domenica 31 maggio 2020

La follia comunista condanna Fontana, assolto il giorno dopo

La violenza dei contestatori 'rossi' in una foto del Corriere
Li osservi ragliare con il loro sguardo ubriaco di odio, le facce rosse da avvinazzati di comunismo, contagiati dal virus di una vita persa in ideologie fallite e consunte.
Sono i rappresentanti del CARC, acronimo che sta per Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo, portatori malati di quell'epidemia che ha portato alcuni bipedi a lordare un muro di Milano con la scritta "Fontana assassino", nell'affannosa ricerca di un nemico che dia un senso alla propria esistenza.
Il 'fascioleghista', sia esso il governatore lombardo, Attilio Fontana, o anche semplicemente un cittadino dissenziente, è il nuovo inventato simbolo del 'male', il pupazzo da appendere in Piazzale Loreto, perché senza quella partigianeria malata di presunti guardiani di una libertà altrettanto immaginaria, le menti di certi personaggi non troverebbero giustificazioni per continuare nel proprio retropensiero vecchio di oltre mezzo secolo.
Ormai sono uguali a se stessi da anni, alcuni incappucciati protoventenni, altri 'descamisados' ultrasessantenni, mano nella mano, l'uno appoggiato sull'ignoranza dell'altro. E, per citare un vecchio coro da stadio, 'sempre di meno'. Per fortuna.
Merita di essere riportato il delirio di questi fanatici: "La giunta Fontana deve essere cacciata - dicono seri e convinti - e la soluzione è quella di costruire un commissariamento popolare fatto delle tante organizzazioni come le brigate di solidarietà e i sindacati di base". Un inno.
Salvo poi scoprire, il giorno dopo, come lo stesso Fontana sia stato assolto dai magistrati e il Governo Conte ritenuto responsabile (come del resto si sapeva) della mancata apertura delle Zone Rosse della Bergamasca (che nulla c'entrano con i 'rossi' nel cervello di cui sopra).
Sono queste le piccole cronache quotidiane della meschina disinformazione nazionale, che porta poi all'esplosione di questi tumori di democrazia allo stato terminale.
Anche perché, ovviamente, sui giornali del 'pensiero unico' cattocomunista nazionale, "Il Corriere della Sera" e "La Repubblica" in testa, del giudizio 'assolutivo' su Fontana, ormai comunque costretto a vivere sotto scorta, non vi era notizia alcuna.

L'articolo de "La Verità" sulle 'zone rosse' che scarica Fontana dalle colpe

sabato 30 maggio 2020

Italia divisa fra Nord e Sud? Forse, ma gli italiani sono altro

La carta geografica dell'Italia. Sotto, le differenze nel tempo
A volte rimango stupito di come anche valenti giornalisti cerchino di modificare il senso della notizia per giustificare posizioni pseudo intellettuali i cui fini mi sono, forse fortunatamente, oscuri.
Prendiamo l'apertura di "Libero" di oggi, vergata dall'ottimo Renato Farina, il quale punta il dito su una presunta frattura insanabile fra Italia del Nord e Italia del Sud, ormai, secondo lui, ai limiti quasi di una guerra civile.
Caro venerando e sicuramente più bravo collega, non mi trovi d'accordo. Le differenze fra le due entità ci sono, eccome, non si negano. Che, a volte, taluni, le esprimano con moti d'insofferenza reciproca, pure. Che ci siano personaggi, infine, che tendano a pigiare l'acceleratore, per motivi squisitamente politici, per amplificare queste distanze, lo ammetto.
Da qui però a una frattura reale ce ne passa. Anche perché, ed è questo, secondo me, l'errore del collega, in Italia vivono persone molto più intelligenti e mature di quanto si pensi.
Sono il primo a non amare lo Stato Italiano, in sintonia con il famoso detto di Klemens von Metternich, "L'Italia è una espressione geografica". Uno stato frutto di una espansione doppiogiochista savoiarda, mischiata a un tetro e decadente bizantinismo romano e levantino. Insomma, il peggio del peggio.
Però, poi, ci sono gli italiani. Che, per fortuna, a queste stupidate ci passano sopra, senza confini. L'intelligenza, in questo caso, viaggia proprio come ci ha insegnato il coronavirus, non si ferma alle frontiere, nazionali o regionali. Con magari diversa intensità di passioni, dal Friuli alla Liguria, dalla Toscana alle Marche, dal Molise alla Puglia fino alla Sicilia, ovunque l'italiano medio ama e abbraccia e comprende, grazie a quella sua naturale empatia con il mondo che gli ha permesso di emigrare ovunque e dovunque imporsi, grazie alle proprie capacità e saggezza, intellettuale o imprenditoriale.
Siamo così sicuri che la beceraggine vantata dall'articolo di "Libero" corrisponda alla realtà di studiosi e studenti, imprenditori e lavoratori, operai e commercianti di Milano e Messina, di Udine e Benevento, di Parma e Foggia? Io non credo. Anzi, ne sono certo. Che si voti Lega o si auspichi il ritorno dei Borboni. Gli italiani sono cosa ben diversa dall'Italia.

