giovedì 20 febbraio 2025

Trump mette Zelensky al muro: "Comico modesto e dittatore non eletto"

Un'immagine di Donald Trump tratta dal "New York Post"
Inarrestabile Donald Trump, come da tradizione ma anche più di quanto era plausibile attendersi. Il neopresidente degli Stati Uniti entra a gamba tesissima in quella politica internazionale nella quale Joe Biden appariva tentennante come il Parkinson che pareva condizionarne i movimento del capo.
L'uomo del MAGA mette l'Europa e l'Ucraina di fronte alle proprie responsabilità. 'Il Re è nudo', si potrebbe dire, senza èiù scuse.
Davanti alla platea di investitori della Future InvestmentInitiative, a Miami, Trump non si è tirato indietro, esprimendo quello che tanti hanno pensato in questi anni, in cui la cosiddetta 'morale comune' e la demagogia occidentale serviva come piatto pronto: la Russia 'cattiva' avrebbe aggredito l'Ucraina. E da qui una guerra con migliaia di morti, questo l'unico dato certo, e drammatico.
Volodymyr Zelensky, ha detto il presidente americano, parlando del leader ucraino, ancora in carica sebbene il proprio mandato presidenziale sia abbondantemente scaduto, sarebbe un "comico di modesto successo" e un "dittatore non eletto" che "si rifiuta di indire elezioni" e che dovrebbe "muoversi rapidamente se non vuole perdere il Paese che gli è rimasto" perché "la guerra sta andando nella direzione sbagliata. Io amo l'Ucraina, ma Zelensky ha fatto un lavoro terribile".
Trump ha avuto parole dure anche per l'Europa: "Sarebbe meglio che si occupasse di immigrazione con più intelligenza e con più forza, prima che sia troppo tardi".
Infine una stoccata interessante anche ai lavoratori in 'smart working', una condizione curiosa, che anche in Italia ha provocato molti danni a tante cittadine che sul movimento del lavoro fondavano la propria economia. "Ho visto alcuni grandi uomini d'affari - ha commentato Trump - dire che stiamo tornando assolutamente indietro. Non si può lavorare da casa. Non lavorano, vanno a giocare a tennis, giocano a golf o fanno altri lavori, ma non lavorano. Non puoi costruire una compagnia o un Paese in questo modo".

mercoledì 19 febbraio 2025

Scoperto un nuovo riccio minuscolo, il Coendou Vossi

La Colombia ha reso noto la scoperta del settimo riccio endemico del paese sudamericano, battezzato con il nome scientifico di "Coendou vossi", una specie che misura appena 33 centimetri, con una coda che copre il 70% del suo corpo e interamente ricoperto di aculei.
L'Istituto Humboldt, dedicato alla ricerca sulla biodiversità, ha dichiarato che si tratta di una grande scoperta per la fauna colombiana, poiché l'ultima specie endemica locale registrata risaliva a 126 anni fa, secondo i dati dell'"Atlante della Biodiversità colombiana: grandi roditori".
Héctor Ramírez, professore dell'Università di Caldas, ed Elkin Noguera, ricercatore presso la Gestione dell'Informazione Scientifica dell'Istituto Humboldt, hanno spiegato che, nel 2018, un gruppo di scienziati aveva intrapreso un'analisi di ricerca sui ricci nel paese, ponendo l'accento sulla specie "Coendou quichua", tipica di Colombia, Ecuador e Panama, e che aveva scoperto la nuova specie grazie a una serie di differenze fisiche.
Dopo aver incrociato le informazioni con i musei naturali e aver effettuato test del DNA e analisi morfologiche, è stato confermato come si tratti di una nuova specie.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica "Journal of Mammalogy". (fonte: ANSA)

martedì 18 febbraio 2025

La Basilicata a Milano, viaggio nelle eccellenze enogastronomiche

I prodotti lucani esposti a Milano (foto Bordignon)
Il piacere dell'incontro e del confronto con i giovani, ma anche la gioia dell'esposizione di prodotti e sapori della Basilicata, o Lucania, secondo l'antica e più tradizionale denominazione.
Teatro dell'evento la scuola alberghiera "Amerigo Vespucci", la prima e più antica di Milano, in cui è stato proiettato il documentario "Basilicata, viaggio nelle eccellenze culturali e enogastronomiche 2025", già presentato alla BIT di Milano, realizzato dall'Associazione Basilicata Today, presenti Nino Vitelli, Marco Fanuzzi e Michele Petrocelli, cui ha aperto le porte dell'istituto Vespucci il dirigente scolastico, professor Luigi Costanzo.
Al termine della proiezione, in cui si sono susseguite le eccellenze enogastronomiche e le bellezze del territorio lucano, protagonisti sono diventati gli studenti, sia in cucina che ai tavoli, con lo chef Vincenzo Cipolla e gli altri professori a dare il là a una giornata in cui i ragazzi hanno saputo e potuto esprimere il meglio di sé, attraverso la realizzazione e il servizio di una serie di piatti tipici della cucina mediterranea.

