sabato 16 aprile 2022

La brutta figura di Quarto Grado con Nadana Fridrikhson

Una bella foto di Nadana Fridrikhson dal suo profilo Instagram
I media italiani sprecano l'ennesima occasione per evitare una brutta figura. Non è la prima volta che un rappresentante della stampa russa compare sulle nostre televisioni, ma è forse la prima (sarò sincero, evito di guardare normalmente la pattumiera televisiva che ci viene quotidianamente fornita) che una stessa giornalista venga sottoposta a un fuoco di fila vergognoso e a una serie di attacchi isterici da osteria di quart'ordine.
Capita alla bella Nadana Fridrikhson, gentile giornalista di Zevada TV, molto stimata in patria che, sul web, ha così raccontato la sua terribile esperienza sui 'liberi' media del Belpaese, dapprima su La7 ("Otto e mezzo" di Lilli Gruber) quindi su Rete 4 ("Quarto grado" di Gianluigi Nuzzi).
Sottoposta al tiro incrociato del guittume giornalistico nazional popolare, la Fridrikhson si è dovuta sorbire anche l'incresciosa reazione di tale Carmelo Abbate, maschera carnascialesca del tipico italiano 'meridionaleggiante', voce a 140 decibel e gestualità incontrollata, quei tizi che fanno tanto ridere a una cena di mezzanotte in una tavolata estiva in riva al mare, ma che lasciano di stucco se uno si immagini di trovarsi di fronte a un bipede pensante.
La bella Nadana ha strabuzzato gli occhi, forse non credeva manco lei in quale cartone animato dell'orrore fosse terminata. Personalmente sono rimasto pochi secondi a osservare tale scempio televisivo quindi, inesorabile, il pulsante è tornato sulla partita del Milan.
Pochi giorni fa, sui propri canali 'social', la Fridrikhson ha postato la propria reazione al 'supplizio' patito, fortunatamente riportata tradotta da un'iscritta a Facebook di origine russa, regalando alla televisione italiana una figura drammatica, che poi è quella che si merita. 
Riporto integralmente: "(la) giornalista russa racconta stupita la sua esperienza nella 'libera' TV italiana. Qui nel video parla del 'preconfezionamento' delle informazioni e delle accuse: "la Russia è l'aggressore, se pronunci la parola guerra ti arrestano 15 anni, i loro cervelli sono cosi lavati... E quando gli parli di fatti concreti, reportage che hai fatto di persona, testimonianze dei civili, di quello che hai sentito e visto con i tuoi occhi, ti stoppano e cominciano con i loro dischi rotti, credono solo agli americani, noi russi non siamo giornalisti".
Le mie scuse alla collega, le posso solo dire che la gente, in Italia, quella che si incontra per strada, non ha il cervello incatramato come questi signori dell''informazione' vorrebbero.