sabato 14 giugno 2025

Passando davanti a Hellisbook, Paolo Maggioni e il 'firmacopie' del suo ultimo libro

Paolo Maggioni mostra la sua opera al... sottoscritto
Quattro chiacchiere in via Losanna, Milano, passando davanti alla libreria Hellisbook, e quell'insopprimibile desiderio di entrare, magari anche solo per chiedere la classica informazione.
Ed è così che mi capita, un po' per fortuna e forse per sfiga, di imbattermi in Paolo Maggioni, decorato collega di RaiNews24 che, come me, ha mosso i propri primi passi a Radio Popolare.
La fortuna ha voluto che lo incontrassi in modo da apprezzarne la simpatia e scoprire la sua ultima fatica 'libraria', ovvero "Una domenica senza fine", un interessante 'noir' basato su di una storia vera che lui stesso mi ha raccontato, ovviamente senza svelarmi il colpevole e la fine (vi ho già detto che 'ha shtato il maggiordomo'?).
La sfiga ha voluto che, incontrandolo (era presente per il classico 'firmacopie', una delle tante belle iniziative di Hellisbook), apprezzandone l'eloquio e cominciando a sfogliare altri splendidi libri sapientemente esposti nei pressi, oltre al suo, abbia comperato ben tre tomi, assolutamente non previsti nell'economia del mio sabato a spesa contratta.
Et voilà, ecco così che un bel 'cinquantone' (che, comunque, considerata la qualità dei quattro libri acquistati, non è assolutamente molto, ma ditelo al mio conto 'scorrente') è svolazzato dal mio portafoglio, atterrando direttamente sullo scaffale della mia libreria che, giusto per la precisione, ha già una ventina di libri in attesa di essere non solo letti, ma almeno sfogliati dal sottoscritto, un po' come l'eterna sala d'aspetto del gotico "Beetlejuice".
Tant'è, ho incontrato un autore interessante, ho comperato il suo libro con tanto di dedica autografata, e ho scoperto quanto una libreria possa essere un pozzo di inconsapevoli curiosità personali che verranno, comunque e altrettanto inconsapevolmente, soddisfatte.
Anche se ero entrato soltanto per chiedere un'informazione.

Il 'firmacopie' di Paolo Maggioni presentato all'interno della libreria Hellisbook

