Si chiama Phoenix, è in Sherbourne Street, lontano dal centro. Finalmente un locale che sa di puzza di cadavere, di notti consunte affogate nel whisky, flash metallici misti a follie cerebrali. Un piccolo tempio del dark, dove si mischia la musica più 'hardcore' e quella del metallo'gotico d'avanguardia.
Popolazione che dalle poche singole unità delle 100, aumenta progressivamente fino a un paio di centinaia attorno alla 'mezza'.
Alcuni ballerini in stile Rocky Horror Picture Show si dimenano sul palco e su piccole transenne appositamente costruite. Il megaschermo all'angolo celebra la trilogia di "Underworld". Nella sala a fianco suona davanti a una trentina di persone un gruppaccio di rock pesante. Qualcuno cerca di cuccare. Due tiponzole sula ventina (o forse meno) mi passano di fianco vestite di nero e totalmente ubriache. Bofonchiano qualcosa ma io, che già capisco poco in una discoteca italiana, figuriamoci se mi parlano in inglese. Poco dopo la mezza mi allontano. Ho visto quanto basta. Lunedì sera qui suoneranno i Devo...