mercoledì 30 giugno 2010

Jennifer Capriati, una vita finita dritta nel buco

A volte vivere e sper vivere è più difficile che morire. Prendete Jennifer Capriati, ormai 'bollata' come drogata e costretta a pagare un 'portavoce della famiglia Capriati' per giustificare un ricovero ospedaliero che, saranno comunque stracazzi suoi, potrebbe essere frutto di una bella e malsana overdose. Non male per un personaggio chiave del mondo dello sport degli anni '80. Se poi pensiamo che questo sport è il tennis, e non il 'favelarissimo' calcio, ecco che la situazione in cui si è gettata la bella, brava e ricca Jennifer è ancora più paradossale.
Newsnotizie racconta: Lacey Wickline, nominato portavoce ufficiale dalla famiglia Capriati, avrebbe smentito l’inquietante notizia rimbalzata per tutta la giornata sui media, riguardante il ricovero dell’ex stella del tennis Jennifer Capriati per overdose. Più volte infatti, la bambina prodigio, nella sua vita, ha avuto a che fare con gli stupefacenti, rimanendone vittima. La notizia di un suo ricovero in ospedale ha immediatamente fatto pensare ad una nuova ricaduta della bambina prodigio del tennis di qualche anno fa nel tunnel della droga - e poi ancora - Tra i tornei in cui ha trionfato anche tre prove del Grande Slam: due volte agli Australian Open e una volta Al Roland Garros di Parigi, su un terreno insidioso come quello della terra rossa. La Capriati conquistò anche un oro olimpico, precisamente a Barcellona 92 e lascio il segno, con il suo incredibile talento e la sua altrettanto sviluppata sregolatezza, in un’epoca tennistica sicuramente molto ricca quanto competitiva.

martedì 29 giugno 2010

Addio Taricone, da reality diventerai 'virtuality'

Pietro Taricone lascia la vita reale e consegna anche il corpo, dopo l'anima, a quella virtuale che lo eleggerà immediatamente a mito. Verrà pianto, tanto più profondamente quanto poco profondo era lo spessore di ciò che poteva esprimere. Verrà ricordato oltre i suoi pregi, come una 'stella' del rock senza tridimensionalità, immagine e nulla più, niente significati, nulla dietro la copertina. Eppure segnerà qualcosa di più, di oltre. Taricone è stato più di un personaggio qualsiasi. Forse è stata una creatura perfetta in pieno stile Lele Mora. "Il talento di Mr. Ripley" gli si potrebbe adattare benissimo. Ha perfino provato a redimersi dall'immagine fatua che gli era stata appiccicata. Bello, coraggioso, vittima di una morte non qualsiasi, ma riservata ai pochi che affrontano la vita guardandola negli occhi.
Gli intellettuali disprezzeranno
chi si strapperà le vesti pensandolo. Ora però tutte le donne che lo hanno serbato nel cuore potranno conservarlo per sempre come un amore impossibile, ma non più così improbabile come sarebbe stato se la vita lo avesse lasciato invecchiare a fianco della sua compagna attuale o di qualche altra starlette del mondo dello spettacolo quasi circense che frequentava. Taricone come Presley, come Warhol, come Lennon, come Martin Luther King? Non a livello planetario, è chiaro, ma l'Italia del 'nuovo ordine' non potrà non tributargli i dovuti omaggi che si offrono a un 'cesare' del passato. Del resto, proprio l'imperiale memoria ci ricorda come perfino i dittatori più repellenti riuscissero ad avere il proprio stuolo di paggi, puttane ed eunuchi. E, se ci pensate, con la sua struttura statuaria, il suo corpo perfetto, il suo nome quasi 'barbarico' (un bel 'generale Taricone' non vi ricorda qualche condottiero romano della Roma già decadente?), possiamo concludere che Pietro Taricone verrà immediatamente consegnato ai libri di storia della nuova Italia del futuro. Nel 'virtuality-show' della nostra vita di oggi in fin dei conti tutto è possibile...

(nelle foto Pietro Taricone e due delle donne che hanno segnato la sua vita: l'attuale compagna Kasia Smutniak, da cui ha avuto una figlia, Sophie, nel 2004, e Cristina Plevani, con cui ebbe una discussa relazione durante la trasmissione "Il Grande Fratello")

Berluskattack: genio, immenso, unico...

