia con due mesi di ritardo

L'articolo de "Il Giornale" sulla visita del premier
Due mesi abbondanti di ritardo. La Lombardia e il popolo lombardo (con tutte le persone provenienti da altre regioni e altre nazioni che questa terra ha accolto) non devono interessare molto al presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte. Era infatti il 20 febbraio quando arrivò da Codogno la notizia del primo contagiato, l'inizio di quella situazione che lo stesso Conte aveva definito 'sotto controllo'. Subito dopo l'inizio della strage, complici i disservizi di uno Stato che ha avocato centralisticamente la direzione del contrasto al Coronavirus, senza peraltro riuscire a contrastarlo.
Mai prima d'ora, guerre escluse, l'Italia, e una parte d'Italia in particolare, era stata talmente travolta da un disastro naturale. Bisogna risalire al terremoto di Messina per trovare un numero di morti superiore. I disastri del Vajont, del Friuli, di Avellino e del Belice insieme non fanno le vittime della Lombardia messe insieme. Ma, evidentemente, per il premier è stato più comodo attaccare il governo che regge da anni la gestione del territorio più importante e sviluppato d'Italia, sicuramente un boccone politico ghiotto per chi tifa da quella parte della barricata. Perché mai farsi vedere nel momento del bisogno? Meglio girare alla larga dal contagio e dai morti trasportati dai camion dell'esercito per essere cremati senza nemmeno avere avuto il conforto dei parenti. Più logico farsi vedere in dirittura d'arrivo, dopo avere messo bene in chiaro che lui, il superministro, l'Avvocato del Popolo, con il popolo anche stavolta non ci ha avuto nulla a che fare, lontano, nella sua reggia romana, perso fra rassicurazioni non mantenute e l'ennesima task force creata per dissertare di decisioni che, nel migliore dei casi, possono essere semplicemente inutili, ma forse potrebbero anche risultare dannose.

L'articolo pubblicato dal quotidiano "Libero"

Le cascate di San Rafael si sono prosciugate

Le cascate di San Rafael ora e, a destra, prima del 2 febbraio
Addio alle cascate di San Rafael, la più alta dell'Ecuador, prosciugatasi in seguito all'apertura di una voragine sotto il letto del fiume che la alimentava, evento ripreso in diretta da alcuni turisti.
Le cascate, alte più di 150 metri, si trovano nel Cayambe Coca Park, al confine con la Colombia. "Le cascate erano un'attrazione per decine di migliaia di visitatori ogni anno, un simbolo dell'ecoturismo in Ecuador", ha detto Emilio Cobo, responsabile del South America Water Program con l'International Union for the Conservation of Nature.
Stando ai dati dell'Osservatorio della Terra della NASA, la cascata ha smesso di scorrere lo scorso 2 febbraio.

Juju, la stella della Jap Music a Songs of Tokyo

Juju
L'ho scoperta oggi su NHK World-Japan, ls televisione satellitare che trasmette programmi di notizie e intrattenimento legati al mondo del Giappone. Il suo nome d'arte è Juju, quello con cui è nata è Sonoda Jun, classe 1976, nata nei pressi di Hiroshima ma cresciuta a New York nel mito della musica jazz, arrivata al successo nel 2004 con il suo primo singolo "Hikaru no Naka e". Il suo primo vero trionfo è però del 2008, con l'uscita di "Kimi no Subete ni", singolo con oltre due milioni e mezzo di downloads.
Juju è stata protagonista della decima puntata di Songs of Tokyo, programma della tivù giapponese condotto da Shingo Murakami and Chiaki Horan.
Qui vi propongo una sua canzone, "Stayin Alive", e l'intero episodio di Songs of Tokyo di cui è stata protagonista.



lunedì 27 aprile 2020

La bella Kim Yo-jong, lo sguardo crudele della sorella del 'caro leader'

