giovedì 25 aprile 2024

Moulin Rouge, si staccano le pale ma nessun ferito

foto di Lola Delabays per Unsplash
Le pale del Moulin Rouge si sono staccate questo mercoledì notte, 24 aprile, dal celebre monumento parigino e sono cadute in strada. Per ora ignote le cause, secondo la direzione del noto locale che esclude un atto doloso. Si sono anche staccate le prime tre lettere dall'insegna. Non si registrano feriti, hanno affermato i vigili del fuoco, aggiungendo che non vi è più alcun rischio di crollo. L'incidente è avvenuto tra le 2:00 e le 3:00 nella notte tra mercoledì e giovedì.<br>
"Questa è la prima volta che si verifica un incidente di questo tipo dalla sua creazione, il 6 ottobre 1889", ha detto l'amministrazione del Moulin Rouge, che non ha "nessuna informazione" sulla causa di questo incidente. "E' successo dopo la chiusura fortunatamente", ha detto la stessa fonte, precisando che "ogni settimana la direzione tecnica del cabaret controlla il meccanismo delle ali del mulino e non ha riscontrato alcun problema". <br>L'unico incidente grave accaduto nel tempio del cancan fu un incendio dovuto ai lavori nel 1915 che costrinse il Moulin Rouge a chiudere per nove anni. <br>Il celebre locale situato ai piedi della collina di Montmartre, sinonimo di folli notti parigine e e davanti al quale migliaia di visitatori ogni giorno si scattano foto, festeggerà il suo 135° anniversario il 6 ottobre. <br>Il Moulin Rouge è aperto tutti i giorni e presenta due spettacoli ogni sera accogliendo 850 visitatori, ovvero 600mila all'anno. (fonte: AGI)

25 aprile, l'ultima truffa della propaganda sinistrorsa

foto Andreas per Unsplash
La festa, se così si può definire ancora, del 25 aprile, cade come l'ennesimo stanco momento di relax per l'italiota medio in cerca di vacanze e feste per fuggire a Rimini con la famigliola in saccoccia. Con il gentile contributo di qualche sciopero a rimorchio, giusto per allungare il brodo.
Così, per rivestire di una patina di nobiltà un giorno ormai disegnato sul nulla, ecco che 'il 25' torna ad essere, con 70 anni di ritardo, la giornata dei partigiani invitti, dei marciatori verso la vittoria, dei liberatori senza macchia, roba da cinegiornale Luce compreso soltanto da alcuni falliti in retroguardia, tipo gli estremisti dei Centri Sociali, sempre pronti a ornarsi di vestigia non proprie, calunnie spacciate per verità, presunti ideali sconnessi varie ed eventuali.
Senza arrivare alle interviste da 'Milanese Imbruttito', a eventuali domande su cosa rappresenti il 25 aprile, il giovane coinvolto spesso non sa bene cosa rispondere: triste, vero, non c'è da rallegrarsene, ma impostare una campagna demagogica sul nulla è identificativo di come a Sinistra si continui a sbagliare nel tentare, alla cieca, di individuare dei valori oggi condivisi dal popolo italiano. Valori che, certamente, non sono rappresentati da questa data che, proprio per colpa della Sinistra, continua a essere divisiva se tanto è, che al passaggio non di improbabili reduci della RSI, ma della stessa Brigata Ebraica, debbano intervenire le forze di polizia per impedire contumelie e violenze varie. Questa è la Sinistra, ragazzi, e queste le feste sbandierate dai suoi pennivendoli lecchini.
Secondo un sondaggio di Yougov del 2022 (certamente più attendibile delle 'sparate' telecomandate a tutta pagina di "Repubblica"), il 43% non degli italiani non celebra il 25 aprile, e un ulteriore 6% si dice incerto.
Concentrandosi sul 43% di italiani che invece non festeggia la giornata (si riporta sempre da Yougov), la ragione principale è che non è tradizione all’interno della famiglia (per il 50% di chi non festeggia), ma c’è anche chi ritiene la Liberazione strumentalizzata (22%), chi pensa sia obsoleta nel contesto odierno (13%), e chi, pur condividendone i valori, la trova troppo politicizzata (13%).
Infine, malgrado il 69% degli intervistati lo ritenga comunque importante (ecco da dove arrivano forse i numeri 'forzati' da Repubblica), un terzo dei rispondenti invece ritiene che non abbia senso essere antifascisti oggi, in quanto “il fascismo non esiste più”.
Può bastare per dire che, oggi, il 25 aprile vale la festa della Befana?

domenica 10 marzo 2024

Papa Francesco alza la voce: "L'Ucraina abbia il coraggio di arrendersi"