Riporto da Il Giornale: Provocazione di Berlusconi appena atterrato a San Paolo per la visita di Stato in Brasile. Reduce dal G8 e dal G20 di Toronto, si lamenta della stampa: "Bisognerebbe fare uno sciopero per insegnare ai giornali a non prendere in giro i loro lettori. Da mesi disinformazione inconcepibile". No comment. Genio. Ti prego, non morire mai. Del resto, credo che al riguardo ti stia dando da fare...

lunedì 28 giugno 2010

Bridget Blythe, occhi aperti su un nuovo giorno

Stanotte mi sono svegliato a... mezzanotte. E dopo di allora ho solo scritto post o guardato la tivù. Ora sono quasi le 6 e, invece di guardare la televisione canadese, comesarebbe più logico (???), eccomi qui a sentire al di là del confine con WKBW-TV, Channel 7, acronimo per We Know Buffalo's Watching. Alla guida delle news del mattino ("Good Morning Western New York - WNY"), in maniera scanzonata e quasi cabarettistica, ecco due mezzibusti d'eccezione: Mike Randall, giornalista, attore e meteorologo, affiancato dalla splendida Bridget Blythe, immediatamente entrata nel 'ristretto novero' dei miei 176 tipi ideali di donna...

Renzo Bossi e quella scritta al X: "Picozzi Pirla"

Io ho fatto il liceo scientifico al X. Poi, per dovere, di qualche stupida legge, lo hanno dedicato a tal Francesco Severi, ma quella che ora è una normale e classica scuola dalle parti di Porta Domodossola a Milano, è stato uno splendido istituto in via Cagnola, condivisa con una non meglio definita 'scuola muraria' e successivamente trasformata in un tristissimo Oxford Institute. Detto questo, vorrei posare la mia attenzione su una scritta che ha campeggiato per anni invitta sulla facciata del X, appena sotto la finestra del secondo piano, scritta con caratteri rossi e in stampatello maiuscolo, con una precisione degna di un evento paranormale tipo cerchi nel grano o segni a Macchu Picchu: "PICOZZI PIRLA". Ora mi sono sempre chiesto chi cazzo fosse 'sto Picozzi, e cosa minchia avesse fatto per beccarsi 'sto pirla così aggratis. Allora, va detto, bastava molto poco per finrie nell'occhio del ciclone, soprattutto in un microliceo come il X, dove esistevano solo tre sezioni, A (la mia) e B (con lingua straniera inglese) e C (inglese). Di sicuro, visto che non era nelle mie classi o in quelle immediatamente prima e dopo (io sono arrivato al X nel 1979), penso si trattasse di qualcuno transitato da quelle parti ai primordi dei '70. Tutto questo per dirivi che la maglietta con la trota esibita da Renzo Bossi recentemente a una festa leghista mi ricorda un po' il Picozzi. E' come se quest'ultimo andasse in giro con una maglietta recante la scritta: 'Avevano ragione, sono pirla'. Autoironia? Mah, forse solo una semplice ammissione di responsabilità...

G8 a Toronto: ma è molto peggio Pisa-Livorno...

Ho già scritto sotto come di tutta questa manfrina del G8/G20 non me ne importi fondamentalmente nulla. Però mi preme sottolineare un paio di cose, al di là del fatto che, a giornata compiuta, l'ultima cosa che avevo voglia di fare era andare lungo Queen Street West a beccarmi le sassate dai manifestanti o le bastonate dalla polizia. In ogni caso: la sensazione che alligna comune qui è che i 'casini' siano stati di gran lunga inferiori a quelli cui noi italoeuropei siamo abituati. Almeno secondo quanto riportato dai colleghi italiani. Due macchine della polizia date alle fiamme possono impressionare chi si trova nelle immediate vicinanze, ma non sono che il risultato di una normale domenica di pallone per un match di Prima Divisione in Italia.
Detto questo, vi riporto uno 'status' internet di una mia amica canadese, che mi sembra illuminante su come i canadesi abbiano vissuto tutto l'ambaradan della manifestazione: "The damage done in toronto may pale in comparison to the violence carried on in other countries..however this is CANADA we DO NOT compare to other countries. We are better than this. We represent freedom of speech in a respectful, peacful manner. Violence is not tolerated no matter how minute".

Brasile-Cile, il caso Rojas e la copertina di Playboy

Riporto dal Corriere Canadese: Il 3 settembre 1989, al Maracanà di Rio de Janeiro, Brasile e Cile giocano una gara fondamentale per la qualificazione ai Mondiali di Italia ’90. Entrambe sono a quota 5 punti e i cileni devono assolutamente vincere. Il clima è arroventato e, al 70’, un mortaretto scoppia nei pressi del portiere ospite Roberto Rojas. Con il Brasile in vantaggio 1-0, l’estremo difensore del Cile si accascia a terra come tramortito, e poco dopo tutta la squadra si ritira, pensando di poter vincere la gara a tavolino. La realtà fu ben diversa: la partita verrà data vinta alla Seleçao 2-0 a causa del ritiro degli avversari, ma soprattutto quella di Rojas fu tutta una finzione. Il video infatti dimostrò che il portiere non era stato nemmeno sfiorato dal petardo. Alcune fonti riportano addirittura che si fosse ferito da solo usando una lametta che si era portato dagli spogliatoi. Alla fine, oltre al ko a tavolino, Rojas fu squalificato a vita assieme al tecnico Orlando Aravena e al medico della squadra Daniel Rodriguez. Il Cile non venne ammesso alle qualificazioni per i Mondiali 1994. Rosemary de Mello, la fan brasiliana che aveva scagliato il mortaretto divenne invece famosa come modella di Playboy. Era nata la “televisione-reality”.

domenica 27 giugno 2010

Il miglior modo per celebrare il 150°

Grazie Italia. Un sentito ringraziamento per te che per un momento ci hai fatto credere, come del resto capita ogni quattro anni, di essere 'una' nazione (come la Chiesa, santa, indivisibile, ecc...). Direi che il nostro ultimo posto nel girone dei Mondiali è il miglior modo per celebrare il 150° dell'Unità (non intesa come giornale) tanto cara al 'bresidende' di noi tutti, egregio, dottor, maestro, professor, esimio napoletanissimo Napolitano. Condiamoci e godiamoci finalmente un bel vaffanculo alla Patria e speriamo che, invece dei premi, anche i nostri insulti vengano devoluti, come promesso, alle celebrazioni per la festa degli italiani.
(nb: per l'ultimo verso ho trovato ispirazione 'inchiodata' da un passo di Spinoza.it)

Il G8 a Toronto? E perché no un bel chissenefrega?

Ne parlo solo per dovere di cronaca, altrimenti vi apparirà che viva su un altro mondo. Da 'ste parti, ovvero a Toronto, è in corso il G8/G20. Casini. Botte. Auto della 'pula' in fiamme. Gente che scappa. Gente che picchia. Fondamentalmente non me ne frega un cazzo. Non so di cosa parli 'sta gente che s'incontra a Toronto, non so cosa contestino quelli che vanno a spaccare su tutto. Forse è anche divertente. Francamente mi interessa molto ma molto di più chi sceglieranno gli Ottawa Senators al draft NHL di quest'anno. Tant'è. C'è gente che fa di queste cose per scaldarsi, fare demagogia e dare un senso alla propria esistenza. A me non frega un beneamato cazzo.

Sheva, dolce Sheva, dimmi che sarà del mio Milan

Quando penso ad Andryi Shevchenko, in arte 'Sheva', faccio fatica a non emozionarmi. Il cuore comincia a battere veloce, la memoria mi conduce a momenti della mia vita che rimarranno impressi per sempre, fotografie indelebili nella mente che questo ucraino dal cuore d'oro e dal cervello di bambino mi ha regalato, e ancora e ancora, quasi senza fermarsi, quando apri il barattolo della marmellata e te la rovesci in gola, una dolcezza infinita infinitamente dolce. Scusate, ora cerco di riprendermi. E' l'effetto Sheva.
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Wimbledon Party: ecco a voi Serena Williams

Fondamentalmente ho sempre considerato Serena Williams una ragazza 'brutta' e goffa.
Classe 1981, nata a Saginaw, la più forte tennista del mondo (assieme alla sorella Venus, che trovo decis
amente più bella) mi ha spesso dato l'idea di avere dei tratti davvero poco femminili. Pronto per essere smentito, ve la propongo come si è presentata al party di benvenuto del torneo di Wimbledon al momento in corso di svolgimento. Intrigante, sensuale, femminile assai.
Potere della femminilità o mio precedente errore di valutazione? Se non fosse che ho scoperto che è diventata testimone di Geova (!!! ;-(...) ci avrei anche seriamente fatto un pensierino...


