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Lo scontrino incriminato |
Niente più parolacce, niente più offese gratuite. E ci può anche stare. L'educazione e il rispetto per il prossimo prima di tutto. Ancora una volta, però, da una parte sola. L'Italia si scandalizza per la parola
'froci' inserita a bella posta alla fine di uno scontrino che la
Locanda Rigatoni, un nome che sembra uscito da un cinepanettone dei Fratelli Vanzina, ha fatto recapitare attraverso un impudente cameriere a una coppia di malcapitati gay. I quali, giustamente, si sono sentiti offesi. Da qui però a fare perdere il posto di lavoro al cameriere che parrebbe reo dell'azione definita 'omofoba', oltre a infliggere una forte penale al locale, ce ne passa. Superando ogni immaginazione, il portavoce del
Gay Center,
Fabrizio Marrazzo, chiede al sindaco della città,
Virginia Raggi, la revoca della licenza al locale. Ristorante in cui, oltre al 'cameriere omofobo', sicuramente lavoreranno, ora tutti a rischio, almeno un cuoco, il lavapiatti, e probabilmente altro personale.
L'Italia vive quotidianamente il frutto di un carattere, quello degli abitanti della Penisola, spesso (fortunatamente) irriverente e satireggiante. Ne sono una prova vignette e programmi blasfemi, pubblicità al limite dello choccante, giornali che dell'offesa mordace hanno fatto una bandiera, come il
Vernacoliere di Livorno. In particolare proprio Roma, patria della Locanda Rigatoni, è famosa per un approccio alla materia spesso sguaiato, a volte perfino volgare.
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L'esterno della caratteristica Locanda Rigatoni |
Restano però le zone d'ombra, sempre più evidenti:
si può offendere il Papa e il cattolicesimo, e nessuno fiata, ma se uno si permette di avanzare delle perplessità sull'Islam come religione di pace, dagli all'islamofobo. Se nel guardare verso la politica di Destra ci si può permettere ogni genere di insulto, il mondo della Sinistra e degli 'amatissimi' Partigiani rimane un candido e ovattato fiocco di cotone senza macchia, intoccabile e sacro.
La lobby del mondo gay non è da meno, potentissima, temutissima e, evidentemente, piuttosto isterica. Basta un'offesa, per quanto pesante (che poi tutto andrebbe sempre contestualizzato e, ammetto, personalmente non conosco la storia della Locanda Rigatoni) per mettere a rischio dei posti di lavoro, forse l'esistenza stessa di un locale. Come ho scritto sul mio profilo Facebook, data la mia più totale solidarietà alla coppia gay insultata in un ristorante di Roma, trovo che sia più stronzo fare perdere il posto di lavoro a un cameriere per una stupidaggine cui avrebbe potuto rimediare con delle semplici scuse piuttosto che scrivere 'froci' sullo scontrino.