giovedì 25 aprile 2024

25 aprile, l'ultima truffa della propaganda sinistrorsa

foto Andreas per Unsplash
La festa, se così si può definire ancora, del 25 aprile, cade come l'ennesimo stanco momento di relax per l'italiota medio in cerca di vacanze e feste per fuggire a Rimini con la famigliola in saccoccia. Con il gentile contributo di qualche sciopero a rimorchio, giusto per allungare il brodo.
Così, per rivestire di una patina di nobiltà un giorno ormai disegnato sul nulla, ecco che 'il 25' torna ad essere, con 70 anni di ritardo, la giornata dei partigiani invitti, dei marciatori verso la vittoria, dei liberatori senza macchia, roba da cinegiornale Luce compreso soltanto da alcuni falliti in retroguardia, tipo gli estremisti dei Centri Sociali, sempre pronti a ornarsi di vestigia non proprie, calunnie spacciate per verità, presunti ideali sconnessi varie ed eventuali.
Senza arrivare alle interviste da 'Milanese Imbruttito', a eventuali domande su cosa rappresenti il 25 aprile, il giovane coinvolto spesso non sa bene cosa rispondere: triste, vero, non c'è da rallegrarsene, ma impostare una campagna demagogica sul nulla è identificativo di come a Sinistra si continui a sbagliare nel tentare, alla cieca, di individuare dei valori oggi condivisi dal popolo italiano. Valori che, certamente, non sono rappresentati da questa data che, proprio per colpa della Sinistra, continua a essere divisiva se tanto è, che al passaggio non di improbabili reduci della RSI, ma della stessa Brigata Ebraica, debbano intervenire le forze di polizia per impedire contumelie e violenze varie. Questa è la Sinistra, ragazzi, e queste le feste sbandierate dai suoi pennivendoli lecchini.
Secondo un sondaggio di Yougov del 2022 (certamente più attendibile delle 'sparate' telecomandate a tutta pagina di "Repubblica"), il 43% non degli italiani non celebra il 25 aprile, e un ulteriore 6% si dice incerto.
Concentrandosi sul 43% di italiani che invece non festeggia la giornata (si riporta sempre da Yougov), la ragione principale è che non è tradizione all’interno della famiglia (per il 50% di chi non festeggia), ma c’è anche chi ritiene la Liberazione strumentalizzata (22%), chi pensa sia obsoleta nel contesto odierno (13%), e chi, pur condividendone i valori, la trova troppo politicizzata (13%).
Infine, malgrado il 69% degli intervistati lo ritenga comunque importante (ecco da dove arrivano forse i numeri 'forzati' da Repubblica), un terzo dei rispondenti invece ritiene che non abbia senso essere antifascisti oggi, in quanto “il fascismo non esiste più”.
Può bastare per dire che, oggi, il 25 aprile vale la festa della Befana?