Le parole del Papa, su "La Repubblica", scivolano a pagina 12
Il Papa torna a fare il Papa. Finalmente. Una parola forte, quasi inattesa, dopo tanto silenzio, a favore della pace. E lo fa prendendo una posizione chiara, che contrasta con la propaganda occidentale della 'pace ucraina' tanto vaticinata da Volodymir Zelensky, leader sempre più instabile di un'Ucraina sconfitta ma che ancora combatte 'per procura', mandando al macello i giovani di una generazione intera (ormai sostituiti da quelli meno giovani) per la felicità dei costruttori d'armi occidentali e per chi, a ovest, è riuscito perfino a far balenare la possibilità dell'incredibile, una nuova guerra mondiale, quella che sarebbe la più atroce di tutte.
La guerra 'perpetua' del resto, piace all'Occidente. Alla fine chi ci rimette sono solo coloro che vanno al fronte, le economie più deboli, la maggior parte dell'Europa ma, soprattutto, le classi sociali meno forti, quelli che vivono della propria quotidianità. I ricchi, quelli no, anzi. Con la guerra, e questa è storia, hanno sempre più aumentato le proprie entrate. Grazie alle armi e grazie allo sfruttamento di ciò che possiedono, negandolo ovviamente agli altri. Un po' come quando cercano di convincervi che gli alimenti fatti con le farine di insetti sono buoni e salutari, ma loro intanto continuano a mangiare la costata alla fiorentina accompagnata da pane fresco di giornata.
La Russia, beh, la Russia continua a non aver problemi. Della salute della propria popolazione se ne è sempre occupata fino a un certo punto, in perfetto stile da regime sovietico: pane e salame per tutti (salame russo), case riscaldate il giusto, l'acqua calda quando c'è. Insomma, le sanzioni hanno toccato fino a un certo la vita e la società russa: addio alle scarpe italiane, ci si rifà con quelle cinesi. Non sono la stessa cosa, ma nessuno si lamenta, da quelle parti sono abituati, e allora si va avanti così. Come nella guerra con l'Ucraina. Ovviamene i propagandisti occidentali hanno puntato il dito contro il Pontefice, reo di avere detto una cosa assolutamente contraria alla litania proferita dai politici filoamericani, per arrivare fino alle parole di Emmanuel Macron, che ha paventato una 'guerra calda' in terra ucraina, con l'invio di militari francesi ed europei.
"E' più forte chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca", e "quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà?". queste le parole di Papa Francesco che, oltre che alla guerra ucraina, si riferisce anche alle stragi compiute dai militari israeliani a Gaza dopo la mattanza realizzata da Hamas il 7 ottobre.
"Oggi si può negoziare con l'aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è coraggiosa", ha detto il Pontefice in un'intervista con la Radiotelevisione svizzera che andrà in onda il 20 marzo, di cui l'ANSA ha pubblicato alcune anticipazioni. Per fermare i morti serve "negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Nella guerra in Ucraina ce ne sono tanti, la Turchia si è offerta, e altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore", ha chiesto il Santo Padre ricordando che anche lui è pronto alla sua parte, sia per l'Ucraina sia per Gaza. E ancora: "Il negoziato non è mai una resa" e "La guerra è una pazzia". E ancora una chiara accusa verso chi sbandiera finte ideologie come scusa per uccidere: "Dietro una guerra c'è l'industria delle armi, e questo significa soldi", puntando il dito contro chi "guadagna per uccidere" con aziende per cui "oggi ci sono gli investimenti che danno più reddito".
Un'intervista coraggiosa e capace di smuovere le coscienze che i media occidentali hanno prudentemente cercato di ignorare o cauterizzare. "La Repubblica", classica voce 'padronale' dell'atlantismo più bieco, l'ha prudentemente 'retrocessa' a pagina 12, senza commenti.
L'Ucraina che non si arrende, o che viene costretta a non arrendersi, ora dovrà rispondere. Anche se, già in passato, è riuscita a fare passare Papa Francesco per 'filo-russo'. Roba da inserirlo di diritto nelle famose liste di filo-putiniani pretese da Zelensky a Giorgia Meloni.