Vedi: Venus Williams e l'abito sexy di Parigi...
Vedi: Il grande ritorno di Anna Kournikova
Vedi: Best Super Bowl party was...

giovedì 24 giugno 2010

Dalla Padania all'Italia, passando per il Tibet...

Diciamolo chiaro e tondo. Alcune uscite qualcuno se le potrebbe risparmiare. Indipendentemente dal pensiero politico. Perché si può anche essere fuori dal coro, si può essere punk, si può essere tutto. Però a volte il cattivo gusto dà un po' fastidio. Anche a chi magari, a certi presunti 'ideali' potrebbe perfino non rimanere indifferente. E così l'uscita dell'Umberto da Giussano, o da dove arriva non so bene, ha indispettito un po' tutti. Salvo poi costringere il 'Senatur' alla retromarcia frettolosa.
Insomma, in Italia toccate tutto ma non la Nazionale di calcio, ci mancherebbe, Da una parte fa tristezza che certe uscite indignino solo quando si parla di pallone. Abbiamo sentito le peggio castronerie sui temi più diversi, ma se qualcuno spara sulla Nazionale (cosa che più o meno facciamo tutti), apriti cielo. Anzi, diciamoci la verità, siamo pronti a farlo al triplice fischio di domani, se il risultato sarà negativo. Ma prima no, ci mancherebbe, "stringiamoci a coorte", come dice il nostro bistrattato inno, che qualcuno si dimentica di suonare o sostituisce con le canzoni di Gino Paoli. La prossima volta proporrò Pupo, tanto il livello ormai è quello
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We Are Enfant Terrible @ Lee's Palace, Toronto

E' passato un solo giorno dall'esibizione che mi ha fatto scoprire i We Are Enfant Terrible. I nostri eroi, francesi da Parigi (ma in realtà i due ragazzi sono di Lilla), hanno sfruttato appieno il festival NXNE per farsi conoscere dal pubblico canadese. E così, dopo essere saliti sul palco del Wrong Bar all'1 di notte dopo Big Freddie in Queen Street West, eccolì 'arretrare' di poco, fino a Bloor Street West, per arrivare al Lee's Palace, storico locale torontino dove ho già visto i Psychedelic Furs. Insomma, tutta un'altra cosa. Ma stavolta si sale sul palco alle 2. Il batterista mi riconosce e mi saluta. Il pazzo. Va dal bassista e gli fa cenno di me. Ho paura nel pensare a cosa possa avergli detto. Comunque anche il bassista mi sorride e mi saluta cordialmente. Mi manca solo di conoscere Clo, la cantante, e verrò eletto 'groupie' ufficiale del gruppo. Un paio di ragazzi dai tratti somatici orientali (ma in realtà sono di Ottawa) mi chiedono notizie del gruppo, visto che sembro in confidenza con la band. Rispondo che mi piacciono un casino, e loro di rimando mi mettono in guardia: "Se non ci piacciono è colpa tua!". Ok, ma sono sicuro di me. Il fatto è che, dopo l'esibizione dei Cold Cave all'1am davanti a quasi 500 persone (!!!, magia di Toronto, credo che poche altre città possano radunare a quest'ora, e in così tanti posti diversi, tanta gente), i reduci non saranno più di un centinaio, e tutti paiono sullo stanchino andante, oppure intenti nella consumazione della birra di prammatica. Del resto ai WAET non è concessa alcuna scenografia. Mentre i Cold Cave si erano esibiti con tanto di luci (scure) e sullo sfondo un telone con proiezione, per il gruppo francese c'è solo il palco, un loro amico al mixer e un tipo che li accompagna che si occupa della strumentazione (il manager?). Tant'è, il concerto comincia subito forte e sullo stesso stile di quello del Wrong Bar, Clo in un abitino verde affascinante ma non volgare mi appare perfino bella, nella nonchalance con cui si muove sullo stage. "To the Toronto Wild Child" biascica nel microfono quanto intona la 'hit' "Wild Child". Cyril, il batterista, è sempre più ispirato, e la maglietta, dal faccione di Yuri Gagarin sotto la scritta CCCP, è diventata quella di un Bruce Lee urlante: si arrampica sul parapetto e si lascia andare con le bacchette pronto a suonare il prossimo brano, sale sulla sedia e picchia come una bestia i dischi. Un martello. Thomas al basso/tastiere (ma anche Clo si alterna alla 'pianola') fa il suo. In breve, il centinaio di 'birrati' si entusiasma e si avventa sotto il palco a ballare, trascinati dal ritmo dei 'nostri'. Ricevo 'cinque' e complimenti da un bel po' di gente, 'ottawiani' compresi, che in qualche modo mi vede come una sorta di 'tramite' con la band. Interpreto il mio ruolo di 'claque' alla perfezione, e anch'io mi lascio trascinare dall'entusiasmo. Il concerto è perfetto, e ancora una volta finisce con Cyril che semidistrugge la batteria. Alla fine stringo la mano a Cyril, che mi dà appuntamento a martedì. Eh, già, l'NXNE finisce, ma i WAET restano a Toronto. Suoneranno al Silver Dollar Room. A la prochaine...

