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domenica 6 dicembre 2020

Fontana 'distrugge' il divieto di mobilità fra Comuni

"Una norma che non ha minimamente senso": così il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha parlato del divieto di mobilità fra Comuni il 25 dicembre introdotto dall'ultimo Dpcm. "Io credo che il giorno di Natale con questa norma si rischi di creare un disastro sociale e umano, perché ci saranno tante persone anziane che non potranno incontrare i propri figli", ha detto Fontana a Radio Padania. "E' una situazione che ritengono veramente senza senso, così come ritengo senza senso che si stabilisca una data come termine ultimo per poter tornare alle proprie residenze. Quella sì che è una cosa che rischia di creare assembramenti e caos sui treni, nelle stazioni e negli aeroporti, l'esatto contrario di quello di cui abbiamo bisogno", ha aggiunto Fontana, in riferimento alla norma del decreto che vieta di spostarsi anche tra regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio.
Il Parlamento cambi i divieti sugli spostamenti introdotti nell'ultimo decreto del Governo per le festività "prima di Natale". E' la richiesta ribadita da Fontana. "C'è una possibilità che io ho fatto presente al presidente del Consiglio, e cioè che tutte le forze politiche si impegnino a portare con la massima urgenza in Parlamento la conversione del decreto legge e in sede di conversione modifichino il decreto medesimo. Visto che la conversione può essere fatta subito - ha specificato il governatore - se tutte le forze politiche decidono un percorso privilegiato, prima di Natale si potrebbe arrivare alla conversione e modificare le regole".
"Non avremmo mai potuto accettare soluzioni di questo genere", ha aggiunto. "Se i miei genitori abitano nel mio Comune posso andare a mangiare da loro - ha concluso - Se abitano a 500 metri ma in un altro Comune no. Mi si spieghi dal punto di vista sanitario la differenza". (fonte: ANSA)

giovedì 24 giugno 2010

Dalla Padania all'Italia, passando per il Tibet...

Diciamolo chiaro e tondo. Alcune uscite qualcuno se le potrebbe risparmiare. Indipendentemente dal pensiero politico. Perché si può anche essere fuori dal coro, si può essere punk, si può essere tutto. Però a volte il cattivo gusto dà un po' fastidio. Anche a chi magari, a certi presunti 'ideali' potrebbe perfino non rimanere indifferente. E così l'uscita dell'Umberto da Giussano, o da dove arriva non so bene, ha indispettito un po' tutti. Salvo poi costringere il 'Senatur' alla retromarcia frettolosa.
Insomma, in Italia toccate tutto ma non la Nazionale di calcio, ci mancherebbe, Da una parte fa tristezza che certe uscite indignino solo quando si parla di pallone. Abbiamo sentito le peggio castronerie sui temi più diversi, ma se qualcuno spara sulla Nazionale (cosa che più o meno facciamo tutti), apriti cielo. Anzi, diciamoci la verità, siamo pronti a farlo al triplice fischio di domani, se il risultato sarà negativo. Ma prima no, ci mancherebbe, "stringiamoci a coorte", come dice il nostro bistrattato inno, che qualcuno si dimentica di suonare o sostituisce con le canzoni di Gino Paoli. La prossima volta proporrò Pupo, tanto il livello ormai è quello
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