venerdì 29 maggio 2020

Dalla Spagna un pesante attacco all'OMS

La prima pagina di "XL Semanal", sotto due pagine interne
"XL Semanal", una delle principali riviste spagnole, ha sferrato un poderoso attacco nei confronti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, attraverso un servizio già presentato nella 'prima' di copertina. "Cosa si nasconde dietro l'OMS?". Senza dubbio, sostiene nel titolo la rivista, il coronavirus ha portato alla luce le sue enormi inefficienze. E ancora, all'interno del servizio, rincara la dose, analizzando l'incapacità dei responsabili dell'organizzazione.
Una critica importante verso quella struttura nei confronti della quale l'Italia sembra aver delegato la gestione del Covid, cercando poi di scaricare altrove e su altri le responsabilità di oltre 30mila morti.
"Mancanza di trasparenza, influenza cinese, errori di calcolo, di gestione. L'OMS è venuta a mancare clamorosamente, secondo gli esperti - si legge nel testo -. E gli errori sono costati vite. Senza dubbio, questi stessi critici, con Bill Gates in testa, hanno chiaro che oggi più che mai è necessaria una istituzione globale potente, armata di scienziati, medici e finanziamenti, che si confronti con l'esercito più pericoloso del mondo: i virus. Il futuro dell'umanità è in gioco".


mercoledì 27 maggio 2020

Fabio Gabrielli, quando Facebook torna a essere utile

Fabio Gabrielli durante una sua diretta Facebook
Uno dei pochissimi aspetti positivi del 'lockdown da coronavirus' è stata la riscoperta del web e delle possibilità che questo garantisce.
Fra queste l'opportunità di incrociare personaggi che, direttamente nel salotto di casa nostra, ci forniscono opinioni qualificate o ci raccontano le proprie preziose esperienze.
E' così che "Sette minuti con Fabio Gabrielli", rubrica quotidiana in diretta Facebook tutti i giorni alle 13.30 con il noto filosofo, professore universitario e autore di vari saggi e articoli scientifici, fornisce uno spaccato molto interessante della nostra società, trattando da un paio di mesi temi esistenziali, psicologici, sociali, politici ed economici, con un taglio filosofico e antropologico.
Gabrielli alterna nella sua rubrica interventi in prima persona a dialoghi con vari ospiti, sulla base del tema scelto.
Interessante, fra le varie, la puntata-confronto con Giacomo Tamborini, giovane componente di comitati scientifici di varie associazioni e collaboratore di diverse testate cartacee e online.
Nel dialogo con Gabrielli, Tamborini ha fornito una prospettiva molto interessante e personale dell'attuale situazione, soffermandosi su alcuni momenti chiave del nostro tempo: timori e aspettative dei giovani, opportunità lavorative aperte da un mondo sempre più tecnologico, nuovi scenari umani tra globalizzazione e protezionismo.
Dalla prossima settimana, i “Sette minuti con Fabio Gabrielli” cambieranno format: tre giorni alla settimana, in orario serale, alle 21.

