lunedì 20 novembre 2023

Addio a Giulia, tre pensieri 'contro' su cui riflettere

Una pagina interna di "Libero" di questa domenica
Ci sono tre frasi che frasi che mi piace riprendere e sottolineare, relativamente alla drammatica fine di Giulia Cecchettin. Una, merce rara nel mio essere scevro da autocitazioni, è mia, una è di due giornaliste che seguo con fervente passione, Francesca Totolo (frase da leggere, ma dovrebbe essere scontato, in modo ironico) e Cristina Gauri. Tre pensieri 'contro', ovviamente non 'contro' la povera Giulia, ma 'contro' il pensiero dominante che, inevitabilmente, sta sorgendo in queste ore, spinto dall'inevitabile riflusso vomitato da certo vetero femminismo.
1) Per combattere la violenza non bisogna combattere il 'patriarcato'. All'opposto, bisogna esaltarne i valori, il senso e l'importanza della famiglia, il ruolo di 'pater' dell'uomo e di 'mater' della donna. Ed evitare di cadere nel modernismo da quattro soldi del mondo 'liquido' e prono all'accoglienza di etnie che la violenza sulla donna la praticano quotidianamente. (Massimiliano Bordignon)
2) I Filippo Turetta si eradicano con più esempi maschili virili, centrati e presenti a se stessi, in pratica con più patriarcato, non con il rieducatore di Stato al 99% di estrazione sinistroide che con la scusa della "educazione affettiva" parla di masturbazione, cambio sesso e non binarismo ai ragazzini. (Cristina Gauri)
3) Se un ragazzo “bianco, italiano ed etero” ammazza una ragazza, la responsabilità è di tutti gli uomini italiani. Se uno straniero sgozza o/e stupra una ragazza, magari facendola a pezzi, non bisogna generalizzare. (Francesca Totolo)