venerdì 27 agosto 2021

Franco Trentalance e Vittoria Risi protagonisti al Biker Fest

La locandina dell'evento 
Prende il via questo venerdì 27 agosto la prima edizione del Biker Fest, per un fine settimana in pieno stile due ruote: belle donne, birra e salsiccia, motociclette, musica e mercatino all'aperto, con tanti ospiti d'eccezione. Una 'due giorni' che si svolgerà presso la storica Osteria del Fibbia di Granarolo dell'Emilia, in provincia di Bologna.
Fra i protagonisti ci sarà sicuramente l'attore e scrittore Franco Trentalance, ex divo del cinema a 'luci rosse'. Bolognese, anche lui è un appassionato motociclista ed è testimonial dell'associazione MotorLab: sabato sarà alle griglie per cucinare “La salsiccia di Trentalance” e promuovere la sicurezza stradale.
Ci sarà spazio anche per Vittoria Risi, anche lei molto noto del cinema porno, e nota alle cronache rosa per la passata relazione con Vittorio Sgarbi.
Non mancherà una vera esperta del mondo dei motori, la conduttrice Francesca Agnati, volto di Go-TV.
Durante la manifestazione verranno messe in palio alcune esclusive t-shirt, firmate dallo stesso Trentalance, 'vergate' da una serie di 'massime' a doppio senso. (le due foto sotto sono di Anthony De Luca)

giovedì 26 agosto 2021

Carly Simon e quel meraviglioso video girato per caso

Carly Simon nel video "Why"
Capelli biondi vaporosi, labbra carnose e carnali, questo post forse potrà essere capito solo da chi, come me, ha vissuto in pieno gli Anni '80, con quell'esplosione di passioni e colori totalmente devote al concetto dell'estetica sublimata.
I capelli e lo sguardo languido di Carly Simon (acconciature già viste peraltro in altre clip, vedi Elton John, Wham e Kajagoogoo), quanti di coloro che hanno vissuto quel periodo non li hanno ritrovati in una ragazza conosciuta al mare o in una propria compagna di classe?
Il video di "Why" (brano stupendo poi sublimato da George Michael e dagli Wham in un concerto londinese alla Brixton Academy) lascia a bocca aperta per la sua ingenua semplicità e per la capacità di fare sorridere chi lo guardi trasportato da note dolce e allegre allo stesso tempo.
La clip venne registrata per le strade di Manatthan nell'estate del 1982, e l'unica copia che ne rimane, trasmessa sulla piattaforma di Youtube, è danneggiata poco prima della metà.
Vi si vede Carly interagire con persone incontrate per caso, e non tutte felici di venire inquadrate dalla telecamera (difficile pensare che tutte abbiano rilasciato una liberatoria, e forse allora non esisteva nemmeno questa condizionale), come nel caso del tizio con bombetta somigliante a un John Steed inglese, avvicinato dalla super-biondona vitaminizzata, tipico esempio di 'amerikana' d'assalto del periodo.
Impareggiabile è anche la scenetta del bar, con la ragazza che, forse gelosa o impermalosita dalle attenzioni di Carly per il suo fidanzato, gli rovescia sulla testa il contenuto della bottiglia di champagne, o con il cameriere che, abbracciato languidamente dalla cantante, sembra realmente sciogliersi emozionato fra le sue braccia.
Infine, la scena del gelato mangiato sulla porta dell'albergo che, non senza un tocco tipicamente femminile (ma probabilmente non voluto), scivola dalle labbra di Carly per andare a macchiarle il vestito.
Nessuna replica, nessun secondo ciak. "Why" sembra proprio girato in presa diretta, e venga pure come viene. Ne esce probabilmente uno dei video più genuini e veri di tutta la storia della musica, forse pareggiato solo dalla freschezza del brano che vi si ascolta.

La profezia di Putin: anche talebani tra i rifugiati afghani

Il presidente russo Vladimir Putin (foto profilo Twitter)
Il presidente russo VladimirPutin ha invitato a impedire l'arrivo dall'Afghanistan di "combattenti mascherati da rifugiati".
"I nostri partner occidentali chiedono con insistenza di accogliere i rifugiati nei Paesi dell'Asia centrale finché non otterranno un visto per gli Stati Uniti o per altri Paesi", ha detto Putin in una riunione con i responsabili del suo partito Russia Unita. "Ma chi può esserci tra questi rifugiati, come facciamo a saperlo?", si è chiesto, ricordando che "centinaia di migliaia, perfino milioni" di persone potrebbero voler fuggire dal territorio afghano. A quel punto dei "combattenti mascherati da rifugiati" potrebbero raggiungere la Russia dalle ex repubbliche sovietiche dell'Asia centrale che confinano con l'Afghanistan. (fonte: ANSA-AFP)

mercoledì 25 agosto 2021

Milano, la rinascita passa dal turismo

Sarah ed Erika, turiste e... modelle per un giorno (foto Bordignon)
Il turismo a Milano e in provincia torna, sebbene timidamente, ad affacciarsi sulle rotte internazionali. La mazzata del Covid, dura e pesante, pare cominciare ad allentare i propri rovinosi effetti.
Il 2019, anno dei record, è lontano anni luce ma, lentamente, paiono intravedersi i segnali della ripresa, con l'obiettivo rappresentato dalle fiere di settembre, tutte finalmente in presenza, punto di primo ancoraggio per la ripresa economica e dei diversi settori rappresentati.
Una lunga linea senza sosta che comincerà il 5 settembre (Salone del Mobile), per proseguire con il 7 (PromotionTrade Exhibition), il 17 (MiArt), il 18 (Homi), il 19 (Micam, Mipel, Mifur, Mipap e TheOne Milano) e il 22 (Lineapelle e Simac), per non parlare della Milano Fashion Week, che si svolgerà fra il 21 e il 27 settembre.
Nel mese di giugno la città, provincia annessa, ha fatto segnare 343.477 arrivi, il dato più alto dall'inizio della pandemia che, comunque rappresenta il 65% in meno rispetto allo stesso periodo pre-Covid. A luglio questa tendenza è stata confermata dalle 502.900 presenze, più o meno la metà rispetto allo stesso mese del 2019. Agosto è ovviamente ancora tutto da valutare, ma le prospettive sono buone.
Le presenze rilevate dagli esperti di settore parlano della presenza di molti europei, tedeschi, spagnoli e scandinavi in genere, pochi giorni di permanenza, meno di dieci giorni, per una fascia d'età che va soprattutto fra i 31 e i 45 anni, seguita da quella fra i 46 e i 60.
Per il Comune, comunque, la ripresa è iniziata. In attesa di settembre, e dei tanti eventi che il mese porterà con sé. (nelle immagini sotto: turiste a Milano, foto Bordignon)