martedì 26 maggio 2020

Wanda Nara milanista: messaggio subliminale, bufala o realtà

La foto 'milanista' di Wanda Nara pubblicata e poi cancellata
Le foto di Wanda Nara in 'mise' improvvisamente rossonera circolanti per il web da qualche tempo hanno allertato l'attenzione di appassionati sportivi ed esperti di calciomercato.
La supermaggiorata moglie di Mauro Icardi, ex interista e attuale giocatore del Paris Saint Germain (ma ancora di proprietà del club nerazzurro), ha infatti inserito una foto su Twitter, subito cancellata (ma ripresa da Telelombardia), in cui, con la scritta a margine 'recuerdos', veniva ripresa assieme alla sorella e ai figli a San Siro, rigorosamente vestiti con la maglietta del Milan. E' evidente il riferimento al periodo in cui la Nara, allora moglie di Maxi Lopez (era il 2012), seguiva le partite del Milan. Potrebbe questo essere un 'avviso di chiamata' per la più antica società di Milano o, semplicemente, una foto ricordo utile a gettare fumo negli occhi di altre società interessate all'acquisto del bomber?
In passato, del resto, ospite di un programma Mediaset, sempre assieme a Maxi Lopez, la stessa showgirl esaltava la scelta di approdare al club rossonero da parte dell'allora marito, in quanto, asseriva, avendo già giocato nel Barcellona, avrebbe così militato nelle due più forti squadre di Spagna e Italia, e in quelle che lei preferiva maggiormente.
Quanto poi l'attuale consorte di Icardi, e sua procuratrice, ami smuovere le acque utilizzando in modo perfino sboccato la propria immagine (e anche quella della sua famiglia) è noto.
Il sito calcionews24 cerca di riassumere alcuni degli ultimi 'look' della 'wandona' di Boulogne Sur Mer, cittadina alle porte di Buenos Aires, rigorosamente rossoneri.
La modella argentina ha infatti spesso 'cromatizzato' i propri messaggi sportivi, associando i colori indossati a quelli della squadra nella quale militi il marito (di turno) o nella quale questo ambirebbe a militare.
"Certo è che gli stivali Casadei rosso porpora - scrive il sito - indossati in occasione di una recente allegra serata, qualche giorno fa, accompagnati da un abito nero aderente (il tutto documentato da tanto di foto su Instagram), hanno suscitato le illazioni (e chissà, magari pure le fantasie) dei tifosi del Milan e le battute di quelli nerazzurri".
Personalmente ho cercato, e trovato, altre foto 'rossonere' della Nara, senza conferma, a dire la verità, che appartengano a un periodo temporalmente recente dell'esibizionista Wanda.
Tanto basta, ovviamente, a fomentare un gioco mediatico che, sinceramente, di sportivo ha davvero poco, utile soprattutto per alimentare chiacchiere da bar o arricchire le collezioni di 'cosce lunghe' esposte nei retro dei garage milanesi.



lunedì 25 maggio 2020

Ronzulli su Instagram contro la 'movida' di Barletta: "Imbecilli"

La foto pubblicata da Licia Ronzulli su Instagram
E' dura, e probabilmente con ragione, Licia Ronzulli, milanese ma di origini pugliesi, proprio nei confronti di una nota città pugliese, Barletta, a causa degli eccessi della 'movida' locale, che la senatrice di Forza Italia mostra in una foto sul proprio profilo Instagram, immagine che sarebbe stata scattata alle 10 di sera di questa domenica.
"Questa foto l'ho fatta io questa sera", scrive sui social la parlamentare, proseguendo: "Me lo avevano detto ma non ci credevo. Sono andata a vedere con i miei occhi".
E, a chiudere, i tag di prammatica e i giudizi senza sconti: "#Movida. #Assembramenti. Quasi tutti senza #mascherina. Non curanti di quello che ci è successo. Come se nulla fosse. Imbecilli senza rispetto per la vita - scrive Ronzulli -. e neppure per chi la vita l'ha persa".

domenica 24 maggio 2020

Tasse, argomento caro alla Sinistra: "Si perdono più di 100 miliardi l'anno"

Mentre si mostra sempre più evidente l'incapacità, da parte del Governo, di fornire attività commerciali e liberi professionisti dei fondi necessari alla ripartenza economica, parte nemmeno da troppo lontano la ricerca delle scuse. Fra le prime, sempre all'avanguardia quando a reggere le sorti del Paese c'è la Sinistra, l'annosa e pedante questione dell'evasione fiscale che, ovviamente, quasi mai va a tangere i grandi potentati industriali o i colossi del web, che in Italia pagano cifre ridicole di imposte, ma le persone che lavorano, dai salumieri agli avvocati, dai dentisti fino a tutti i tipi di negozianti.
"In Italia fra evasione fiscale e contributiva si perdono per strada più di 100 miliardi l'anno. Con una seria riforma pagheremmo meno e pagheremmo tutti". A sentenziarlo il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto MariaRuffini, in una intervista a "La Stampa". Prosegue l'intervista. "Non lasciare mai che una crisi diventi un'opportunità sprecata... Mi piacerebbe contribuire a costruire un sistema fiscale grazie al quale ognuno si senta parte di una comunità, e non debba combattere per vedersi riconosciuti i diritti". Una nuova riforma? "Bisognerebbe anzitutto riordinare le norme esistenti, eliminare quelle inutili, raccogliere le 700-800 leggi e decreti in materia tributaria, magari attraverso un testo unico. Una volta fatto questo, si può passare ad una vera riforma: l'ultima risale ormai a cinquant'anni fa".

