Visualizzazione post con etichetta Nadana Fridrikhson. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Nadana Fridrikhson. Mostra tutti i post

sabato 30 aprile 2022

Nadana Fridrikshon da giornalista a spia: divampa la caccia alle streghe

Nadana Fridrikshon alla televisione russa
Dopo le censure alla stampa russa, la cancellazione di siti e televisioni legati in qualche modo a Mosca presenti sul web o sui nostri satelliti televisivi, siamo arrivati direttamente alle accuse di spionaggio. Chi esprime un'idea diversa da quella propugnata dal 'conducator' nazionale Mario Draghi, scendiletto del 'padrone' americano, merita di finire sotto le grinfie del Copasir: se poi ha la sventura di essere di nazionalità russa è certamente un agente inviato dal Cremlino, membro di quel FSB che ha sostituito il KGB.
Ergo, devo immaginare che anche io che, a occhio a croce, esprimo spesso giudizi critici verso la posizione del governo italiano nei confronti della guerra in Ucraina, debba essere 'attenzionato' dagli agenti del controspionaggio nazionale.
Sicuramente lo è Nadana Fridrikhson (di cui sono, fra l'altro, 'amici' su Facebook, faccio pubblico 'outing'): "In un programma RAI si possono ospitare non giornalisti qualunque ma funzionari del ministero della Difesa russo?". La domanda è posta dal deputato PD e membro della Vigilanza RAI, Andrea Romano, evidentemente 'dimentico' che, per quanto riguarda la parte ucraina, nelle televisioni italiane sono sfilati uno dopo l'altro giornalisti, inviati, politici, militari, ministri e viceministri. Lo stesso Romano che aveva richiesto l'allontanamento del professor Alessandro Orsini dal programma "Carta Bianca" di Bianca Berlinguer, programma cui, fra l'altro, ha partecipato in maniera 'pericolosa' la Fridrikhson.
Insomma, il pensiero dissonante, ancora una volta, spaventa anzi, terrorizza, i membri del PD. Fautori di una guerra che la maggioranza degli italiani non vuole, riaffermata dai partiti di maggioranza del Parlamento, Lega e Cinque Stelle. Una scelta di guerra che in Parlamento però, non è stata discussa. Proprio come quella mancanza di discussione che paventa tanto Romano, alla faccia di qualsiasi giornalista, sia esso collegato con ministeri della difesa od organi della sicurezza del proprio Paese.

L'intervista della Fridrikshon rilasciata a "La Stampa"

sabato 16 aprile 2022

La brutta figura di Quarto Grado con Nadana Fridrikhson

Una bella foto di Nadana Fridrikhson dal suo profilo Instagram
I media italiani sprecano l'ennesima occasione per evitare una brutta figura. Non è la prima volta che un rappresentante della stampa russa compare sulle nostre televisioni, ma è forse la prima (sarò sincero, evito di guardare normalmente la pattumiera televisiva che ci viene quotidianamente fornita) che una stessa giornalista venga sottoposta a un fuoco di fila vergognoso e a una serie di attacchi isterici da osteria di quart'ordine.
Capita alla bella Nadana Fridrikhson, gentile giornalista di Zevada TV, molto stimata in patria che, sul web, ha così raccontato la sua terribile esperienza sui 'liberi' media del Belpaese, dapprima su La7 ("Otto e mezzo" di Lilli Gruber) quindi su Rete 4 ("Quarto grado" di Gianluigi Nuzzi).
Sottoposta al tiro incrociato del guittume giornalistico nazional popolare, la Fridrikhson si è dovuta sorbire anche l'incresciosa reazione di tale Carmelo Abbate, maschera carnascialesca del tipico italiano 'meridionaleggiante', voce a 140 decibel e gestualità incontrollata, quei tizi che fanno tanto ridere a una cena di mezzanotte in una tavolata estiva in riva al mare, ma che lasciano di stucco se uno si immagini di trovarsi di fronte a un bipede pensante.
La bella Nadana ha strabuzzato gli occhi, forse non credeva manco lei in quale cartone animato dell'orrore fosse terminata. Personalmente sono rimasto pochi secondi a osservare tale scempio televisivo quindi, inesorabile, il pulsante è tornato sulla partita del Milan.
Pochi giorni fa, sui propri canali 'social', la Fridrikhson ha postato la propria reazione al 'supplizio' patito, fortunatamente riportata tradotta da un'iscritta a Facebook di origine russa, regalando alla televisione italiana una figura drammatica, che poi è quella che si merita. 
Riporto integralmente: "(la) giornalista russa racconta stupita la sua esperienza nella 'libera' TV italiana. Qui nel video parla del 'preconfezionamento' delle informazioni e delle accuse: "la Russia è l'aggressore, se pronunci la parola guerra ti arrestano 15 anni, i loro cervelli sono cosi lavati... E quando gli parli di fatti concreti, reportage che hai fatto di persona, testimonianze dei civili, di quello che hai sentito e visto con i tuoi occhi, ti stoppano e cominciano con i loro dischi rotti, credono solo agli americani, noi russi non siamo giornalisti".
Le mie scuse alla collega, le posso solo dire che la gente, in Italia, quella che si incontra per strada, non ha il cervello incatramato come questi signori dell''informazione' vorrebbero.