domenica 8 giugno 2025

Piano Kalergi, la teoria che già nel 1922 prevedeva l'invasione

(foto di BP Miller per Unsplash)
La presenza di immigrati in Europa è drammaticamente salita negli ultimi anni modificando in maniera irreparabile lo stesso volto delle città europee. Dove, una volta, esistevano i 'tipi' somatici legati a ogni nazione (tedeschi, francesi, svedesi, spagnoli, tutti abbastanza riconoscibili l'uno dall'altro), oggi, nel giro di pochi decenni, si è assistito impotenti a un meticciamento senza quartiere che, dopo avere interessato inizialmente le periferie delle città, si è successivamente esteso, come un cancro, anche ai loro centri.
Tutto questo ha un nome e un cognome, oltre a quello, molto semplice, di invasione: si chiama Piano Kalergi.
Ovviamente, quando se ne parla, e dovunque se ne trovi traccia nel web, riceve l'appellativo di credenza e complotto, associandolo ad ambienti dell'estrema Destra, se non addirittura a quelli del nazismo e del negazionismo. Insomma, il solo pensarlo reale rappresenta un reato. Forse, però, non è così.
Cosa dice, esattamente, il piano Kalergi? Senza girare troppo sul web, si parta dalla definizione fornita da Wikipedia, da sempre una 'enciclopedia' costruita da ambienti 'liberal' e di Sinistra: "La teoria del complotto del piano Kalergi è la credenza circa l'esistenza di un progetto (cosiddetto piano Kalergi) d'incentivazione dell'immigrazione africana e asiatica verso l'Europa al fine di rimpiazzarne le popolazioni. Prende il nome dal filosofo austriaco Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi (1894-1972), paneuropeista storico, cui viene attribuita la paternità di tale piano...
La teoria del complotto fu elaborata dal negazionista austriaco Gerd Honsik nel suo libro "Addio Europa", attraverso un'opera di selezione, rielaborazione e decontestualizzazione delle idee di Kalergi... Questi, fondatore nel 1922 dell'Unione Paneuropea, aveva espresso fin dalla fine della prima guerra mondiale, a ferite del conflitto ancora aperte, e a seguire nella sua opera "Pan-Europa", un grande progetto per l'Europa unita, la necessità di un'integrazione continentale al fine di favorire la pacifica convivenza dei popoli. In effetti, nel suo "Praktischer Idealismus" (1925), Kalergi distingueva tra «uomo rustico», figlio dell'endogamia, forte di volontà ma debole di spirito, e «uomo urbano», frutto della mescolanza razziale (Blutmischung), povero di carattere ma ricco di spirito, preferendo quest'ultimo in quanto più propenso al mantenimento della pace e, quindi, auspicandone una sua diffusione su scala mondiale e non strettamente europea.
Tali concetti furono alla base della reinterpretazione di Honsik, il quale li rilesse in chiave di annullamento delle identità nazionali e locali, d'imposizione del meticciato etnico e di «genocidio» dei popoli europei per sostituirli con quelli asiatico-africani al fine di ottenere un'etnia indistinta di docili consumatori piegati al mercato e al desiderio di dominio mondiale da parte di non meglio precisate élite economiche".
Questa la 'pericolosa teoria del complotto', che la stessa Wikipedia smonta però in maniera aprioristica e mai nel dettaglio, senza quindi spiegare il perché sia da considerarsi 'credenza'. L'unica obiezione arriva nel finale: "Una qualsiasi cosiddetta sostituzione etnica... richiederebbe nel caso italiano – persino considerando il combinato disposto del massimo flusso migratorio riscontrato durante la crisi europea dei rifugiati del 2015 e il calo demografico nel Paese – almeno tre secoli per compiersi". Il che, in realtà, non è assolutamente un lungo lasso temporale, visto che si parla della sostituzione di 60 milioni di persone. Obiezione all'obiezione.
Passiamo alla realtà che, invece, pare dare ragione a Honsik e alle sue accuse al Piano Kalergi: l'Intelligenza Artificiale, interrogata sul numero degli stranieri presenti in Europa, dà una risposta drammatica: "La percentuale di immigrati sulla popolazione europea è aumentata dal 6,5% al 10,3% tra il 1968 e il 2021". Sempre secondo Wikipedia "nel 2015, gli stati dell'UE hanno ricevuto 1255640 richieste d'asilo, oltre il doppio dell'anno precedente".
L'approccio 'colpevolista' verso gli stranieri è davvero giustificato? Ci risponde l'Intelligenza Artificiale e, anche in questo caso, la risposta non concede scampo. Al 31 agosto 2024, questi erano i numeri:
Totale detenuti stranieri: 19.507
Percentuale rispetto al totale detenuti: 31,3%
Aumento rispetto all'anno precedente: 5,9%

Ma da dove arrivano questi stranieri? Purtroppo non certo da nazioni civili o con un retroterra culturale simile al nostro. Con loro non si potrà discutere di medievistica o massimi sistemi, non potrete esprimere il vostro amore per la poesia e per la musica, dai canti gregoriani a Bela Bartok fino alla musica punk-rock.
Sempre l'intelligenza artificiale ci racconta che: i paesi di provenienza più comuni dei richiedenti asilo in Europa sono Siria, Afghanistan e Venezuela, che rappresentano il 32%, il 17% e l'8% rispettivamente dei beneficiari di protezione nell'UE. Altri Paesi di origine con un numero significativo di richiedenti asilo sono Turchia, Colombia e Ucraina.
Ecco una tabella che riassume i principali paesi di origine dei richiedenti asilo in Europa e le loro percentuali:
Siria 32%
Afghanistan 17%
Venezuela 8%
Turchia 8.6%
Colombia 5.9%
In conclusione, più ci si addentra nel problema costituito dai migranti (o clandestini, come sarebbe più corretto chiamarli) più si riconoscono tutti i tratti già delineati da Honsik. Non volete chiamarlo Piano Kalergi? Chiamatelo allora invasione, il risultato non cambia.

sabato 7 giugno 2025

Referendum, non regalare agli stranieri violenti una comoda cittadinanza italiana

Cittadinanza facile: lo squallore che ci aspetta
Un'Europa sempre meno europea e sempre più preda della sostituzione etnica costruita con popolazioni provenienti da retaggi quanto meno discutibili, realtà arretrate e culture legate al mesozoico. E' già successo in Gran Bretagna e Francia, sta succedendo in Germania, succederà in Italia.
La Sinistra, sempre più 'strumento' dei poteri che hanno interesse nel distruggere l'intelligenza della forza lavoro qualificata 'bianca', cerca nuova linfa e nuovi voti attraverso il 'regalo' della cittadinanza a una vera e propria 'mandria' di immigrati senza né arte né parte, il cui tasso di criminalità è altissimo e che, negli ultimi ha contribuito in maniera importante alla propria ghettizzazione, dapprima nelle periferie delle città e poi, come un cancro, estendendosi sempre più ridosso a quel Centro che, finora, era sempre più riuscito a mantenersi 'pulito' della loro presenza.
Non andare a votare ai referendum (in particolare a quello sulla cittadinanza) significa dire un chiaro 'NO' alle violenze e ai soprusi continui perpetrati da quella che, da minoranza, sta sempre più maggioranza anche grazie all'inettitudine degli europei prima e degli italiani poi, che consentono a questa gente di mantenere intatti i propri usi e costumi inadatti a sopravvivere in una società civile.

