Raissa e Mikhail Gorbaciov (da VareseNews) |
Aveva 91 anni e ormai era l'ombra del capo di stato che incontrò Giulio Andreotti a Milano, al termine di una splendida passerella tra due ali di folla a fianco dell'affascinante moglie Raissa.
Incommentabili le frasi di giubilo di una persona che ritenevo intelligente quale Marco Rizzo, esponente dei Comunisti Italiani. Comprensibile però il tentativo di ridurre la portata di un personaggio che piace tanto all'Ovest perché abbia contribuito a smontare l'Est.
Facile amare un nemico che si arrende senza combattere. Nella seconda metà degli anni '80 fu suo il cosiddetto tentativo di riformare il sistema socialista, allora in piena crisi, con parole d'ordine quali 'perestrojka' (ristrutturazione) e 'glasnost' (trasparenza).
Nel capoluogo lombardo tenne una conferenza stampa insieme all'allora presidente del Consiglio italiano, Andreotti, in cui affermò che la NATO e il Patto di Varsavia dovevano diventare organizzazioni sempre più politiche e sempre meno militari. Affermò anche che la Primavera di Praga in Cecoslovacchia nel 1968 aveva delle giuste rivendicazioni di libertà. Successivamente lui e la moglie furono accompagnati in Piazza della Scala dall'allora sindaco (socialista) Paolo Pillitteri, e anche in questo caso la folla arrivò sino a piazza Duomo per vederlo. Milano fu per lui un punto di riferimento costante, politico e culturale, in cui ritornò diverse volte per incontri internazionali e conferenze.