Charlie Watts, quando nel 1970 suonò al Palalido con la maglia del Milan

Charlie Watts e Mick Jagger al Palalido nel 1970
Charlie Watts
, batterista dei Rolling Stones, si è spento a 80 anni. Ha smesso di suonare e di andare in tour con il gruppo poco prima dell'addio, confessando con humour tipicamente inglese, poco prima di morire, che lui, malato di cuore, per una volta, era andato fuori tempo.
Gli appassionati degli Stones non troveranno qui storie che altrove saranno meglio raccontate dai veri appassionati di questo leggendario gruppo. Bensì solo una nota a margine del doppio concerto tenuto a Milano, ben riassunto da questo passo trovato su Facebook e firmato da Rockit.it: "Il 1° ottobre del 1970 (vedi il video sotto al post, ndr) andava in scena il doppio concerto dei Rolling Stones al Palalido di Milano, un live alle 16 e uno poco dopo le 21, entrambi di un'ora circa e con identica scaletta, che partiva da "Jumpin’ Jack Flash" e arrivava a "Street Fighting Man", passando per "Brown Sugar" e una versione acustica di "Prodigal Song". All'evento, che due giorni prima si era tenuto al PalaEur di Roma, assistettero 4-5mila fortunati per sessione. E fu il macello, come da tradizione di quegli anni".
Mentre fuori si assiste ai 'soliti' duri scontri fra autoriduzionisti e polizia, dentro al palazzetto Watts, che nel 2016 venne posizionato da un'autorevole rivista al 12° posto fra i migliori batteristi del mondo, si presenta con la maglietta del Milan. Chissà, forse citando proprio lo storico brano degli Stones "Sympathy For The Devil".
Il doppio concerto verrà poi ricordato in “Street Fighting Men In Milan” (1970), bootleg di cui sono state stampate solo 1000 copie. In totale, gli spettatori che assistettero ai due 'live' furono 12mila. (fonte: MilanoReporter)

martedì 24 agosto 2021

Ronaldo al Paris Saint Germain, il 'tweet' che sancisce la cessione

Il clamoroso 'tweet' di Al Thani
Ronaldo al Paris Saint Germain, ormai è quasi fatta.
Lo svela un 'tweet' galeotto di un membro della famiglia Al Thani, il fratello del proprietario del PSG stesso, che già all'inizio del mese aveva confermato il passaggio di Lionel Messi dal Barcellona ai capitolini.
Allo stesso modo Al Thani 'bro' ha dato il 'là' a quello che da giorni appariva probabile, e che ora appare inevitabile.
Contemporaneamente i 'rumours' portano il francese Kylian Mbappé in uscita dal club parigino verso il Real Madrid per una cifra oltre i 120 milioni di euro.
"Quizas? Maybe? Put-etre?" viene scritto, in modo che sia comprensibile in tutto il mondo ciò che ormai porta il PSG a diventare, se fosse possibile, una squadra completamente costruita a tavolino con una serie di figurine come mai è capitato nella storia del calcio.
La panchina di Udine, sabato, per il fuoriclasse portoghese, nascosta abilmente da Massimiliano Allegri e definita come obbligata causa un ritardo di condizione, è diventata sempre di più il sintomo dell'ennesimo trasferimento 'monstre' operato da una squadra che, ormai, avrà l'obbligo di vincere, facendo spettacolo, tutte le partite della stagione, e vincere tutti i trofei disponibili, in Francia e in Europa.

Lo stesso autore del 'tweet' su Ronaldo, quando preannunciò l'arrivo di Messi

Eve Jobs, la figlia d'arte è protagonista ad Amburgo

Eve Jobs nella presentazione dell'Hamburger Morgenpost
C'è anche Eve Jobs tra le rampolle dal cognome altisonante che si sono dedicate al mondo dell'equitazione.
La figlia del grande boss della Apple è infatti una delle protagoniste della gara valida per il Global Champions Tour in corso di svolgimento fino a domenica a Klein Flottbek, nei pressi di Amburgo.
Come la giovane Jobs, sono diverse le figlie 'nobili' coinvolte nel mondo dei cavalli: da Jessica Springsteen, protagonista medagliata alle ultime Olimpiadi di Tokyo, a Jennifer Gates fino a Destry Spielberg.
La giovane Jobs, 23 anni, sarà al suo debutto sul percorso tedesco.
Influencer e modella, Eve è figlia dell'unione tra il compianto imprenditore e informatico Steve Jobs con Lauren Powell. Si è fatta notare per essere la protagonista della campagna natalizia di Glossier, famoso brand di prodotti di cosmesi molto apprezzato dalle ragazze della cosiddetta Generazione Z.
Nella sua carriera sportiva ha vinto il Grand Prix Classic e il Longines Masters di Parigi, in sella al suo destriero, Quickley 3.

Federica Masolin è la replica di Sky a Diletta Leotta

Federica Masolin prima di Sampdoria-Milan
Dopo un esordio in campionato drammatico dal punto di vista della prestazione televisiva, Sky ha deciso di replicare alle forze messe in campo dalla rivale DAZN con una squadra di tutto rispetto in occasione del posticipo serale della prima giornata fra Sampdoria e Milan.
Protagonista in campo, come conduttrice della serata, Federica Masolin, 'prestata' direttamente dal canale Sky dedicato alla Formula Uno. Professionale, bella ed elegante, scelta assai appropriata come 'risposta' alla Diletta Leotta 'dazoniana'. Sebbene Federica, autentica leonessa dei motori, sul campo da calcio abbia mostrato ancora qualche imperfezione da limare.
La Masolin è stata peraltro aiutata da una squadra di prim'ordine, composta da Marco Bucciantini, Luca Marchegiani e Gianluca Di Marzio mentre, durante la partita, hanno realizzato la telecronaca Federico Zancan e Giancarlo Marocchi, con Massimiliano Nebuloni a bordo campo.
La Masolin si avvia così a diventare il nuovo volto femminile del calcio 'made in Sky', erede diretta di Ilaria D'Amico e, ovviamente, Diletta Leotta.