Vedi: We Are Enfant Terrible @ Wrong Bar, Toronto

Patrick Kane e la 'coniglietta' di Playboy

Serata di premi (awards) per quanto riguarda l'NHL. Non starò qui ad annoiarvi con i nomi di tutti i vincitori. Per quello potete andare a controllare sui siti specializzati o vedere quanto propone il sito dedicato del Corriere Canadese.
La vera 'chicca' della serata è stato vedere Patrick Kane, 'stella' dei Chicago Blackhawks
e fresco vincitore della Stanley Cup avvinghiato a una non bella ma alquanto sensuale 'coniglietta' di Playboy in un palco del Casinò di Las Vegas dove si svolgeva la manifestazione.
Come sottolineato dal
blog di Ms. Blackhawks: "Sharp and Kane were interviewed during a break. Kane had a playboy bunny on his arm, lets pretend to be surprised by that".
Kane, intervistato da George Stroumboulopoulos ("The Hour", on
CBC) e a fianco del compagno di squadra Patrick Sharp, a precisa domanda del noto conduttore su chi fosse la procace fanciulla, ha risposta candidamente: "It's my new friend". Non è difficile prevedere gli sviuluppi della storia, e dell'amicizia novella, tra Patrick e la 'coniglietta', viste anche le note attività mondane del campione americano.

La ragazza Facebook del giorno è Emma

E' davvero difficile trovare qualcosa da dire su Emma, la ragazza Facebook del giorno. Carina è carina, non c'è che dire, pienotta anche. Insomma, quelle curve che piacciono ai maschietti. Abbondante ma 'con juicio' direbbe il Manzoni.
Sul proprio profilo Facebook non è che mi inondi di informazioni. Attualmente risiede a Utica, New York, insomma negli Stati Uniti.
Musicalmente parlando i suoi artisti preferiti sono Legh
ost, Azerola, Bomvivant e Brandy Brewer. Non conosco nessuno dei quattro.
I suoi film preferiti sono invece "La casa de las conejitas" e "Human
Traffic". Anche in questo caso nisba, almeno per quanto ne sappia io.
E allora provate a
mandarle una richiesta di amicizia voi...

