La mia vita qui a Toronto sicuramente non mi dispensa, nella propria spensieratezza della lontananza dall'Italia, di fermarmi un attimo e commentare da lontano la triste vita in cui si dibatte il mio paese, uno degli ultimi al mondo in cui sia consentito impunemente di sventolare bandiere recanti il mortale disegno della falce e del martello.
Di fianco a questa cupa immagine di sangue e distruzione sono sfilati in Piazza del Popolo a Roma un corteo di presunti giornalisti e intellettuali, alla ricerca della difesa della propria libertà (leggi: conquistare il potere perso alle elezioni con ogni mezzo, basta che non sia democratico). Un gruppo di soldatini fanatici, per fortuna chiara minoranza, costruito attraverso mezzo secolo di 'militanza militare' nelle truppe della sinistra 'komunista', che ha ammorbato le nostre strade cercando di fare credere al popolo di rapresentare qualcuno che non fosse il proprio continuo fallimento storico ed elettorale. Il finto martirio di questa macabra stirpe cresciuta all'ombra della dittatura cattocomunista che ha governato l'Italia fin dal dopoguerra non riuscirà comunque a passare. Per quanto idiota, il popolo italiano, nell'antro del proprio scranno elettorale, ha già cacciato il comunismo e le sue viscere infette lontano dall'Italia, lontano dal mondo, lontano dalla storia.