La 'squadra' di Sky in campo collegata prima della partita

Milan corsaro a Marassi, un gol di Diaz affonda la Samp

Brahim Diaz fa festa a Marassi (foto profilo Twitter AC Milan)
Un gol di Brahim Diaz permette al Milan di superare la Sampdoria con il punteggio di 1-0 ed espugnare lo stadio di Marassi a Genova, regalando ai rossoneri tre punti importanti, che consentono alla squadra allenata da Stefano Pioli di salire a tre punti in classifica, alla pari dei rivali dell'Inter.
Proprio Diaz, autore della rete decisiva al 9', è stato uno dei migliori in campo, insaccando il pallone con un tiro rasoterra trattenuto male dal portiere Audero, dopo un bel cross di Calabria, che si era liberato bene sulla destra.
Migliore in campo fra i rossoneri Sandro Tonali, sempre puntuale e presente in ogni azione. Bene anche il portiere Maignan, bravo con i piedi e aiutato dalla traversa nel primo tempo. Buone prestazioni anche da Krunic, Leao e Diaz, mentre non bene Hernandez, autore di un paio di svarioni in difesa, mentre Giroud è stato servito poco e male, senza riuscire mai a mettersi in evidenza in avanti. Nella ripresa ha esordito Florenzi, mentre Rebic ha preso il posto di Leao.
A fine gara soddisfatto mister Pioli: "Stiamo diventando una squadra. Anzi, lo siamo già, c'è tanta competitività in questo gruppo - ha esordito ai microfoni di Sky -. Ritrovare i nostri tifosi è stato bellissimo, sapevamo che ci avrebbero accolto con tanto entusiasmo, se sapremo mantenere questo spirito ci toglieremo molte soddisfazioni". Sulle condizioni della squadra: "I miei giocatori sono più forti, ma anche io sono più forte di due anni fa, quando sono tornato arrivato al Milan. Forse è più giusto dire più pronto". Sul campionato: "Le griglie non le faccio, oggi avevamo alcuni giocatori forti che mancavano e alcuni che forse arriveranno. Dobbiamo mantenere questa collaborazione e voglia di stare in campo assieme e questa voglia di essere squadra dall'inizio alla fine".

domenica 22 agosto 2021

Nizza-Marsiglia, i tifosi di casa invadono il campo e inseguono i giocatori marsigliesi

L'apertura del sito internet de "L'Equipe"
Incredibile rissa al 77' minuto del derby francese della Costa Azzurra della Ligue 1, fra il Nizza e e l'Olympique Marsiglia, sfida molto sentita sia dalle due squadre che, soprattutto, dalle due tifoserie.
Durante un calcio d'angolo, sul punteggio di 1-0 per il Nizza, la curva di casa ha ricoperto di bottiglie e altri oggetti il giocatore marsigliese che si stava avviando a battere il corner, Dimitri Payet, che ha risposto,come scrive il quotidiano Tuttosport sul proprio sito internet, lanciando a sua volta nuovamente con violenza la bottiglietta sugli spalti, scatenando però a questo punto l'ira degli ultras, in particolare quelli radunati dietro allo striscione rossonero degli "Ultras Populaire Sud Nice", che hanno, non meno di una cinquantina, immediatamente invaso il campo, inseguendo i giocatori avversari e costringendo il direttore di gara a sospendere il match.
Dopo oltre mezzora, l'arbitro, convinto dal prefetto nizzardo, ha ordinato alle due squadre di rientrare in campo, cosa che ha fatto però solo il Nizza. Il pallone è stato riposto sul triangolino della bandierina alla sinistra della porta sotto la Curva Sud, esattamente nel punto in cui si trovava quando la partita era stata sospesa. L'Olympique, invece, non si è ripresentato. Così, adesso, entrambe le squadre rischiano il 3-0 a tavolino e diverse squalifiche, sia a livello di giocatori che di campo di gioco.

Un momento dell'invasione nella foto da Twitter

Il presidente del Nizza, Jean-Pierre Rivère, parla con i tifosi di casa per cercare di calmarli

Serie A: disastro Sky, noia mortale durante le partite

Lo studio di SkySport 24 durante un telegiornale
E' una Serie A, quella vissuta sullo streaming di DAZN, drammatica per lo spettatore medio, quello abituato a schiacciare il tasto del telecomando per vedere il canale richiesto e con il palinsesto definito. L'opposto delle fastidiose alchimie del web, dov'è necessario compiere sintonizzazioni a mano, iscriversi a siti con ID e password, pagare con carta di credito e usare cavi e controcavi per collegare i sistemi informatici al televisore per potersi guardare la partita seduti comodamente in poltrona.
Di fronte a questo clamoroso handicap vissuto dai rivali, per non parlare dell'inqualificabile ritardo nel trasmettere le immagini (fino addirittura alle pause e alle disconnessioni o alle zone non coperte), Sky, che in più vanta un'esperienza maggiore e una copertura giornalistica superiore delle partite, non ha saputo minimamente organizzare una decente controffensiva, arrendendosi prima ancora che la 'guerra delle partite' fosse cominciata.
La storica tivù a pagamento altro non ha fatto che rinforzare il proprio palinsesto cercando di attirare appassionati di calcio estero. Ma, fondamentalmente, a chi frega di guardare squadre come Watford, Hoffenheim o Lilla? Una débâcle totale, resa ancora più drammatica dalla totale incapacità di trovare una formula almeno godibile per gli spettatori che, non avendo voluto sottoscrivere l'abbonamento a DAZN, siano rimasto orfani dei vari collegamenti da studio a fine gara, dei post-partita con i collegamenti da tutti i campi e dei 'senza giacca', piacessero o meno questi ultimi.
Durante le partite, quando non abbia almeno una gara collegata, Sky sparisce dall'orizzonte degli eventi: si limita a trasportare il campionato più importante per gli italiani su SkySport24, perso all'interno delle news del telegiornale, in un contesto noioso e privo di mordente nei commenti spenti di Giancarlo Marocchi, affiancato dal giornalista di turno e condotto per mano dalla pur brava Giorgia Cenni che è tanto brava quanto non è Diletta Leotta. E, per tenere il pubblico sveglio davanti a un insieme di parole condito dal nulla, sarebbe stato certamente meglio infilare in studio su uno sgabello una miss scema ma dalla minigonna conturbante. Per esempio, mi viene in mente tale Barbara Francesca Ovieni, eccessiva in tutto (anche nel cattivo gusto), 'madrina' supersexy dei pomeriggi pugliesi e co-conduttrice del programma sportivo di Telenorba nelle ultime stagioni. Buttata lì, in un calderone privo di senso, avrebbe per lo meno catturato il maschio medio italiano, a metà strada fra il 'voyeur' e l'esperto calciomane.
Nel secondo tempo spazio a Federica Frola, accompagnata dai bravi, ma anche in questo caso troppo spenti, Giancarlo Padovan e Massimo Tecca.
Addirittura patetici i collegamenti con i campi coperti da DAZN, senza il video della partita, ma con la ripresa dei telecronisti in studio che però, come tali si comportano, con grigi commenti conditi da lunghe pause.
Insomma, una Caporetto dell'informazione ma anche del varietà televisivo, dove il risultato è fare male sia una che l'altra cosa.
Zero idee, nessun Telebim, nessun disegno, nessun arbitro in studio, zero ironia o volto suadente e nessuna formazione di opinionisti schierata capace almeno di lanciare quelle polemiche che avrebbero potuto tenere incollati al teleschermo gli spettatori non ancora aspirati da DAZN.
Eppure basterebbe girare canale su di una delle tante televisioni private, che proprio sulle parole hanno impostato il proprio successo. Un esempio, il Gruppo Mediapason che, con Qui Studio a Voi Stadio, da anni fornisce una televisione più semplice e godibile di quella proposta dai superpotenti 'rivali' satellitari.

