sabato 29 giugno 2019

Facce da Sea Watch, ovvero quando il ridicolo diventa peggio

Le 'famiglie' sul ponte della Sea Watch: tutti maschi ben piantati
Le 'facce da Sea Watch' sono tante, troppe, come minimo una quarantina più del necessario, il numero di clandestini (non profughi né tanto meno rifugiati) che la 'coraggiosa' capitana Carola Rackete vorrebbe scaricare nella terra (e sulle s-palle) degli italiani.
Mentre la claque facilmente raccolta per creare un finto giubilo all'arrivo della delinquente 'da sbarco' squittisce e grugnisce i propri 'osanna' per l'ennesima invasione fuori controllo e contro ogni norma, gli italiani, che stupidi non sono e che lo hanno dimostrato anche alle ultime elezioni, hanno ben identificato alcune immagini che rimarranno indelebili in cabina elettorale: la faccia della mitomane capitana, una via di mezzo fra stato trasognato e alticcio e ubriachezza assai molesta, pervasa dall'incubo della propria pelle chiara e da un neo millenarismo tutto personale idealizzato a nuovo stile di vita, che la porta però a rompere i coglioni al prossimo, non tanto ad aiutarlo. La faccia dei politici di turno, primo fra tutti il comico Davide Faraone, piddino di marca renziana, una vita spesa dalla parte sbagliata della politica e delle scelte, che già nelle proprie esibizioni televisive di normale attualità ha sempre espresso un tono di voce acidulo e sgraziato, arricchito da una pronuncia inascoltabile, probabilmente peggiorata con la navigazione e l'ansia di assurgere a 'conducator' della rivolta della 'nuova Sinistra dis-organizzata' (anche perchè pure nel PD più di qualcuno ha arricciato il naso sulla salita a bordo degli 'eroi', forse presagendo l'ennesimo autogol politico in agguato). Bypassati i politici suoi pari, ecco le facce pasciute degli africani in crociera. Così malconci, come tutti i loro predecessori, da essere ben nutriti e vestiti, oserei dire robusti e piantati, con tanto di chitarre per suonare una dolce canzone alla luna e alle stelle. Facce che ritroveremo sparse nelle notti italiane, a Milano disseminate fra una Stazione Centrale e una di Lambrate, tra lavori irregolari, spaccio di droga, prostituzione, furti e omicidi. Le prossime vittime, e i loro parenti, ringraziano sin d'ora la bella, si fa per dire, Carola.
Di sicuro non vedo facce disperate, né facce di famiglie o bambini (a parte forse quei pochi piazzati a bella posta da chi organizza queste 'sceneggiate' del mare). Osservo solo l'ennesimo assalto al buon senso e ai confini nazionali da parte di gente prezzolata che ha trovato in questo commercio un fine alternativo, macabro e delinquenziale alla propria esistenza da falliti.