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mercoledì 30 dicembre 2020

Milano, 10 cm di neve mandano in crisi Beppe Sala

La neve ghiacciata fuori della stazione di Milano Rogoredo
Milano il giorno dopo l'ampiamente prevista, e nemmeno troppo intensa, nevicata. Se ne parlava da giorni, e la notte fioccò. Tutto faceva preludere a un facile contenimento dei danni anche perché, malgrado l'intensità della caduta fosse discreta, alla mattina non si contavano più 10 centimetri di neve. Invece la città si è svegliata imbiancata, il che non sarebbe un male, se la cosa si fosse limitata ai tetti delle case, meno bene in mezzo alle strade e lungo i marciapiedi, in particolare i camminatoi che portavano a metropolitane e altri mezzi pubblici. Solo lo sforzo pietoso dei portinai ha impedito che la città diventasse una Caporetto per le gambe e le braccia dei milanesi.
Detto del primo giorno, pur nello sfacelo più totale dell''organizzazione' (presunta) della macchina messa in campo dalla giunta di Beppe Sala, il giorno dopo ci si sarebbe dovuti aspettare il totale dissolvimento delle ultimi propaggini 'bianche', anche perché poi, di neve, non ne è caduta più.
E invece, nulla, i meneghini hanno dovuto ancora compiere miracoli di equilibrismo per reggersi in piedi, mentre il sindaco rispondeva piccato alle naturali critiche dell'opposizione, in particolare alle parole di Matteo Salvini. Le foto che allego sono quelle delle lastre di ghiaccio all'uscita della stazione di Rogoredo, non proprio un luogo 'secondario' per la città, ma un'area che unisce una stazione ferroviaria e del metro. Due poveri anziani cercano, uno vicino all'altro, di aiutarsi con un carrello della spesa per arrivare alla fermata dell'autobus. Gli altri passanti piantano bene i piedi in terra per non scivolare in un paesaggio da renne e cani da slitta. Invece è Milano, e l'unico pupazzo di neve, da prendere a grosse pallate in faccia, dovrebbe essere quello con stampato il faccione del sindaco.

Milano Rogoredo: una lastra ghiacciata, dalla nevicata sono passate due notti...

venerdì 6 luglio 2018

Osservandoti in una notte di mezzo inverno, tanti anni fa...

Notte di neve milanese, ovattata e sicura mi avvolge nella musica di un sound mantecato, sviluppato, sonoramente soffice con le sue mani affonda nei fianchi della memoria. Osservo il tuo corpo esanime perdersi nei flussi della mia mente, capelli sciolti in gioventù, improbo scalare di neuroni in ricerca di forme dimenticate. Compagni sgomenti cercano nuove immagini nella notte confusa, oscura raccoglie pixel per ricostruire i tuoi occhi socchiusi. Ho amato l'ignoto, non ho mai conosciuto un sentimento così inutile ma pieno. Una sera raccolta e serbata nella cassaforte dei pensieri per sempre. Senza senso, eppure accanto a me sino alla fine. E ancora a chiedermi perché, mentre la neve si scioglie in piccoli rigagnoli di pioggia.