Lukaku subito in gol, il Chelsea vince il derby

La copertina dello sport del Times dedicata a Lukaku
Romelu Lukaku
decide il derby di Londra fra Arsenal e Chelsea, con i 'blues' che espugnano lo stadio di Ashburton Grove con un 2-0 più netto di quanto non dica il risultato.
L'ex attaccante dell'Inter è andato a segno al 15' del primo tempo, mentre al 35' ha raddoppiato Reece James, chiudendo il match.
La rete di Lukaku è stata fin troppo semplice, ma va dato merito al belga di origine africana di essere stato molto abile nello smarcarsi da solo al centro dell'area. Ricevuto il pallone dalla destra ha infilato la rete a porta praticamente sguarnita.
Quello giocato oggi era il 204° derby ufficiale assoluto tra le due squadre, con 79 vittorie dei 'gunners', 59 pareggi e 66 successi del Chelsea.
I biancorossi arrrivavano da tre stracittadine consecutive vinte, compresa quella della finale di Coppa d'Inghilterra 2020.

Inter travolgente, poker al Genoa all'esordio

Edin Dzeko dopo il gol (foto sito Inter)
L'Inter rinnovata di Simone Inzaghi travolge il Genoa con il punteggio di 4-0 all'esordio di campionato, proseguendo il filo con lo scarso torneo, malgrado le perdite di formazione estive.
In un San Siro riempito finalmente di pubblico, anche se non moltissimo (meno di trentamila spettatori, anche in ossequio delle norme anticovid), mancano Antonio Conte, Romelu Lukaku e Achraf Hakimi, ma ci sono Simone Inzaghi, Edin Dzeko e Hakan Calhanoglu, con i due giocatori in rete ed entrambi autori di un'ottima prestazione, fatto che ha ringalluzzito i tifosi nerazzurri, sebbene di fronte ci fosse un Genoa tutt'altro che irresistibile.
Tutto viene risolto già nel primo quarto d'ora, con i gol di Milan Skriniar e Calhanoglu, bottino rimpinguato oltre la metà della ripresa da Arturo Vidal e nel finale di gara da Dzeko.
Ovviamente soddisfatto Inzaghi a fine gara. "Ero sicuro della squadra e dell'impegno - ha detto -. Non potevo immaginare un esordio migliore di così davanti ai nostri tifosi, che finalmente sono tornati allo stadio". E ancora: "Dobbiamo continuare così, è solo l'inizio. C'è soddisfazione, ma dobbiamo lavorare perché venerdì a Verona c'è un'altra gara difficile. Non dimentichiamo che mancavano Lautaro, Sanchez, Gagliardini e l'attaccante che arriverà.
Felice anche Calhanoglu. Per lui esordio con gol e un'ottima prestazione: "Ero tranquillo per il debutto, anche se so che tutti i tifosi si aspettano tanto da noi quest'anno. Abbiamo lavorato 45 giorni per farci trovare pronti oggi. Era importante iniziare bene e vincere". (fonte MilanoReporter)
Leggi anche: Diletta Leotta, maglietta bianca e minigonna nell'esordio di San Siro

sabato 21 agosto 2021

Diletta Leotta, maglietta bianca e minigonna per l'esordio a San Siro

Diletta Leotta all'esordio stagionale su DAZN
Diletta Leotta
ha cominciato la nuova stagione presentando a bordo campo, per DAZN, l'anticipo della prima giornata della Serie A fra Inter e Genoa.
La più 'cliccata' giornalista del momento, catanese classe 1991, ha presentato il prepartita assistita da Federico Balzaretti e Borja Valero Iglesias, al secolo Borja Valero, calciatore spagnolo che proprio nell'Inter ha militato. La telecronaca dell'incontro è stata invece condotta da Pierluigi Pardo e da Massimo Ambrosini, ex opinionista di Sky.
Per la Leotta un 'esordio' in abito semplice, con una t-shirt bianca, una cintura marrone a pois bianchi e una gonna multicolore a caratteri floreali poco sopra al ginocchio. Scarpe con il tacco, ma non troppo. Abbigliamento ideale per il primo pomeriggio allo stadio da parte dei tifosi.

venerdì 20 agosto 2021

Francesco Sanapo, un tour in bici per salvare il caffè

La locandina del 'tour'
Mille chilometri In bicicletta. Dalla Toscana alla Puglia, da Firenze dove vive e lavora in Salento, a Specchia, dove Francesco Sanapo, pluricampione italiano di caffetteria è di casa, essendovi nato e dove ha concluso il suo tour 'salva caffè', partito il 4 agosto per un messaggio di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali e sulle ripercussioni dei cambiamenti climatici che rischiano di far estinguere gli alberi da caffè nel giro di un trentennio.
Sanapo, patron di Ditta Artigianale, marchio fiorentino con tre locali nel capoluogo toscano, ha sfrecciato a bordo della sua bici attraverso cinque regioni italiane, per un vero e proprio Italian Coffee Tour, e a ogni tappa ha preparato caffè speciali della sua selezione, provenienti da piccole piantagioni da preservare.
In ogni tappa Sanapo ha incontrato personaggi del mondo delle istituzioni e delle imprese, compresi alcuni familiari che lo hanno atteso nel suo paese di origine, dove è solito tornare per le vacanze.
L’unione di due grandi passioni, la bici e il caffè, per dire che ognuno nella battaglia per la salvaguardia dell’ambiente può e deve fare la sua parte. (fonte: Telenorba)

giovedì 19 agosto 2021

Profughi afghani: Beppe Sala spieghi il suo concetto di 'decine'

Parte del post pubblicato dal sindaco Sala su Facebook
E' inquietante e inquieto il futuro di Milano che, giustamente, dovrà caricarsi di un numero definito e adeguato di fuggitivi dall'Afghanistan.
Le prime dichiarazioni del sindaco, Beppe Sala, non fanno però ben sperare, anche alla luce di come è stato trattato finora, male, il fenomeno di tutti gli altri migranti che hanno invaso la metropoli lombarda, quasi sempre senza averne diritto, creando sacche di malessere non solo nella periferia cittadina, ma anche nella sua parte centrale, come nel caso della Stazione, ormai classico ritrovo delle più disparate etnie, spesso dedite ad attività criminose di ogni genere.
"Il Comune e la Prefettura di Milano, a cui il coordinamento nazionale per l'emergenza assegnerà una quota di nuclei familiari provenienti dall'Afghanistan (ai quali potrà essere riconosciuto lo status di rifugiati), hanno avviato la loro collaborazione. Nei prossimi giorni raggiungeranno la nostra città alcune decine di cittadini afghani (con le proprie famiglie) che hanno collaborato con le Forze Armate, con l'Ambasciata italiana e con l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo in Afghanistan". Parole scritte sul proprio profilo Facebook dal sindaco milanese.
Se Sala ribadisce addirittura l'orgoglioso di portare sotto al Duomo nuovi rifugiati, non spiega però cosa significhi il termine 'decine' riferendosi al numero degli afghani che Milano si farà carico di ospitare. Senza poi specificare come verranno controllati, come si potrà avere la certezza che questi 'profughi' siano tali e non, magari, come già successo, talebani mascherati. Chi entrerà nella nostra città sarà (poco) controllato così como lo sono stati gli altri extracomunitari che la infestano? Se così fosse, ci sarebbe poco da stare allegri.
Inoltre il delta che può abbracciare il termine 'decine' può essere ampio e variare da venti, un numero probabilmente facile da gestire, a duecento, o forse anche duemila, è in questo ci si troverebbe di fronte all'ennesimo ammasso di persone senza né arte né parte, ghettizzate, in chissà quali spazi, nell'impossibilità di trovare una propria dimensione in una realtà sociale che, inevitabilmente, finirebbe per respingerli.