sabato 9 marzo 2024

Guerra in Ucraina, ucciso il neonazista francese Cesar Aujard

La 'home page' della TASS che riporta la notizia
La guerra è fatta di morte e, purtroppo, di morti. I nomi contano sempre ma, in questo caso, ancora di più, perché la fine di Cesar Aujard non è cosa da poco, ma è invece destinata a fare rumore.
Aujard, un combattente francese nella fila dell'esercito ucraino, noto per le sue posizioni neonaziste. La notizia viene riferita dalla TASS, che commenta la morte del mercenario francese con il drammatico verbo di 'liquidated' durante uno scontro avvenuto ad Avdeyevka.
Con lui è stato 'eliminato' un altro neonazista francese, Cesar Augharome. Morti che fanno seguito al massacro di mercenari francesi (circa 60 morti) avvenuto a Kharkov pochi giorni fa.
Secondo Sergey Rudskoy, vicecapo del quartier generale delle forze armate russe, sono emersi forti legami di questi con i servizi segreti francesi e, sui corpi di altri soldati caduti, sono stati ritrovati evidenze di appartenenza a forze militari americane e polacche.
Tornando alla figura di Aujard, non è solo la TASS a parlarne come un importante figura nell'ambito del neonazismo transalpino. Un articolo del sito francese "Streetpress", scritto nell'ottobre 2023, intitolato "César et Paul, néonazis mondains", dedicato all'amicizia fra Aujard e un altro neonazista francese, Paul Bichet, partner nella vita della discussa attrice Beatrice Dalle.
Aujard avrebbe cominciato la propria carriera come tatuatore ma, successivamente, come riportato dall'articolo "ora combatte sul fronte orientale con l'esercito ucraino. Sul suo account Instagram, distilla scorci della sua vita, tra allenamenti con i pesi e allenamenti di tiro, raccontati da Mediapart, Libération o L'Équipe. Insieme, i due uomini hanno vissuto una traiettoria verso l’estrema destra più violenta" (traduzione Google). E ancora "César ora tatua neonazisti, come i membri del Gud – un'organizzazione studentesca di estrema destra nota per le sue azioni violente – o la divisione Martel – un gruppo di giovanissimi attivisti parigini altrettanto violenti e razzisti. Ha preso parte a diverse 'risse' nella foresta con la banda di teppisti parigini Jeunesse Boulogne, guidata da Marc de Cacqueray-Valmenier, leader dei neonazisti della capitale e Gud. César allena anche una figura di combattente libero di estrema destra, l'ex soldato e teppista di Rennes Maxime Bellamy, per il suo 'Re delle strade' combattimenti clandestini (quasi) senza regole" (traduzione Google).
L'articolo è ovviamente molto più lungo, ma consente di inquadrare meglio la figura di Aujard anche da un punto di vista 'occidentale'.

giovedì 7 marzo 2024

Milan-Slavia Praga: tifosi cechi in Piazza Duomo, cori, colori e belle ragazze

Due tifose dello Slavia Praga in Piazza Duomo (foto Bordignon)
Giornata di festa a Milano per l'arrivo di quasi 5mila tifosi provenienti dalla Repubblica Ceca per assistere a Milan-Slavia Praga, andata degli ottavi di finale di Europa League.
Un contorno colorato e chiassoso e che, almeno per quanto riguarda mattina e pomeriggio precedenti alla partita di San Siro, non ha portato ad alcun temuto incidente.
In diverse centinaia i tifosi radunatisi, come da tradizione, in Piazza del Duomo in un bel pomeriggio di sole, controllati attentamente da un nutrito gruppo di agenti di polizia.
Un lungo cordone composto dai tifosi più accesi si è sistemato appena al di là del sagrato del Duomo, srotolando a un certo punto un grande e lungo striscione dove campeggiava la scritta "Ave Slavìa Fuck Polizìa", dove appariva evidente una rima forzata dalla pronuncia 'slava'. Di fronte un altro cordone composto da altri tifosi dello Slavia, altri del Milan, curiosi e fotografi, fra cui due al seguito dei 'fan' ospiti.
I tifosi dello Slavia si sono poi divisi in due gruppi opposti: il primo ha cominciato a gridare "Slavia" e di rimando l'altro "Praha". E ancora, a strofe alterne, ma ovviamente inintelligibili per chi non conosca la lingua ceca, una versione riadattata di "Sarà perché ti amo" dei Ricchi e Poveri e una di quella 'canzone' che a San Siro veniva intonata all'arrivo dei tifosi del Napoli ("Senti che puzza, scappan pure i cani...").
Alle 17.20 fine delle trasmissioni, i tifosi sfollano dalla piazza e, nella maggior parte, sono stati fatti confluire nella metropolitana 'rossa' M1, opportunamente chiusa al resto dei passeggeri.
Epilogo della giornata in attesa della partita, fra sciarpe, cori e, bisogna dirlo, splendide ragazze ceche, che non hanno lesinato sorrisi e 'messe in posa'. Zero incidenti, zero violenza. Il bello del calcio.

I tifosi dello Slavia Praga in Piazza del Duomo nelle foto di Massimiliano Bordignon: