lunedì 23 luglio 2018

Il Manifesto su Marchionne, il coma profondo è del giornalismo

La prima pagina de Il Manifesto
Ho sempre sostenuto il cinismo dei giornali e dei giornalisti, ci sono state prime pagine di Libero che ho difeso a spada tratta, sebbene fossero di 'lana grossa'. Ma forse nemmeno quelle arrivavano a coprire di merda un uomo morente in un letto d'ospedale. Che gran parte della Sinistra sia costretta a grattare 'sotto terra' (non quella dei cimiteri, ma figurata) per riuscire a trovare dei segnali di vita (o morte apparente) ormai è un dato acquisito. Ne sono un chiaro monito le minacce a Salvini e ai 'fascioleghisti', l'isterismo che ha colto i suoi militanti di spicco dopo la creazione dell'ultimo governo (il primo votato dagli italiani dopo molti anni) e 'copertine' come quella de Il Manifesto, dedicata (o 'ispirata'?) all'imminente e da tutti preannunciata morte di Sergio Marchionne (comunque ancora vivo al momento in cui questo post, e suddetta copertina, vengono pubblicati), che probabilmente verrà dipinta come sagace e frutto di un diritto di cronaca 'alternativo'. Adesso aspetto con fiducia la vignetta di Vauro.
PS: gli stessi autori di questa prima pagina e di coloro che la sosterranno sono gli stessi che tuonavano contro alcuni titoli discutibili di alcuni giornali della cosiddetta Destra, i quali avevano quanto meno il pregio di non esprimere giudizi ma raccontare la cruda verità (uno per tutti il famoso "Bastardi islamici").