mercoledì 18 agosto 2021

Red Bull Cliff Diving, suggestivo spettacolo al teatro di Oslo

La vista dal trampolino del teatro di Oslo (foto ufficio stampa)
To Dive, ovvero immergersi, ma anche tuffarsi da altezze devastanti per poi sprofondare nell'acqua profonda. E' stato il Teatro dell’Opera di Oslo, 'location' esordiente per l'occasione, a ospitare gli spettacolari atleti del Red Bull Cliff Diving, in questo caso esibendosi dalla piattaforma dei 27 metri.
Una doppietta rumena davanti a tutti, con Constantin Popovici a battere di un soffio Catalin Preda. Tuffi straordinari, bocche aperte e occhi sgranati da parte del pubblico estasiato, venuto ad assistere al primo evento sportivo in assoluto ospitato in questo storico edificio.
Il leggendario Gary Hunt, che da quest'anno rappresenta la Francia, è rimasto sbalordito dalla gigantesca piattaforma di 30 metri, la più lunga nella storia del 'cliff diving', che si estende dal tetto del Teatro dell'Opera di Oslo. “Questa non è una piattaforma, è una pista di lancio. È davvero notevole ed è visibile anche da lontano” ha detto Hunt, terzo classificato. "Questo posto è stato fantastico. Non mi aspettavo che venisse così tanta gente, spero davvero di tornarci”.
Si è trattato del primo evento sportivo in assoluto tenuto al Teatro dell'Opera e, anche se non erano previsti punti per la classifica a causa delle restrizioni di viaggio che hanno trasformato questa tappa in una esibizione, è stato comunque emozionante e plateale come tutti gli altri eventi della World Series, coinvolgendo i molti appassionati norvegesi di questo sport.
Unica donna presente a Oslo la spagnola Celia Fernandez, che ha aperto ogni round con un tuffo dalla piattaforma di 20 metri.
Dopo questo evento, ora tutti gli occhi sono puntati sulla tappa della World Series a Mostar (Bosnia-Erzegovina), dove il 28 agosto 24 atleti, dodici donne e dodici uomini torneranno in azione, per la sesta stagione di fila, sullo storico ponte Stari Most.

Covid nato per caso, cocktail di vaccini, BLM e dialogo con i talebani, la 'devoluzione' dell'uomo è completa

Booji Boy, il ragazzo 'idiota' protagonista dei video dei Devo
Il QI dell'umanità dev'essere paurosamente sceso in questi ultimi anni, e un extraterrestre sceso sulla Terra a distanza di mezzo secolo forse penserebbe di avere a che fare con una specie umana diversa, o addirittura con un animale incrociato con qualche bipede minore.
Quali storture devono essersi messe in moto nel cervello umano per convincerlo ad accettare l'inaccettabile?
Come può un'intera umanità essersi 'bevuta' la storiella, costruita a uso e consumo della Cina, che il Covid-19 sia 'casualmente' arrivato attraverso un orsetto della giungla dell'entroterra di Wuhan, quando in quella medesima area prospera un laboratorio chimico militare che opera sugli stessi virus?
Come può un'umanità che si dica tale avere subito impotente il tragico balletto dei vaccini e delle 'bufale' correlate al comportamento anti-Covid, dalle mascherine prima inutili e poi obbligatorie pena l'arresto, fino al leggendario 'cocktail dei vaccini', prima sbandierato come migliore soluzione per debellare l'infezione e poi resettato sotto al tappeto del silenzio per evitare guai peggiori?
Come può una consistente parte di mondo essersi indignata per la morte di un criminale di colore, ucciso sì in maniera violenta da un poliziotto americano, ma certamente non di più di migliaia di altri criminali di tutto il mondo, per cui, peraltro, la morte dovrebbe essere un 'rischio calcolato' del mestiere? Una morte da cui poi nascerà tutta la litania mediatica del Black Lives Matter...
Arriviamo allo zuccherino finale, quel dialogo auspicato con i talebani da parte dell'Occidente, una frase che già di per sé rappresenta un ossimoro, perché non è possibile 'dialogare' con gente che decapita i propri nemici, che lapida le donne in strada e che crede di essere attesa da decine di vergini in cielo se riuscirà a immolarsi nel nome del proprio dio.
Ecco. Pare così arrivare a conclusione, o comunque a un buon punto, quella 'devoluzione' di cui parlavano i Devo sul finire degli anni '70, in brani tanto acuti quanto graffianti, musica elettronica alterata da quella fine percezione che solo il movimento post-punk di quel periodo seppe cogliere. "Jocko Homo" e "Mongoloid" sono due canzoni che rappresentano appieno il traumatico momento vissuto da un'umanità ormai 'schiava' di un'informazione distorta e guidata dai grandi 'social' del momento. Non molto di cui vantarsi, semmai un passo ulteriore verso il baratro di una 'de-intelligenza' sempre più palpabile e sempre meno rilevata da una plebe di 'utili idioti'.

Lily Cole, l'ultima idiozia della modella dell''inclusione'

Lily Cole sul sito del "The Guardian"
Lei si chiama Lily Cole, modella e attrice, riesce meglio nella prima attività che nella seconda, sebbene a mio avviso sia abbastanza 'cessa', viso slavato, capelli rossicci e lentiggini, quella faccia un po' anonima e inespressiva che tanto piace all'inespressiva umanità d'oggidì e ai 'fashion designer' che pur di apparire 'open minded' fanno sfilare sui propri 'catwalk' anche donne barbute, grasse e deformi.
Il 'personaggino' di turno si è inventata un''ideona' (secondo lei), che l'ha lanciata sì sui giornali di tutto il mondo, ma per ricevere pernacchie invece degli applausi che imbellamente si aspettava. D'altra parte, il cervello di molti bipedi odierni è quello che è, difficile fargliene una colpa.
La notizia viene battuta dall'ANSA (diamo a Cesare quel che è di Cesare). La 'bella', si fa per dire, Lily, che ovviamente non può evitare di essere anche 'attivista' di varie cause classiche del 'bel mondo' patinato, ha postato una foto sul proprio profilo Instagram in cui non aveva trovato di meglio da fare, per attirare l'attenzione, che posare coperta da un velo islamico proprio nelle ore in cui la riconquista di Kabul da parte dei talebani riaccendeva gli allarmi sui diritti negati alle donne in Afghanistan.
La foto era il classico appello da 'buonista in Rolex' ad "abbracciare le differenze" (parole sue).
Ovvie e immediate le scuse, con la toppa che, come spesso capita, è stata peggiore del buco:la Cole, infatti, dopo avere cancellato la foto incriminata, si è giustificata ammettendo di avere sbagliato "la tempistica" soltanto per non aver "letto le ultime notizie".
Ignorante due volte. Nel non conoscere le ultime notizie, ma anche nel non capire quanto il burqa sia il simbolo dell'oppressione esercitata in tutto il mondo da una religione funesta.