sabato 23 maggio 2020

Toyah, ecco il 'live in salotto' durante il coronavirus

Uno dei momenti del concerto 'casalingo' di Toyah
Mattinata trascorsa ad ascoltare, in parte, il concerto casalingo di Toyah, al secolo Toyah Willcox (Toyah è veramente il suo nome... di battesimo, se mai questo ci sia stato). che, in questi tempi di coronavirus, la cantante inglese ha offerto a tutti i propri fan con un 'live' molto particolare: "Live in Your Living Room" è stato infatti il titolo del collegamento avvenuto sui social, con i vari componenti della band che, ognuno da casa propria, hanno costruito un concerto in cui la cantante ha raggruppato alcune delle sue storiche hit, colonna sonora (forse di nicchia) di alcuni dei momenti più belli del post-punk e della new-wave nei primi anni '80.
Fra una canzone e l'altra, domande e risposte, sempre sui social, con gli ascoltatori e gli altri membri della band.
Ormai splendida donna di 62 anni compiuti la settimana scorsa, la Willcox non si è risparmiata, come del resto ha sempre fatto nella sua stravagante carriera di icona estetica e variopinta, punto di riferimento per gli amanti dell'alternativo a ogni costo, senza però dimenticare la qualità della musica e la bellezza di una fra le voci più caratterizzanti dell'ultimo mezzo secolo.
Leggi anche: Esecuzione 'da casa' per il Coro di Petrozavodsk

La 'locandina' del concerto e, sotto, alcune foto di Toyah in versione punk


venerdì 22 maggio 2020

San Siro, Commissione scandalo concede l'abbattimento: "Non ha interesse culturale"

San Siro oggi, sotto nelle versioni 'antiche'
Fulminea e immediata come tutte come quelle cose che in Italia non riguardano l'interesse pubblico ma gli affari di alcuni singoli, importanti, privati. Ecco che, con un repentino colpo di mano, la diatriba legata alla possibilità di abbattere lo stadio di San Siro è stata saltata a piè pari da un gruppo di oscuri burocrati governativi, l'ennesima 'task force' di questo periodo maledetto.
La Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia, cui il sindaco Beppe Sala aveva posto richiesta in tal senso, evidentemente alla ricerca di qualcuno su cui scaricare una decisione che, fin dal suo inizio, è parsa ineluttabile a causa dell'intenso profumo di soldi che la demolizione di San Siro recava con sé, ha definito lo stadio 'privo di interesse culturale'.
Secondo la commissione, l'ok alla distruzione della Scala del Calcio era più che condivisibile in quanto "trattasi, allo stato attuale, di un manufatto architettonico in cui le persistenze dello stadio originario del 1925-26 e dell'ampliamento del 1937-39 risultano del tutto residuali rispetto ai successivi interventi di adeguamento e ampliamento, realizzati nella seconda metà del Novecento e pertanto non sottoposti alle disposizioni, perché non risalenti ad oltre settanta anni". Inoltre, si legge ancora nel documento, "le stratificazioni, gli adeguamenti e ampliamenti fanno dello stadio un'opera connotata dagli interventi del 1953-55, oltre a quelli del 1989-90, nonché dalle opere successive al Duemila, ovvero un'architettura soggetta a una continua trasformazione in base alle esigenze legate alla pubblica fruizione e sicurezza e ai diversi adeguamenti normativi propri della destinazione ad arena calcistica e di pubblico spettacolo".
Rimane l'amarezza e l'offesa perpetrata attraverso queste righe fredde, prive di quella passione che milioni di tifosi hanno riversato in quello che è uno degli stadi più gloriosi d'Italia e del mondo, in cui Milan e Inter sono arrivate a dominare il mondo.
Non è un caso che, la tremenda decisione di abbattere San Siro, senza peraltro consultare quelli che dovrebbero esserne i principali 'clienti', ovvero i tifosi, avvenga quando le proprietà delle due squadre milanesi siano in mano a capitale straniero. Cinesi e americani poco sanno della storia di Milano, tanto meno delle sue squadre di calcio.
I velleitari progetti di ricostruzione presentati, arrivano peraltro in un momento in cui sia l'Inter, ma soprattutto il Milan, giocano un ruolo residuale nel panorama del calcio nazionale, pur avendo sperperato centinaia e centinaia di milioni per mercati fallimentari, risparmiando i quali avrebbero potuto fare uno stadio migliore e più bello, senza bisogno di distruggere uno dei cuori pulsanti dello sport e della cultura italiana, opera dell'ingegnere Alberto Cugini e dell'architetto Ulisse Stacchini, lo stesso autore della Stazione Centrale di Milano, celebrata come monumento riconosciuto in tutto il mondo.
L'articolo pubblicato da MilanoReporter #SanSirononsitocca



martedì 19 maggio 2020

Scandalo fra le cheerleader americane, licenziati allenatori e capitana

Le cheerleader della Kentucky University
E' scandalo nella puritana America per quanto successo all'Università di Kentucky, nella quale i coach e gli assistenti della squadra delle cheerleader dei Kentucky Wildcats sono stati licenziati in tronco, per mancanza di controllo e comportamento inappropriato delle proprie atlete, fra cui spiccano un consumo smodato di alcol e atteggiamenti volgari di nudo (nella versione inglese "hazing, alcohol use and public nudity").
A essere messi alla porta sono stati così l'allenatore Jomo Thompson e gli assistenti Ben Head, Spencer Clan e Kelsey LaCroix.
La vicenda ha assunto toni pruriginosi dopo l'indagine effettuata dall'università al suo interno, grazie agli interrogatori effettuati alle ragazze facenti parte della squadra, forse la più famosa nel mondo delle cheerleader d'oltreoceano, avendo vinto 24 titoli di 'settore' negli ultimi 35 anni: agli allenatori e ai loro vice viene imputata soprattutto la mancanza di controllo sopra quanto succedeva nel campus e, in certi casi, addirittura la connivenza con situazioni poco chiare, sebbene non siano emersi elementi di carattere esplicitamente sessuale.
Durante i camp di allenamento andati in scena nell'estate del 2019, alcune ragazze hanno testimoniato di avere visto compagne buttate nel lago, in alcuni casi nude, talvolta senza reggiseno, talvolta senza mutandine; in altri casi le ragazze vestivano le proprie divise senza indossare indumenti intimi, mentre ancora in altre situazioni hanno intonato canti e cori lascivi e volgari, oltre a trovarsi in più di un'occasione in evidente stato di ubriachezza, tanto da necessitare, in alcuni casi, di intervento medico.
In particolare desta scalpore l'allontanamento della LaCroix, fino a poco tempo fa parte integrante del gruppo, e figura di spicco nel mondo delle cheerleader, tanto da essere scelta per partecipare, nel proprio ruolo, alle Olimpiadi invernale svoltesi nel 2018 in Corea del Sud.

Kelsey LaCroix





Celtic campione di Scozia, e sono 9!

La pagina della BBC dedicata al calcio scozzese
Il Celtic è stato dichiarato Campione di Scozia d'ufficio, titolo che vince per la 51.a volta e per la 9.a volta consecutiva, impresa che, ai 'cattolici' di Glasgow, era già riuscita a cavallo degli anni '70, mentre i rivali dei Rangers avevano eguagliato la medesima 'striscia' a cavallo degli anni '90.
Una scelta, quella di assegnare la vittoria al Celtic, che ha sollevato poche perplessità anche fra gli avversari, visto che i biancoverdi vantavano 13 punti di vantaggio sui secondi in classifica, i Rangers, con otto partite ancora da disputare (e una gara da recuperare per i 'protestanti').
Resta da capire, ora, se verranno disputate semifinali e finale della Coppa di Scozia, su cui ancora la Football Association non si è espressa, ma che potrebbe costituire un succoso antipasto alla ripresa, con due partite di livello previste come semifinali, Celtic-Aberdeen e il derby di Edimburgo fra Hibernian e Heart of Midlothian, quest'ultimo club relegato d'ufficio, in quanto ultimo in classifica al momento dello stop.
Interessante notare come, per evitare qualsiasi contestazione, per definire la classifica finale, sia stato utilizzato il sistema della media punti per partita.
Anche il primo titolo della stagione, la Coppa di Lega, era stata vinta dal Celtic, che ormai non fallisce un trionfo dalla stagione 2015-16. Da allora, la squadra di Glasgow ha vinto tutti gli 11 titoli a disposizione.