Vedi: Sandra ci ha solo il faccino da brava ragazza...
Vedi: Scarlet, la 'signora in rosso' di Facebook
Vedi: Alexandra, segni particolari bellissima
Vedi: Angelina, il suo modello è Lady Gaga
Vedi: Maya, dolce e sensuale libanese
Vedi: Yuka, il fascino orientale di Facebook
Vedi: Shirley, la più bella del mio Facebook
Vedi: La bella Shirley torna dalle parti dell'Urlo
Vedi: La bellezza delle 'chicas latinas'

Terremoto e tornado a Toronto in un solo giorno

Giornata tremebonda a Toronto quella di quest'oggi. Sarà l'arrivo dei 'grandi' della Terra che ha fatto inkazzare Dio? Con il G8 e il G20 dietro la porta (si comincia questo week-end) ecco che la metropoli dell'Ontario oggi ha subito una bella scossa sismica del 5.5 della scala Richter, mentre da stasera è pieno allarme tornado, anche se le zone interessate sono lievemente più a Nord (Barrie) e a Ovest (Windso).
I sindaci delle cittadine coinvolte hanno addirittura invitato la gente a trovarsi urgentemente un riparo. Ma qui comunque sono organizzati e il canale meteo è seguitissimo, oltre ai sottopancia che scorrono sugli altri canali. Quindi, almeno credo, e spero, la situazione dovrebbe essere sotto controllo.
Per altre informazioni sul Canada clicca qui

martedì 22 giugno 2010

Voi gli lascereste baciare la vostra maglia?

Appena leggo queste cose mi vengono i sudori freddi, incrocio le dita e spero solo si tratti della solita 'balla'. Però l'indiscrezione che viene dalla Spagna, e non è la prima, ribadirebbe la volontà di Zlatan Ibrahimovic di indossare (e immagino a questo punto anche baciare) la maglia del Milan. Ne parla il giornale catalano 'El Mundo Deportivo', da sempre a metà tra finzione e realtà, ma certamente non proprio fuori strada, visto la fallimentare stagione dello 'svedese' al Barcellona e l'arrivo di David Villa in blaugrana.
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Vedi: Allegri, fumata bianca in via Turati
Vedi: Addio Rosato, eroe dei 'popolari'

Addio Roberto Rosato, ti ho amato dai 'popolari'

Mentre i Mondiali sudafricani vedono sul campo un'Italia impalpabile, un azzurro storico, ma soprattutto un grande milanista, saluta la compagnia, il mondo del pallone e la vita. Lasciandoci tutti un po' più poveri.
Roberto Rosato
, "faccia d'angelo", era il simbolo di un calcio duro, ma vero, sincero, grintoso e fisico. Se ne è andato l'altra notte a Cheri, all'età di quasi 67 anni.
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La pompa del signor Crawford

Un signore distinto e con incipiente calvizie si aggira per le notti di Toronto con una copia di "Now" sotto braccio. Utile per scoprire dove andare a mettere i propri canini. In quale ora della notte, in quale lugubre posto nascosto, dove rifugiarsi in caso la temperatura salga oltre i 15° o la luce del sole superi quella di una camera oscura. E, nel frattempo, se passi dal distrubuitore di Mr.Crawford, perché non divertirsi a fare un po' il pirla per College Street West?

Tattoo, tattoo, come te ci sei solo tuuu...

Siamo, anzi, sono sempre al Wrongbar di Toronto, nella parte più rancida di Queen Street West. Corpi sudati, qualche ubriaco, rasta, Big Freddie da New Orleans che canta sul palco evidentemente omosessuale con due fanciulle che non presenterei a mia madre che si dimenano sul palco in abiti discinti. Ne parlo tra poco. Fra un concerto e l'altro però, non posso non tramandare ai posteri questo bellissimo tatuaggio che ho fotografato con licenza della bella fanciulla che lo 'indossava'. Lo so, c'è di meglio, ma io trovo questo assolutamente affascinante...