Milan femminile avanti in Champions, decide una doppietta della Giacinti

Valentina Giacinti, la sua gioia sul profilo Instagram
Esordio difficile ma vincente del Milan femminile nella Champions League di categoria. Le ragazze allenate da Maurizio Ganz hanno espugnato lo storico "Letzigrund" di Zurigo con una doppietta di Valentina Giacinti nella prima partita del gironcino a quattro che qualificherà la vincnete alla fase a eliminazione diretta del torneo continentale.
Ora, nella 'finalina', le rossonere affronteranno le tedesche dell'Hoffenheim, che nell'altra semifinale hanno sconfitto 1-0 le islandesi del Valur Reykjavik.
Sulla "Gazzetta dello Sport" la cronaca della partita: "I primi storici gol del Milan nella Champions League femminile li ha segnati la giocatrice più rappresentativa, Valentina Giacinti, che al 33' ha girato in rete un assist di Thrige Andersen servita a sua volta da un altro neoacquisto, la francese ed ex Roma Thomas. Pochi minuti prima, Vero Boquete aveva colpito una traversa su punizione. Nella ripresa, il Milan aveva legittimato il vantaggio colpendo un'altra traversa, stavolta con Giacinti, ma una corta respinta difensiva di Agard ha messo Megroz nelle condizioni di calciare verso la porta di un altro volto nuovo, Laura Giuliani, e di pareggiare. Il gol qualificazione lo ha però messo a segno all'82' ancora l'attaccante della Nazionale, perfettamente servita dalla neoentrata Grimshaw: sinistro in diagonale, palla in rete e gioia incontenibile per lei e per tutto il Milan, capace di disinnescare l'assalto finale dello Zurigo".

martedì 17 agosto 2021

Toni Capuozzo: "In Afghanistan Biden ha fatto una figura vergognosa"

Toni Capuozzo (foto Bordignon(
Toni Capuozzo, ospite su Rete4 del programma "Controcorrente", condotto da Veronica Gentili, ha fatto un'analisi spietata del crollo dell'Afghanistan di fronte ai talebani. "Dobbiamo ricordare che il precedente regime dei talebani era riconosciuto da soli tre Paesi al mondo: Arabia Saudita, Emirati Arabi e Pakistan, eppure fece i disastri che sappiamo, dall'abbattimento dei Buddha al trampolino dell'11 settembre", ha detto Capuozzo, che poi ha aggiunto: "Forse il nuovo regime sarà più accorto e avrà degli interlocutori interessati a ristabilire la stabilità del Paese, come Cina, Russia e Iran".
Quindi un confronto tra l'attuale disastro americano in Afghanistan e quello della guerra nel Vietnam: "Nelle ore scorse abbiamo visto il paragone con la fuga da Saigon con l'elicottero sul tetto dell'ambasciata americana. Questa fuga è molto peggio, con una conseguenza: allora l'America perse una guerra sbagliata, oggi l'America, la NATO e l'Occidente hanno perso il tentativo di portare la pace. Biden ha fatto una figura vergognosa. E' il fallimento dell'Occidente anche di fronte ai popoli del mondo. Chi crederà più a certe promesse?. Nel caso dei curdi, forse, non fanno notizia, si tratta di un popolo piccolo, ma queste immagini hanno fatto il giro del mondo, è una sconfitta fragorosa che rivela anche le debolezze dell'Europa, che rischia di diventare una grande ONG".

lunedì 16 agosto 2021

L'ultimo insulto della Cina: "Rispettiamo la scelta del popolo afghano"

La 'libera scelta' del popolo afghano: una fuga disperata
Appaiono senza vergogna le prime dichiarazioni della Cina dopo le prime immagini della fuga disperata di decine di migliaia di persone dall'Afghanistan, con Kabul invasa dai talebani, mentre gli americani hanno preferito levare le tende in fretta e furia a seguito dell'a precipitosa decisione di Joe Biden.
Secondo Pechino, infatti, la situazione in Afghanistan "ha subito grandi cambiamenti e - si sottolinea in una nota - rispettiamo desideri e scelte del popolo afghano". La guerra, ribadisce la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, "dura da oltre 40 anni: fermarla e raggiungere la pace non è solo la voce unanime degli oltre 30 milioni di afghani, ma anche l'aspettativa comune di comunità internazionale e Paesi regionali".
Pechino nota che ieri (domenica 15 agosto, ndr) i talebani "hanno affermato che la guerra è finita e che negozieranno un governo islamico aperto e inclusivo, oltre a intraprendere azioni responsabili per garantire la sicurezza di cittadini afghani e missioni straniere".
Ecco, arrivare a parlare di 'governo inclusivo' (termine che oggi va molto di moda e che piace sciorinare molto al 'bel mondo' della Sinistra) a fianco della parola 'talebani' fa capire con quali 'mostri' dell'informazione si abbia quotidianamente a che fare.

Kabul: bandiera americana ammainata, diplomatici in fuga, Biden in vacanza

La home page di Fox News
Una nota scritta. Solo quella. Al momento, né il presidente Joe Biden, né la sua vice, Kamala Harris, si sono presentati davanti ai giornalisti e alle telecamere per parlare agli americani, attoniti dopo che la bandiera dei talebani veniva innalzata sul palazzo presidenziale di Kabul mentre, quasi contemporaneamente, la Stars and Stripes veniva ammainata dall'ambasciata americana.
Scene di un disastro annunciato, uno dei più clamorosi autogol che la storia della politica americana ricordi. Un passaggio indietro a porta vuota, per proseguire nel parallelo calcistico.
Una volta di più Biden si traveste da Sleepy Joe, scomparendo nel nulla, lui di fronte agli americani e gli americani di fronte ai talebani, che conquistano la capitale dell'Afghanistan senza colpo ferire e quasi riuscendo a passare per i 'buoni' di turno, riempiendosi la bocca di promesse untuose, mentre alle spalle cominciano le liste di proscrizione delle prossime esecuzioni e degli imminenti stupri.
Una battuta ANSA cita: "'La bandiera degli Stati Uniti è stata rimossa dal complesso delle ambasciate statunitensi ed è stata portata in salvo con il personale dell'ambasciata', ha indicato il portavoce del Dipartimento di Stato.
Di Biden si hanno addirittura notizie che sia in vacanza a Camp David, proprio mentre Kabul viene presa dalla furia omicida islamista. Una 'gola profonda' della Casa Bianca assicura che il presidente parlerà alla nazione 'nei prossimi giorni'. Meglio tardi che mai. Intanto, dall'Arkansas il senatore Tom Cotton, incredulo, si chiede: perché si nasconde? E molti altri senatori, guidati dall'ex presidente Donald Trump, chiedono le dimissioni di Biden.

