La rissa da cui nasce l'espulsione di Andrea Pirelli |
Alla fine, però, il blindato avrebbe avuto più senso dentro al ghiaccio, con 99 minuti di penalità complessivi, un paio di espulsioni e regolamenti di conti che, pare, si trascinino dalla prima sfida 'amichevole' stagionale. Alla sirena finale nessun rissone com'era lecito immaginarsi, giusto qualche confronto labiale vis-à-vis per mettere le cose a posto.
Il tabellone recita 4-0 per la squadra ospite, gli Old Boys (che vendicano così il 2-5 dell'andata), scesi a riscaldarsi con una maglietta bianca a bordi rossoneri ostentati molto bella, che però, colpevolmente, non ho fotografato pensando che sarebbe poi stata indossata durante la partita (ho scoperto stamane come sia la maglia di casa, in effetti il derby si giocava in trasferta... va beh, ora lo sapete anche voi).
Per i Milano Bears si tratta della 4.a sconfitta consecutiva, per gli Old Boys della seconda vittoria di fila, con i 'cugini' quasi raggiunti e staccati di un solo punto in classifica.
La partita è stata fin da subito indirizzata nel punteggio, ma il primo periodo ha visto la prevalenza dei 'padroni di casa', sostenuti da una curva affollata e tornata... in curva, in un palazzetto riempito da 500 spettatori circa e favoriti dai troppi falli dei rossoneri, con conseguenti superiorità numeriche.
Nasce così il primo grande protagonista della serata: Alessandro De Zordo, figlio del coach Andrea, ma soprattutto 'muro umano' con 29 'saves' e alcune paratone su tiri a botta sicura da parte dei rossoblù; e Samuele Finessi, capitano e autore della hat-trick che ha steso i padroni di casa (con due assist di David Scudier, altro figlio d'arte) prima della rete finale di Bryan Suevo.
Intanto la curva del Milano intonava alcuni 'sempreverdi' del tifo hockeistico: dal gentile invito rivolto ai propri beniamini, scandito a sillabe durante ogni rissa, "U-cci-de-te-li", all'antichissimo "Passo del Maloja" (lo si ascoltava fin dai tempi di Jim Corsi...), per proseguire poi con "Sei come Van der Sar" (cantato da ragazzi che forse il portiere olandese manco sanno chi sia), chiudendo con un classico più recente come "Che bello è, quando esco di casa".
Fra i rossoblù ha probabilmente pesato l'espulsione di Andrea Pirelli, miglior attaccante della squadra, dopo un quarto d'ora del primo periodo, con la formazione guidata da Tomo Hafner che ha faticato oltre il previsto a trovare sbocchi per concludere a rete, causa però anche di una perfetta gara difensiva da parte degli avversari (chi si ricorda l'Alleghe di Paul Theriault?) che, va detto, hanno saputo anche usare le mani, in una gara non cattiva ma dura, con diverse 'hit' e qualche 'vendetta' finale da parte dei Bears, soprattutto nei confronti del 'peperino' Scudier.
Un derby sentito, viste le reazioni degli Old Boys alla terza rete (ma anche alla quarta), il 'mucchio selvaggio' a fine gara attorno alla gabbia di De Zordo e il giro di pista finale, su una pista in teoria 'nemica' ma che, oltre a qualche insulto, ha riservato (forse un po' sorpresa) parecchi applausi e pacche sulle spalle da parte dei tanti presenti accorsi per sostenere una squadra che ha moltissimi legami con i Diavoli Rossoneri (e per qualcuno pure con i vecchi Devils) e che, proprio per questo motivo, non si capisce perché non abbia deciso di puntare su di un nome tanto storico e 'inclusivo' (termine ora tremendamente di moda) che coinvolgerebbe sicuramente una più ampia fetta di pubblico.
Per la cronaca della partita vi consiglio di leggere il sempre puntuale articolo di HockeyTime.
Per gli assenti, invece, ecco una galleria fotografica della gara (oltre al pre e al post-gara), da cui emerge quanto io sia stato più attento alla cronaca che alla qualità delle foto. Vi troverete la gioia rossonera dopo ogni marcatura, i giocatori dei Bears stesi sul ghiaccio dopo le 'hit' subite, la rabbia di Pirelli al momento dell'espulsione e la carica agonistica di un giocatore degli OBM (chi? boh...) alla fine del secondo periodo, al rientro negli spogliatoi.