La giornata di sabato 18 luglio 2009 l'ho trascorsa allo stadio 'Armando Picchi' di Livorno, una struttura decadente di una città decadente, nel senso più deteriore del termine. In realtà ammetto di non aver visto molto di questa 'Labronia', ma mi è bastata la sterminata serie di campi incolti e case di una bruttura indescrivibile poste alla periferia della città. Roba che Milano in confronto pare il Tirolo.
A Livorno comunque non ci sono andato per fare sport, nemmeno allo stadio. Bensì ho colto l'occasione della giornata principale dell''Italia Wave Love Festival', che proponeva nella stessa giornata ben quattro gruppi di cui il principale quello dei Kraftwerk, di cui presenziavo credo per la terza volta nella mia vita.
Prima di partire alla carica con la descrizione del 'live' del gruppo tedesco, volevo soffermarmi un attimo per fare i complimenti a uno dei gruppi di supporto saliti sul palco: dopo i 'troppo urlatori' Auslander e prima del delirante integralismo veterocomunista di Offlaga Discopax, mi sono piaciuti molto i My Toys Like Me, quartetto londinese capitanato dalla cantante Frances Noon (decisamente accattivante, dalle movenze feline e dalla voce minuscola quasi in stile Altered Images) che, citando internet, possiede 'capacità vocali difficili da codificare', e dal produttore e polistrumentista Lazlo Legezer. Decisamente buona la loro presenza scenica dal vivo, che ovviamente punta tutto sui movimenti estetico-vocalistici di Frances. Insomma, un discreto concerto, quello di Livorno, forse il migliore del lotto, anche per la freschezza proposta, anche se qualche apertura verso qualche suono più commerciale non guasterebbe (ed esalterebbe certamente la voce di Frances). L'album d'esordio del gruppo, pubblicato per l'etichetta Dumb Angel, è intitolato "Where we are", è stato pubblicato a maggio 2009 e ha riscosso un'ottima stampa venendo definito una delle prove electro-pop più convincenti dell'anno.
(foto live di Massimiliano Bordignon)
Ed ecco 'Barnaby' suonata dal vivo, in questo caso nel mese di gennaio, al 'Cargo' di Londra: