Toronto comincia a scivolarmi nelle vene come Milano, e forse mi interessa anche un filo di più, permeata di quel magico e caldo alone che solo le città straniere vissute da turisti sanno dare…
Stasera, senza volerlo, sono stato ‘tirato dentro’ due specialissimi eventi che qui evidentemente, per come si sono svolti, sono pura normalità, ed è questa la cosa più bella.
Oggi ho cambiato letto, sono passato dal Beaconsfield, il mio storico Bed & Breakfast, al The Rex, originalissimo hotel su Queen Street West oltre Spadina Avenue, in pienissimo centro. Non pensate a nulla di lussuoso, però, anzi. Il posto è vissuto e cadente, come si confà a ogni ‘tempio’ del jazz. Perché questo è il The Rex, un locale dove regna sovrana la musica ‘calda’ o ‘fredda’ che sia, ma sempre legata al jazz, con ogni giorno, per sette giorni alla settimana, mai meno di due concerti al giorno, tranne il week-end quando diventano quattro…
Primo pomeriggio. Note calde di soundcheck provengono dalla strada. Strano, in centro. Anche lo stadio è lontano… eppure il basso è ‘live’, e così il rullo della batteria… Me ne frego, e mi dirigo alla partita di hockey dei Marlies.
Ritorno… adesso il rumore si fa continuo, melodico, anche se duro… decido di scendere, questa città mi coinvolge, mi tira per la manica… passo un ‘block’, ovvero un isolato, e mi trovo all’improvviso nel mezzo di un concerto punkrock, quello dei Billy Talent, band canadese di Mississauga, proprio qui vicino…
Mi viene in mente la polemica che si è tenuta a Milano pochi mesi orsono sul mancato concerto di Bruce Springsteen dopo le (giuste) polemiche sollevate dai cittadini residenti della zona di San Siro e il ‘bravo’ assessore Terzi a raccontare demagogicamente che Milano non può non ospitare eventi del genere, pace ai cittadini di San Siro se gli rompono i coglioni, cacchio vuoi, tieni pure la casa col giardino... Facciamo così, caro Terzi, prima di raccontarcela, per quanto riguarda l’organizzazione almeno, la prego, passi prima da queste parti, così vedrà che i concerti si possono fare dovunque, basta 'saperli' fare...
Due ali di folla, un piazzale stracolmo, le case piene di gente affacciata, temperatura vicino allo zero, ma per quelli di qui è caldo, due transenne a separare il pubblico dalla strada, una manciata di poliziotti e il gioco è fatto, niente disordine, ognuno al suo posto, con i Billy Talent che si sbracciano, pestano duro e la gente che canta, il tutto immortalato dalle telecamere della Rogers, che sponsorizza l’evento.
Non un intralcio alla strada, non un rallentamento, i tram (qui li chiamano ‘streetcar’) si susseguono regolari, solo la gente in auto rallenta, guarda indietro che succede e poi tira diritto, nemmeno un clacson a stimolare la ‘coda’… Un po’ Barenaked Ladies, un po’ Martha & the Muffins (entrambi proprio di Toronto, guarda caso), un po’ di tutto, i Billy Talent divertono veramente, anche i poliziotti, che battono aritmicamente le dita sulle transenne.
Le luci delle strade si susseguono febbrili, proprio come quelle che vedevamo nei film, il grattacielo dall’alto ci guarda gentile osservando i nostri sospiri e il nostro piacere… l’orgasmo delle note dei Billy Talent si ferma, il riflusso della gente verso l’esterno è un deflusso dolce e ordinato, nulla tracima dall’attenzione civile di questo popolo, che anche stasera mi ha davvero sorpreso…
Ma non poteva essere così facile, e così anche il The Rex decide che è tempo di regalarmi un’emozione, e allora assisto non più tardi di mezzora dopo alla splendida esibizione del John Challanor Septet, un misto del Joe Jackson nella sua versione più jazz, del Chet Baker più ‘cool’ e di quella musica che fece la fortuna de ‘L’audace colpo dei soliti ignoti’… Più di un’ora scivola via malgrado le ali di pollo fritte siano un attentato al mio pancreas, e pensare che questa sera non ho nemmeno avuto bisogno del Drake…
(foto di Massimiliano Bordignon)