Kim Yo-jong, sorella del 'caro leader' Kim Jong-un
La vera 'liberazione' del 25 aprile, per molti, potrebbe essere la dipartita dal mondo terreno del feroce dittatore comunista Kim Jong-un, 'caro leader' della Corea del Nord che, narrano le voci, potrebbe essere 'più di là che di qua', o forse completamente 'di là'.
Al suo posto, fra i vari pretendenti, la sorella Kim Yo-jong, uno sguardo raggelante, spesso al fianco dell'ingombrante (in tutti i sensi) fratello, nelle vesti di accompagnatrice, segretaria, traduttrice e anche semplice portaborse. Perfino carina nei suoi impettiti tailleur, ma poi è sufficiente soffermarsi sul suo sguardo: uno squalo pronto all'attacco mortale. Potrebbe essere lei a dover condurre la repubblica con capitale Pyongyang nel delicato post Jong-un, boccone appetitoso conteso fra Stati Uniti e Cina, dal valore politico e strategico importantissimo, indifferenti del peso sostenuto dai cittadini nordcoreani.


Irene Pivetti non ci sta: "Non infangatemi"

La Pivetti alla presentazione di Italia Madre (foto Bordignon)
Donna bella, di gentile aspetto e di ottime maniere, Irene Pivetti non ci sta. Sempre gentile e disponibile, dopo il tentativo di ritorno in politica con Italia Madre finito malamente, dal 14 giugno 2019 viene nominata nuovo presidente di Assoferr, l'associazione che riunisce gli operatori ferroviari intermodali.
"Ho dato mandato ai legali della mia società, e al mio personale, per difendere l'onorabilità del mio nome, e del mio marchio - ha detto la Pivetti, relativamente al 'caso mascherine' importate dalla Cina dalla Only logistics Italia srl, società di cui è amministratrice unica. Mascherine per contrastare il Coronavirus rivendute a prezzi folli in Liguria e sequestrate su disposizione della procura di Savona, che contesta l’assenza del marchio di certificazione.
"Io vado avanti a lavorare, anche perché il resto della fornitura di mascherine è già stato acquistato, e prenotato il ponte aereo per consegnarla. Sono una persona di parola, porto a termine gli impegni che prendo".
La Pivetti si era lanciata nellla ricerca di mascherine visti i suoi stretti rapporti con il mondo asiatico. "Vista la mia decennale di imprenditore nel settore import e export, mi sono da subito resa disponibile per importante in Italia mascherine protettive dai mercati internazionali". "Dopo una prima fase di avviamento, estremamente difficile, segnata dal 'furto' di un carico in Russia, e una seconda sottrazione in Ungheria - spiega la Pivetti -, abbiamo finalmente potuto ritornare nel mercato cinese, uscito dell'emergenza. A oggi ho importato oltre 12 milioni di mascherine, molte delle quali per la Protezione Civile, ed altre per ospedali, farmacie, o aziende, facendo atterrare sei aerei cargo, oltre a diversi passaggi aerei per singoli lotti". (fonte: AGI - Corriere della Sera)

sabato 25 aprile 2020

25 aprile, tomo 3: piazze vuote 'grazie' al Covid

Un 'pensiero' per il 25 aprile 2020
Ci sarà l'ANPI e qualche altro 'urlatore' di professione, sicuramente non mancheranno i 'centri sociali', gli onnipresenti dello schifo, i cialtroni habitué della violenza e della provocazione.
La giornata del 25 aprile, non illudiamoci, sarà come sempre arricchita di quegli inutili orpelli che ormai ne hanno svilito e stravolto il significato.
E' per questo che, senza paura di essere travisato, ho voluto lanciarmi in una 'didascalia' molto forte sulla 'non presenza' dei cosiddetti partigiani in Piazza Duomo a Milano e dovunque vorranno e potranno. "25 aprile: la dove non potè il Duce ci ha pensato il Covid" la scritta prescelta, che confermo, in tutta la sua terribile ironia. Dove poi uno possa leggerci quello che vuole. Di sicuro, lo preciso, non auguro la morte agli ultimi valorosi vecchietti che abbiano fatto parte della Resistenza. Piuttosto auspico che l'assembramento mancato (ma forse verrò smentito, è possibile, ai partigiani tutto è concesso, la legge una pura congettura, l'hanno già dimostrato) sia solo il primo di una lunga serie collegata a una festività il cui senso, inteso come viene pensata ora, è ormai divenuto anacronistico.

