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giovedì 15 giugno 2023

Poggio delle Grazie, vitigni autoctoni per valorizzare il territorio

Una bottiglia di "Ancestrale" (immagine Bordignon)
Una cantina alla volta, per conoscere e assaporare i produttori più giovani e particolari, quei 'fuori quota' lontani dalla grande distribuzione ma assai vicini all'ottima qualità qualità del prodotto finale.
E' lo spirito alcune delle migliori realtà della produzione nazionale si sono presentate in quattro locali legati a EustachiORA, area ribattezzata il distretto del vino pugliese.
Protagonista di turno la cantina gardesana Poggio delle Grazie, realtà a trazione familiare nata nel 2014 a Castelnuovo del Garda, che per produrre i propri vini utilizza vitigni autoctoni per valorizzare il territorio.
"Sapori Solari", "Al Tagliando", "Bubu" e "Polpetta DOC" i quattro locali milanesi in cui si è svolta questa degustazione 'itinerante', altrettanti i vini presentati da Poggio delle Grazie.
Si è cominciato con "L'ambizioso", vino rosa frizzante prodotto con uva corvina e tappo a corona, nato da una doppia fermentazione naturale e caratterizzato da un colore rosa tenue con riflessi aranciati e da un perlage fine e persistente.
Il secondo vino proposto è stato il "Custoza DOC", un bianco secco con uvaggio di uva garganega al 45%, trebbiano al 30% e tocai al 20%, dotato di un colore giallo paglierino dai riflessi verdognoli, con note di fiori bianchi fuse a sentori di erbe aromatiche, menta e ortiche.
La terza proposta della cantina è stato l'"Ancestrale", rosato spumante brut, con uva corvina, un perlage fine e persistente.
Il poker di vini si è chiuso con "La Rocca", un Bardolino doc, realizzato con un 95% di uva corvina e un 5% di rondinella.
Poggio delle Grazie ha in definitiva offerto una varietà di vini elettrizzante, intrigante anche nell'etichettatura e ispirata nel logo alla chiesetta eretta nei pressi dei vigneti nel 1947.
Tutto per una produzione di 70mila bottiglie all'anno in 12 etichette e un commercio principalmente proiettato verso l'estero.

sabato 26 novembre 2022

San Colombano, il vino a chilometro a zero di Milano

I quattro produttori durante la serata di degustazione
Metti quattro aziende vinicole della zona di Milano che, in questa zona, finalmente, hanno deciso di fare conoscere se stesse e quel territorio quasi 'a chilometro zero' a volte un po' troppo snobbato dagli stessi milanesi, inconsapevoli di avere vicino casa prodotti a denominazione e indicazione geografica protette.
Il territorio, quello della collina di San Colombano al Lambro, che si trova nel mezzo della Pianura Padana, a poco più di cinquanta chilometri di distanza a sud da Milano, fra la Pianura Lodigiana e la Bassa Pavese, in un'area distesa fra tre province: Pavia, con i comuni di Miradolo Terme e Inverno Monteleone; Lodi, con Graffignana e Sant’Angelo Lodigiano; Milano, con San Colombano al Lambro. Dopo tanti vini toscani, piemontesi e pugliesi, è stato affascinante degustare la visita guidata, organizzata da AnamCommunication, lungo quattro enoteche milanesi (Sapori Solari, Bubu Fiaschetteria Toscana, Polpetta Doc e GUD).
Le quattro aziende che hanno proposto i propri vini sono state Guglielmini (azienda che produce vini da ben tre generazioni, e che ha abbinato alla tradizione lo studio dei migliori indirizzi tecnici sulla coltivazione e vinificazione), Poderi San Pietro (realtà che punta a ridurre al minimo l’uso di agenti chimici e di emissioni nel rispetto della qualità dell’ambiente e dell’uva), I Germogli (cooperativa che produce vini IGT frutto di uve autoctone con lavorazioni che rispettano la materia prima senza stravolgerne le tipicità che il territorio regala) e Azienda Agricola Panizzari (realtà nata alla fine dell'Ottocento e che continua a seguire metodi di lavorazione rigorosamente artigianali che determinano l’alta qualità del prodotto), piccole aziende a conduzione familiare che identificano il territorio locale come pochissime altre.
I vigneti si trovano in collina, in un territorio che offre le condizioni ideali per la produzione di vino: il terreno infatti è fertile, ricco di sostanze organiche e alterna zone sabbiose, limose e calcaree creando un habitat ideale per la produzione di ogni tipologia di vino.
La presenza della viticoltura sulla collina di San Colombano al Lambro risale all'epoca romana, è infatti residenza di molte cantine storiche rinomate.
Una scelta, quella di presentarsi nell'ambito del distretto EustachiORA (ribattezzato il distretto del vino milanese), che intende riportare all'attenzione un po’ della tradizione e della cultura di queste colline, che hanno fatto del Vino la loro storia e vita.