La classifica finale della Scottish Premier League

lunedì 18 maggio 2020

Astrid Kirchherr, addio alla 'musa' dei Beatles

Astrid Kirchherr
Bella di quella bellezza androgina che solo una figura nordica poteva concedere, si è spenta a 81 anni Astrid Kirchherr, 'la fotografa che inventò i Beatles', così viene ricordata.
Fu lei la prima ad accoglierli ad Amburgo, sua città natale (e dove si è spenta) nel loro primo momento creativo, all'inizio degli anni '60, ma soprattutto fu lei, abilissima e talentuosa fotografa, a inventarne lo stile, dai primi abiti neri che così bene si adattavano al nomignolo storpiato degli 'scarafaggi', fino ai ciuffi e ai caschetti sbarazzini in uno stile 'dark' quasi anticipatore di quelli che, vent'anni dopo, sarebbero i segni identificatori della new-wave.
Le foto scattate allora da Astrid, che si era nel frattempo legata sentimentalmente a Stuart Sutcliffe, il 'quinto Beatle' morto prematuramente nel 1962 a causa di un aneurisma cerebrale, sono ancora il marchio portante del leggendario gruppo di Liverpool.
Nel racconto che ne fa l'agenzia AGI, 'in un certo senso tutti amavano Astrid: misteriosa e affascinante, bionda con i capelli corti, praticamente identica a Jean Seberg di "Fino all'ultimo respiro", il primo capolavoro di Godard'.
Giovane bohemienne dedita all'esistenzialismo, nella sua biografia online di Wikipedia viene citata questa sua frase: "La nostra filosofia, dato che siamo stati solo degli adolescenti, fu di vestirci di nero e incamminarci osservando il mondo attorno con malumore e malinconia. Naturalmente avemmo un riferimento ben preciso, che fu Sartre. Ci ispirammo agli artisti e agli scrittori francesi, perché erano vicini a noi occidentali, mentre l'Inghilterra era talmente lontana e gli Stati Uniti erano fuori dalla questione. Così provammo a pensare e a vivere come gli esistenzialisti francesi. Noi perseguivamo la libertà, volevamo essere diversi e provammo a essere distaccati, scettici".

Astrid con Sutcliffe, sotto con Sutcliffe e l'ex Voormann, e alcune sue foto dei primi Beatles







domenica 17 maggio 2020

Salvini: "La Serie A che non riparte è un disastro per lo sport italiano"

Matteo Salvini (foto profilo Facebook)
Matteo Salvini, leader della Lega, ha parlato di sport, ospite al telefono della trasmissione "Qui Studio a Voi Stadio" di Telelombardia. In particolare, sollecitato dalle domande dei conduttori, dalla possibile ripartenza della Serie A di calcio. "Voi l'avete capito? Ho sentito anche stasera il presidente del consiglio, ma alcune cose non le ho capite. Ci sono 400 consulenti, ma le mascherine ancora non ci sono, alcuni negozi non si sa se possano riaprire, per quanto riguarda lo sport, oggi ho visto un pezzo di Bundesliga con mio figlio. Per quanto riguarda l'Italia, a cominciare dalla scuola, siamo l'unico Paese che, fino a settembre non riapre nulla, e quindi, o sono matti tutti gli altri... per quanto riguarda lo sport, se non riparte il campionato non è un disastro per Ronaldo o Ibrahimovic, ma per tutto il resto dello sport italiano. Io spero che si riparta quanto prima e in sicurezza".
Salvini prosegue, tema la Serie A e un confronto con la scuola: "Il problema non sono i 200 milioni di euro legati ai contratti con Sky e DAZN, ma le decine di migliaia di posti di lavoro che rischiano di saltare. Temo che uno stop prolungato porti alla chiusura della metà delle società professionistiche e al dramma per le piccole società dilettantistiche. La domanda che mi faccio da italiano è come mai altrove hanno già trovato il modo, certo non basato sull'improvvisazione, e oggi riparte la Bundesliga e perché in italia no. Ma tornando alla scuola, in tutti i Paesi europei, le scuole dalle elementari ai licei o sono già riaperte da aprile o apriranno entro maggio. Da noi, fino a settembre, non si sa nulla o non se ne parla neanche".
Infine un argomento a lui caro, il Milan: "Poi io da milanista non ho la smania di ripartire, visti i risultati di questi anni. Ormai non so più se siano più i consulenti del Governo o gli allenatori cambiati dal Milan, il problema credo che stia in cima, non è possibile che tutti i giocatori si imbrocchiscano quando arrivano al Milan. A me piace una società con un nome e un cognome, e non un'azienda che sia un ramo azionario".
Infine un commento su Zlatan Ibrahimovic e la sua possibile partenza dal Milan: "Ibrahimovic è stato uno dei pochi sprazzi di luce degli ultimi anni. Ho cominciato a seguire il Milan in Serie B, e con Vinicio Verza che pareggiava il derby quasi a tempo scaduto, ma degli ultimi anni mi porto via Ibra, il primo tempo del derby di quest'anno e poco altro. Ma verranno tempi migliori, per il Milan ma soprattutto per l'Italia".