25 aprile, tomo 2: sono incazzato nero, e tutto questo non lo accetterò più

Peter Finch in "Quinto Potere"
In un mondo orwellianamente governato da una serie di macrostati, dove perfino il Coronavirus diventa un alleato di chi ci vuole ancorati alle nostre poltrone, succubi di una storia già scritta e precotta per i nostri cervelli usati poco e male, mi viene in soccorso la famosa scena di "Quinto potere", il film di Sidney Lumet girato nel 1976 e che, come tanti, altri film, si ripropone attualissimo: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più" grida il protagonista in televisione, invitando il cittadino medio a fare lo stesso. Altro che "Bella ciao" e altre trite banalità da 25 aprile. Seguite l'invito di Howard Beale (nel film interpretato da Peter Finch) e urlate dalla finestra la vostra vera incazzatura.

25 aprile, tomo 1: l'omeostasi dell'eterno presente

Una vignetta di Pubble sul tema
Finalmente è arrivato: come il Natale, la Pasqua e le vacanze estive con le code d'agosto, eccolo qui, il 25 aprile, la Festa della Liberazione!
E allora è tutto un dirodorlando di immagini, suoni, colori, filastrocche, canti e balli... no, quest'anno no. Ci voleva un dramma globale e catastrofico per 'liberarci' dalla Festa della Liberazione. Anche se qualcuno in piazza ci andrà lo stesso, come quei vecchi rincoglioniti dell'ANPI. Cioè, volevo dire, quiei giovani rincoglioniti dell'ANPI, perché quelli vecchi sono morti quasi tutti ormai, e ci si chiede cosa ci facciano quelli giovani, che la guerra manco sanno cosa sia, ma forse di un posto dirigenziale si ha sempre bisogno e cosa non si fa per campà...
Un mio 'vecchio' caro amico, il mitico Alberto, tanti anni fa scrisse un libello amanuense, dal curioso titolo "L'omeostasi dell'eterno presente". Un titolo che ben si adatta a questa festa, che ogni anno si ripete attraverso i medesimi stanchi slogan sempre più stanchi, uguale a film già visti, dove cambiano il regista e gli attori, ma l'assassino è lo stesso personaggio. Come le code sull'autostrada ad agosto: ogni anno il tiggì trasmette lo stesso servizio ormai da 50 anni, ogni lustro smacchia un po' la bobina, e sostituisce la macchina del decennio precedente con quella del decennio successivo.
E allora via, ormai da giorni, con la serie delle frasi fatte, e il fascismo che ha sconvolto l'Italia, i partigiani che ci hanno liberato, i servi torturatori della Repubblica di Salò, la follia di Mussolini, gli eroici difensori della libertà, quelli che preferirono combattere (o scappare?) sui monti per non piegarsi alla dittatura, le famiglie distrutte, le stragi dei repubblichini, o bella ciao, le donne della Resistenza, il quadro di Pelizza da Volpedo (non c'entra un kajser, ma ci va sempre bene), le medaglie al valore, Pertini partigiano, vecchi e giovani uno accanto all'altro, i nazifascisti come i fascioleghisti, il ritorno del sovranismo, odiare ti costa, ora e sempre Resistenza, fino alla fine dei tempi...

giovedì 23 aprile 2020

Chi ha paura di Benito Mussolini?