Le altre immagini della giornata trascorsa all'Istituto Vespucci (foto Bordignon)







domenica 16 febbraio 2025

JD Vance, studente modello per diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti

JD Vance (foto tratta dal New York Post)
E' davvero il segno, finalmente, che il cambiamento c'è, e si vede. JD Vance, vicepresidente degli Stati Uniti, è un uomo che lascia il segno, 'hombre del partido' dalla schiena dritta, espressione diretta del neopresidente americano, Donald Trump.
La sensazione, o meglio, la certezza, è che rispetto ai tanti vicepresidenti che lo abbiano preceduto, a cominciare dalla tremebonda Kamala Harris, sbiaditi e privi di struttura, Vance sia un politico dalla spiccata personalità. Privo di una formazione europea, e questo è un male, ma dotato di un pragmatismo tutto americano, sconosciuto ai suoi predecessori, è questo è un bene. Appare quasi come un novello John Wayne. anche nella struttura fisica. Per quanto riguarda quella intellettuale, gli americani non ne hanno bisogno, sono i padroni del mondo, o di parte di esso, e questa volta, senza le false ipocrisie che contrassegnavano l'immagine di Joe Biden e del suo pastrocchio democratico, sono ben decisi a riaffermarlo.
I colloqui con la delegazione ucraina, guidata niente meno che da Volodymyr Zelensky, sono stati il primo passo. I dichiarati incontri con la Russia, senza l'inutile Europa a intromettersi con le proprie pastoie ideologiche e guerrafondaie, saranno il secondo. Molto interessante anche il plauso verso Alternative für Deutschland che rappresenta il vero futuro di un continente che sappia reagire all'invasione di clandestini che ne stanno drammaticamente modificando la costituzione etnica e sociale.
Vance (e Trump) ha compreso perfettamente che solo un'Europa slegata dal proprio passato può rappresentare un valido partner in chiave anticinese.
Per questo i segnali che lancia sono chiari: per questo, così agendo, Vance non solo si esprime come politico dell'oggi, ma si propone come guida per il domani, studente modello per proseguire nell'opera e nel solco tracciato da Trump.

venerdì 14 febbraio 2025

L'incontro fra Trump e Putin e la curiosa pretesa di Ucraina, Europa e NATO di non venire messe da parte

La prima pagina del Corriere della Sera del 13 febbraio 
E' curiosa la pretesa dell'Europa, dell'Ucraina e della NATO di potersi sedere da pari a pari con Stati Uniti e Russia per poter discutere dei destini del mondo.
Sono state proprio queste entità a chiedere che la Guerra in Ucraina, da conflitto meramente locale si estendesse a guerra praticamente mondiale, una sorta di lotta del Bene contro il Male, di 'unione delle democrazie' contro la dittatura non bolscevica ma, chissenefrega, qualcosa ce lo si riesce sempre a inventare.
Oggi la sconfitta dell'Ucraina di un leader stanco e sempre più abbandonato come Volodymyr Zelensky appare ineluttabile.
Allo stesso ex attore 'ammaestrato' dalla vecchia 'nomenklatura' democratica americana con a capo il 'guerrafondaio' per eccellenza, Joe Biden, viene riservata da Donald Trump una semplice telefonata (strombazzata da tutti i media occidentali come una pietra miliare dell'eccellenza diplomatica ucraina), per poi venire bellamente scavalcato da quello che sarà un faccia a faccia fra il neopresidente americano e Vladimir Putin.
Basta e avanza per decidere dei destini del mondo, libero o meno, anche perché, nel 2025, discutere di democrazie e dittature è come proferire l'ormai consunta frase 'non ci son più stagioni'.
Ai futuri colloqui di pace (o di termine guerra o di fine invasione, si scelga la definizione più appropriata) non è necessaria l'ormai malferma Ucraina, il cui leader Zelensky aveva per primo emanato il diktat che mai sarebbe stato consentito trattare qualsiasi genere di pace con la Russia, a meno che non fosse quella successiva alla schiacciante vittoria finale; non è necessaria l'Europa e quella sorta di animale dimenticato dal tempo e dalla storia che è l'Unione Europea, sempre fallace nelle sue scelte, abilissima nel puntare sul cavallo sbagliato, incapace di restare neutra in un conflitto in cui schierarsi non aveva semplicemente senso; non è necessaria, e lo è meno che mai, la NATO, entità che ha sostenuto l'Ucraina a spada tratta fin dall'inizio, minacciando il coinvolgimento diretto sul campo del mondo occidentale fino a rischiare una guerra atomica.
Trump, dopo la promessa del rispedire i clandestini 'latinos' al di là del muro messicano, si avvia così a mantenere un'altra promessa: quella di pacificare il turbolento mondo contemporaneo, facendo schiumare di rabbia quell'Europa ancora legata a ideologie cadaveriche e bucoliche ormai sconfitte dalla storia.