Mascherine tricolori in piazza per difendere commercianti e partite IVA

La foto d'apertura dell'articolo de "Il Primato Nazionale"
L'AGI parla di 'un centinaio', l'articolo de "Il Primato Nazionale" recita invece 'centinaia'. Sta di fatto che, malgrado la pubblicità 'regresso' che viene fatta contro ogni evento organizzato da Casapound, in tanti fra commercianti, ristoratori e partite IVA - ovvero la trave portante dell'economia italiana e la preferita da colpire per gli alfieri del dirigismo centralista neocomunista - sono scesi in strada a Roma per protestare, ordinatamente, silenziosamente e con mascherina tricolore rigorosamente appiccicata al volto, contro i provvedimenti economici adottati dal Governo Conte.
Pur nella tranquillità generale, la polizia è riuscita a trovare una scusa per fermare il corteo. "Il Primato Nazionale", attraverso Ilaria Paoletti, racconta: "...sebbene la protesta delle 'Mascherine' sia, per l’appunto pacifica, la tensione sale quando in una stretta via del centro che sbocca in piazza di Spagna centinaia di manifestanti vengono bloccati da decine di camionette delle forze dell’ordine e agenti in assetto antisommossa... Tutto viene riportato alla normalità dopo un paio d’ore. I manifestanti vengono lasciati andare uno ad uno dalle forze dell’ordine, dopo aver chiesto i documenti ad alcuni di loro".
L'AGI riporta il virgolettato di uno dei presenti: "Hanno chiesto i documenti ai partecipanti minacciando sanzioni e pene esemplari, più che l'Italia sembra la Cina"...

sabato 16 maggio 2020

Il ritorno di Greta, fra coronavirus e solite banalità

La foto di Greta scelta da TgCom24
Immarcescibile Greta Thunberg, modello di vita degli adolescenti contemporanei (chissà perché mi veniva da scrivere 'convalescenti'...).
L'attivista svedese più strumentalizzata del mondo, ancora minorenne, ha declamato il proprio gretin-pensiero ala CNN, altro strumento di propaganda televisiva di proprietà del movimento per la globalizzazione internazionale.
E via con il profluvio di banalità, raccontate dal sito TgCom24: "Durante qualunque crisi sono sempre le persone più vulnerabili a essere colpite più duramente e si tratta dei bambini", racconta TgCom24. "Soprattutto nel sud del mondo, le persone nelle parti più povere del mondo, in particolare le persone che vivono in zone di conflitto e campi profughi". Greta ha poi affermato di avere contratto il virus e di essersi messa in isolamento dalla famiglia perché era "la cosa giusta da fare".
La frase migliore è però quella scelta dal sito italiano per titolare il proprio articolo: "Ascoltare gli scienziati, ecco la lezione dalla pandemia". Ora, però, bisognerebbe capire a quali 'scienziati' si riferisca la ragazzina colpita dalla sindrome di Asperger: se a quelli svedesi, che hanno lasciato praticamente 'mano libera' nei confronti del coronavirus, ovvero niente mascherine e tutto aperto come se nulla fosse, o quelli italiani, che hanno creato, più o meno giustamente, l'attuale clima di terrore, dove la maggior parte delle attività è rimasta chiusa, dove le mascherine prima non servivano per poi diventare obbligatorie, e dove la 'distanza sociale' è passata da zero, un metro fino a due metri. O forse si riferiva agli scienziati cinesi, quelli che per primi hanno, come minimo, taciuto la nascita e il propagarsi del Covid-19, se non esserne stati la causa principale, accusa che sempre più viene loro rivolta.
Affermare tutto e il contrario di tutto: questo il copione scritto dallo stratega delle comparsate dell'ammiratissima biondina, nei confronti di platee prone al facile applauso e al cenno assertivo asinino, ovviamente sparse in tutto il mondo, nel nome del globalismo dell'idiozia.

Sgarbi paragona Conte a "L'indifferente" di Watteau

Il quadro "L'indifferente" di Antoine Watteau
E' "L'indifferente" il quadro di Antoine Watteau che Vittorio Sgarbi, ospite del programma "Stasera Italia" di Rete 4, ha associato alla figura di Giuseppe Conte, presidente del Consiglio dei ministri italiano.
Sgarbi non nega l'intelligenza e l'acume sopraffini del premier, ma ne specifica, seguendo il tema del quadro, spesso associato alla novella omonima di Marcel Proust, la personalità 'indifferente' a tutto ciò che lo circonda.
Nel racconto di Proust, cito Wikipedia, si narra la storia di un giovane indifferente e considerato da tutti quasi una nullità, di nome Lepré, che attira, proprio per queste sue qualità, la curiosità di Madeleine di Gouvres, giovane vedova considerata dalla signora Lawrence 'la donna più viziata di Parigi'.
Il quadro ritrae un giovane uomo con vestiti luccicanti, abbozzante un passo di danza, inconsapevole di ciò che gli ruota intorno.
Un racconto e un quadro che, secondo Sgarbi, si adattano a pennello (è proprio il caso di dirlo) al Giuseppi nazionale.

