(foto Unsplash - Priscilla Du Preez) |
Secondo le stime, nel capoluogo veneto il 5,7% della popolazione ha ricevuto una diagnosi di diabete di tipo due, in linea con i trend epidemiologici nazionali, ma con tassi di ospedalizzazione per complicanze e mancato controllo dei livelli glicemici superiori alla media nazionale.
"Il numero delle persone che vivono nelle città è in continuo aumento da diversi anni e, secondo le stime, questo numero è destinato a crescere ulteriormente", ha ricordato Andrea Lenzi, presidente di Health City Institute, di Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze per la vita della Presidenza del Consiglio dei ministri, che ha proseguito: "Parallelamente, riscontriamo una crescita di alcune malattie, come diabete e obesità, la cui diffusione è considerata ormai l’epidemia della società del benessere. L’aumento di queste malattie croniche non trasmissibili, e non solo, è infatti fortemente legato ai profondi cambiamenti di stile di vita che comporta la vita nelle città, come lavori sedentari, scarsa attività fisica, alimentazione scorretta, tanto che si parla oggi apertamente di 'urban diabetes', diabete urbano".
Angelo Avogaro, presidente Fesdi-Federazione delle società di diabetologia e Presidente del Comitato promotore Venezia Cities Changing Diabete: "Venezia si appresta ad affrontare una sfida particolare: il 5,7% della popolazione ha ricevuto una diagnosi di diabete di tipo due, in linea con i trend epidemiologici nazionali. Il tasso di mortalità per diabete è inferiore alla media per entrambi i sessi (55,4 in Veneto rispetto al 65,1 in Italia). Ma i tassi di ospedalizzazione per complicanze e mancato controllo dei livelli glicemici sono superiori alla media nazionale".