lunedì 2 giugno 2025

Polonia: Nawrocki vince le elezioni presidenziali, continuità sovranista nel Paese

L'articolo di presentazione del Corriere della Sera
Le elezioni presidenziali polacche hanno confermato la direzione sovranista intrapresa negli ultimi anni, con la vittoria di Karol Nawrocki, candidato del PiS.
In un ballottaggio molto combattuto, Nawrocki ha ottenuto il 50,89% delle preferenze, superando di misura Rafal Trzaskowski, sindaco di Varsavia e sostenuto dal governo liberale di Donald Tusk, fermo al 49,11%.
Nawrocki prende così il testimone da Andrzej Duda, pure lui esponente del PiS e pure lui vincitore, nel 2020, delle elezioni con il minimo scarto.
Secondo i dati della Commissione Elettorale Nazionale, Nawrocki ha raccolto 10.606.628 voti, contro i 10.237.177 di Trzaskowski. L'affluenza alle urne è stata del 71,63%, segno di un forte interesse della popolazione per questa tornata elettorale.
La vittoria di Nawrocki non rappresenta un cambiamento radicale rispetto al passato, ma piuttosto una continuità con la linea sovranista seguita dal presidente uscente Duda. Tuttavia, Nawrocki potrebbe rafforzare ulteriormente questa tendenza, dato il suo dichiarato apprezzamento per Donald Trump e le sue posizioni nazionaliste. Ora resta da vedere quale sarà l’impatto del nuovo presidente sulla politica interna e sui rapporti con l’Unione Europea e il governo filoeuropeista di Tusk.

domenica 1 giugno 2025

Inter travolta dal PSG, breve storia (triste) dello stupidario nerazzurro

Da "Mai stati in B" a "Siamo ingiocabili", sono tante le frasi, trasformate in assiomi, che riempiono la bocca del tifoso dell'Inter medio, quello da poltrona, il classico 'bauscia' che alligna nella Milano nerazzurra, quella del Naviglio più inquinato, in cui per anni si è sofferto di un eterno complesso di inferiorità nei confronti del Milan più vincente della storia, alimentato da quel tuttora senso di inspiegabile superiorità che persiste nei bizzarri cervelli di chi tifa per il Biscione, probabilmente dovuta all'estrazione borghese della base del pubblico dell'Inter.
Andiamo però con ordine, e pensiamo alle frasi classiche che potranno condire il crollo dell'Inter nella finale di Champions League, travolta per 5-0 dal Paris Saint Germain...
A cominciare, ovviamente, dal "non sono loro ad averla vinta, siamo noi che l'abbiamo regalata" che riassume in sé l'essenza dello 'stupidario' nerazzurro. E poi "entriamo nella storia" (sì, ma dalla parte sbagliata), "siamo ingiocabili" (in effetti, non hanno mai giocato), "l'anno del triplete" (giustissimo, sconfitti in campionato, Coppa Italia e Champions League, che poi sarebbe pure 'poker', visto il ko pure in Supercoppa nel derby) e, per finire,, il consueto "a testa alta" sibilato da Simone Inzaghi.
L'interista medio, ovviamente, non si dà pace. E allora salgono in cattedra i rivali, milanisti e juventini, ma anche napoletani e romanisti, l'altra Italia del calcio, quella che non accetta che una squadra di calcio possa inserire nel proprio palmarés uno scudetto di cartone, se ne vada in giro a petto in fuori, proclamando la propria onestà, quando è solo per le connivenze nei 'piani alti' e per la incredibile prescrizione che questo club non marcisca fra i Dilettanti, cui oltretutto, attraverso i soliti mezzucci all'italiana, sia stato costretto di iscriversi quando è ormai acclarato che non potrebbe nemmeno disputare un campionato Primavera. Il piatto della vendetta, comunque, se lo si gusta quando viene servito freddo, figurarsi se viene portato in tavola ancora fumante, bollente, come una ciliegina alla fine della stagione su un cumulo di panna montata. Perché, e questa è la frase che gira nel web, scritta e proferita soprattutto dai tifosi del Milan, "se è vero che noi siamo diventati come loro" (evidente il riferimento alla situazione disastrosa in cui versa il club rossonero, ridicolo come l'Inter che si dibatteva tra sconfitte e umiliazioni negli anni '90 e Duemila), è anche vero che "loro non saranno mai come noi". E qui, veramente, non servono altre spiegazioni.