venerdì 15 maggio 2020

Milano non si ferma, Sala si inventa le Cascate del Niguarda

Il lago di via Arbe, poco lontane le Cascate del Niguarda
Encomiabile Beppe Sala, il sindaco di Milano che 'piace alla gente che piace', alle persone perbene dedite all'aperitivo con olivetta nel giardino di casa, perché 'fa brutto' mischiarsi con i milanesi 'imbruttiti', non per propria ignoranza, ma per la quotidiana lotta che devono portare avanti nella metropoli governata da 'Pep', uomo di Destra consegnatosi alla Sinistra, perché in nome di una 'poltrona' si può abbracciare qualsiasi ideale.
Se lo slogan 'Milano non si ferma' è andato a farsi friggere per colpa del coronavirus, è curioso capire se avrà un futuro il 'Venite a fare le vacanze all'Idroscalo' recentemente coniato dal Beppe, fino a poco tempo fa solo una battuta scherzosa che girava fra gli amanti del 'camparino' delle 18, magari al terzo giro.
Perché Milano, in fin dei conti, ha tutto: il mare e il lago (l'Idroscalo), la montagna e la collina (la montagnetta di San Siro), c'è gioia per tutti. Da giovedì sera, però, grazie all'ennesimo diluvio biblico con grandine annessa e ai poco funzionanti pozzetti e tombini locali, esistono le note Cascate di Niguarda, come ha sottolineato un mio 'amico di Facebook' (ne cito solo il nome per motivi di privacy, Raffaele), imponente e maestoso scenario naturale che solo la 'Milano che non si ferma' può offrire.
Scrive Raffaele: "Volevo proporre al sindaco Sala, che parla di vacanze di mare all'Idroscalo, l’alternativa lacustre di via Arbe con visita alle vicine Cascate del Niguarda! Poi magari le scalate sul Montestella e, per gli sportivi, i Mondiali di Tiro e Spada nel boschetto di Rogoredo".
Prenda nota, signor sindaco. Grazie anche per questo.

Barcolana 2020, medici e scienziati per garantire il via

Il finale della Barcolana n° 51 (foto Bordignon)
La Barcolana numero 52, per ora, si disputerà. Prevista, come sempre a Trieste, per il mese di ottobre 2020, quella che viene considerata la più grande regata del mondo, presenti le barche più importanti del globo terracqueo accanto a quelle degli 'amatori' della domenica, dovrebbe andare in scena con alcune correzioni.
Il Consiglio di Amministrazione di Barcolana srl e il Consiglio direttivo della Società Velica di Barcola e Grignano hanno infatti integrato il proprio Advisory Board, composto originariamente da esperti di regate, con un team di medici e scienziati, tutti sportivi, appassionati di mare e con formazione triestina ma esperienza internazionale.
Si tratta di Alessandro Bavcar, medico referente per la promozione della salute presso il Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina, di Stefano Fabris, fisico e direttore dell’Istituto Officina dei Materiali del CNR, di Paola Storici, biochimica, senior researcher del Sincrotrone di Trieste, e di Serena Zacchigna, professore associato presso il Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Trieste e direttrice del Laboratorio di Biologia Cardiovascolare dell’ICGEB. I quattro scienziati a partire da maggio entreranno a far parte del Comitato che, da cinque edizioni, consiglia gli organizzatori in relazione alle scelte innovative dell’evento.
La scelta di integrare l’Advisor Board deriva anche dalla volontà di applicare il protocollo emanato dalla World Sailing, la Federazione internazionale della vela, che a marzo ha pubblicato una serie di direttive riguardanti il ruolo dell’organizzatore di regate in tempi di pandemia da Covid-19.
“In questi due mesi di lavoro insieme alle autorità e ai partner - ha dichiarato il presidente della Svbg, Mitja Gialuz - abbiamo identificato una serie di scenari e opzioni. Fermo restando che - salvo l’entrata in vigore di norme nuovamente restrittive in campo sanitario - la Barcolana si farà, e si farà l’11 ottobre 2020 preceduta dagli eventi collegati che fanno storicamente parte del nostro calendario. Ora abbiamo bisogno che ricercatori e medici, appassionati di vela e conoscitori della Barcolana, possano aiutarci valutando le opzioni organizzative e i protocolli operativi che stiamo mettendo a punto, consentendoci di ottimizzarle ancora prima di sottoporle alle autorità sportive, cittadine e regionali”.

Alcuni tra gli 'scatti' più belli della Barcolana 2019 (foto Bordignon)