Vedi: I We Are Enfant Enfant Terrible nella notte del Wrongbar

domenica 20 giugno 2010

We Are Enfant Terrible @ Wrong Bar, Toronto

Un po' Gang of Four, un po' Magazine, un po' Franz Ferdinand, ma anche un po' la primissima innocente Lio. Questi sono i We Are Efant Terrible, gruppo francese che ha allietato ieri la mia nottata al Wrong Bar di Queen Street West. Ma prima voglio parlare dell'NXNE, vero simbolo della Toronto musicale, che dal 1994 porta in oltre 50 club della città centinaia di band 'indie' d'ogni genere musicale. Mi sono colpevolmente perso le prime puntate dell'edizione 2010 causa stanchezza incipiente, ma ieri, puntando il dito (quasi) a caso, ho scelto il Wrong Bar avendo compreso che ci sarebbe stato qualcosa di 'alternativo', e non ho sbagliato. I WAET sono un gruppo di Parigi creatosi nel maggio 2008. Sul palco arrivano Clotilde e i suoi due amichetti, soprattutto il batterista, un pazzo scatenato che non riesce a stare seduto mentre pesta le bacchette sullo strumento che poi, almeno al Wrong Bar, ha quasi sfasciato a fine concerto. Dal loro sito: "All performed live with Guitars, Drums and re-programmed Nintendo gameboy on stage". Tra i gruppi recenti sono stati avvicinati ai Coldfrapp e ai the Ting Tings, e secondo me, a ragione specie ai secondi. Sul palco hanno un'energia eccezionale, che ha persino oscurato la loro qualità nelle prime tre canzoni, francamente suonate davvero malino, complice qualche problema di strumentazione. Tra i pezzi che mi hanno fatto più 'muovere' vi segnalo "Wild Child" e "Eagles don't Sparkle". 15 dollari per il concerto, cominciato all'1 di notte (ma con loro altri sei gruppi fino all'alba), ma ne sono valsi la pena. A fine concerto ho beccato il bassista/chitarrista e il batterista, che si aggiravano nel locale: a precisa domanda, il primo mi ha risposto che il suo gruppo preferito sono i Rolling Stones (!), il secondo ha risposto George Benson (!!!), mentre so per certo che Clotilde, la cantante/tastierista, ha il suo riferimento nei Daft Punk. E stasera, se David Bowie me lo permette, vado a vedere Iggy Pop...

Vedi: Un salto negli Eighties con i Psychedelic Furs
Vedi: Siamo uomini? No, siamo Devo!

sabato 19 giugno 2010

The Taste of Italy in College Street West

Giornata di festa a Little Italy, e il mio 'diario' si riempie di paccottiglia italiana. 'The Taste of Italy', tante bancarelle lungo College Street West, tra Bathurst e Ossington, esco da casa e mi sembra di essere in una via di mezzo tra Rimini e la Fiera di Senigallia, solo un po' più grezza e con tanta gente di tutto il mondo in più, italiani che non parlano italiano ma che girano con la maglia e il nome Baggio sulla schiena, bandierine di mille colori e una bambina tenerissima e nera che balla al suono di 'Una rotonda sul mare', pure lei con la magliettina d'ordinanza azzurra. Domani gioca la Nazionale. Cosa sarà di tanto entusiasmo? Non preoccupatevi, non cambierà (quasi) niente. Gli italocanadesi di qui torneranno a parlare inglese aspettando l'inizio del prossimo campionato di Serie A.

Vedi: Il Brasile vince e Toronto diventa Rio
Vedi: Que Viva Mexico!

Sandra ci ha solo il faccino da brava ragazza...

Un'altra ragazza fidanzata maledizione. Sandra, la bella Sandra, la dolcissima Sandra. A meno che quello che si vide sulle foto del suo profilo Facebook non sia un amico d'infanzia o di scuola. Ma ne dubito... credo che sia invece il fortunato che sta con questo meraviglioso esemplare, nativo della Colombia, segno del Leone, ha studiato al Politecnico del suo Paese e, musicalmente parlando, ama molto gli Evanescence e Avril Lavigne. Dal punto di vista sportivo invece tifa per il Deportivo Independiente Medellin, mentre come giocatore preferito ha Cristiano Ronaldo (e ti pareva?). Ha un visino pulito da brava ragazza ma due 'argomenti' assolutamente provocanti in grado di fare sbandare qualsiasi veicolo di passaggio. Ma, come purtroppo già vi scrivevo, la sensazione è che per questi 'argomenti' la bella Sandra sia già occupata...

Vedi: Scarlet, la 'signora in rosso' di Facebook
Vedi: Alexandra, segni particolari bellissima
Vedi: Angelina, il suo modello è Lady Gaga
Vedi: Maya, dolce e sensuale libanese
Vedi: Yuka, il fascino orientale di Facebook
Vedi: Shirley, la più bella del mio Facebook
Vedi: La bella Shirley torna dalle parti dell'Urlo
Vedi: La bellezza delle 'chicas latinas'