E' destinato probabilmente a vincere il mio personalissimo premio per il film più brutto dell'anno questo "La Torre Nera" tanto strombazzato nelle sale cinematografiche.
Una pellicola senza capo né coda, in cui persino ottimi attori faticano a ritrovarsi. La trama è più scontata di un piatto di pasta all'olio. I buoni vincono, non prima della morte di un paio di sacrificabili figure di contorno, distrutte dal cattivo fin troppo facilmente.
I caratteri dei personaggi non esistono, c'è il solito insopportabile bambino pseudo ribelle a fare da coprotagonista a un pistolero di colore (Idris Elba), scelto in opposizione al testo originale che lo voleva bianco giusto per fare rosicare i suprematisti della Virginia, e il solito panorama distopico, non si capisce dove, perché e quando. Si sa solo che c'è uno stregone che rapisce i bambini, li fa sedere su una sedia a sdraio elettronica e piazza loro una cuffia in testa che li fa urlare atrocemente, anche qui non si sa perché o per quale motivo.
Attraverso una serie di inspiegabili salti nello spaziotempo fra mondi paralleli e una strage di cattivi, i buoni trionferanno dopo essere stati sull'orlo della sconfitta, anche qui in maniera 'originalissima'. Se si esclude qualche (anche qui) scontata magniloquenza scenografica, probabilmente fatta al computer, "La Torre Nera" è un film atroce, dove i colpi di scena sono più rari della pioggia di quest'estate arida e dove la sceneggiatura è stata pensata per un pubblico di 'duenni'. Perfino le bellissime Katheryn Winnick ("Vikings") e Abbey Lee Kershaw riescono ad apparire brutte, ma per loro è una fortuna. Non verranno ricordate nel mezzo di questo triste guazzabuglio prodotto da Ron Howard, il cui più tragico epilogo è la consapevolezza della probabile imminente seconda puntata della saga firmata da Stephen King.