La presentazione originale dell'opera
La Festa della Liberazione si avvicina ed è bene prepararsi a un vero e proprio assalto di banalità condite da una nave carica carica di demagogia, luoghi comuni e orgoglio nazional patriottico, reso speziato dal Coronavirus.
Un Coronavirus che, con la sua tragedia, ci ha per lo meno risparmiato di venire attaccati dalla 'gioiosa macchina da guerra' dell'ANPI e dei suoi amichetti, di cui invece siamo rimasti vittime causa la Giornata della Memoria, una serie ininterrotta di tragedie ebraiche dale quali siamo stati sconquassati per lunghi mesi, mentre ovviamente qualcuno si premurava di lasciare pallidi ed emaciati in un cantuccio i ricordi delle Foibe.
E arriviamo così a Benito Mussolini, protagonista di questo post, che con la sua persona, nel bene e nel male, ha contraddistinto un ventennio di storia italica. Tanto che il Corriere della Sera ha deciso di dedicargli una serie di libri il cui primo numero uscirà proprio in questi giorni. Finalmente l'Italia è riuscita a superare quel provincialismo che la rende schiava delle tristi rivisitazioni della storia partigiana? Sembrava troppo bello, infatti. Ecco la pubblicità della serie di inserti scatenare l'indignazione. Di chi? Della gente comune? No di certo perché quella, giustamente, se ne frega, di Mussolini, del fascismo e di un passato morto e sepolto una guerra mondiale e una pandemia fa. No, gli 'indignati' di turno sono i giornalisti del cdr del quotidiano milanese. E 'sti cazzi... Insomma, questo gruppo di innominati ha deciso che il 'popolo' italiano sia talmente coglione da doverlo 'istruire' a furia di una becera propaganda da Minculpop in salsa rosso antagonista.
Il nefando comitato di prodi giornalisti ha così vergato il proprio partigiano sconcerto, riferendosi ovviamente al direttore: “Volevamo rassegnarti il nostro sconcerto e quello di tanti colleghi per la pubblicità apparsa oggi a pagina 34 del nostro giornale. Non vogliamo entrare nel merito delle scelte di chi decide i contenuti da vendere in allegato con il Corriere della Sera, ma pubblicizzare l’uscita di una collana sul 'Ventennio che ha cambiato l’Italia' con tanto di foto di un sorridente Benito Mussolini in una piazza stracolma di gente è sicuramente molto discutibile. Inoltre riteniamo decisamente di pessimo gusto programmare l’uscita del primo numero della collana per il 24 aprile alla vigilia dell’anniversario della liberazione dal nazifascismo. Se non è più possibile rinviare ad altra data l’uscita della collana, almeno ti invitiamo ad una maggiore vigilanza sulle pagine promozionali inserite all’interno del giornale per salvaguardare la qualità del nostro lavoro quotidiano”.
La versione 'opportunamente' corretta
Su una cosa sono d'accordo con i patriottici e indignati colleghi: la data d'uscita dell'inserto. Mi chiedo invece quale sia il problema di pubblicare una foto con folla plaudente se non quella di negare l'evidenza, ovvero che il fascismo fu un movimento di massa, piaccia o non piaccia ai 'compagni' cattocomunisti, che coinvolse milioni di persone entusiaste.
Tant'è, il mondo distopico, di una verità surrogata, di un bel tuffo in "1984" è già qui, e in questo modo la pubblicità del Corriere è stata pertanto totalmente capovolta: il titolo “Il ventennio che ha cambiato l’Italia” è diventato “Il ventennio che ha sconvolto l’Italia”, il balcone con un Mussolini sorridente propone un Mussolini serio e corrucciato, il pubblico sullo sfondo è sparito. Anche la presentazione è stata cambiata, come nemmeno in quel tanto vituperato mondo retto dal fascismo si sarebbe potuto pensare: la frase “pagine avvincenti che ripercorrono origini e sviluppo di un fenomeno politico cruciale per la storia del nostro Paese tuttora al centro di polemiche e divisioni” è diventata “pagine che ripercorrono origine e conseguenze del fenomeno politico più pesante della storia del nostro Paese, tuttora al centro di polemiche e divisioni”. Non viene risparmiata nemmeno la chiosa. Quella vecchia era “Una collana di grande attualità per riflettere sulla vulnerabilità della libertà umana e della democrazia”. Opportunamente, si fa per dire, sostituita da “Una collana di grande attualità per riflettere sulla vulnerabilità della democrazia, in occasione dell’anniversario della Liberazione”. Buona libertà a tutti.