Lamorgese in pieno delirio: gli incendi in Italia nascono da soli

Luciana Lamorgese (foto sito TgCom24)
Luciana Lamorgese come Greta Thunberg, ovvero il grande pregio di aprire la bocca per farne uscire aria, molto fritta.
Ha dell'incredibile la frase proferita dall'attuale, ahinoi, ministro dell'Interno italiano, quello per intenderci, che combatte gli sbarchi accogliendo a braccia aperte i clandestini e perorando la causa dello 'ius soli'.
L'ineffabile 'braccio armato' dell'ordine 'secondo loro' ha avuto la capacità di dire che, in realtà, gli incendi che stano distruggendo gran parte della vegetazione italiana, e non solo, non hanno necessariamente una 'regia comune'. Non avrebbero, insomma, un'origine dolosa. Nascerebbero da soli, per autocombustione, o peggio, per quella disgraziata teoria che piace tanto ai fautori di un mondo 'green', quella del 'riscaldamento globale'.
Le parole della Lamorgese sono state esattamente queste, riportate da TgCom24: "Non ci sono evidenze di una regia occulta che lega i roghi che sono scoppiati in varie Regioni. Certamente occorre una cultura volta a preservare l'ambiente e il territorio". Una cultura del territorio? Capito? La domanda che, da giornalista, avrei posto all'encomiabile ministro sarebbe però stata questa: "Mi perdoni, egregio ministro Lamorgese: ma che cosa cazzo vuol dire una cultura del territorio?". Già. Cosa significa al lato pratico? In pratica un bel nulla. La solita aria fritta di quel movimento pseudosinistroide carico di rimasugli millenaristi pentastellati che mischia inettitudine e demagogia 'thumberghiana', mentre l'unica risposta, come nel caso dei clandestini, dovrebbe essere quella di una dura repressione poliziesca. Che, purtroppo, il nostro Stato non conosce ormai più da anni, scivolato sempre più nel baratro di un vittimismo parassitario che ben si addice alla Lamorgese e ai suoi accoliti.

domenica 15 agosto 2021

Liliana Cosi, icona della danza, compie 80 anni

Liliana Cosi (foto Campadidanza.it)
Liliana Cosi
ha compiuto 80 anni in questo giorno di Ferragosto. Icona della danza, milanese classe 1941, è lei a rappresentare l'immagine della danza dopo la morte di Carla Fracci.
"Gli auguri più sinceri a Liliana Cosi, vera e propria icona della danza internazionale e simbolo italiano della cultura". Così l'AGIS - Associazione Generale Italiana dello Spettacolo - in occasione degli ottanta anni compiuti dalla grande 'etoile'. "Dotata di un talento unico - continua l'AGIS - Liliana Cosi ha calcato per quasi quarant'anni i palchi più prestigiosi del mondo, dalla Scala di Milano - di cui è stata Prima Ballerina - passando, solo per citarne alcuni, per Mosca e gli Stati Uniti, sempre protagonista del repertorio più impegnativo della danza classica".
"Una carriera, la sua, sempre improntata da un amore viscerale per danza, come dimostra il suo ruolo, rivestito da anni, alla vicepresidenza dell'AIDAF, che in seno all'AGIS si occupa di tutelare e far riconoscere un percorso formativo a livello nazionale per gli insegnanti di danza". "L'AGIS - conclude la nota - unitamente alle associazioni ad essa aderenti, ringrazia dunque Liliana Cosi per quanto fatto nel corso della sua carriera e per il suo continuo impegno alla promozione di un'arte nobile e fondamentale per la cultura italiana come quella rappresentata dalla danza".

Kabul, Trump accusa Biden: "Debolezza e incompetenza"

La prima pagina del "New York Post"
Donald Trump
ha accusato il presidente Joe Biden di non aver "seguito il piano" definito dalla precedente amministrazione per il ritiro dall'Afghanistan, e ha indicato quanto accade in queste ore a Kabul un "completo fallimento a causa della debolezza, incompetenza e totale mancanza di coerenza strategica".
"Si è arreso all'Afghanistan - ha scritto l'ex presidente in una nota - piuttosto che seguire il piano che la nostra amministrazione gli aveva lasciato, un piano che avrebbe protetto la nostra gente e le nostre proprietà, e assicurato che i talebani non si sarebbero mai sognati di prendere la nostra ambasciata o fare da base a nuovi attacchi all'America".
"Dopo che avevo sconfitto l'Isis - ha aggiunto Trump - avevo creato un deterrente credibile. Quel deterrente è andato. I talebani non hanno più paura o rispetto per l'America, o del potere dell'America. Che disgrazia sarà quando i talebani alzeranno la loro bandiera sopra l'ambasciata americana a Kabul". (fonte: AGI)

L'home page di Fox News attacca duramente Joe Biden

sabato 14 agosto 2021

I talebani ringraziano Biden e ingoiano l'Afghanistan

Una pagina interna del New York Post di questo 14 agosto
Ci voleva la risalita di un democratico alla Casa Bianca per regalare ai talebani l'Afghanistan. La decisione del ritiro delle truppe americane dal Paese ha dato il 'là' all'avanzata inarrestabile degli estremisti islamici, ormai arrivati a ridosso della Capitale.
Mentre Donald Trump ha gioco facile nell'attaccare il suo vecchio e indeciso successore, Joe Biden cerca di aggrapparsi ai vetri del ripensamento, sebbene ormai il ritiro degli americani (e di tutti gli altri occidentali) dal Paese si sia trasformato da semplice ritirata in rotta totale.
Non vale la pena di entrare nella cronaca di un disastro annunciato e che negli Stati Uniti si reitera, sotto altre latitudini, ogni volta che un democratico faccia capolino alla presidenza. Piuttosto, sarà invece certo l'arrivo di nuove migliaia (ma forse rischiano di essere milioni) di altri disadattati islamici in Europa, questa volta pure scusati dalla guerra nazionale. Solo che, oltre agli afghani (per intenderci, connazionali di quella famiglia che, in Germania, ha squartato una ragazza bollando il gesto come delitto d'onore), si uniranno in questa conquista extracomunitari e musulmani d'ogni dove, ovviamente dopo avere gettato passaporti e documenti prima del confine di turno, in modo da poter raccontare la straziante storiella di turno.
Incapace di frenare l'orda dell'invasione, l'Europa occidentale (perché ci si augura che almeno Visegrad non chini la testa) si appresta a diventare per l'ennesima volta la vera vittima dell'ignoranza americana, in particolare di quella democratica cui, solo fino a pochi mesi fa, il bel mondo 'open minded' si inchinava spellandosi le mani per avere cacciato dallo scranno del comando il 'dittatore' Trump. Con questi risultati.

