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Dalle conclusioni emerge la necessità - da parte della popolazione generale e a prescindere dal coinvolgimento personale rispetto alla tematica oncologica - di accompagnare il malato anche al di là del percorso terapeutico strettamente correlato alla malattia. Se vi è un sostanziale apprezzamento nei confronti delle opzioni terapeutiche oggi disponibili e messe a disposizione dal Sistema Sanitario Nazionale, la domanda di salute non si esaurisce in questo particolare aspetto e, anzi, assistiamo a un paradosso per cui il progresso diagnostico e terapeutico rischia di essere vanificato da un sostanziale peggioramento della qualità della vita in termini psicologici, sociali e anche economici.
Alberto Ricciuti, presidente di Attivecomeprima, durante un recente evento celebrativo, svoltosi a Palazzo Marino alla presenza dello stesso sindaco, Giuseppe Sala, ha sottolineato: "Nata nel 1973 all’interno dello stesso mondo medico in uno dei più prestigiosi Istituti di oncologia, (Attivecomeprima, ndr) ha vissuto fin dai suoi inizi l’evoluzione e gli straordinari cambiamenti dei metodi di diagnosi e cura del cancro e dei nuovi bisogni e mutamenti sociali che li hanno accompagnati".
Si è trattato, quindi, di un tragitto lungo e parallelo a quello dell’evoluzione dell’oncologia medica. "Fin dalla sua fondazione, Attivecomeprima cammina fianco a fianco dei malati e i dei loro familiari, aiutandoli gratuitamente con un supporto psicologico, di medicina generale e psicocorporeo, per sostenere e preservare al meglio, durante e dopo le terapie del cancro, quella fisiologia del vivere che consente - al corpo e alla mente che noi siamo - di rimanere dentro al solco della nostra vita anche nei suoi momenti più drammatici, riuscendo persino a rinnovarne il senso e a trarre così dalle stesse terapie i loro migliori effetti. Un supporto di respiro ecobiopsicosociale, che Attivecomeprima considera da sempre parte integrante delle terapie oncologiche".