Giuseppe e Maria nello spot di "Idealista" |
Direttamente dalla pagina dell'app la campagna viene definita 'multisoggetto d’ispirazione natalizia in sinergia tra web e TV. Tre settimane di programmazione, fino all’Epifania (ahinoi)'. Sempre secondo "idealista" 'la campagna affronta il tema della Natività con grazia, calandolo nella realtà odierna in una sottile tensione surreale tra tecnologia e tradizione'. Questo secondo loro.
A chi scrive appare invece, lungi dal voler apparire il classico professorino moralista, che questi spot, tesi a esaltare l'app che permette di cercare annunci di compravendite edilizie (credo...), scadano in un già visto banale, una cristianofobia ormai scontata, tesa a ridicolizzare una religione su cui ormai sparano cani e porci, e sulla quale perfino una presunta maestra del Friuli si prende la briga di cambiare i nomi dei protagonisti, da Gesù a Perù.
Insomma, il duo di 'creativi' Gibbo&Lori non pare abbia fatto una grande... creazione. Per la ridicolizzazione del cattolicesimo e del mondo occidentale c'è ormai una fila lunga chilometri, a furia di prendere il numerino per fare a gara nell'apparire il più 'dissacrante' si è scaduti nella banalità della presa per i fondelli a senso unico, salvo poi scandalizzarsi se qualcuno disegni Maometto con o senza turbante o, giustamente, si 'permetta' di ironizzare sull'altra grande religione monoteista mondiale, quella di un mondo islamico teso alla 'colonizzazione' dell'Occidente.
La stessa azienda si era del resto segnalata per avere trasformato l'inno di Mameli ribattezzandolo 'inno integrazionale', melassosamente dedicato alla cosiddetta 'integrazione' di stranieri e clandestini vari per, si cita ancora, 'contribuire al dibattito sugli immigrati con una visione umana: persone che aspirano ad avere una vita migliore in un Paese, l’Italia, nel quale sperano di crescere come esseri umani, vivere in famiglia e contribuire alla crescita della nazione e al futuro della società italiana'.
Nell'attesa speranzosa, ma probabilmente vana, di vedere uno spot con un Maometto barbuto a caccia di un appartamento nei pressi della Mecca per andare in adorazione alla Pietra Nera, rimango sorpreso del fatto che nessuno abbia sollevato il problema sugli spot trasmessi da questa app, già colpevole per il solo fatto di avere trasformato un aggettivo così positivo nel vile appellativo di una marca da supermercato. Se questo è il concetto di 'idealismo' di cui si è impossessato il mondo dei media moderni, ecco un motivo in più per tornare al telefono a gettoni.