
Una bella figuraccia, per un paese che ha bisogno di ‘serrare’ i tifosi in trasferta in apposite gabbie, perché sono troppo ‘bestie’ per essere lasciati liberi, quando in un qualsiasi temutissimo Celtic-Rangers, guerra di religione autorizzata, ognuno dei tifosi dà di faccia al campo senza alcuna limitazione tranne quella della propria educazione. E’ un po’ lo stesso discorso dei ‘minuti di (non) silenzio’ che, in quasi tutte le parti d’Italia, si trasformano regolarmente in lunghi applausi perché, quando superiamo, noi italiani, le cinque persone di numero, non siamo capaci di stare muti ma, come tanti pecoroni, abbiamo sempre bisogno di quel ‘fastidioso’ commento in più. E’ in questi casi soprattutto, non in altri tanto sbandierati dai giornali, che spesso mi vergogno di essere italiano, popolo un tempo di santi, navigatori ed eroi, ora più spesso di cialtroni sguaiati a caccia del proprio quarto d’ora di gloria, magari attraverso un provino in tivù.