Patty Pravo, se vivere oltre il limite diventa un'arte

Patty Pravo
Una Patty Pravo d'annata è stata quella raccontata attraverso le sue canzoni da "Patty Pravo Special", andato in scena questa notte su Rete4. Una ri-scoperta utile, perché mi ha consentito di ascoltare alcuni brani colpevolmente dimenticati di una cantante 'avanti' rispetto al proprio tempo, e anche rispetto a questo.
Tante le sue canzoni splendide ma, oltre alle classicissime "Ragazzo triste", "La bambola", "Pensiero stupendo" e "Pazza idea", altre (a me) meno note ma altrettanto originali, come "Johnny", "Se perdo te", "Pigramente signora", "Menù", "Una donna da sognare", "Contatto" e "E dimmi che non vuoi morire", quest'ultima affiancata a un duo di 'stelle' della musica italiana, Vasco Rossi e Gaetano Curreri, leader degli Stadio, brano presentato all'edizione 1997 del Festival di Sanremo.
Tutte le sue canzoni sono corredate dalla sua voce e dalla sua vitalità, dalla sua interpretazione teatrale, dal suo abbigliamento sempre ricercato ed elegante. Ineluttabilmente belli, un po' come i film interpretati da Christian Bale.
Patty Pravo mi piace per il suo essere dandy ed eccessiva anche se non ne avrebbe bisogno, perché esce dai canoni ma sarebbe bella uguale anche se nei canoni ci rimanesse, perché nell'Italia bigotta e limitata di quei tempi e di questi, le è stato sufficiente un'inarcare di sopracciglia e una vita vissuta oltre il limite per salire alla ribalta e accecare un 'popolo della musica' che ha preferito applaudirla per il suo meraviglioso senso estetico che per la sua eccezionale carica artistica.





    


mercoledì 22 aprile 2020

Galliani: "Ritornare a giocare? I tempi li darà il virus"

Adriano Galliani
Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza, ma storico dirigente del Milan che dominò il calcio italiano fra il 1990 e il 2010, ha parlato a Telelombardia, intervistato da Fabio Ravezzani, direttore della rete.
Sulla ripresa della Serie A di calcio: "I tempi li può dare solo il virus. Bisogna capire cosa succede con questa curva, i contagi in Lombardia aumentano e l'Italia è molto diversa da regione a regione. Il 4 maggio molte persone si potranno muovere, ma con accorgimenti tali che non c'entrano nulla con il mondo del calcio. E quando si comincerà a toccare un pallone - ha proseguito Galliani -, come dice il mio amico Max Allegri, da lì in poi ci vorranno almeno quattro settimane, perché altrimenti i giocatori si infortunano. Comincerà un vero e proprio nuovo campionato, e siamo fermi da tre mesi".
Sul futuro incerto delle squadre di calcio di Serie B e C: "Strasalteranno per aria. Con l'indebitamento che già hanno i club e la perdita dei ricavi delle televisioni, la situazione diventerà drammatica. Mancano ancora molte partite e i soldi delle coppe europee sono ancora da distribuire. Se alcuni 'top club' non finiscono i campionati rischiano davvero la bancarotta, perché non hanno più ricavi". Galliani fa due esempi: "Il solo negozio del Barcellona fattura più di 50 milioni euro all'anno, il museo del Camp Nou è il secondo museo di Spagna". E ancora: "Le squadre di Serie B e C non hanno assolutamente le risorse per ricominciare il campionato, se non quando la situazione si sarà normalizzata, perché non possono seguire protocolli che sono costosissimi. Per la Serie A, visti i ricavi elevati, ci sono dei costi che si possono affrontare, in C non ci sono ricavi, in B ce ne sono pochissimi".
Ecco la soluzione sul futuro prospettata da Galliani: "Non vogliamo (parla del Monza in riferimento alla promozione in Serie B, ndr) nessuna vittoria a tavolino. Un bel giorno si ricomincerà a giocare e bisognerà ripartire da dove ci siamo fermati".
Galliani ha poi risposto a una serie di domande legate alla sua ultradecennale esperienza al Milan: "Con tutti gli allenatori ho avuto un ottimo rapporto, li ho sempre difesi". Quindi due stoccate alla Juventus. La prima: "Nel 1990 avevo preso Baggio. Poi cosa è successo? E' successo che è andato alla Juventus". La seconda ala domanda se ritenesse la Juventus veramente favorita dagli arbitri: "Mi avvalgo della facoltà di non rispondere". Nessun dubbio su quale sia stato il più forte giocatore che abbia vestito la maglia del Milan: "Non ho dubbi. E' stato Marco Van Basten". E nemmeno su quale sia stata la decisione più contrastata fra lui e l'allora presidente rossonero Silvio Berlusconi: "Convincerlo a non prendere Borghi e a prendere Rijkaard".

