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giovedì 13 giugno 2024

L'importanza degli alimenti fermentati nella dieta

foto ufficio stampa
Quanto sono importanti gli alimenti vegetali biologici fermentati spontaneamente non pastorizzati? I ricercatori sostengono che, in ragione del loro protratto ruolo come parte della dieta umana e dei loro benefici consolidati ed emergenti, determinati in parte dal loro stesso microbioma, gli alimenti fermentati meritano di essere presi in considerazione per un consumo regolare, e sono da includere nelle Linee Guida sul consumo alimentare.
"Una pietra miliare nell’ambito della letteratura scientifica relativa a questo argomento - afferma la biologa nutrizionista Livia Galletti, PhD in Scienze Antropologiche Biologia dell’uomo, delegata nazionale nutrizione del Comitato Centrale Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologici - è il primo studio prospettico, randomizzato, condotto dai ricercatori della School of Medicine della Stanford University, che ha dimostrato come la dieta a base di alimenti fermentati come kefir, latticini, kimchi, kombucha, verdure fermentate e bevande a base salamoia vegetale fermentata, rispetto a una dieta ricca di fibre, porti a un aumento della biodiversità del microbiota intestinale".
In questo studio pubblicato su Cell. nel 2021 gli esperti hanno seguito 18 individui sani, divisi in 2 gruppi con differenti diete, per 17 settimane: un gruppo ha seguito una dieta ricca di cibi e bevande fermentate, l’altro gruppo ne ha seguita una ricca di fibre. Durante questo periodo di tempo sono state effettuate misurazioni del microbiota e dell’ospite, ivi compresa un’ampia profilazione immunitaria. La biodiversità del microbiota intestinale delle persone che seguivano una dieta ricca di alimenti fermentati è significativamente aumentata nell’arco di sole 10 settimane, con effetti proporzionalmente maggiori all’aumentare della quantità di cibi fermentati consumata, e si è mantenuta nel periodo di quattro settimane durante il quale i partecipanti potevano mantenere qualsiasi livello di assunzione di cibo fermentato desiderassero. Parallelamente, una dieta ricca di fibre non ha scaturito cambiamenti significativi.
In questo contesto l'azienda italiana Named Group, ha inserito nel proprio portfolio prodotti una linea di verdure biologiche fermentate spontaneamente non pastorizzate, nel segno del benessere anche a tavola e del supporto alla biodiversità del microbiota intestinale.

martedì 4 aprile 2023

Microbiota, un nuovo metodo unico per l’analisi genetica

Alessio Romitelli, Alessandra Graziottin e Andrea Castagnetti (uff. st.)
Il microbiota intestinale, l’ecosistema microbico e la microbiologia: tre parole sempre più frequenti nella medicina contemporanea, per una rivoluzione che ha evidenziato come il contributo delle comunità microbiche, che vengono definite microbiota e vivono sul e nel corpo umano, sia importante per lo stato di salute dell’individuo.
Nasce da questi progressi scientifici una fondamentale consapevolezza: l’intestino è il baricentro della salute fisica e psichica dell’individuo in virtù dell’azione svolta dal microbiota in termini di colonizzazione di agenti patogeni.
L’unica azienda italiana dedicata esclusivamente all’analisi genetica del microbiota umano, animale e ambientale è Wellmicro, nata nel 2015 come spin-off dell’Università di Bologna e oggi parte di Named Group, che nella sede di Monza ha raccontato la propria storia con l’ausilio di alcuni ospiti d’eccezione, come la professoressa Alessandra Graziottin, il professor Giovanni Barbara (collegato in remoto) e i propri dirigenti, il microbiologo Andrea Castagnetti (cofondatore) e Alessio Romitelli (amministratore delegato).
Ed è proprio il professor Barbara, ordinario di Medicina Interna e Gastroenterologia, oltre che direttore dell’Unità Complessa di Medicina interna e Gastroenterologia del Policlinico S.Orsola, a spiegare: “La ricerca sul microbiota intestinale - un vero e proprio organo che pesa più di un kilogrammo ed è formato da trilioni di microrganismi, batteri miceti e virus - sta dimostrando ogni giorno di più come la composizione microbica dell’intestino sia fondamentale per il benessere di ciascuno, ma anche come ogni persona sia dotata di un microbiota con caratteristiche uniche e adattive ai vari momenti della vita, tanto da essere considerato ad oggi la parte variabile del nostro genoma. Ogni individuo è unico in condizione di ‘eubiosi’, vale a dire di equilibrio e simbiosi tra i microrganismi e l’ospite, e ancora di più nei molteplici casi di ‘disbiosi’, cioè in condizione di squilibrio pro-infiammatorio”.
Nasce da queste ricerche un metodo per l’analisi genetica del microbiota intestinale unico nel suo genere (Wellmicro Gut Test). I test di Wellmicro analizzano infatti l’ecosistema microbico intestinale con tecniche di sequenziamento di ultima generazione e, successivamente, applicando il metodo di interpretazione funzionale brevettato. Quest’ultimo permette di tradurre una mera lista di microrganismi identificati, in una valutazione del potenziale funzionale del microbiota analizzato sulla salute dell’individuo.
Del microbiota intestinale ha parlato anche la professoressa Graziottin, docente presso il dipartimento di Ostetricia e Ginecologia, Università di Verona, oltre che direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell’ospedale San Raffaele Resnati di Milano: “Una recente indagine italiana su 1183 casi di dolore vulvare ha dimostrato che queste pazienti hanno una comorbilità del 94,7% con patologie intestinali. Il microbiota intestinale è quindi un potente regista di salute e di malattia e un sottovalutato modulatore del dolore addominale, viscerale, pelvico e sistemico. Merita considerarlo e rinegoziare una convivenza più collaborativa, attraverso progetti di salute lungimiranti a partire dalla modifica degli stili di vita e da un’alimentazione sana. Questi verranno poi valorizzati da una diagnostica raffinata sul fronte microbiologico su cui basare interventi specifici e competenti, integrati con la fisiopatologia delle infiammazioni degli organi e apparati coinvolti”.