Stralci di articolo, titoli e commenti tratti da
Il Corriere della Sera, Il Giornale, La Verità e Il Manifesto del 14 agosto



venerdì 13 agosto 2021

I giornali parlano di 'caldo record', ma a Milano non c'è mai stato un agosto così fresco

Uno stralcio dell'articolo di Adriano Scianca
Il mondo è preda del caldo, ovviamente colpa del 'cambiamento climatico', quel revolver estratto con la velocità di un pistolero del Far West dagli ambientalisti dell'ultimo minuto, pronti a scaricare tutte le colpe dell'universo addosso al gretto mondo 'bianco' e 'occidentale', dimentichi che, negli ultimi anni, i maggiori responsabili di disastri climatici ed ecologici in serie sono stati proprio quei Paesi 'ex' Terzo Mondo ora in rapida espansione (in pratica i cosiddetti BRICS), capitanati dalla Cina, in vetta alle classifiche dei 'potenti' mondiali e, fra l'altro, colpevole di avere diffuso (quanto coscientemente non è dato sapere) il virus mortale del Covid.
Di fronte a tutto questo sbandierato caldo alienante e assassino, a Milano si è vissuta una delle estati più fresche che si ricordino. Piogge, temporali, un inizio d'agosto ventilato, brezza continua e poi, ci mancherebbe, siamo in agosto!, alcuni giorni di gran caldo, ma quasi sempre zero afa.
I giornali, d'altra parte, i titoli li devono pur fare, oltre al consueto servizio su 'come difendersi dal caldo di Ferragosto', in cui di solito campeggiano consigli illuminati cui nessuno avrebbe mai osato pensare, quali "bevete tanta acqua, mangiate le banane perché contengono potassio e andate nei centri commerciali e nei supermercati perché c'è l'aria condizionata".
"Milano Today" esce a 'tutto sito' con "A Milano saranno giorni di fuoco: arriva Lucifero e scatta l'allerta del Ministero" e, più sotto: "La giornata più calda sarà sabato 14 agosto quando la colonnina di mercurio toccherà i 35 gradi. Ecco le previsioni". 35 gradi? Roba da pazzi. In pieno agosto, chissà, forse avremmo pensato fosse naturale averne 15.
In questo proliferare di caldo africano, mentre in ogni dove scoppiano gli incendi (dovuti però molto più alla volgarità di uomini impuniti dalla squallida giustizia italiota, piuttosto che dal calore estivo), diventa così curioso leggere l'articolo pubblicato oggi da Adriano Scianca su "La Verità", sebbene sia legato alla Sicilia: "Regione e militari smascherano la termo-bufala: mai avuti 48,8°".
Interessante leggere il paragrafo conclusivo dell'articolo di Scianca "il clamore sorto attorno alla notizia non è certamente innocente... Lasciamo agli esperti il dibattito su quanto questi tipi di allarme siano o meno fondati. Sappiamo però come si traducono politicamente: misure energetiche che indeboliscono i Paesi più sensibili ai temi green (e non risolvono i problemi climatici), propaganda anti natalista (rivolta solo alle aree in cui si è già smesso di fare figli), nuove scuse per l’invasione (ci sono i «migranti climatici» da accogliere). Tutti buoni motivi per sparare in prima pagina un record, anche se mezzo farlocco".

Ma dov'è il gran caldo? I dati di Milano del 13 agosto, e presto arriverà pure la pioggia...

Il Nobel Montagnier, considerato no-vax, arriva in Italia, ma i giornali lo ignorano

La locandina dell'evento cui ha preso parte Luc Montagnier
E' arrivato in Italia Luc Montagnier, nel più totale disinteresse della stampa schierata, ovvero quella stragrande maggioranza di giornalisti 'servi' della monocultura globalista espressa dal governo italiano schiavo dell'Europa schiava a sua volta dei 'poteri forti' e via di questo passo.
Un Montagnier che, guarda caso, rappresenta una delle pochissime voci critiche nei confronti dei vaccini.
Premio Nobel per la medicina scopritore del virus dell'HIV e presidente della fondazione mondiale per la ricerca e prevenzione dell'AIDS, il professore di Chabris non è proprio l'ultimo dei pirla. Ma della sua presenza in terra italiana, a Firenze, su invito dell'organizzazione no-profit Atto Primo: Salute Ambiente Cultura non viene riportata traccia sui media.
Quegli stessi media che da tempo si sono preoccupati di screditare qualsiasi sua possibile affermazione potesse le verità inconfutabili provenienti dalla comunità scientifica incaricata di 'normalizzare' la conoscenza legata al Covid-19, escludendo ogni riferimento a un diretto coinvolgimento della Cina, stretta compagna di viaggio di gran parte delle pseudo potenze occidentali. Il 21 aprile 2020 "La Stampa", uno dei principali organi di regime, titolava con sicumera: "Coronavirus, la comunità scientifica demolisce le tesi di Montagnier sul Covid-19 creato in laboratorio" (leggi l'articolo). Su Montagnier, prima ancora dell'esplosione del Coronavirus, si era esercitata anche "La Repubblica" nel 2017, con un titolo ancora più incisivo: "Dal Nobel alle bufale, il declino di Luc Montagnier: scoprì il virus Hiv, ora è no-vax" (leggi l'articolo). Una posizione, quella sull'origine artificiale del Covid, cui poi alla fine ci si è dovuti inchinare, come sostiene la dottoressa Silvana De Mari sul quotidiano "La Verità", del cui articolo riporto uno stralcio nell'immagine qui sotto.
Montagnier, a Firenze, come si legge sull'organo ufficioso di informazione online Imolaoggi.it ha parlato dei rischi dei vaccini anti-covid: “un’operazione di marketing che impedisce di concentrarsi sulle cure migliori”.
Nell'articolo di Valentina Rebecca Soluri si legge anche: "nel corso della conferenza stampa è stato più volte ribadito che le associazioni coinvolte e il Professor Montagnier non intendono assumere una posizione “no vax” ma vogliono piuttosto contestare l’obbligatorietà del trattamento, sulla base della dichiarata mancanza di studi sperimentali che ne possano garantire efficacia e sicurezza e nell’attuale assenza di dati replicabili sugli effetti di breve, medio e lungo periodo, soprattutto sui giovani e sulle generazioni future".
Peccato non esserci stati. Peccato che la maggioranza dei media abbia ignorato la notizia.