Sito porno gratuito per i residenti delle 'zone rosse'

Un'immagine tratta dal sito xHamster 'censurata'
La notizia è già datata, ma vale la pena riproporla per regalare qualche sorriso: il sito porno xHamster ha deciso, a partire dal mese di febbraio, di offrire un abbonamento 'premium' gratuito alle persone residenti nelle 'zone rosse' colpite dall'epidemia di Coronavirus.
Sul profilo Twitter della piattaforma è infatti comparso un criceto con una mascherina e un tweet in
cui si spiega che xHamster garantirà l'accesso 'premium' ai residenti di Lombardia, Veneto, Teheran, Isole Canarie, Daegu e Wuhan: "Se sei in una zona a rischio per il Covid-19 (Coronavirus) per favore rimani in casa. Stiamo offrendo accesso gratuito a xHamster Premium per le regioni interessate". Infine compare un cuore con la scritta "Rimani al sicuro con xHamster". (fonte: AGI)

Trump sospende per 60 giorni l'immigrazione negli USA

Donald Trump durante la sua ultima conferenza stampa
Arriva dagli Stati Uniti d'America l'esempio di un chiaro blocco nei confronti dell'immigrazione selvaggia.
L'ordine esecutivo per la sua sospensione verrà probabilmente firmato questo giovedì dal presidente americano, Donald Trump, che anche ribadito come questa decisione aiuterà gli USA nella battaglia contro il "nemico invisibile" che è il Coronavirus e gli americani a trovare un'occupazione. "Non sarebbe giusto" se i posti fossero presi da altri", ha osservato Trump.
Il blocco durerà 60 giorni e non riguarderà i visti temporanei, ma solo le richieste di residenza permanente. "Ci saranno persone che continueranno ad arrivare", ha assicurato Trump, segnalando che l'estensione o meno del blocco dell'immigrazione oltre i 60 giorni dipenderà dalla situazione economica

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Michelle Obama non correrà a fianco di Biden come vicepresidente USA

Michelle Obama
Michelle Obama non correrà per il ruolo di vicepresidente degli Stati Uniti d'America insieme a Joe Biden alle prossime elezioni. "Non c'è alcuna chance" che l'ex 'first lady' si presenti per la caccia alla Casa Bianca a fianco del democratico con Joe Biden.
Lo ha affermato l'ex advisor del presidente Barack Obama e amica di famiglia, Valerie Jarrett, in un'intervista a "The Hill", giornale politico statunitense pubblicato a Washington. "Il motivo per cui sono così netta è semplicemente perché lei non ha mai manifestato la voglia di candidarsi... non le
interessa l'incarico", ha detto Jarrett di Michelle.
E' stato Biden a segnalare che gli sarebbe piaciuto avere Michelle come 'numero 2', ammettendo allo stesso tempo di dubitare che lei possa essere interessata. "E' chiaro che lui la vorrebbe - ha osservato la Jarrett - non vi èalcun dubbio". (fonte: AGI)

Il titolo dell'intervista di Valerie Jarrett a "The Hill"

Jennifer Lopez e il marito vogliono comperare i New York Mets

Jennifer Lopez e Alex Rodriguez
Una squadra di baseball per Jennifer Lopez, la famosa cantante americana nativa di New York, ma di origini portoricane. Si tratta dei New York Mets, franchigia della MLB, per il cui acquisto J.Lo sarebbe pronta a lanciare una cordata assieme al fidanzato, l'ex star del baseball Alex Rodriguez, meglio noto come A-Rod.
I due hanno chiesto alla banca d'affari JP Morgan di raccogliere capitali in vista di una possibile offerta.
La famiglia Wilpon, proprietaria dei Mets, a dicembre aveva comunicato l'avvio di una trattativa per la cessione dell'80 per cento della società al miliardario Steve Cohen, ma poi i colloqui si erano interrotti dopo che il potenziale acquirente aveva cambiato i termini dell'accordo.
La valutazione della storica franchigia newyorkese è di 2,6 miliardi di dollari. (fonte: AGI)

Il Citi Field di New Yortk, 'casa' dei New York Mets (foto Facebook Mets)

martedì 21 aprile 2020

Mikaela Shiffrin, una canzone per l'Italia

Mikaela Shiffrin
Mikaela Shiffrin il dolore lo conosce molto bene, visto che il padre Jeff è venuto a mancare all'inizio del mese di febbraio di quest'anno. Ed è forse anche per questo, ma anche per lo sponsor Barilla che la ricopre di tanti soldi, che la bella sciatrice di Vail ha deciso di scrivere una canzone per dimostrare il proprio affetto e la propria vicinanza all'Italia, in questi tempi di Coronavirus, dimostrando peraltro di avere una bella voce e una capacità compositiva fuori dal comune.
La Shiffrin, dopo avere inizialmente incensato, guarda caso, proprio la Barilla, ha detto: "Questi sono momenti particolarmente difficili e spaventosi. Spero che troviate la forza per andare avanti, sappiate che noi siamo con voi. Vi mando tutto il mio affetto e ho scritto una canzone per voi".



lunedì 20 aprile 2020

Gina Gershon e Jennifer Tilly, 'dark lady' in Bound

Jennifer Tilly e Gina Gershon
Ode per Gina Gershon, 'dark lady' per eccellenza del cinema americano underground. L'ho ritrovata in questi giorni in "Palmetto", film 'noir' che prometteva benissimo ma che, essendo notte inoltrata, non ho resistito a guardare sino alla fine.
Me la ricordo perfettamente in altri due 'noir', uno migliore dell'altro: "Picture Claire", dove recitava accanto a Juliette Lewis, e "Bound", dove si è trovata di fianco a un'altra 'dark lady', Jennifer Tilly.
Quest'ultimo film, in particolare, "Torbido inganno" in italiano, lo consiglio vivamente perché ricco di tensione e colpi di scena, in un mix perfetto shackerato con scene di raffinato erotismo lesbico.
Film d'esordio dei fratelli Wachowski (ora incredibilmente entrambi 'sorelle') che avrebbero poi dato il là alla saga di "Matrix", "Bound" è un film da non perdere e non facilmente recuperabile, intimamente 'dark', un misto musicale che potrebbe mescolare un brano dei Cure a uno dei Cramps, new-wave nello spirito e nei colori pastellosi, in cui predominano il nero, l'oro e il giallo scuro.



domenica 19 aprile 2020

Ricciardi e il 'tweet' anti-Trump non cancellato

Il 'tweet' anti-Trump di Ricciardi
Eccolo qui il profilo Twitter di Walter Ricciardi che, come ci fa sapere lui stesso è, nell'ordine, Professor of Public Health @Unicatt, past President of @istsupsan, Member EB @WHO, President elect @WFPHA_FMASP, Chair Mission Board for Cancer @EU_Commission. Poco ci manca, anzi nulla, dal leggendario granduff, figlputt, ingcommpres, cavlillipuz, genmaresciall di grand'aria Mazzanti Vien dal Mare di fantozziana memoria.
Di Ricciardi ha parlato stamane Nicola Porro nella sua sempre ficcante 'zuppa' (con cui non sempre mi trovo d'accordo), ponendo in risalto il 'retweet' del consulente del governo e 'uomo dell'OMS', come lo definisce il giornalista de "Il Giornale", postando un video dell'onnipresente Michael Moore ('paladino' della Sinistra benpensante americana, di cui ogni cagata, e le sue devono essere particolarmente grosse vista la mole, viene applaudita dai radical poco chic suo pari) in cui una sagoma di Donald Trump, munifico alleato dell'Italia, viene preso a calci e cazzotti da alcuni personaggi che, evidentemente, non la 'pensano' come lui. Ma si sa, c'è tutto un mondo di 'illuminati' che, per contrastare un pensiero politico non gradito, si ritiene in diritto di utilizzare qualsiasi mezzo, partendo dall'assunto che 'gli altri' sono il Male, sempre e comunque.
Ancora più bizzarro il corollario del 'tweet' di cui, forse colpevolmente, non sono riuscito a estrapolare un eventuale senso ironico: "Questo retweet è sbagliato. Il senso era “guardate quanto è amato” (beloved). Ma nessun messaggio equivoco può essere dato su gesti violenti anche se verso un pupazzo. Procedo a cancellarlo". Tant'è: o Ricciardi ci prende in giro dimostrando una pochezza culturale immane (eufemismo), oppure è di una ignoranza abissale in campo 'social', visto che il 'retweet' è ancora lì, bello carico di pugni e sberleffi verso l'alleato americano dell'Italia.